L'odore dell'anima

di
genere
dominazione

lo squillo del telefono entrò lentamente nei miei sogni e mi ricollegò bruscamente alla realtà. Erano quasi le 15, l'interruzione della siesta pomeridiana mi rese un po' irascibile e non riuscì a trattenere l'anatema che lanciai contro chi aveva interrotto il mio momento di relax. Sul display comparì il suo dolce viso sorridente. Quello sguardo era distante anni luce dall'ultima occhiataccia che mi lanciò dopo che le dissi che per me lei era un capitolo chiuso. Da quel giorno erano passate due settimane di assoluto silenzio dopo un susseguirsi di minacce, suppliche, lacrime e urla. Cosa voleva adesso? Il cuore accelerò e le mani cominciarono a sudare. Riempì i polmoni di aria per due o tre volte e feci scorrere il dito sul display.
- Ehi..
- Lo so, stavi dormendo e ti ho disturbato...scusami, ma ho bisogno di parlarti.
sentire la sua voce così serena mi tranquillizzò. Gli ultimi giorni con lei erano stati un inferno, non facevamo altro che litigare. Ero diventato il suo capro espiatorio e riversava su di me tutte le cause dei suoi problemi.
Sospirai - No tranquilla, dimmi pure
- Possiamo vederci? Non ti tratterrò per più di 10 min
- Ok, passo a prenderti, dammi solo il tempo di riprendermi un attimo
- Ok tranquillo, passo io tra 5 min
come suo solito chiuse la conversazione senza salutare, ormai non avevo più la voglia di alterarmi, posai il tel sul letto e mi lasciai cadere sul cuscino passandomi una mano tra i capelli. In circa trenta secondi ripresi contatto con la realtà e mi tirai su.

Quando arrivò, ero già fuori ad aspettarla, mi accolse in auto con un sorriso (finto) e sussurrò un ciao. L'occhio cadde subito sui suoi leggins. Sapeva benissimo che mi piaceva come fasciavano il suo bel culo, ero sicuro che quella fosse l'ennesima strategia per riconquistarmi.
- prendiamo un caffé?
- come vuoi...

durante il tragitto non proferì verbo ed io la assecondai disperdendo il mio sguardo fuori dal finestrino.
Ci sedemmo al bar e lei cominciò - ok, volevo chiederti scusa per averti rigato l'auto
- lo sai che non ci tengo - la interruppi - non è un problema
- aspetta, lasciami finire...
cominciò a disquisire sul controllo della rabbia e su altri suoi problemi che stava provando a risolvere. Discorsi sentiti e risentiti svariate volte...l'arrivo della cameriera fu provvidenziale. Ordinai il mio solito decaffeinato e per spezzare il ritmo della sua arringa difensiva, chiesi scusa, mi alzai e mi diressi verso il bagno.

Mentre svuotavo la vescica, pensavo a come chiudere velocemente la disussione e tornare a casa. Dovevo assecondarla ma cercando di non sembrare troppo acondiscendente.
Tornato al tavolo trovai la tazza fumante, davanti a lei c'era un cappuccino... portai la tazza alle labbra poi guardando la schiumetta del caffè le dissi di non preoccuparsi, che ero felice che stesse risolvendo i suoi problemi e che le sarei stato vicino. Quando alzai lo sguardo la vidi sorridere con soddisfazione, per un attimo restai interdetto da quel sorriso, era come se non mi stesse nemmeno ascoltando, come se qualche pensiero che le passava per la testa in quel momento la facesse sorridere. Mi bloccai, lei mi guardò e disse - scusami, continua pure.
Continuai a parlare, cercando di smorzare un po' i toni con qualche battuta e finalmente il livello di tensione si abbassò.

Quando risalì in macchina ebbi una specie di vertigine, mi sedetti e cominciai a sentire la testa pesante. Non capivo cosa mi stesse succedendo, mi girai verso di lei e la vidi sorridere dopodiché mi si offuscò la vista e tutto diventò buio.

Al mio risveglio per un attimo pensai che quell'incontro fosse stato solo un sogno...aprì gli occhi ma il buio persisteva. mi sentivo intorpidito, avevo la bocca impastata e non riuscivo a muovermi. Ero disteso su qualcosa di freddo e duro, forse un pavimento, sentivo dolore alle spalle, alla nuca e alla schiena. Avevo il corpo bloccato, come fasciato da un bozzolo.
- Amooreee. Ti sei svegliato?
Sentì aprire una porta. Un lampo di luce mi fece contrarre le pupille e istintivamente strizzai gli occhi, la luce entrava così forte attraverso le mie cornee che quasi mi toglieva il fiato.
- Meno male amore, non ce la facevo più...
Adesso la sua voce era vicina.
- cosa mi è successo? - balbettai - dove siamo? -
- non importa dove siamo amore, la cosa più importante adesso è "perché"
i miei occhi si stavano abituando pian piano alla luce, sentivo la testa bloccata e non riuscivo a guardarmi intorno...girando le palpebre a destra e a sinistra riuscì ad individuare un water, un lavandino ed un bidet...ero sdraiato sul pavimento di quello che sembrava un cesso. Con la coda dell'occhio riuscì a vedere il mio corpo completamente avvolto in una pellicola trasparente che mi bloccava le mani appoggiate sui fianchi. Ancora non riuscivo a capacitarmi su ciò che era successo...e non immaginavo cosa stesse per succedermi.
- tesoro hai dormito per 6 ore, forse ho esagerato con la dose
Le sue parole rimbombavano nel mio cervello, mentre cercavo invano di mettere a fuoco la situazione in cui mi trovavo.
Lei era proprio su di me, la mia prospettiva me la mostrava come una donna giante che sorrideva soddisfatta della sua maestosità, dalla mia posizione potevo vedere bene i leggings...erano così stretti che riuscivo a distinguere la linea che separa le grandi labbra.
Si chinò su di me accarezzandomi dolcemente i capelli e sorrise - Negli ultimi sei mesi mi hai trattato di merda e adesso avrai quello che meriti. Il sorriso si trasformo gradualmente in un ghigno, poi d'un tratto torno seria - a partire da oggi tu sarai il mio cesso, vivrai nutrendoti dei miei frutti e bevendo il mio nettare.
Le sue parole mi fecero rabbrividire, sentii una scossa correre su per la schiena...ma nello stesso tempo ebbi una strana reazione, il suo atteggiamento autoritario e l'idea di essere il suo cesso irrorarono di sangue il mio basso ventre e non riuscì a nascondere un principio di erezione.
- Non ci posso credere...la cosa ti eccita? - sorrise - sei proprio un uomo di merda!

Si alzò e tirò giù lentamente i leggings, adesso potevo vedere i suoi grandi e sodi glutei che tanto avevo amato, separati da una sottile fascia di pizzo nero.
- Preparati perché sono piena
Tolse il perizoma e si accovacciò su di me, avvicinando quel maestoso fondoschiena al mio viso.
- Hai sempre desiderato prenderlo vero? Volevi possederlo, averlo tutto per te... adesso invece sarai tu al suo servizio e mangerai i suoi frutti.
Quelle parole mi fecero impazzire di piacere, sentivo esplodere il membro chiuso dentro il bozzolo di cellophan che mi bloccava.
- Apri bene la bocca, non ne voglio vedere nemmeno un pezzetto sul pavimento - Lentamente il suo buchino si aprì e subito sentii il suo odore insinuarsi prepotentemente attraverso le cavità nasali. Era pungente e penetrante. Dal suo pertugio timidamente affiorò un frutto marroncino chiaro, tendente al giallo.
Il tempo sembrò fermarsi, dal momento in cui uscì a quando si tuffo nella mia bocca, sembrava fosse trascorsa un'eternità. Tutto si muoveva a rallentatore, quel pezzo di materia della consistenza di una banana matura, stava lentamente scivolando verso la mia bocca che istintivamente tenevo spalancata. Ero disgustato da quell'odore, ma nello stesso tempo ansioso di sentirne il sapore e la consistenza. Appena arrivò il contatto sulla lingua, il tempo accellerò improvvisamente e fui presto inondato. Il buco si apriva e si chiudeva scaricando ad intermittenza una gran quantità di calda crema che riempì e trasbordò dalla mia bocca comprendo le narici e il mio occhio destro che fui costretto a chiudere. Contemporaneamente sentii un getto caldo irrorare il mio petto e scivolare sul collo e le spalle arrivando fin dietro la nuca.
- Ingoia cesso ne ho ancora per te!
Un altra scarica mi fece chiudere anche l'altro occhio. Adesso non vedevo più nulla e mi era quasi impossibile respirare.

Mi venne istintivo divincolarmi e mugugnare, cosa che la fece ridere di cuore - ahhahaha adesso se vuoi respirare devi ingoiare.
Provai a spingere fuori dalla bocca quella opprimente calda materia dalla consistenza cremosa e presi una boccata d'aria.
Sentivo le sue feci scivolarmi sulle guance e sul mento fino al collo come una calda e viscida carezza.

- Ti ho detto di non sporcare il pavimento, stronzo. Mangia! - urlò
Qualcosa mi passò sulle guance raccogliendo tutto e riversandolo in bocca. Ero nuovamente a corto d'aria, non avevo scelta... mi feci forza e ingoiai un boccone. Il sapore era terribile, acre, amaro. Ebbi un conato ma trattenni il vomito.
- Bravo maiale, avanti col secondo - stavolta raccolse altra merda che mi si era riversata sul naso e sugli occhi e che stava scivolando sulle tempie e la spinse in bocca. Sentii le sue dita premere la massa cremosa sulla mia lingua
- Gusta per bene il mio sapore, mastica e ingoia. Il naso libero adesso mi permetteva di respirare, ma l'odore fortissimo mi bloccava l'aria in gola procurandomi altri conati
- Non permetterti di vomitare brutta troia, apprezza i frutti del mio culo perché saranno l'unico contatto che avrai con me. Con due dita mi turò il naso e con l'altra mano continuò a ripulire la mia faccia riversando tutto dentro la bocca.
- Ingoia!
strizzai gli occhi e mandai giù il secondo boccone rimpiendo subito dopo i polmoni di aria. Sentii gli occhi liberi e provai a schiuderli, davanti a me c'era il suo volto soddisfatto.
Sembrava più calma - Adesso sono dentro di te, amore. Mi senti? - sussurrò
Le sue parole mi mostrarono un altro volto di quella realtà, non avevo a che fare con i suoi escrementi, ma con ciò che di più intimo c'era in lei...adesso sentivo il suo odore, quello vero, l'odore della sua anima. Improvvisamente il disgusto cessò, mi sentivo profondamente eccitato, quell'esperienza coinvolgeva corpo e mente in un modo unico.
Le sue mani sporche mi accarezzavano il volto, sentivo il contatto cremoso sulla pelle.
- Si, adesso ti sento - risposi
Lei sorrise - Dai su...goditi l'ultimo boccone.
Sospirai emozionato
Le sue mani cominciaro a raschiare dal viso e dal collo
- Apri bene
Ubbidii, adesso l'odore non mi dava più fastidio, sentivo di poter mandare giù quell'ultimo boccone senza problemi.
Infilò tutto dentro la mia bocca e mi ordinò di masticare.
Pian piano sentì la sua essenza insinuarsi in ogni angolo della bocca, invadeva lo spazio tra i denti e le gengive, sopra e sotto la lingua, fino a scendere giù per la gola. Raccolsi tutto con la lingua e ingoiai. Lasciando finalmente entrare una gran boccata d'aria nei polmoni.

- Bravo tesoro, sei proprio nato per fare il cesso. Adesso riposati, tra non molto tornerò a trovarti
Si alzò, si diresse verso il lavabo, sentii uno scroscio d'acqua. Dopo un po' diventò tutto buio e la porta si chiuse.. in lontananza udii lo squillo del mio telefono
..davanti agli occhi mi tornò l'immagine del suo dolce viso sorridente.
scritto il
2023-09-10
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