Lo volevi tu!

di
genere
trio



Sono Luca, 38 anni, marito di Silvia, 37 anni. Siamo sposati da 13 anni e genitori di 2 figli. Nella vita abbiamo entrambi un lavoro che ci soddisfa pienamente. La vita di ogni giorno scorre serenamente ed è anche grazie a ciò che non esistono conflitti tenuti nascosti. Nell’intimità tra noi nulla è superfluo o scontato. Abbiamo goduto delle nostre menti e dei nostri corpi in ogni modo. Ma oggi desidero raccontare un fatto accaduto lo scorso anno che diede un impulso inaspettato alla sessualità di Silvia e mia. Una sera, in vacanza al mare, soli, i figli erano dai nonni, durante una passeggiata dopo il ristorante, passammo accanto ad un gruppo di cabine ubicate in un angolo buio della spiaggia. Sentimmo parlare e ci fermammo per capirne di più. Seduti sul muretto riuscivamo a distinguere due voci maschili ed una femminile. La lei pareva chiedere di lasciarla andare ma le voci maschili la pregavano di non farlo perché l’avrebbero fatta godere perché in fondo era quello che desiderava altrimenti non si sarebbe recata lì con loro due. Fatto sta che dopo alcuni minuti di silenzio potemmo sentire la lei chiedere loro di non fermarsi e di farla godere e altro. Silvia ed io ascoltammo per un po’ i loro gemiti ed affanni e poi decidemmo di continuare verso l’albergo ma strada facendo spinsi Silvia contro un muretto riparato facendole sentire quanto la desideravo. Va da se’ che quella notte fu un trionfo del piacere tra noi sino quasi al mattino. Quel pensiero, quel sentire, ci accompagnò per molti mesi eccitandoci oltre modo a vicenda. Tutto ciò fino a quando uno di noi due trovò il coraggio di chiedere ciò che entrambi bramavamo sapere. Io chiesi a mia moglie Silvia di dirmi effettivamente cosa pensava dell’accaduto al mare e se mai le era capitato di fantasticare una situazione simile in cui lei era la protagonista. La risposta fu affermativa! Silvia mi disse che in quei mesi quando facevamo l’amore spesso si immaginava presa da due uomini con me attento spettatore. Al che le chiesi perché io spettatore. La domanda non ebbe risposta se non un vago “mi piacerebbe che tu mi guardassi e basta”. “Così ti piacerebbe” chiesi io” essere in balia di due uomini?” “Si, mi piacerebbe. Sai che ho avuto un solo uomo nella vita e sei tu, ma ti dico che se mai capitasse una occasione simile non so come potrei reagire. E ciò anche contro la tua volontà!” Dovevo somatizzare quanto accadde tra noi nei giorni a venire. Mia moglie che esplicitamente mi confessava che desiderava un incontro con due uomini ed io che scoprivo che solo all’idea mi eccitavo come un quindicenne. Passarono altre settimane dove però non facemmo menzione a quei discorsi ma proposi a Silvia un fine settimana a Parigi da vivere solo noi due per festeggiare una piccola promozione lavorativa. Silvia entusiasta accettò immediatamente. Partimmo un venerdì mattino e già all’ora di pranzo passeggiavamo lungo la Senna davanti all’isola di Saint Louis. Nel pomeriggio chiesi a Silvia se le andasse di provare a visitare un club prive’ che mi era stato segnalato da un collega di lavoro parlandomene in modo entusiasta sia come discrezione e intimità che come bellezza del locale stesso. Il suo nome era Les Chandelles. Silvia mi rispose affermativamente e che la sera stessa potevamo andare al locale. Durante la cena non parlammo del club ma una volta in camera Silvia mi chiese cosa avrebbe dovuto indossare. Le dissi che nulla era richiesto se non la gonna, obbligatoria per le signore, e che era già bella di suo. Silvia restò quella sera in bagno per un tempo che mi parve infinito e quando uscì indossando unicamente uno string ed un reggiseno alla brasiliana che sosteneva il seno ma che lasciava completamente scoperti entrambi i capezzoli mi sembrava una dea, una splendida dea! “Caspita, sei bellissima” le dissi “a cosa devo un simile regalo?” “È un regalo per entrambi, amore mio. Tu sai che ti amo, vero?” “Non ho dubbi, certo che lo so” “Dimmi, allora, perché vuoi portarmi in un club prive’? Cosa vuoi farmi fare?” “Certo nulla che tu non voglia. Desidero che andiamo a visitare questo club perché per prima cosa non ne abbiamo mai visto uno e poi perché vorrei vedere le nostre reazioni nel guardare e, se ci sarà occasione, farci guardare” “Dunque potrebbe capitare che tu mi spogli e mi mostri ad altri uomini?” “Potrebbe, amore mio, ma solo se tu lo desidererai” “Allora potrei vestirmi per qualcun altro. Guardami!”. Ti guardavo mentre ti bagnavi le dita prima di arrotolare le calze. Le infilavi piano ai tuoi piedi dove spiccavano le unghie smaltate di un rosso fuoco. Le facevi scorrere lungo i polpacci e le cosce lentamente fermandoti spesso a guardare la mia reazione. Mentre le agganciavi al reggicalze spuntò un sorriso sul tuo volto. Mi avevi scoperto mentre stringevo il cazzo sopra il pantalone. “È duro, amore?” “Si, Silvia, è duro!” “È per me che è così?” “Non potrebbe esserlo per nessun altra” “Fammelo vedere!” Mi alzai in piedi e slacciai la cintura e abbassai la zip prima di abbassare il pantalone sino alle ginocchia. Poi toccò allo slip. Ed ecco che ero lì, in piedi, con il cazzo che si ergeva turgido e duro. Tu ancora con solo l’intimo indossato ti avvicinasti e prendesti in mano la verga. Mi spingesti verso il letto dove ti sei seduta senza mai togliere la mano. Poi mi guardasti negli occhi prima di abbassare la testa per prenderlo tutta in bocca. Immediatamente tutto! Sentivo la lingua che roteava intorno. Mi stavi facendo impazzire! “Non godere, porco, non devi. Capito?” “Si, amore, ho capito” “Ora vieni qui” Ti sei sdraiata ed ai sfilato lo string. “La vedi? Vieni qui, vieni tra le gambe” Mi avvicinai e mi misi in ginocchio tra le gambe. “La vedi? La vuoi? Vuoi sentire quanto e’ calda?” “Cosa vuoi che faccia, amore mio?” “ Mettilo dentro, fammelo sentire, fallo!” Presi in mano il cazzo e lo indirizzai verso la figa di Silvia. Una volta appoggiato alle labbra lo spinsi verso di lei ed entrò dentro scivolando con facilità. “La senti, la senti come è bagnata? Ora tiralo fuori subito! Subito!” Uscii da Silvia con il cazzo che quasi mi doleva. Guardai le labbra della figa e le vidi gonfie, semiaperte. I pochi peli che avevi lasciato nella parte alta, sopra il clitoride, arruffati. Avevi gli occhi chiusi. Non so come riuscii a fermarmi. Dopo qualche istante riuscisti a tornare in te. Afferrasti lo string e lo indossasti facendo ben attenzione a tirarne i lembi sui fianchi. “Cazzo, amore, mi farai morire così! Guarda, luccica ancora del tuo piacere” “Aspetta” mi dicesti e abbassasti il capo verso la verga prendendola nuovamente tutta in bocca. Dopo qualche secondo che mi sembrò infinito ti staccassi e mi dicesti “Guarda ora l’ho pulito tutto. Fammi finire di vestirmi”. Tirai su slip e pantalone e mi rimisi in ordine. Silvia nel frattempo indossò un tailleur blu e décolleté anch’esse del medesimo colore. “Cosa facciamo, andiamo?” mi dicesti. Risposi con un cenno del capo e ti guardai prendere la borsa e aprire la porta della camera. Scesi nella hall chiesi al concierge di chiamarci un taxi. Una volta saliti diedi l’indirizzo allo chauffeur che sorrise nel sentire la destinazione. Tu avevi preso posto dietro al guidatore e mentre il taxi viaggiava nella notte ti eri appoggiata alla portiera e lentamente avevi posizionato la gamba destra sul sedile piegandola in modo da offrirmi la vista del tuo sesso coperto dallo string. Percepivo il tuo essere, il tuo desiderio. Lo percepivo dal modo in cui mi guardavi, da come non staccavi gli occhi da me mentre io mi perdevo tra le tue gambe. Arrivammo così al club e lo chauffeur ci salutò con un “buon divertimento”. Entrati lasciammo i soprabiti al guardaroba e Silvia dovette lasciare anche la borsa. Scoprii così che in Francia non servono documenti o registrazioni per entrare in un club prive’. Una volta pagato l’ingresso è ricevuta una tessera per le eventuali consumazioni ci trovammo lungo un corridoio dipinto di scuro illuminato da luci soffuse. Ti presi la mano e ti fermai. “Se lo desideri possiamo tornare subito in albergo, per me andrebbe bene comunque” ti dissi. “No, amore, no Luca, ormai è quasi mezzanotte e poi non siamo venuti sino a qui per provare questa esperienza che a casa sarebbe quasi impossibile da realizzare? Godiamoci la serata, su entriamo. Però promettimi di starmi vicino” “Tranquilla, non preoccuparti, non permetterò a nessuno di portarti via”. Al termine del corridoio il club si divideva in numerose sale, alcune a tema, come un cinema ad esempio, con ampi divani o letti al centro e poltrone tutte intorno. Vi si trovava un bar che ci parve affollato di gente, molte coppie, alcune avanti con gli anni ma molto eleganti e qualche uomo solo. Mi accorsi subito che Silvia aveva attirato l’attenzione su di se’. D’altronde è una donna molto bella e sensuale. “Ti stanno guardando in molti” dissi a Silvia “Ma dai, sarà perché siamo nuovi del posto”. Presi per mano Silvia ed insieme decidemmo di visitare l’intero locale. Scoprimmo così che vi era anche un piano interrato “la cave” come la chiamano i francesi. Scendemmo le scale e ci trovammo a camminare tra vari locali illuminati da luci soffuse verso il rosso. Incontrammo molta gente nel girare tra le stanze ed i corridoi accompagnati dai gemiti delle signore che all’interno delle varie stanze godevano dei piaceri del sesso. Ci avvicinammo ad una stanza e notammo che la porta di accesso era chiusa e ciò significava che nessuno poteva entrare. Si poteva però guardare facilmente l’interno attraverso varie aperture posizionate ad altezza occhi sul lato del corridoio. Nella stanza una donna stava facendosi prendere da dietro da un uomo mentre un secondo le stava davanti e si faceva suggere il membro mentre un terzo uomo era seduto su un divano e si stava masturbando. Lei spingeva indietro i fianchi mentre l’uomo la montava e quando riusciva a liberare la bocca gemeva e gridava il suo piacere. Non mi perdevo nulla e anche Silvia era completamente presa dalla scena. La sentii stringermi la mano ma non diedi peso alla cosa sino a quando nel girarmi la vidi a occhi chiusi mordersi il labbro. “Cosa succede, amore?” “Nulla, caro. Ho sentito una mano carezzarmi dietro e ho pensato fossi tu ma poi mi sono girata ed ho visto un uomo che mi sorrideva e sono tornata a guardare dentro la stanza” “Cosa significa ti ha carezzata dietro?” “Ha infilato la mano sotto la gonna e mi ha accarezzata” “Ti sei fatta toccare la figa?” “Non solo! Credo mi abbia infilato dentro due dita e con uno mi ha bagnato anche il culetto” “Dio, che porca che sei” ti dissi e ti presi nuovamente per mano. Dopo pochi metri trovammo una indicazione che diceva “dark room”. “Luca, cos’è la dark room?” “È una stanza buia dov’è non si vede nulla e si è in balia o si potrebbe essere in balia delle mani o altro di chiunque” “Entriamo?” “Davvero vuoi entrare?””Si, lo voglio, dai entriamo e stammi accanto” mi dicesti. Entrammo e dopo esserci abituati al buio trovammo una parete dove io mi appoggiai di schiena e Silvia era abbracciata a me. C’erano gemiti e sospiri e anche urla all’interno della stanza. Donne che dicevano di essere delle “salope” delle puttane, che sospiravano mentre dicevano che ne volevano ancora. Io da parte mia avevo te tra le mie braccia e ti stavo baciando. Tu mi spingevi con i fianchi contro la parete per sentire meglio la verga che era dura da quando mi hai raccontato di essere stata accarezzata. “Dio, amore, come ce l’hai duro!!! È da quando ti ho detto che mi sono fatta accarezzare?” “Si, Silvia, mi stai facendo morire”. Silvia ruotava i fianchi spingendo su di me e mi stava facendo impazzire dal desiderio. La stavo baciando ma lei si staccò e cominciò a leccarmi sul collo mentre mi fermava le braccia alte sulla testa.”Amore hai visto che siamo stati seguiti quasi sempre da due uomini?” “Come seguiti?” “Non te ne sei accorto ma io da donna non li ho persi di vista. Ci hanno sempre seguito” Mi sciolsi dalle mani di Silvia e la strinsi ai fianchi. Fu allora che mi accorsi che avevi la gonna sollevata e nell’ abbassare le mani ne incontrai altre. “Silvia, sei nuda sotto e ti stanno toccando!” “È da quando siamo entrati che mi stanno accarezzando. Se scendi giù troverai una mano che mi sta facendo un ditalino mentre un’altra mi sta rovistando nel culo” “Dio, ma mi fai morire!” “Si, lo so. Ne sono consapevole. Ora aspetta che ti tirò fuori il cazzo. Voglio sentirlo” Ti spostasti per potermi slacciare i pantaloni ed una volta abbassati sentii la tua mano prendermi il cazzo e segarlo piano. “Amore, ti prego, non abbassare le mani, lascia che continuino a sditalinarmi, godo da morire, ho già sborrato più volte. Baciami!” Ti baciai mentre ti sentivo muovere i fianchi cedere a tratti sulle gambe. Sospiravi ed io respiravo il tuo alito. “Mi stanno facendo impazzire, non so quante volte gli ho sborrato sulle mani, come posso permetterglielo, mio dio!” Tremavi dal piacere. “Resta lì, non muoverti” mi dicesti. Sentii che ti abbassavi e la tua bocca sostituire la mano. Sentivo la lingua girare intorno al glande e poi la bocca affondare per sentirlo fino in gola. “Ti piace, amore? Ti piace come te lo prendo in bocca, come te lo succhio? Non godere, ti prego, ho ancora voglia”. Non sentivo più la tua mano alla base del cazzo mentre la bocca non lo lasciava un attimo. “Luca, mentre ti faccio un pompino sto segando due cazzi, due bei cazzi duri! Lo sai? Sono anche belli grossi! Vuoi sentirli? Sono qui accanto al mio viso e mi pare di capire che anche loro vogliono la mia bocca”. Ti presi le spalle e ti sollevai e ti rubai un bacio dolcissimo. Eri lì, nuda dalla cintola in giù, alla mercé di due uomini che non avevi mai visto prima e ci baciavamo come due innamorati. “Aspetta, Luca, devo recuperare le mutandine che mi hanno tolto” Ti abbassasti è proprio in quel momento una coppia entrò nella dark room e spostando le tende mi permise di poter vedere. Eri piegata e accanto a te i due maschi tenevano in mano le loro verghe dure. “Amore, lo sai che mi fai impazzire quando ce l’hai così duro!! Dai usciamo e facciamo un giro”. Uscimmo dalla stanza e ci incamminammo per i corridoi accompagnati da gemiti di piacere e urla di donne in calore. “Luca, i due sconosciuti ci stanno seguendo” Mi girai e li vidi. Ci stavano fissando e mentre si parlavano. “Silvia, non immaginavo che ti saresti lasciata toccare tra le gambe, non me lo aspettavo” “Nemmeno io immaginavo che accadesse ma non so cosa sia successo, forse vedere o forse sentire e poi sentì questo odore di sesso, di sperma. Fatto sta che appena siamo scesi ho sentito che ero un lago!” Ci siamo fermati a guardare in una stanza dove una lei veniva presa da diversi maschi che si davano il cambio facendola urlare dal piacere. Più avanti vidi un box libero e presi Silvia per mano accompagnandola dentro. “Vieni, amore” le dissi. Entrato mi calai subito i pantaloni e lo slip e mi sedetti sul divano. Avevo il cazzo duro che mi doleva dalla voglia. “Vieni, amore” dissi a Silvia “vienimi sopra, ti voglio!” Mi sorridevi. Ti guardai liberarti della gonna e della giacca e restare solo con le calze oltre al reggiseno che nulla copriva. Avevo il cazzo in mano e avevo fatto scendere la pelle dal glande liberandolo. Tu mi salisti sopra e mi prendesti il cazzo nella mano. “Cosa vuoi, amore, mi vuoi? Mi desideri? Hai voglia di me?” Intanto strusciavi il glande tra le labbra della figa. Era bollente!!! “Vuoi montarmi, porco, lo vuoi? Lo so che hai voglia, mi fai morire stasera, prendila, è tua, montala e falla godere” Nel sentirti dire questo scivolai piano dentro di te, fino in fondo. Sentivo il tuo piacere, la tua sborra colare e bagnarmi. “Dio, amore, stai montando tua moglie davanti a tutti! Sono nuda e mi sto facendo chiavare da quel porco di mio marito davanti a tutti questi maschi. Mi fai godere, lo sai” “Godi allora, non trattenere il piacere, lasciati andare come quando ti facevi sditalinare e godevi come una troia” “Siiiiii, sono una troia, e tu fallo, fammi godere, usa la figa per il tuo e il mio piacere, montami, cazzo, montami!!!” In un attimo di lucidità intravidi davanti alla porta i due maschi che ci seguivano e con i quali abbiamo giocato nella dark room e feci loro cenno di entrare. Gli dissi di chiudere la porta per restare soli. Appena entrati si spogliarono e restarono nudi. I loro cazzi duri si ergevano dal loro ventre. Silvia si accorse tardi di loro presa come era dalla monta che si stava godendo con il mio cazzo in figa. Se li trovò a fianco, uno a destra e l’altro a sinistra. I loro membri erano proprio all’altezza del viso di mia moglie. “Oh dio, Luca, cosa mi fai fare?” “Guardali, non sono forse belli?” Ti abbassasti su di me e ti avvicinasti all’orecchio sussurrandomi: “Cosa vuoi che faccia? Vuoi che li prenda in mano? O forse vuoi che li prenda in bocca? Dio, sto colando, amore. Non riesco a smettere di sborrare!” “Ti voglio troia!” “Allora guarda, porco!” Detto questo ti girasti verso destra e preso in mano il cazzo di uno dei due in un attimo lo vidi scomparire nella tua bocca. L’altro si era posizionato dietro te ed aveva il tuo seno tra le mani e ti torturava i capezzoli. Non so come feci a non sborrare ed a resistere ad una tale immagine. Ti guardavo mentre lui guidava nella bocca il cazzo decidendo il ritmo. “Ti piace, amore, ti piace come gli succhio il cazzo? Sono una troia, vero?” “Mi fai morire, Silvia, cazzo sei un lago!” Poi ancora una tua domanda:”Ora cosa vuoi che faccia? Vuoi che mi faccia montare? Da tutti e due? Dimmelo, dillo alla troia” La tua mano non lasciò mai il cazzo mentre parlavi con me. Lo volevi! Li volevi! Li volevi dentro di te, duri e nodosi. Volevi sentirli arrivare in fondo all’’utero. Volevi sentirli scorrere, dentro e fuori. Ma in un attimo ritrovai la lucidità e dissi loro che il gioco era finito e che per mia moglie ed io era giunto il momento di andare. Erano ormai oltre le tre di notte. Ti guardavo mentre ti infilavi lo string e poi la gonna. Hai preso la giacca e coperto tutte le tue nudità.,”Sei un porco, un bastardo!” Mentre mi dicevi questo lèggevo nei tuoi occhi la delusione per come era finita la serata. “Sai che ho passato il confine, che ora ho voglia e che li volevo ma tu me lo hai impedito! Ho la figa che pulsa dal desiderio e le mutandine fradice! Ormai pensavo che tu volessi farmi provare un cazzo diverso dal tuo, che accettassi l’idea di essere un cornuto ma invece hai detto no! Tu sai che ti rispetto ma stasera hai abusato di me e te la farò pagare! Porco!” Saliamo le scale e prendiamo atto del fatto che il locale si è di fatto quasi svuotato. Recuperammo soprabiti e borsa e salutammo la proprietà. Usciti ci rendemmo conto che non avevamo chiamato un taxi e che l’ora era molto tarda e pensare di arrivare all’albergo a piedi non era consigliabile. Fu allora che comparvero al nostro fianco i due signori sconosciuti. Stavolta si presentarono a noi. Ci chiesero se avessimo dei problemi e saputo si offrirono di accompagnarci loro in albergo. Non potevamo rifiutare è così accettammo l’offerta. Uno dei due si allontanò per recuperare l’auto. Pioveva leggermente ed eravamo al riparo sotto la pensilina che delimitava l’ingresso del club. Quando l’auto accostò il guidatore scese ed apri la porta a mia moglie Silvia che sali dietro. Io girai intorno all’auto e feci per salire accanto a Silvia ma lei disse: “Sali davanti, Luca, non qui” Salii davanti mentre il secondo si accomodò dietro con mia moglie. Diedi l’indirizzo dell’albergo e l’auto si avviò. Mi girai verso Silvia e rimasi a bocca aperta. Stava limonando con lo sconosciuto e lui la stava accarezzando tra le gambe. Vedevo solo il braccio, il resto era nascosto dalla gonna. Alzai lo sguardo e mi accorsi che Silvia mi stava guardando fissa. “Lo vuoi?” mi disse. “Lo vuoi?” “Cosa, amore?” “Lo vuoi?” mi sentii ripetere. “Allora guarda!”. Mi girai meglio e guardai Silvia che si sfilava la gonna e lo string. Era l’ennesima volta che si denudava. Sembrava naturale per lei. Le sue gambe nude coperte solo dalle calze!!! Morivo, avevo il cazzo che mi scoppiava! Silvia aveva ricominciato a limonare con l’uomo e intanto aveva aperto le gambe lasciando così la figa alla mercé dello sconosciuto. La sditalinava piano e alternava momenti in cui sembrava squassarla. “Ahhh, guardami, guarda come mi fa godere, come si prende cura della figa che cola dal piacere! Cazzo, godo, godooo, godo, amore mio!” In auto potevi godere gridando il tuo piacere, fuori non trapelava nulla e le vie erano deserte. “Sborro, sborrooooo, fammi sborrare, fai sborrare la troia, ti prego, non fermarti!” Nel frattempo l’uomo si era sfilato i pantaloni ed esponeva alla vista il cazzo duro e nodoso che Silvia si affrettò a stringere nella mano.”Cazzo, amore, lo vedi come è grosso è duro? Ora lo prendo ancora un po’ in bocca” Lui si appoggio alla portiera e tu ti posizionasti in mezzo e ti vidi abbassarti e prenderglielo in bocca. In quella posizione riuscii a toccarti tra le gambe. Scoprii così che avevi l’interno delle cosce bagnato dal tuo piacere. Sembrava quasi che ti fossi pisciata addosso. “Lo sentì come sono bagnata? Ho voglia di cazzo! Fammi montare, lo voglio, Luca fai montare tua moglie, lascia che stasera sia una troia!” Fu così che chiesi gesticolando a chi guidava se avesse un preservativo. Mi indicò il cassetto portaoggetti e dentro ne trovai una scatola. Ne presi uno, strappai la busta è una volta estratto lo guardai e lo diedi a Silvia facendo attenzione al verso. Silvia lo prese e si girò verso l’uomo. Questi teneva alla base il cazzo mentre Silvia gli srotolava il preservativo avvolgendolo tutto. Poi l’uomo si spostò in mezzo e Silvia gli sali sopra. “Amore, ora me lo faccio mettere dentro, mi faccio chiavare e gli godo sopra” Tu guardavo mentre facevi scorrere i fianchi e gli offrivi i capezzoli da baciare poi sentii un tuo profondo respiro. “Aaahhhhhh, siiiiii, tutto, lo voglio tutto! Amore, è dentro tutto, dio come mi allarga, mi sfonda, mamma mia che bello, aahhhhhh, sono un lago, sborrooooo, sono una troia grazie a te, porco, goditi tua moglie che si fa chiavare” Io intanto mi segavo guardando Silvia che pareva avesse perso la ragione. Godeva e gridava il suo piacere senza ritegno quasi ignorasse la mia presenza. “Amore, lo sento, o dio, mi sta sborrando dentro, siiiiii, dammela tutta, tutta, la voglio, godi, godi, uuuhhhhhhh, godo” Dopo secondi o minuti interminabili ti guardai alzarti da lui. Il preservativo pieno di sborra. Lo sfilo’ e si pulì con dei fazzoletti di carta. Tu lo aiutasti e ne approfittasti per tenerlo ancora un po’ in mano. Poi ti vidi mentre ti abbassavi. “Cosa fai, amore?” “Voglio sentirne l’odore, l’odore della sua sborra e forse anche il sapore” “Prendi la mia” ti dissi “ho le palle che stanno scoppiando!” “Dopo, ora non è il tuo turno” E così ti vidi prenderlo in bocca, il cazzo, e pulirlo con la lingua.”Ha un buon sapore la sua sborra! Lo sai, porco!” Nel frattempo chi guidava aveva accostato l’auto ed era sceso lasciando il posto al suo amico che era dietro. Ora con te c’era l’altro uomo. “Ora dovrò farmi chiavare anche da lui, come faccio a negarmi!” “Cazzo, non pensavo che sarebbe andata così stasera! Sei proprio una troia!” “Sai cosa penso? Penso che era quello che volevi e che volevi non solo vedere ma che facessi stasera, la troia!!!! La tua troia, la troia di tua moglie! Dimmi che non è così e non mi farò chiavare da questo! Dimmelo!!” Segui il mio silenzio. “Ho ragione, dunque. Passami un altro preservativo, cornuto!” Passai un nuovo preservativo a Silvia che in un attimo infilò’ al cazzo del secondo uomo. Stavolta si sdraiò e posizionò una gamba sulla spalliera del sedile del guidatore e l’altra su quella del divano posteriore. “Vieni!!!” Ti sentii dire. Vidi lui tra le tue gambe e in un colpo fu dentro di te.”Chiavami, fammi godere, monta la troia” Le tue mani ed i talloni sulla schiena lo spingevano verso di te. “Tutto, lo voglio tutto dentro, fammelo sentire, sborrooooo amore, sborrooooo mi fa sborrare, dio che vacca che mi hai fatta diventare, ora come farò senza cazzi o li troverai tu per me, per farmi montare come merito, vero?” Ti montava con forza, dandoti colpi forti ed ad ogni colpo un tuo gemito, un grido, una supplica sino a quando si è svuotato dentro di te. “Amore, in due mi hanno sborrato dentro!” Si sfilò da te e tu seguisti la stessa trafila del primo. Dopo avere pulito il cazzo con il fazzoletto toccò alla bocca finire l’incombenza. Ci sistemammo i vestiti in auto e raggiungemmo l’albergo. Salutasti i due limonando entrambi. Poi scendesti dall’auto. Io da parte mia strinsi loro le mani e dissi anche un “grazie” di circostanza che mi fece sentire ancora più cornuto. “Amore, io non ho ancora goduto” “Domani, stanotte sono distrutta, domani” “Ma io ho voglia” ti dissi. “Se vuoi puoi andare in bagno e farti una sega!” “Troia!!!” “Si, se lo sono è grazie a te e ricorda che da oggi dovrai procurarmi i cazzi che voglio e che mi faranno godere!!!” Fu così che terminò la serata e fu così che nacque un cornuto.
scritto il
2023-10-27
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