Piccoli passi -5-

di
genere
poesie

“Questa sera ho provato qualcosa di incredibile. Se non fosse stato per te, mai mi sarei sognata di vivere certe esperienze”

Il messaggio che scrisse Monica cominciava con queste parole e proseguiva descrivendo l’esperienza vissuta al negozio.
Essere prima nuda, e poi toccata ed infine partecipe in una orgia lesbo con persone mai viste, era stato tanto sconvolgente quanto eccitante e incredibilmente coinvolgente.
Le mani delle tre donne che la frugavano in ogni angolo, le lingue che correvano sul suo corpo, e mai avrebbe pensato di poter essere lei stessa così assatanata di figa.
Non una, non due ma ben tre donne diverse avevano accolto al sua lingua saettante tra le loro cosce, avevano goduto della sua fame e avevano condiviso con lei i frutti di quella fantastica esperienza.

- “sei pronta per il prossimo passo”
Sul suo schermo apparve solo questo breve messaggio.

Tornata a casa, si lavò, ma era euforica, non si sentiva sporca ma felice. Quando tornò il marito, iniziò un altro round sessuale, andavano bene le leccate e le toccate femminili ma aveva voglia di essere riempita da un cazzo, aveva voglia di essere “sfondata” da un uomo. Il marito, poteva ma non del tutto. Sicuramente non poteva né riempirla né sfondarla, era troppo “normale”.

La mattina inizio con un altro breve messaggio.
-“oggi stai a digiuno, più tardi mi dirai che tipo di fame hai”.

Sorrise, ma la sua testa cominciò a pensare a tante cose…

Verso l’ora di pranzo cedette, e scrisse ciò che balenava nella testa.
- in questo momento ho fame di cazzo, sono ancora troppo eccitata da ieri, ma non sono sazia.

- vai a pranzo, vai in un locale dove puoi mangiare con calma e trova una preda. Sii sensuale e vogliosa con qualche cliente, a distanza cerca di eccitare lui almeno quanto lo sei tu. Ma non spingerti oltre.

Questi messaggi erano certamente un grande stimolo, ma lei li seguiva perché non erano mai pericolosi, non aveva alcun timore se non il fatto che il coinvolgimento emotivo cresceva di volta in volta e di pari passo cresceva la sua agitazione, il suo godimento e il piacere di scoprire sensazioni. Il rapporto con il marito era sempre stato ottimo, e molto aperto anche se lei non aveva mai avuto particolari coinvolgimenti, di lui non si sapeva, l’accordo era sempre stato “occhio non vede, cuore non duole”.

Così, immersa nei suoi pensieri si recò in un bar vicino l’ufficio e ordinò un panino che sapeva essere solitamente servito con una pane a piccola baguette, contenente tra le altre cose una crema di formaggio abbastanza liquida. Dal suo tavolino aveva visuale aperta su larga parte del locale e più di un uomo presente le aveva messo gli occhi addosso da quando era entrata. Sarà stata la sua fisicità, le sue grandi tette o forse la camicetta sbottonata un po’ più del dovuto? Aveva infatti lasciato appositamente aperto un bottone in più lasciando così in balia dei movimenti larga parte del suo prosperoso seno.
Quando arrivò il cibo, prese il panino tra le mani e misurandolo con gli occhi addentò con calma e studiati movimenti la punta lasciando colare leggermente la crema, poi estraendo la lingua, prese a raccoglierne l’eccesso.
Poi con calma si guardò intorno e vide che almeno due clienti la stavano osservando. Prese di mira il ragazzo più giovane, sorridendole maliziosamente mentre lui distoglieva lo sguardo per un attimo.
La sua performance continuò ancora qualche minuto finché finito il panino non mancò di leccarsi le dita per assaporare l’ultima parte della crema di formaggio.
Il ragazzo, ben vestito e sulla trentina, era visibilmente imbarazzato, ma non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Monica che per completare l’opera fece cadere per terra un foglio e chinandosi diede al ragazzo una panoramica visione delle sue tette.
Lui arrossì ancor di più, lei gli sorrise schiacciandogli l’occhio. Poi si alzò e dopo aver pagato abbandonò il locale, seguita a distanza dal ragazzo.
Monica si fermò a guardare la vicina vetrina di un negozio che vendeva costumi.
Con il riflesso della vetrina controllava il ragazzo che fermandosi a sua volta azzardò:
- quello rosso le starebbe divinamente

Era un costume brasiliano, e effettivamente avrebbe contenuto ben poco del corpo di Monica.

- grazie, ma quando prendo il sole, se posso non lo indosso.
Monica si faceva sempre più audace, solo qualche mese prima mai si sarebbe sognata di dire certe cose.

Il ragazzo restò senza parole, e mente Monica si allontanava cercò di mettere in fila qualche pensiero dicendo
- spero di poter frequentare la stessa spiaggia

Monica sorrise e si allontanò, non senza dare una controllata al ragazzo e non poté non notare l’evidente stato di eccitazione, forse anche complice un discreto volume.

Arrivata in ufficio non perse tempo e rendicontò con il solito messaggio senza omettere il particolare che la sua “fame di cazzo” stava aumentando.
In verità, il suo inconscio voleva che lui la portasse a fare qualcosa per soddisfarsi. Per poter pensare, in coscienza di non essere lei stessa l’artefice delle sue voglie.
Il pomeriggio passò senza grandi scossoni, Monica però sembrava anche ai colleghi diversa, frizzante e visto che si era dimenticata di chiudere la camicetta, anche più attraente del solito.
Quando se ne rese conto, sorrise ma lasciò il bottone slacciato sentendo che i capezzoli si stavano inturgidendo.
Poco prima della fine della giornata lavorativa il suo telefono vibrò e il messaggio che apparve la rese felice.
Era la fotografia di un gruppo di uomini di colore che esibivano le loro “proboscidi”.

“Forse ne basterebbe uno, due sarebbero una certezza”
Pensava di aver scritto una cosa carina, ma era anche la corrispondenza dei suoi pensieri.

-“vai a questo indirizzo, troverai un bar, entra e ordina uno sritz. Prima di uscire dall’ufficio togliti l’intimo”

Qui cominciò ad andare in fase agitazione. Non era mai stata in quel quartiere, non aveva idea di come fosse il locale ma senza indugio arrivo, ed entrò nel bar. Ben curato ma….. porca miseria! Tutto il personale era di colore. Ragazzi palestrati dai fisici possenti.
Sì senti avvampare, arrivata al bancone si accomodò su un alto sgabello e ordinò lo spritz al barista che le sorrise in modo accattivante.
- le posso servire qualcosa come stuzzichino? Gradisce del pesce crudo?
Arrossi, ma annuì. Quando arrivò il piattino di sushi, mise in moto la stessa scena del pranzo, assicurandosi che il ragazzo la osservasse.

- gradisce altro?
- per il momento no, grazie
Il barista fece presente a Monica che l’aperitivo era già stato pagato e che avrebbe potuto chiedere tutto ciò che voleva, accompagnando alle parole un malizioso sorriso mentre le consegnava un pacchetto che era stato lasciato per lei.
Lei ancora più accaldata uscì dal locale e salita in auto si toccò tra le gambe trovando un lago.
Era eccitatissima, avrebbe voluto entrare nuda nel locale urlando di essere scopata come una cagna, ma le era rimasto un po’ di contegno.
Apri il pacchetto trovandoci dentro una serie di regali, un piccolo oggetto vibrante, un grosso cazzo di gomma nero e un plug anale del tutto simile a quello che aveva visto il giorno prima ad Elisa.
Infine lesse il biglietto.
- “per te, un regalo per la promozione al prossimo livello”.

Era agitatissima e non vedeva l’ora di tornare a casa e “masturbarsi come una matta” con il grosso cazzo nero, era decisa ad accoglierlo tutto, anche se le dimensioni erano veramente sfidanti.

Mentre riponeva tutto nella borsa le arrivò un messaggio.
“Preparati perché questo livello sarà più impegnativo! Adesso vai pure a casa a provare i nuovi giocattoli, ma non esagerare. Domani ci sarà da divertirsi”
Sempre più eccitata corse a casa, non c’era nessuno e si buttò sul letto spogliandosi in un baleno cominciando a toccarsi con il grosso cazzo.
Poco alla volta riuscì ad infilarsi tutto il palo nella figa, talmente presa da non accorgersi che il marito era arrivato trovandola con la faccia sul cuscino, a culo in aria mentre si masturbava ferocemente.
Lui sgranò gli occhi, senza pensarci due volte si spogliò e in un colpo solo gli infilò il cazzo nell’unico buco disponibile.
Lei non si scompose molto, ne fu stupita ma incitava il marito a spingere sempre più.
- si, si! Scopami il culo, sfondami. Fammi godere come una vacca

Il marito di Monica era piacevolmente stupito, eccitato come non mai e non si faceva certo pregare per pomparle il culo, visto che non era così facile farselo concedere.
Non durò molto, senza pensarci più di tanto le venne copiosamente nel culo. Lei si girò e iniziò un sessantanove fino a far tornare duro il cazzo del marito proprio mentre lei veniva scossa da un importante orgasmo.

Era tempo che non godevano così insieme. Ed insieme andarono sotto la doccia dove lui non perse tempo a darle una ripassata.

La mattina, al risveglio trovò il messaggio:
“ se hai caricato il vibratore indossalo, ma se sei stata pigra, usa il plug. Sarebbe la giusta punizione. Mandami una foto”

Non aveva scelte, suo marito l’aveva distratta e non era riuscita a caricare la batteria del vibratore.
Il piccolo plug, pur piccolo che era, certamente non era facile da gestire. A metà mattina cominciava ad abituarsi ma doveva stare molto attenta a come si sedeva, rendendo evidente che c’era qualcosa di strano in lei.
- Monica cos’hai oggi? Ti siedi in modo strano…
Questo era il suo collega Luca che da sempre non perdeva occasione di lanciare qualche battuta o sulle dimensioni delle tette di Monica, o sul suo culo. Ma che lei, sempre lasciava correre senza dargli retta.
Oggi però Monica arrossì e si affrettò a rispondere in modo indeciso ed incomprensibile.
Luca rimase sorpreso e quasi non gli sembrava vero aver finalmente messo in difficoltà la sua collega dalle tette grosse…
All’ora di pranzo arriva finalmente la liberazione con l’autorizzazione a liberarsi dell’intruso, proprio mentre il suo collega Luca passandole vicino le chiese se aveva bisogno di un massaggio per potersi sedere meglio. Ridendo si allontanò ma nel pomeriggio , in un momento in cui non c’era nessun altro intorno a loro, affondò il colpo:
- Monica, ti vedo meglio, questa mattina sabrava che tu avessi un palo nel culo! Non avrai esagerato ieri sera
Non alzò lo sguardo, fece finta di niente nella speranza che la smettesse presto.
Finalmente la giornata ebbe fine, tornò a casa dove trovò il marito sorridente e premuroso….. probabilmente attendeva un nuovo sexy round.


> questo episodio è stato volutamente “soft” ma sarebbe bello capire se state gradendo o meno la storia.



di
scritto il
2023-10-20
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