Il collega - secondo episodio
di
Neverland
genere
tradimenti
Poi sento il campanello. Ancora rossa e con il cuore a mille mi butto giù dal letto e lo rifaccio al volo per non farti vedere che non ero in un momento di produttività. Corro ad aprirti la portone e poi a lavarmi la faccia mentre sali le scale.
Prima di girare la maniglia guardo attraverso lo spioncino come facevo quando ci siamo conosciuti.
Ti guardavo arrivare e giudicavo la tua camminata, i tuoi vestiti. Pensavo che sarebbe durata giusto il tempo di fare tornare la coinquilina dal suo viaggio in Finlandia. Mi sarei vergognata al tempo a farle vedere che io, proprio io, andavo a letto con uno come te. Così diverso.
Mi dava l'idea che la gente avrebbe pensato che lo facevo solo per sesso, senza una connessione intellettuale. E che "gli altri" si figurassero come scopavamo. Perché guardandoci non eravamo ben assortiti, e quindi per forza veniva da pensare a come eravamo a letto.
Sicuramente si capiva che c'era un rapporto di dominazione, ma magari non solo per come era effettivamente, cioè tu che mi tenevi i polsi mentre mi infilavi i piedi tra i denti obbligandomi a dire a bocca piena che ero la tua puttana.. magari pensavano che fossi io a dominarti.
A metterti un dito nel culo mentre ti facevo agognare la mia lingua sul tuo cazzo stando a pochi millimetri dalla cappella con gli occhi talmente fissi su di essa da diventare strabici.
Volevi che ti guardassi e invece continuavo a guardare lì.
-Cosa vuoi? Dai dillo.
-Che me lo prendi in bocca.
-Qui?
-Si. Ti prego.
-Ok.
Facevo una finta e invece spingevo ancora più su il dito e tu gemevi.
Beh questo in realtà lo facevo.
Con lui no non lo farei mai. Voglio solo dargli la mia parte inutile, senza contraltari. Voglio solo essere usata.
Sempre più vicino allo spioncino, sempre meno tempo per pensare ad altro. Arrivi, ti apro.
-Ciao amore.
-Ciao Pippi.
-Come va?
-Bene ma ho un po' di casini a lavoro. Tu stasera lavori?
-Si.
-E che stavi facendo?
-Cose in casa..
Mi abbracci. Odori di fuori e di inverno. Entro nel tuo cappotto prima che te lo levi. Vorrei far scendere la mano ma so che diresti "dai..", vorrei scendere in ginocchio ma so che diresti "cosa fai..?"
Allora faccio quello che vuoi tu, un gesto di solo amore. Tenerezza. Relax.
Ma questa energia devo sfogarla in un qualche modo, no?
Stasera devo lavorare. Cosa mi aspetto?
Non c'è niente tra di noi in realtà. Ma la fantasia ha una dose di reale.
E quando arriverò lo guarderò come se l'avessimo fatto veramente. Con pudore e malizia lo destabilizzerò senza dire niente. E lui balbetterà cazzo.
Al locale verrà pochissima gente.
A un certo punto mentre starò asciugando un calice mi darà un pizzicotto al braccio. Quasi romperò il bicchiere.
-che palle non so più cosa fare
-aiutami con i bicchieri
-si e poi? Staremo tutta la sera a guardarci negli occhi.
Deciderò di sferrare un attacco. Me la starà servendo su un piatto d'argento. Chiuderò gli occhi e li riaprirò ficcandoli direttamente nei suoi. Bum.
Lo so che i miei occhi sono potenti, me lo hanno sempre detto tutti. Sono così frustrata che mi sono rotta di fare finta di andare in giro disarmata. Bum.
E lui.. se ne andrà in cucina! A questo punto lo avrò spaventato forse.
-E i bicchieri?
No, devo fare un passo indietro. Rinchiudere questo desiderio nella mia mente, non farlo uscire più, curarlo con la consapevolezza che la mia attrazione proviene esclusivamente dalle mancanze che ho nella mia relazione.
Andrò a lavoro, farò finta di niente, mi comporterò da amica, magari gli farò pure qualche domanda sulla sua ragazza...
...
..Vero?
Prima di girare la maniglia guardo attraverso lo spioncino come facevo quando ci siamo conosciuti.
Ti guardavo arrivare e giudicavo la tua camminata, i tuoi vestiti. Pensavo che sarebbe durata giusto il tempo di fare tornare la coinquilina dal suo viaggio in Finlandia. Mi sarei vergognata al tempo a farle vedere che io, proprio io, andavo a letto con uno come te. Così diverso.
Mi dava l'idea che la gente avrebbe pensato che lo facevo solo per sesso, senza una connessione intellettuale. E che "gli altri" si figurassero come scopavamo. Perché guardandoci non eravamo ben assortiti, e quindi per forza veniva da pensare a come eravamo a letto.
Sicuramente si capiva che c'era un rapporto di dominazione, ma magari non solo per come era effettivamente, cioè tu che mi tenevi i polsi mentre mi infilavi i piedi tra i denti obbligandomi a dire a bocca piena che ero la tua puttana.. magari pensavano che fossi io a dominarti.
A metterti un dito nel culo mentre ti facevo agognare la mia lingua sul tuo cazzo stando a pochi millimetri dalla cappella con gli occhi talmente fissi su di essa da diventare strabici.
Volevi che ti guardassi e invece continuavo a guardare lì.
-Cosa vuoi? Dai dillo.
-Che me lo prendi in bocca.
-Qui?
-Si. Ti prego.
-Ok.
Facevo una finta e invece spingevo ancora più su il dito e tu gemevi.
Beh questo in realtà lo facevo.
Con lui no non lo farei mai. Voglio solo dargli la mia parte inutile, senza contraltari. Voglio solo essere usata.
Sempre più vicino allo spioncino, sempre meno tempo per pensare ad altro. Arrivi, ti apro.
-Ciao amore.
-Ciao Pippi.
-Come va?
-Bene ma ho un po' di casini a lavoro. Tu stasera lavori?
-Si.
-E che stavi facendo?
-Cose in casa..
Mi abbracci. Odori di fuori e di inverno. Entro nel tuo cappotto prima che te lo levi. Vorrei far scendere la mano ma so che diresti "dai..", vorrei scendere in ginocchio ma so che diresti "cosa fai..?"
Allora faccio quello che vuoi tu, un gesto di solo amore. Tenerezza. Relax.
Ma questa energia devo sfogarla in un qualche modo, no?
Stasera devo lavorare. Cosa mi aspetto?
Non c'è niente tra di noi in realtà. Ma la fantasia ha una dose di reale.
E quando arriverò lo guarderò come se l'avessimo fatto veramente. Con pudore e malizia lo destabilizzerò senza dire niente. E lui balbetterà cazzo.
Al locale verrà pochissima gente.
A un certo punto mentre starò asciugando un calice mi darà un pizzicotto al braccio. Quasi romperò il bicchiere.
-che palle non so più cosa fare
-aiutami con i bicchieri
-si e poi? Staremo tutta la sera a guardarci negli occhi.
Deciderò di sferrare un attacco. Me la starà servendo su un piatto d'argento. Chiuderò gli occhi e li riaprirò ficcandoli direttamente nei suoi. Bum.
Lo so che i miei occhi sono potenti, me lo hanno sempre detto tutti. Sono così frustrata che mi sono rotta di fare finta di andare in giro disarmata. Bum.
E lui.. se ne andrà in cucina! A questo punto lo avrò spaventato forse.
-E i bicchieri?
No, devo fare un passo indietro. Rinchiudere questo desiderio nella mia mente, non farlo uscire più, curarlo con la consapevolezza che la mia attrazione proviene esclusivamente dalle mancanze che ho nella mia relazione.
Andrò a lavoro, farò finta di niente, mi comporterò da amica, magari gli farò pure qualche domanda sulla sua ragazza...
...
..Vero?
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