Fiat voluntas sua. Le ripetizioni di Greco e Latino.
di
L'Iperbolico D'Annunzio
genere
prime esperienze
Non è stato a causa di ciò che io e la mia fidanzata dell'epoca ci siamo lasciati, infatti siamo rimasti insieme altri due anni da quegli avvenimenti. Fu per colpa mia, anche se nessuno può escludere che quella vicenda abbia intaccato il nostro rapporto indelebilmente. Carolina lavorava come infermiera part time in una clinica privata di Roma Nord e due pomeriggi a settimana per 2 ore ciascuno dava ripetizioni di Latino e greco a ragazzi e ragazze delle superiori. Fu proprio grazie ad una di queste che nel 2016 evitó a pieni voti il debito in Latino, che venne suggerita alla Signora Margherita, il cui figlio versava in condizioni catastrofiche. Aveva ripetuto due volte il primo Ginnasio (quarto superiore) e oramai diciottenne, senza l'intervento di qualcuno che lo avesse seguito, avrebbe di certo fatto la tripletta. Era Novembre e già dai primi pagellini si intuiva come sarebbe andata tanto che Margherita corse subito ai ripari spargendo la voce in giro. Contattó Carolina i primi di dicembre e si misero d'accordo per un incontro con il ragazzo, Pierluigi, per capire soprattutto il suo livello e il suo carattere. Era il classico nerd, leggermente in sovrappeso senza quasi alcuna peluria ad eccezione di un accenno di baffetti. Dal primo incontro sa che non sarà impresa facile perché non mantiene l'attenzione per molto tempo e dopo 40/45 minuti ha bisogno di una pausa per vedere il cellulare o distrarsi. La mamma lavorava fino alle 20 di sera nello studio commercialista della famiglia, una famiglia agiata senza dubbio, per questo intuisce che non la vedrà molto spesso, lasciandole però i soldi in una busta il giovedi pomeriggio. I primi incontri passarono senza problemi ma da metà gennaio Carolina aveva notato che passava 10/15 minuti in bagno più volte durante le ripetizioni, e lei da ingenua invece di finire alle 18 come da accordi si prolungava per recuperare (ovviamente gratis). Diciamo che con il senno di poi entrambi capimmo io motivo. Carolina è una ragazza formosa, oggi si direbbe curvy, di 36 anni. Bel seno, mora e capelli lunghi lisci. Per quanto non andava a provocare capitava delle volte che indossasse una camicetta mediamente scollata che mettesse in risalto il suo seno. E Pierluigi apprezzava anche se spesso arrossiva e cercava in tutti i modi di sviare lo sguardo. Questo lei lo capiva e spesso si lasciava la sciarpa intorno al collo. Arrivò un giorno che non avevano compiti di latino e greco pertanto era rimasta più di un'ora in cui Carolina si era offerta di aiutarlo in altre materie. Ma di studiare lui non ne aveva più voglia e le offri delle patatine e della coca cola mentre chiacchieravano della scuola. Quel ragazzo le fece molta tenerezza, si capiva che passava molto tempo da solo e che non aveva amici. Faceva fatica a relazionarsi con l'altro sesso, e per la sua etá era ancora immaturo. Le fece vedere casa e la sua stanza dove c'era un enorme acquario, computer, console, giochi etc. Carolina ebbe una pena materna di quel "ragazzino" appena maggiorenne immerso in un mondo tutto suo e mentre lei dopo una sua battuta gli accarezzó la gancia in segno di affetto, quasi goffamente lui provó a baciarla, fece in tempo a scansarsi mantenendo la calma. Cosa fai, disse Carolina. Scusami ti prego non so che mi sia successo. Rispose Pierluigi. Ella capì cosa gli fosse successo, finalmente aveva trovato una persona del sesso opposto che per la prima volta lo aveva ascoltato e non soltato giudicato. Ma Carolina sapeva di essere 17 anni più grande di lui e di essere per di più fidanzata. Ascolta Pierluigi, disse lei, devi trovare una ragazza della tua età, con i tuoi stessi interessi, che ti capisca. Pierluigi aveva l'occhio lucido e tratteneva a forza le lacrime raccontandole delle sue difficoltà e del fatto che si vergognasse di non aver ancora baciato una ragazza e che era sicuro che non lo avrebbe mai fatto. In quel momento mossa da compassione, Carolina lo bació sulle labbra con un pizzichino di lingua. Pierluigi tra l'incredulo e lo spaesato in un impeto di eccitazione si scaraventò con tutto il peso su di lei gettandola sul letto. Era comunque piazzato e lei non ebbe la forza di contrastarlo mentre cercava di metterle una mano tra le cosce per cercare la passerina che con molto probabilità non aveva mai visto se non in qualche film porno. Era goffo anche nell'esplorazione di un corpo femminile. Carolina che era sempre stata molto retta come persona non ebbe paura, lo guardó negli occhi capendo che tra i due quello che aveva più paura in quel momento era lui. Gli disse: questo non è il modo giusto. Prima che lei finisse di parlare lui la bació. Carolina a quel punto si arrese, mi disse che lo aveva fatto per pena. Voleva regalare a quel ragazzo la sua prima volta certa che per lei non avrebbe significato nulla e per lui invece tutto. Carolina come una Maestra lo guidava nell'esplorazione del corpo femminile. I seni, la vulva, il sedere. Pierluigi baciava tutto avidamente e il suo pene si ingrossava sempre di più. Le prese la testa guidandola sul suo pube, speranzoso che di li a poco lei lo avrebbe accolto nella sua bocca. Carolina si lasció guidare assaporando quel pisellino quasi senza peluria. Aveva un sapore dolciastro, molto piacevole, si stava eccitando anche lei, del resto come mi disse poi, non era fatta di pietra. Passata la tenerezza si era accesa anche lei e voleva godere. Si alzo e mettendosi a cavalcioni su di lui si infiló il suo pene nella vagina iniziando a cavalcare e mettendosi la testa del ragazzo tra i seni. Ciucciale adesso, non era questo che volevi? Il suo cazzo dentro di lei si gonfiava sempre di più. Pierluigi era dotato, non si poteva dire il contrario. Era come se assorbisse i suoi umori come una spugna e aumentasse esponenzialmente le sue dimensioni. Lo sente pulsare dentro, sta per venire non fa in tempo ad uscire per continuare in un altro modo che come un vulcano sente riempire il suo ventre di un liquido caldo. Rimangono mezz'ora abbracciati, poi lei si riveste e se ne va, tra i due neanche uno sguardo. Una parola. Non ne hanno più parlato per tutto il resto delle lezioni. Pierluigi riuscì ad evitare il debito e passare l'anno con somma soddisfazione di Margherita e credo anche di Pierluigi.
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