Dare Ring 19 - Un’ora di intimità (parte prima)

di
genere
orge

Ilaria ci chiama tutti nel centro. La pausa è finita. È giunto il momento di concludere quest’orgia. Sembra che lei e Giovanni vogliano dare una grande solennità a questa cosa. Il che è un po’ assurdo perché è un’orgia e siamo tutti nudi e facendo porcate da ore. Alcune ragazze si avviano a sedersi per terra, ipotizzando che si riprendano i giri in cerchio, ma Ilaria le ferma e gli dice di stare in piedi.
«Allora» inizia a spiegarci: «Direi che i giochi sono stati abbastanza cattivi oggi. Per questo, come gioco finale abbiamo pensato a qualcosa di più romantico…»
Mi viene un sorriso spontaneo al solo pensiero. Cosa diamine ci può essere di romantico in questa situazione? Finalmente, sto per scoprire il segreto che Giovanni e Ilaria hanno tenuto per tutta la festa. Sta per essermi rivelata la ragione degli sguardi e sorrisetti che si sono scambiati nel corso di tutta la serata.
«In particolare, vorremmo sposarvi.»
Ilaria enuncia questo desiderio come se fosse una cosa normale. Ma io non capisco. Deve esserci un errore. Un lapsus semantico. Che diamine vuol dire, in questo contesto, che Ilaria e Giovanni vogliono “sposarci”?
Sguardi stupiti e confusi da parte di tutti noi. Ilaria, sempre con una voce normale, ci spiega: «Io e Giovanni saremo i ministri di questa funzione. Ognuno di voi dovrà scegliere un partner e io e Giovanni vi sposeremo. Io e Giovanni siamo già una coppia in questo gioco e voi formerete le altre coppie. Visto che le ragazze sono di più ci saranno, oltre a me e Giovanni, tre coppie etero e una coppia lesbo.»
A ecco! Una parodia orgiastica del matrimonio. Non saprei ben definire come la cosa mi faccia sentire. Di primo acchito mi sembra una cosa ridicola e sacrilega, che mi mette a disagio, ma, in parte, suscita in me uno strano piacere. Gli altri sembrano ancora un po’ confusi dalle affermazioni di Ilaria.
«Dopo ciascun matrimonio, ciascuna coppia andrà in una stanza diversa di questa casa e la stanza verrà chiusa a chiave da me e Giovanni. Avrete un’ora di intimità per godere del vostro partner come volete, al riparo da sguardi indiscreti. Un’ora esatta.»
Ecco qual è il punto! Abbiamo un’ora per fare quello che vogliamo con l’altra persona! Subito la nostra eccitazione, che si era in parte placata per la pausa, torna a farsi sentire e ci guardiamo con un misto di voglia e infantile complicità.
«Quindi prima faremo i matrimoni, poi avrete la vostra ora libera» dice Ilaria a mo’ di conclusione ma poi aggiunge: «Però sapete… il mondo è un posto crudele e ingiusto e per questo io e Giovanni dopo ciascun matrimonio avremo diritto allo ius primae noctis.»
Io e gli altri ci guardiamo confusi, ma stavolta è l’ilarità a prevalere. Che diavolo hanno in mente?
«Dopo ciascun matrimonio» continua imperterrita Ilaria: «io porterò il maschio appena sposato in bagno, mentre Giovanni porterà la ragazza appena maritata in cucina e, per sette minuti, avremo il diritto di fare quello che vogliamo a porte chiuse con ciascuno sposino.»
Ho capito bene? Ilaria e Giovanni potranno fare quello che vogliono con ognuno di noi a porte chiuse? Subito Francesca abbozza un’alzata di mano. Vuole protestare ovviamente. Ilaria ci ha promesso che avrebbe rispettato il patto tra me e lei! Stavolta però è Giovanni a intervenire, implacabile: «Vi stiamo dando l’opportunità di avere un’ora per fatti vostri! Facci divertire un poco!»
«Beh, in effetti mi parrebbe brutto che questa regola non debba valere solo per voi…» dice Ilaria, vedendo che Francesca è ancora poco convinta e cercando una specie di mediazione, poi continua: «Del resto, non ha molto senso essere gelosi in un contesto del genere, no? Da domani poi, potrete fare quello che volete.»
Questo non mi sembra molto onesto da parte sua. Prima ci ha promesso che avrebbe rispettato il nostro neonato fidanzamento, ma adesso, in pratica, si sta rimangiando tutto. Inoltre, tremo al pensiero che l’indomani non presenterà affatto una situazione così semplice: io voglio sia Francesca che Ilaria, Giovanni vuole sia me che Ilaria. Una situazione ideale, mi viene da pensare, non sarebbe troppo dissimile dalla situazione che sta nascendo in questo gioco: ovvero, io con Francesca e lui con Ilaria. Ma se il gioco prevede delle eccezioni, sarà così anche nella vita “vera”? Non ci si prospetta affatto una situazione semplice da gestire dal punto di vista relazionale ed emotivo.
Quello che mi stupisce sul momento è che Francesca, molto remissivamente, accetti le condizioni di Ilaria e Giovanni. La guardo negli occhi e non capisco. È davvero disposta a mettere una pietra sopra alla nostra gelosia?
«Basta chiacchiere, comunque! Avete un minuto esatto per decidere con chi volete stare in coppia. Scegliete bene, perché ci farete porcate per un’ora intera!» dice Ilaria e, presa la sua clessidra da 30 secondi, la gira, iniziando a far scorrere quel fatidico minuto. Per me, comunque, non è una scelta difficile: semplicemente Francesca mi stringe forte la mano e mi chiede conferma con gli occhi, una conferma che le accordo subito.
Adesso però sono curioso di sapere cosa sceglieranno gli altri. Marco ovviamente va con Monica. Quanto a Vanessa, ci mette pochissimo a scegliere Massimo. La seria Vanessa con quel coglione? Proprio non me ne capacito. Eppure, tra i due, anche per via degli obblighi dei bigliettini, sembra essersi formata una certa intimità. Restano solo Claudia e Paola. Entrambe hanno già avuto una esperienza lesbo in passato e sembrano piacersi abbastanza. Per cui è fatta: proprio mentre il minuto scade, le coppie sono fatte.
«Bene bene, siete stati disciplinati! Ora procederemo al matrimonio» annuncia Ilaria con paradossale serietà, poi: «Marco e Monica venite qui!»
Marco e Monica, mano nella mano, avanzano fino a trovarsi davanti a Ilaria e Giovanni.
«O Spiriti del Divertimento, Potenze Celesti del Sesso, Bacco e Priapo, Venere e Afrodite!» quasi urla Ilaria in un modo che venire dal ridere, un riso che contrasta con tutta la situazione.
«In nome dei poteri che mi concedete, sposerò queste due anime affratellate dall’orgia» continua Giovanni con sovrumana serietà.
«Vuoi tu Marco, prendere la qui presente Monica come tua compagna per un’ora di sesso selvaggio?» chiese Ilaria a Marco.
«Sì, lo voglio» risponde lui, ridacchiando.
«E vuoi tu Monica, prendere il qui presente Marco come tuo compagno per un’ora di sesso selvaggio?» prosegue Ilaria.
«Sì lo voglio» dice Monica con un po’ più di contezza rispetto a Marco.
«E allora in nome dei poteri a me concessi vi dichiaro sposi nell’orgia. Avete diritto a un’ora di sesso in una camera appartata» conclude solennemente Giovanni. Poi si guarda con Ilaria e sorride rompendo questa stranissima rigidità. Senza fare più una parola, Giovanni afferra il polso di Monica e Ilaria quello di Marco.
«Bene adesso giocheremo con i vostri corpi per sette minuti. Dovete fare tutto quello che diciamo! Claudia, tieni tu il tempo, poi vieni a bussare» dice Ilaria guardando con voglia il bel corpo nudo di Marco mentre ormai se lo sta portando in bagno, mentre Giovanni porta Monica nello sgabuzzino. Le porte si chiudono e noi restiamo nella sala grande, un po’ sconvolti da tutta quella situazione.
«Ma avete visto come erano seri prima? Sembravano degli indemoniati.»
«Lui sembrava un prete per davvero.»
«Sì, il prete col cazzo di fuori.»
«Chissà che faranno in bagno!»
«Ma dopo tutto quello che abbiamo fatto hanno ancora voglia di scoparci uno per uno? Io sono pure un po’ stanca.»
«Però a me non dispiace questa cosa. Dopo tanti giochi in pubblico, un po’ di sesso per cazzi nostri non guasta.»
«Già tranne voi due, che il cazzo ce lo avrete di plastica!»
«Sì sì, guarda che a noi ragazze piace di più con altre tipe. Del coso che hai tra le gambe me ne fotte meno di zero!»
«Certo, dicono tutte così e poi fanno le peggio troie!»
Insomma, tra un commento e l’altro passano i sette minuti.
Vanessa, con un certo timore, su cui si fa ironia, va ad aprire la porta del bagno. Quello che trova non è poi troppo volgare, anzi è romantico: Ilaria e Marco stanno pomiciando alla grande, quasi fa pena doverli interrompere. La scena nello sgabuzzino avrebbe potuto invece scandalizzare qualcuno, ma noi che stiamo facendo cose simili da ore: Monica sta facendo un pompino a Giovanni.
I ragazzi e le ragazze ritornano tra noi dopo queste belle esperienze. Sorrisi complici, poi il gioco va avanti. Giovanni e Ilaria chiamano Massimo e Vanessa al centro e la cerimonia del “matrimonio” viene ripetuta. Con la massima serietà, Giovanni e Ilaria ripetono il loro copione quasi alla lettera. A Massimo viene da ridere mentre Vanessa è un po’ più seria e lo cerca di placare le risa di lui. Alla fine, comunque, la procedura viene portata a termine e Massimo e Vanessa vengono rapiti da Ilaria e Giovanni. Stavolta è Giovanni ad andare in bagno, mentre Ilaria si porta Massimo nello sgabuzzino. Di nuovo, rimaniamo in sei nella sala centrale. Stavolta ci arrischiamo un po’ di più, provando ad ascoltare i suoni che provengono da entrambi i posti. Passati sette minuti, Paola, a cui Ilaria aveva dato il compito di tenere il tempo, apre le porte delle due stanze. Giovanni ha continuato a farsi fare un pompino sebbene da una ragazza diversa, mentre Massimo sta leccando il culo di Ilaria.
I quattro tornano in mezzo a noi e stavolta Ilaria chiama me e Francesca. Di nuovo, la cerimonia viene ripetuta. Non saprei dire come mai, ma la serietà che Ilaria e Giovanni mantengono durante il loro spettacolino è ormai stata trasmessa anche a noi. Non mi sembra più una parodia di una funzione religiosa, quanto una specie di modo bizzarro ma efficace di sancire delle unioni. Dopo questa festa, la pazzia finirà e magari ci troveremo in relazioni vere e serie. Per cui non rido, nonostante il cazzo durissimo di Giovanni davanti a me mentre lui si comporta come un sacerdote non sia esattamente una scena che ispiri compostezza. Guardo anche Francesca e mi chiedo che ne sarà di noi due dopo questa serata. I miei pensieri vengono interrotti da Ilaria che mi afferra sul polso e mi sorride. È il momento di andare. Mi separo un po’ a malincuore da Francesca, la quale sembra comunque aver superato la gelosia di vedere il suo novello ragazzo nelle mani di un’altra donna. Ilaria mi porta in bagno e chiude dietro di sé la porta, dopodiché si va a sedere sulla tavoletta del cesso, che è abbassata, e apre bene le gambe.
«Durante questi sette minuti comando io e devi fare tutto quello che ti dico» fa Ilaria, con un tono didascalico. Poi mi ingiunge: «Inginocchiati qui.» Mi metto in ginocchio davanti a lei, con la faccia vicino alla sua fica. «Ora per sette minuti devi leccarmela. Mettici passione!» conclude lei. Non me lo faccio ripetere due volte. Come ho già detto, a me piace un sacco leccarla, e la fica di Ilaria è uno spettacolo. Mi dimentico di tutte le pare mentali che mi sono fatto per quanto riguarda il mio destino con Francesca e mi metto a leccare la fregna della mia ex-migliore amica. Esploro con la lingua ogni piega, lecco il clitoride, con un misto di foga e di precisione. Non solo mi piace, ma per fortuna sono anche un bravo leccatore e Ilaria non è indifferente al trattamento. Cerca tuttavia di controllarsi un pochino, sicura com’è che gli altri stiano fuori a origliare. Riesco comunque a farle emettere dei gemiti non indifferenti. Sono completamente preso da quella attività e non mi rendo neppure conto di quando la porta viene aperta. È Ilaria a darmi dirmi di staccarmi. La guardo in volto: l’ho fatta sentire molto bene ed è brutto essere interrotti così. In effetti, questa cosa dei sette minuti è molto insoddisfacente per lei, soprattutto considerando che adesso deve recuperare una certa serietà per l’ultima cerimonia. Sono disposti a interrompere il loro piacere proprio mentre stavano per raggiungere l’apice pur di rispettare le regole che loro hanno posto a questo gioco.
Usciamo dal bagno e andiamo insieme con gli altri ad aprire lo sgabuzzino dove si trovano Giovanni e Francesca. Li troviamo che si stanno baciando. La cosa mi dà un istintivo fastidio. Paradossalmente, avrei preferito se Giovanni avesse deciso di continuare come aveva fatto con le altre due ragazze e si fosse fatto fare un pompino da Francesca. Alla fine, un pompino è un gesto sessuale, può avvenire senza alcun coinvolgimento emotivo. Ma baciarsi, pomiciare, per come la vedo io, è qualcosa che indica un legame con quella persona. Francesca mi guarda e, rendendosi conto del mio fastidio, mi dice: «Me lo ha ordinato.» Beh, del resto è vero. Sono le regole del gioco, no? Non ce l’ho davvero con Francesca, non aveva alternative e abbiamo tutti deciso di partecipare a questa cosa e di accettare queste regole, ma il mio senso di fastidio non riesce a placarsi. In ogni caso, torniamo al centro della stanza per l’ultima cerimonia, il “matrimonio” lesbo di Claudia e Paola. Di nuovo, le ragazze vengono poi prese da Ilaria e Giovanni e portate nello sgabuzzino e nel bagno. Quando quest’ultimo gioco finisce, ritorniamo tutti al centro e Ilaria ci dice: «Bene ragazze e ragazzi! Adesso è il grande momento! Avrete un’ora per fare quello che volete con il vostro partner! Adesso giriamo per casa e assegno a ognuno una stanza. Vi chiuderò a chiave. Portatevi i cellulari, così se c’è qualche necessità potete chiamarmi. Però sappiate che, salvo emergenze, non uscirete da lì prima di un’ora. Vi consiglio di andare al bagno adesso. Nelle stanze, troverete vari giocattoli erotici e dei preservativi.» Mentre descrive l’organizzazione della cosa ha una voce tranquilla, come se stesse parlando dei servizi offerti da un hotel.
La camera da letto principale, quella con il letto matrimoniale dove dormono i genitori di Ilaria, se la prendono ovviamente Giovanni e Ilaria stessi. Quanto agli altri, Giovanni accompagna le coppie Marco-Monica e Massimo-Vanessa nelle stanze loro assegnate, mentre Ilaria accompagna me e Francesca e la coppia Claudia-Paola nelle stanze a noi assegnate. Claudia e Paola sono sfortunate: non essendo disponibili altre stanze con i letti finiscono in una camera dove a terra c’è un tappeto piuttosto spesso.
«Non è il massimo della comodità, vero? Beh, dovrete arrangiarvi» commenta sinteticamente Ilaria, poi aggiunge gioiosamente: «Usate i vostri corpi per divertirvi!» Paola e Claudia si lanciano un sorrisetto complice, poi avanzano nella stanza, mentre Ilaria accosta la porta e la chiude a chiave.
«Voi sarete più fortunati, del resto siete ospiti d’onore. Prenderete la mia camera, quella dove sei andato prima a prendere i giocattoli per la mia punizione. Ho deciso di darvi quelli per divertirvi: il plug, il collare, le orecchie. Ho messo anche delle manette e un frustino per soddisfare la tua voglia di dominazione, Tommy. Come vedi ho pensato a tutto. Ci sono anche i preservativi ovviamente» spiega Ilaria mentre ci avviamo alla stanza.
«Anche gli altri hanno dei giocattoli, hai detto» dico io.
«Sì, quelli li ho comprati appositamente per questa festa. Ad esempio, Claudia e Paola hanno degli strap-on, per ovvie ragioni. Ho messo i giocattoli nelle varie stanze prima che voi veniste qui. Non sapevo che coppie si sarebbero formate, ma dati gli invitati, sapevo ci sarebbero state quattro coppie etero e una lesbo. Ovviamente, avevo già deciso con Giovanni che noi due avremmo fatto coppia» spiega Ilaria. Nel frattempo, siamo arrivati davanti alla porta della sua camera.
«Bene, è il momento. Mi raccomando, Tommi, falla urlare la tua fidanzatina.»
Le mie preoccupazioni della serata mi costringono a dire: «Ecco vedi, Ilaria, tra me e Francesca si è formato un certo legame, ma tu hai organizzato questa festa per me…» “come posso stare con te e Francesca insieme? Come faccio a non deludere una delle due?” vorrei aggiungere, ma Ilaria ha intuito dove voglio andare a parare e mi dice: «Tommi, non è questo il momento di pensare al dopo. Ora devi solo pensare a godere e a far godere. È un’orgia, dopotutto. In ogni caso, non devi preoccuparti. Noi ragazze abbiamo pensato a tutto. Sappi che non deluderai nessuna di noi. E ora, per favore, entrate nella stanza e datevi da fare.»
Obbediamo. C’è un letto nella stanza. Il letto dove dorme Ilaria di solito. E io dovrò farci sesso sopra, con un’altra ragazza. Non so perché ma mi sembra di profanare qualcosa, una qualche legge morale non scritta, a fare una cosa del genere. Se non altro, è una situazione strana. Ma i miei dubbi vengono placati dalla mano di Francesca, che afferra la mia. La guardo: cazzo quanto è bella. È vero, non è il momento di farsi pare mentali. Ora dobbiamo godere come fidanzatini.
«I giocattoli li trovate nel primo cassetto del comodino accanto al letto. Vengo a recuperarvi tra un’ora» ci dice Ilaria e chiude la porta alle nostre spalle.
Quando sento Ilaria finire di chiudere a chiave la porta e andarsene, dico a Francesca: «Che soluzione avete trovato tu e Ilaria?»
«Non preoccuparti, fidati di noi ragazze» mi dice Francesca. La vedo serena. Questo mi fa piacere. Quale che sia la soluzione, non le è sgradita. Le tiro una pacca sul culo. «Vai sul letto. Ora sei mia» le sussurro all’orecchio. Francesca si stende sul letto, mostrandomi tutte le sue grazie. Ho un’ora per godere di questo corpo… e non ho la minima intenzione di farmela sfuggire.
scritto il
2023-10-24
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