Lo Stimatore - 03
di
J.M. Ricusteu
genere
dominazione
Lo Stimatore - 03
La Direttrice della Maison aveva avvertito che qualcosa non stava funzionando a dovere, prima ancora che tu cominciassi a strillare, e per questa ragione già si stava avvicinando alla tua postazione, a passi veloci, con un sorriso professionale sulle labbra.
Donna elegante e decisa la Direttrice.
Davanti a lei ti avevano condotta una settimana fa, appena arrivata dal Centro di addestramento, e lei aveva subito dato disposizioni precise. Per valorizzare il lotto, beninteso, perché dopo la vendita sarebbe stata faccenda che riguardava altri. "Fatele un bel taglio alla maschietta," aveva ordinato, "perché dobbiamo mettere in risalto questo suo collo sottile. Poi vedremo di mandarla in pedana con un collare di lusso, di quelli sottili con gli strass… E poco trucco, mi raccomando, che sembri ancora più giovane. La voglio esposta già stasera, perché viene un tenutario di bordelli a cui potrebbe interessare una ragazzina così, per certi suoi clienti particolari. Un'occhiatina gliela darà di sicuro."
Aveva raggiunto la tua postazione, dove tu ti stavi contorcendo, con la mano di lui ormai quasi tutta dentro. E intanto singhiozzavi, senza più alcun ritegno.
Gli si era rivolta con garbo: “Mi spiace, signore. Ma adesso questa schiavetta così stretta gliela devo portare via. C’è lo Stimatore che la sta aspettando, per l'expertise.”
L’uomo con l’abito di lino era irritato, frustrato, ma non c'era nulla che potesse dire al riguardo. Aveva bofonchiato qualcosa, e a malincuore aveva liberato il tuo ventre. A un cenno della Direttrice, tu avevi ripreso, dolorante, la posizione di schiava esposta. Ti eri inginocchiata e avevi posato le mani sulle cosce, con i palmi rivolti verso l'alto. In attesa, a capo chino.
Solo allora la Direttrice si era rivolta a te, con distacco: “Ringrazia il signore per il tempo che ti ha dedicato e fagli capire che razza di cagnetta potrà portarsi via domani, se si aggiudica il lotto”.
Le sue dita grondavano di te, e tu le avevi accolte nella bocca, avvolgendole con la lingua.
“Grazie, padrone” avevi sussurrato a fatica, mentre i tuoi occhi si riempivano di lacrime.
*
Aveva dovuto quasi sostenerti di peso la Direttrice, quando eri discesa dal ripiano, non appena quel mostro se ne era andato (non prima, però, di averti rinnovato la sua promessa, che sarebbe tornato l'indomani per aggiudicarsi il lotto).
“Andiamo, ti aspetta lo Stimatore. E cerca di darti un contegno!” e si era avviata verso le stanze dell’expertise.
Tu stentavi a camminare, dopo essere stata ferma per ore e ore in ginocchio.
Immobile, sul tuo ripiano, ad accogliere le carezze distratte dei curiosi: neppure una Casa d'Aste di livello come questa può permettersi di selezionare troppo i visitatori all’ingresso, anche quando i guardaporta capiscono al primo sguardo che si tratta di gente che entra solo per dare un'occhiata.
Immobile, sul tuo ripiano, a ricevere le attenzioni ben più serie di coloro che sono venuti per comprare davvero: e tu hai fatto quel che potevi per invogliarli e per mostrarti docile, giacché dalle loro offerte dipenderà se tu sarai considerata un oggetto di valore. E un oggetto di valore chiunque lo rispetta, almeno un poco, almeno per un poco…
Eri anchilosata, dunque, dopo tanta immobilità. Ma assai più eri devastata dentro, in modo tanto evidente che perfino la Direttrice, parlando tra sé e sé, si era domandata se non fosse stato meglio rinviare l'expertise. Il suo tono era preoccupato, ma tu sapevi che riguardava solo la vendita del lotto. E la percentuale su un buon incasso, che rischiava di slittare.
Per un momento avevi sperato, che quel rinvio ti avrebbe salvata dalle serre, perché domani in pedana tu non ci saresti salita proprio. Anzi, per rendere ancora più realistica questa prospettiva, avevi tratto un gemito.
Ma la Direttrice ti aveva del tutto ignorata, proseguendo invece le sue riflessioni ad alta voce: “Se questa non sale sulla pedana domani, però, mi tocca aspettare il prossimo carico e per quindici giorni la devo mantenere e sono solo spese… A meno di chiedere al quel tale che sembrava così interessato di tornare tra un paio di giorni, appena finiamo con le consegne dei lotti, e gli propongo uno strappo alla regola: niente asta e questa schiavetta se la porta al prezzo minimo del lotto… Eh, che ne dici?
Ovviamente non era previsto che tu rispondessi, e tuttavia avevi osato: "Oh no, me la sento di affrontare lo Stimatore, Signora… Sto bene, lo giuro sto bene… Nel Centro ci addestrano al fisting…"
E la Direttrice, di rimando: "Sì, ma voglio sperare che se ne occupa qualcuno con delle mani più piccole di quel tale di prima! Altrimenti arrivate qui tutte sfondate…"
Ormai avevi trasgredito e tanto valeva andare fino in fondo. Ti eri buttata in ginocchio ai suoi piedi e avevi supplicato: "La prego, Signora, non mi venda a quell'uomo… ”
Ti aveva schiaffeggiata, ma non aveva infierito.
“Alzati! Ci manca ancora che adesso le schiave si scelgono i padroni! Su, facciamole fare questo expertise e la chiudiamo lì, ché il vero rischio è che questa mi resta invenduta. Ma come diavolo vi addestrano nei Centri?”
E mentre tu, con le guance arrossate e vacillante, le tenevi dietro a un passo, la Direttrice aveva aggiunto: “Se questo è il risultato, tanto vale che ti mettevano già all’asta due o tre anni fa. Tanto, cosa vuoi che cambi, di mettere alla catena in qualche serra una tredici o di sedici?”
Eravate finalmente davanti alla porta e la Direttrice aveva bussato. Senza aspettare si era affacciata: “Ci sarebbe ancora questa, Stimatore, il lotto numero 27. Pensavamo di vendere anche lei domani. Non è un granché come pezzo, e per di più è stata appena fiaccata da un cliente un po’ troppo esuberante. Però quel tale è anche l'unico che sembra interessato a questa ragazzina. Beh, veda un po’ lei… Certo che, se con una buona expertise, si riuscisse a valorizzarla…”
Dall'interno della stanza avevi ascoltato la risposta, gentile ma ferma: ”Farò quel posso… Ma soprattutto, Signora, farò quel che devo!”
Avevi colto il disappunto della Direttrice dalla contrazione dei suoi lineamenti. Ma subito aveva ripreso il controllo di sé.
“Ci mancherebbe altro!» aveva replicato, con il consueto sorriso inespressivo, «Lo so che lei è uno Stimatore obiettivo, che non regala niente a nessuno… Né io le chiederei mai di giudicare diversamente! Beh, la lascio con quest'ultimo lotto e poi abbiamo finito con i preparativi dell’asta di domani.”
Quindi si era scansata e ti aveva fatto segno di entrare.
(segue)
La Direttrice della Maison aveva avvertito che qualcosa non stava funzionando a dovere, prima ancora che tu cominciassi a strillare, e per questa ragione già si stava avvicinando alla tua postazione, a passi veloci, con un sorriso professionale sulle labbra.
Donna elegante e decisa la Direttrice.
Davanti a lei ti avevano condotta una settimana fa, appena arrivata dal Centro di addestramento, e lei aveva subito dato disposizioni precise. Per valorizzare il lotto, beninteso, perché dopo la vendita sarebbe stata faccenda che riguardava altri. "Fatele un bel taglio alla maschietta," aveva ordinato, "perché dobbiamo mettere in risalto questo suo collo sottile. Poi vedremo di mandarla in pedana con un collare di lusso, di quelli sottili con gli strass… E poco trucco, mi raccomando, che sembri ancora più giovane. La voglio esposta già stasera, perché viene un tenutario di bordelli a cui potrebbe interessare una ragazzina così, per certi suoi clienti particolari. Un'occhiatina gliela darà di sicuro."
Aveva raggiunto la tua postazione, dove tu ti stavi contorcendo, con la mano di lui ormai quasi tutta dentro. E intanto singhiozzavi, senza più alcun ritegno.
Gli si era rivolta con garbo: “Mi spiace, signore. Ma adesso questa schiavetta così stretta gliela devo portare via. C’è lo Stimatore che la sta aspettando, per l'expertise.”
L’uomo con l’abito di lino era irritato, frustrato, ma non c'era nulla che potesse dire al riguardo. Aveva bofonchiato qualcosa, e a malincuore aveva liberato il tuo ventre. A un cenno della Direttrice, tu avevi ripreso, dolorante, la posizione di schiava esposta. Ti eri inginocchiata e avevi posato le mani sulle cosce, con i palmi rivolti verso l'alto. In attesa, a capo chino.
Solo allora la Direttrice si era rivolta a te, con distacco: “Ringrazia il signore per il tempo che ti ha dedicato e fagli capire che razza di cagnetta potrà portarsi via domani, se si aggiudica il lotto”.
Le sue dita grondavano di te, e tu le avevi accolte nella bocca, avvolgendole con la lingua.
“Grazie, padrone” avevi sussurrato a fatica, mentre i tuoi occhi si riempivano di lacrime.
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Aveva dovuto quasi sostenerti di peso la Direttrice, quando eri discesa dal ripiano, non appena quel mostro se ne era andato (non prima, però, di averti rinnovato la sua promessa, che sarebbe tornato l'indomani per aggiudicarsi il lotto).
“Andiamo, ti aspetta lo Stimatore. E cerca di darti un contegno!” e si era avviata verso le stanze dell’expertise.
Tu stentavi a camminare, dopo essere stata ferma per ore e ore in ginocchio.
Immobile, sul tuo ripiano, ad accogliere le carezze distratte dei curiosi: neppure una Casa d'Aste di livello come questa può permettersi di selezionare troppo i visitatori all’ingresso, anche quando i guardaporta capiscono al primo sguardo che si tratta di gente che entra solo per dare un'occhiata.
Immobile, sul tuo ripiano, a ricevere le attenzioni ben più serie di coloro che sono venuti per comprare davvero: e tu hai fatto quel che potevi per invogliarli e per mostrarti docile, giacché dalle loro offerte dipenderà se tu sarai considerata un oggetto di valore. E un oggetto di valore chiunque lo rispetta, almeno un poco, almeno per un poco…
Eri anchilosata, dunque, dopo tanta immobilità. Ma assai più eri devastata dentro, in modo tanto evidente che perfino la Direttrice, parlando tra sé e sé, si era domandata se non fosse stato meglio rinviare l'expertise. Il suo tono era preoccupato, ma tu sapevi che riguardava solo la vendita del lotto. E la percentuale su un buon incasso, che rischiava di slittare.
Per un momento avevi sperato, che quel rinvio ti avrebbe salvata dalle serre, perché domani in pedana tu non ci saresti salita proprio. Anzi, per rendere ancora più realistica questa prospettiva, avevi tratto un gemito.
Ma la Direttrice ti aveva del tutto ignorata, proseguendo invece le sue riflessioni ad alta voce: “Se questa non sale sulla pedana domani, però, mi tocca aspettare il prossimo carico e per quindici giorni la devo mantenere e sono solo spese… A meno di chiedere al quel tale che sembrava così interessato di tornare tra un paio di giorni, appena finiamo con le consegne dei lotti, e gli propongo uno strappo alla regola: niente asta e questa schiavetta se la porta al prezzo minimo del lotto… Eh, che ne dici?
Ovviamente non era previsto che tu rispondessi, e tuttavia avevi osato: "Oh no, me la sento di affrontare lo Stimatore, Signora… Sto bene, lo giuro sto bene… Nel Centro ci addestrano al fisting…"
E la Direttrice, di rimando: "Sì, ma voglio sperare che se ne occupa qualcuno con delle mani più piccole di quel tale di prima! Altrimenti arrivate qui tutte sfondate…"
Ormai avevi trasgredito e tanto valeva andare fino in fondo. Ti eri buttata in ginocchio ai suoi piedi e avevi supplicato: "La prego, Signora, non mi venda a quell'uomo… ”
Ti aveva schiaffeggiata, ma non aveva infierito.
“Alzati! Ci manca ancora che adesso le schiave si scelgono i padroni! Su, facciamole fare questo expertise e la chiudiamo lì, ché il vero rischio è che questa mi resta invenduta. Ma come diavolo vi addestrano nei Centri?”
E mentre tu, con le guance arrossate e vacillante, le tenevi dietro a un passo, la Direttrice aveva aggiunto: “Se questo è il risultato, tanto vale che ti mettevano già all’asta due o tre anni fa. Tanto, cosa vuoi che cambi, di mettere alla catena in qualche serra una tredici o di sedici?”
Eravate finalmente davanti alla porta e la Direttrice aveva bussato. Senza aspettare si era affacciata: “Ci sarebbe ancora questa, Stimatore, il lotto numero 27. Pensavamo di vendere anche lei domani. Non è un granché come pezzo, e per di più è stata appena fiaccata da un cliente un po’ troppo esuberante. Però quel tale è anche l'unico che sembra interessato a questa ragazzina. Beh, veda un po’ lei… Certo che, se con una buona expertise, si riuscisse a valorizzarla…”
Dall'interno della stanza avevi ascoltato la risposta, gentile ma ferma: ”Farò quel posso… Ma soprattutto, Signora, farò quel che devo!”
Avevi colto il disappunto della Direttrice dalla contrazione dei suoi lineamenti. Ma subito aveva ripreso il controllo di sé.
“Ci mancherebbe altro!» aveva replicato, con il consueto sorriso inespressivo, «Lo so che lei è uno Stimatore obiettivo, che non regala niente a nessuno… Né io le chiederei mai di giudicare diversamente! Beh, la lascio con quest'ultimo lotto e poi abbiamo finito con i preparativi dell’asta di domani.”
Quindi si era scansata e ti aveva fatto segno di entrare.
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