Lo Stimatore
di
J.M. Ricusteu
genere
dominazione
Lo Stimatore - 01
Se mai tu pensassi di fuggire, di certo non ti fermerebbero i nodi laschi intorno ai polsi e tanto meno l’ordine che hai ricevuto, di star ferma lì sul posto.
No, quel che ti paralizza, in ginocchio sul pavimento come lui ti ha lasciata, è l’ansia per il documento che sta completando nella stanza accanto, dietro quella porta socchiusa.
In questa Casa d’Aste, un documento così lo chiamano "expertise". Definizione impegnativa, ma nel vedervi esposte per giorni nella grande Sala dove domani sarete finalmente vendute, ho pensato anch'io che tu e le tue compagne eravate simili a opere d’arte in vetrina. E che non c'era niente di troppo, nel certificare nel modo più autorevole il vostro valore. Come tele d’autore, gioielli e pezzi da collezione.
Lui è lo Stimatore, anzi lo Stimatore indipendente come usa sottolineare una Case d'asta come questa con i propri clienti. Al suo giudizio sono affidate molte delle tue speranze, ragazzina, che domani uno dei partecpanti all’asta ti porti via con sé per fare sesso.
Essenzialmente sesso, a voler essere precisi, perché non s'è mai visto che una schiava da letto non debba anche lavorare. Ma si tratta per lo più di robetta leggera, che non sfianca. Incarichi che si possono lasciare a metà, al primo schiocco di dita di un padrone. E subito, sottomettersi al suo cazzo, perché è per questo che si comprano schiave sessuali, mica per altro.
Di più non ti è concesso desiderare. A te che sei nata schiava.
E questo ti riporta alla tua ansia, ragazzina, per quel che lo Stimatore sta scrivendo su quel foglio.
*
È importante l'expertise, quasi quanto essere sane. Bontà sua, questo l'ha già certificato il medico che ti ha visitata, appena entrata nella Casa d'Aste, e te l’ha pure letto ad alta voce, quel suo giudizio, tanto era lusinghiero, mentre ancora stavi distesa sulla poltrona ginecologica e attendevi inquieta il prosieguo dell'esame.
È importante l'expertise, quasi quanto essere belle. E tu sai che al Centro ne hanno discusso tanto, quando si è trattato di decidere a quale Casa d’Aste affidarti.
Sei una sedicenne dal corpo atletico: struttura longilinea, seno piccolo, e muscoli guizzanti sottopelle. Ti si potrebbe scambiare per una ballerina, se a una schiava fosse concesso il tutù. E come chi fa danza per mestiere hai conservato un che di acerbo. Ecco: sei una graziosa adolescente, se ti dovessi descrivere di fretta a qualcuno.
Il tuo viso, poi, ha tratti fini, ambiguamente androgini, che danno risalto, per contrasto, a una bocca carnosa, e sensuale in modo sfacciato.
Avevano deciso insomma, laggiù al Centro, che queste contraddizioni spiazzanti ti conferivano un fascino particolare, e per questa ragione avevano optato infine per questa Maison, dove si battono all'asta solo lotti di grande qualità.
E tuttavia, tu sei consapevole di essere ben lontana dal canone di “femmina da letto” che i più cercano: che si tratti di prender moglie o, semplicemente, di comprare una schiava per fare sesso. Ne hai avuto la riprova in questi giorni, dalla ressa che c’era sempre, intorno alla più formosa delle tue compagne…
Tra poco, comunque, anche il contenuto della tua expertise risulterà accessibile a tutti, e per tutti sarà evidente quel che sai fare e sopportare. D’altra parte, è giusto per chi compra che ci sia un po’ di trasparenza: con quel che qui si paga, meglio evitare sorprese e fregature.
Tra le altre informazioni i clienti leggeranno che sai baciare un uomo e portarlo al piacere. "Usando solo le labbra e la lingua” aveva chiarito lo Stimatore, mentre ti legava sbrigativamente i polsi, “e in meno di dieci minuti”. E tu a farlo godere sei pur riuscita, seppure a tempo quasi scaduto.
Salirai dunque sul palco, truccata con cura e sontuosamente vestita. E sotto le luci, il battitore ti mostrerà ancora una volta agli astanti, scoprendoti a poco a poco. Finché, nuda al centro del palco, lo ascolterai lodare qualcosa di te e altro tacere, come farebbe quel professionista esperto per qualsiasi altro oggetto che è chiamato a vendere. Ci sarà qualche rilancio, e finalmente avrai anche tu un Padrone.
Il tuo primo, vero Padrone, perché finora sono stati molti e nessuno. Sei nata schiva e da quando sei al mondo, avere qualcuno al di sopra di te, che ti dà ordini, che ti punisce, è così naturale che neppure riusciresti a concepire altra condizione. Ma se tutti sono padroni, nessuno lo è per davvero.
Poi, va da sé, che anche per te è arrivata l'adolescenza, e con essa un desiderio confuso di rivolta. A placarlo è bastata la frusta e la disciplina inflessibile del Centro dove ti hanno portata dopo averti strappata alla tua "mamma". Lì ti hanno addestrata, per tutto il tempo che hanno ritenuto necessario. Addestrata a servire. Chiunque. Dovunque. Quale che sia l'ordine ricevuto.
E adesso è giunto il momento più atteso e più temuto, quello che indirizzerà la tua vita, fino alla fine dei tuoi giorni. Sono davvero pochi i bivi che contano per un essere umano, quelli dai quali non si torna più indietro, dopo che si è scelto se prendere a destra o sinistra. Non è troppo diverso per chi è in schiavitù, salvo che a decidere è un altro. Ma è poi così vero che una persona libera decide sempre da sola?
Sei in ginocchio, dunque, con le mani legate dietro la schiena. Nella stessa, faticosa posizione di prima. Le ginocchia indolenzite, il corpo nudo percorso dai brividi, il collo provato dallo sforzo cui ti sei sottoposta per dargli piacere.
Nonostante l’attenzione che ci hai messo, quando si è riversato nella bocca, un rivolo di sperma è colato dalle labbra, e lo Stimatore ha annotato quella sciatteria sul taccuino. Di tutto si è accorto e di tutto ha preso nota su quel suo odioso taccuino: di quali sconcezze sei stata capace senza troppa riluttanza, di quanti sforzi ti ha richiesto il dilatarti, abbastanza da accogliere il plug anale, il più massiccio di tutti, di come hai goduto senza preavviso e senza il suo consenso, mentre premeva il vibratore sul punto tuo più sensibile.
Eppure, non puoi fare a meno di sperare che sarà un giudizio benevolo, il suo. È stato gentile con te, e non mai avuto fretta. Scriverà magari che sei una ragazzina maldestra ma volenterosa, e che hai qualche talento. E forse basterà per non…
Quando lo Stimatore si è irrigidito nell’orgasmo, tu hai accolto il suo seme come se fosse il dono di un dio: ti sei piegata sull’asta che premeva contro il palato, hai fatto scorrere le labbra fino a offrire il fondo molle della gola ai suoi ultimi colpi, e in qualche modo sei riuscita a resistere ai conati, mentre schizzava. Hai cercato di fare, insomma, quel che ti aveva suggerito, poco prima di lasciare anche lei il Centro di Addestramento per una Casa d’Aste ancor più prestigiosa, una compagna della tua età, lei sì bella davvero, e che tutti lodavano. La migliore di tutte.
Forse per questo lo Stimatore sorrideva, quando si è allontanato? E se, invece, fosse stata solo derisione la sua? Per l'impegno che ci avevi messo, ma indistinguibile dalla goffaggine dei tuoi gesti?
Eppure, non puoi fare a meno di sperare che domani qualcuno ti comprerà davvero come schiava sessuale. Foss’anche per prostituirti nel più infimo dei bordelli. Tutto, anche essere chiavata su un materasso, lurido di sperma rinsecchita, posato sul pavimento del tuo cubicolo! Tutto, anche essere chiavata dagli uomini più laceri e miseri della terra: bocche sdentate e sudore acre di quelli che sono in fila in corridoio, a parlottare fra loro e a fumare in attesa di svuotarsi con la prima puttana che si libera! Tutto, pur di non essere venduta a quel bruto!
*
Enorme, l'abito di lino chiaro spiegazzato e con imbarazzanti ombreggiature, quell’uomo si aggirava con il sigaro in bocca tra le pedane, ma si capiva che eri tu ad attrarlo. Alle altre aveva riservato appena un’occhiata o qualche carezza distratta; con te aveva atteso con pazienza che venisse il proprio turno (c’è sempre qualcuno che indugia, infatti, ben più del consentito, negli orifizi di voi ragazze esposte), e appena ti aveva sfiorata con le sue mani grandi, aveva reso da subito manifesto che non gli interessava altro che la consistenza del tuo corpicino magro. Stringeva fino a farti male i muscoli delle braccia, delle cosce, dei polpacci, e ti chiedeva di contrarre e di resistere, mentre lui ti forzava, e ogni volta annuiva soddisfatto.
Poi aveva posato le sue manone sulle natiche e tu, prontamente, ti eri sollevata per renderti accessibile. L’uomo aveva risposto al tuo gesto con una sonora sculacciata.
“Qualcuno che ti riempe la fica o il tuo culetto, te lo faccio trovare anche quando sarai da me, ma come premio, a fine giornata.” E aveva aggiunto, beffardo: “Solo se hai lavorato bene, s’intende! Niente cazzo, altrimenti…”
Poi il suo tono si era fatto minaccioso: “Mi sembra che non hai ancora capito con chi hai a che fare, puttanella, e allora ti spiego perché domani farò la mia offerta quando ti vedrò salire in pedana. E sta pur certa che me lo aggiudicherò io il tuo lotto, perché non ho visto altro che mi interessi qua dentro e non ho intenzione di venire in città e poi di tornare indietro a mani vuote.”
Tu lo ascoltavi inespressiva, perché è sconveniente che una schiava che sta per essere battuta all’asta mostri interesse o ribrezzo per ciò che l’attende. E tuttavia, iniziavi a provare disagio, e a fare fatica a dissimulare. Intanto lui proseguiva: “Te lo spiego io per bene dove finirai e così, quando sarai sul pianale del furgone che ti porterà da me, già con il collare della fattoria intorno al collo, avrai tutto il viaggio di tempo, per cominciare a rassegnarti, sapendo quel che ti aspetta!”
Una lunga pausa si era preso, per riaccedere il sigaro e dare una lunga boccata. E, avvicinatosi al tuo orecchio, ti aveva sussurrato: “Quando ti ho vista, stavo giusto cercando una così, della tua taglia, da mettere a lavorare in coppia. Quelle snelle come te se la cavano bene lì allo stretto, e resistono meglio al caldo e all'umidità che c'è nelle serre.”
Lo avevi fissato con occhi sbarrati.
Le serre!
(Segue)
Se mai tu pensassi di fuggire, di certo non ti fermerebbero i nodi laschi intorno ai polsi e tanto meno l’ordine che hai ricevuto, di star ferma lì sul posto.
No, quel che ti paralizza, in ginocchio sul pavimento come lui ti ha lasciata, è l’ansia per il documento che sta completando nella stanza accanto, dietro quella porta socchiusa.
In questa Casa d’Aste, un documento così lo chiamano "expertise". Definizione impegnativa, ma nel vedervi esposte per giorni nella grande Sala dove domani sarete finalmente vendute, ho pensato anch'io che tu e le tue compagne eravate simili a opere d’arte in vetrina. E che non c'era niente di troppo, nel certificare nel modo più autorevole il vostro valore. Come tele d’autore, gioielli e pezzi da collezione.
Lui è lo Stimatore, anzi lo Stimatore indipendente come usa sottolineare una Case d'asta come questa con i propri clienti. Al suo giudizio sono affidate molte delle tue speranze, ragazzina, che domani uno dei partecpanti all’asta ti porti via con sé per fare sesso.
Essenzialmente sesso, a voler essere precisi, perché non s'è mai visto che una schiava da letto non debba anche lavorare. Ma si tratta per lo più di robetta leggera, che non sfianca. Incarichi che si possono lasciare a metà, al primo schiocco di dita di un padrone. E subito, sottomettersi al suo cazzo, perché è per questo che si comprano schiave sessuali, mica per altro.
Di più non ti è concesso desiderare. A te che sei nata schiava.
E questo ti riporta alla tua ansia, ragazzina, per quel che lo Stimatore sta scrivendo su quel foglio.
*
È importante l'expertise, quasi quanto essere sane. Bontà sua, questo l'ha già certificato il medico che ti ha visitata, appena entrata nella Casa d'Aste, e te l’ha pure letto ad alta voce, quel suo giudizio, tanto era lusinghiero, mentre ancora stavi distesa sulla poltrona ginecologica e attendevi inquieta il prosieguo dell'esame.
È importante l'expertise, quasi quanto essere belle. E tu sai che al Centro ne hanno discusso tanto, quando si è trattato di decidere a quale Casa d’Aste affidarti.
Sei una sedicenne dal corpo atletico: struttura longilinea, seno piccolo, e muscoli guizzanti sottopelle. Ti si potrebbe scambiare per una ballerina, se a una schiava fosse concesso il tutù. E come chi fa danza per mestiere hai conservato un che di acerbo. Ecco: sei una graziosa adolescente, se ti dovessi descrivere di fretta a qualcuno.
Il tuo viso, poi, ha tratti fini, ambiguamente androgini, che danno risalto, per contrasto, a una bocca carnosa, e sensuale in modo sfacciato.
Avevano deciso insomma, laggiù al Centro, che queste contraddizioni spiazzanti ti conferivano un fascino particolare, e per questa ragione avevano optato infine per questa Maison, dove si battono all'asta solo lotti di grande qualità.
E tuttavia, tu sei consapevole di essere ben lontana dal canone di “femmina da letto” che i più cercano: che si tratti di prender moglie o, semplicemente, di comprare una schiava per fare sesso. Ne hai avuto la riprova in questi giorni, dalla ressa che c’era sempre, intorno alla più formosa delle tue compagne…
Tra poco, comunque, anche il contenuto della tua expertise risulterà accessibile a tutti, e per tutti sarà evidente quel che sai fare e sopportare. D’altra parte, è giusto per chi compra che ci sia un po’ di trasparenza: con quel che qui si paga, meglio evitare sorprese e fregature.
Tra le altre informazioni i clienti leggeranno che sai baciare un uomo e portarlo al piacere. "Usando solo le labbra e la lingua” aveva chiarito lo Stimatore, mentre ti legava sbrigativamente i polsi, “e in meno di dieci minuti”. E tu a farlo godere sei pur riuscita, seppure a tempo quasi scaduto.
Salirai dunque sul palco, truccata con cura e sontuosamente vestita. E sotto le luci, il battitore ti mostrerà ancora una volta agli astanti, scoprendoti a poco a poco. Finché, nuda al centro del palco, lo ascolterai lodare qualcosa di te e altro tacere, come farebbe quel professionista esperto per qualsiasi altro oggetto che è chiamato a vendere. Ci sarà qualche rilancio, e finalmente avrai anche tu un Padrone.
Il tuo primo, vero Padrone, perché finora sono stati molti e nessuno. Sei nata schiva e da quando sei al mondo, avere qualcuno al di sopra di te, che ti dà ordini, che ti punisce, è così naturale che neppure riusciresti a concepire altra condizione. Ma se tutti sono padroni, nessuno lo è per davvero.
Poi, va da sé, che anche per te è arrivata l'adolescenza, e con essa un desiderio confuso di rivolta. A placarlo è bastata la frusta e la disciplina inflessibile del Centro dove ti hanno portata dopo averti strappata alla tua "mamma". Lì ti hanno addestrata, per tutto il tempo che hanno ritenuto necessario. Addestrata a servire. Chiunque. Dovunque. Quale che sia l'ordine ricevuto.
E adesso è giunto il momento più atteso e più temuto, quello che indirizzerà la tua vita, fino alla fine dei tuoi giorni. Sono davvero pochi i bivi che contano per un essere umano, quelli dai quali non si torna più indietro, dopo che si è scelto se prendere a destra o sinistra. Non è troppo diverso per chi è in schiavitù, salvo che a decidere è un altro. Ma è poi così vero che una persona libera decide sempre da sola?
Sei in ginocchio, dunque, con le mani legate dietro la schiena. Nella stessa, faticosa posizione di prima. Le ginocchia indolenzite, il corpo nudo percorso dai brividi, il collo provato dallo sforzo cui ti sei sottoposta per dargli piacere.
Nonostante l’attenzione che ci hai messo, quando si è riversato nella bocca, un rivolo di sperma è colato dalle labbra, e lo Stimatore ha annotato quella sciatteria sul taccuino. Di tutto si è accorto e di tutto ha preso nota su quel suo odioso taccuino: di quali sconcezze sei stata capace senza troppa riluttanza, di quanti sforzi ti ha richiesto il dilatarti, abbastanza da accogliere il plug anale, il più massiccio di tutti, di come hai goduto senza preavviso e senza il suo consenso, mentre premeva il vibratore sul punto tuo più sensibile.
Eppure, non puoi fare a meno di sperare che sarà un giudizio benevolo, il suo. È stato gentile con te, e non mai avuto fretta. Scriverà magari che sei una ragazzina maldestra ma volenterosa, e che hai qualche talento. E forse basterà per non…
Quando lo Stimatore si è irrigidito nell’orgasmo, tu hai accolto il suo seme come se fosse il dono di un dio: ti sei piegata sull’asta che premeva contro il palato, hai fatto scorrere le labbra fino a offrire il fondo molle della gola ai suoi ultimi colpi, e in qualche modo sei riuscita a resistere ai conati, mentre schizzava. Hai cercato di fare, insomma, quel che ti aveva suggerito, poco prima di lasciare anche lei il Centro di Addestramento per una Casa d’Aste ancor più prestigiosa, una compagna della tua età, lei sì bella davvero, e che tutti lodavano. La migliore di tutte.
Forse per questo lo Stimatore sorrideva, quando si è allontanato? E se, invece, fosse stata solo derisione la sua? Per l'impegno che ci avevi messo, ma indistinguibile dalla goffaggine dei tuoi gesti?
Eppure, non puoi fare a meno di sperare che domani qualcuno ti comprerà davvero come schiava sessuale. Foss’anche per prostituirti nel più infimo dei bordelli. Tutto, anche essere chiavata su un materasso, lurido di sperma rinsecchita, posato sul pavimento del tuo cubicolo! Tutto, anche essere chiavata dagli uomini più laceri e miseri della terra: bocche sdentate e sudore acre di quelli che sono in fila in corridoio, a parlottare fra loro e a fumare in attesa di svuotarsi con la prima puttana che si libera! Tutto, pur di non essere venduta a quel bruto!
*
Enorme, l'abito di lino chiaro spiegazzato e con imbarazzanti ombreggiature, quell’uomo si aggirava con il sigaro in bocca tra le pedane, ma si capiva che eri tu ad attrarlo. Alle altre aveva riservato appena un’occhiata o qualche carezza distratta; con te aveva atteso con pazienza che venisse il proprio turno (c’è sempre qualcuno che indugia, infatti, ben più del consentito, negli orifizi di voi ragazze esposte), e appena ti aveva sfiorata con le sue mani grandi, aveva reso da subito manifesto che non gli interessava altro che la consistenza del tuo corpicino magro. Stringeva fino a farti male i muscoli delle braccia, delle cosce, dei polpacci, e ti chiedeva di contrarre e di resistere, mentre lui ti forzava, e ogni volta annuiva soddisfatto.
Poi aveva posato le sue manone sulle natiche e tu, prontamente, ti eri sollevata per renderti accessibile. L’uomo aveva risposto al tuo gesto con una sonora sculacciata.
“Qualcuno che ti riempe la fica o il tuo culetto, te lo faccio trovare anche quando sarai da me, ma come premio, a fine giornata.” E aveva aggiunto, beffardo: “Solo se hai lavorato bene, s’intende! Niente cazzo, altrimenti…”
Poi il suo tono si era fatto minaccioso: “Mi sembra che non hai ancora capito con chi hai a che fare, puttanella, e allora ti spiego perché domani farò la mia offerta quando ti vedrò salire in pedana. E sta pur certa che me lo aggiudicherò io il tuo lotto, perché non ho visto altro che mi interessi qua dentro e non ho intenzione di venire in città e poi di tornare indietro a mani vuote.”
Tu lo ascoltavi inespressiva, perché è sconveniente che una schiava che sta per essere battuta all’asta mostri interesse o ribrezzo per ciò che l’attende. E tuttavia, iniziavi a provare disagio, e a fare fatica a dissimulare. Intanto lui proseguiva: “Te lo spiego io per bene dove finirai e così, quando sarai sul pianale del furgone che ti porterà da me, già con il collare della fattoria intorno al collo, avrai tutto il viaggio di tempo, per cominciare a rassegnarti, sapendo quel che ti aspetta!”
Una lunga pausa si era preso, per riaccedere il sigaro e dare una lunga boccata. E, avvicinatosi al tuo orecchio, ti aveva sussurrato: “Quando ti ho vista, stavo giusto cercando una così, della tua taglia, da mettere a lavorare in coppia. Quelle snelle come te se la cavano bene lì allo stretto, e resistono meglio al caldo e all'umidità che c'è nelle serre.”
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