Fantasmi del passato - 2
di
Claire Lachatte
genere
saffico
Sono le sette. Finalmente la giornata di lavoro è finita. In qualche modo sono riuscita a passare il pomeriggio senza più combinare troppi danni.
E dire che, dopo l’incontro avuto in pausa pranzo, la mia concentrazione non era al massimo. Continuavo a pensare a Francesca, al suo sorriso…
Spengo il computer, metto a posto la scrivania e corro a prendere il treno.
Arrivo a casa e spalanco la porta: “Ciao amore! Sono tornata!”
“Togliti le scarpe che ho appena finito di pulire tutta casa!” mi urla Jenni dalla cucina.
Entrando mi accoglie un buon profumo di arrosto. Sono fortunata, la mia compagna è un’ottima cuoca.
La raggiungo in cucina, l’abbraccio e le do un bacio sul collo.
“Per fortuna sono a casa! è stata una giornata disastrosa oggi, il capo mi ha di nuovo ripresa…”
“Ma che hai combinato di nuovo?” mi chiede innervosita.
“Ma niente, ho compilato male un documento…”
“Certo che anche tu dovresti essere più attenta, hai sempre la testa tra le nuvole! Devi imparare ad essere più precisa, anche i più piccoli dettagli sul lavoro sono importanti”
Sto per ribattere, quando noto un foglietto che sbuca dalla mia borsa. L’ho buttata sul divano della cucina e si è aperta, lasciando così il suo contenuto in bella vista.
“Hai ragione, anche a casa, devo imparare ad essere più ordinata! Vado a mettere subito a posto le mie cose!”
Chiudo rapidamente la borsa e la vado a sistemare nell’armadio all’ingresso.
Butto un’occhiata al biglietto, c’è scritto il numero di telefono e: “Chiamami se vuoi… Francesca ♥”
Ci ha pure messo un cuoricino? Ma cheeee…? Se lo vede Jenni, sono guai. Non ho fatto nulla di male, ma meglio non rischiare. Lo faccio sparire al fondo della borsa e domani lo devo assolutamente buttare.
Torno in cucina. Jenni ha indosso il suo grembiule da cuoca, i guanti da cucina ed è piegata a tirar fuori dal forno l’arrosto con le patate. Le guardo il culo mentre si piega, è in tuta da ginnastica, ma si vedono bene le chiappe sode da ex calciatrice. Mi avvicino da dietro e glielo palpo per gioco.
“Ma la smetti??” mi strilla
“Mi spiace, non posso resistere, sei troppo sexy!”
Lei scoppia a ridere. “Fammi posare questa teglia e vedi cosa ti combino!”
“Non vedo l’ora” la provoco io.
Lei appoggia l’arrosto sul tavolo apparecchiato per la cena.
Poi mi mette una mano dietro al collo, mi avvicina il volto al suo e mi bacia appassionatamente.
Appena ci stacchiamo, la guardo felice e le dico scherzosamente: “Ma buonasera amore mio, questo si che è un bel saluto di rientro a casa!”
“Buonasera mostriciattola” mi risponde “Sai qualcuno si deve occupare di preparare cena se vogliamo mangiare”
“Uff…” sbuffo, mi ha rovinato il momento di gioco. “Dai mangiamo allora che poi si raffredda.”
Da quando le hanno dato il part time al lavoro e si occupa lei di più della casa, non passa occasione che non me lo faccia pesare.
La cena comunque è deliziosa e dopo cena ci mettiamo sul divano a vederci un film.
Jenni sceglie un thriller fantascientifico, a me però non piace e dopo pochi minuti mi sto già annoiando.
La osservo e penso: chissà come è che ci sono finita con Jenni…
Lei è la classica lesbica mascolina, taglio di capelli corti, abbigliamento da maschiaccio, un po’ rude e diretta nei modi.
Prima di lei, il mondo era binario per me: se uscivo con un ragazzo, la scelta era per il classico maschio etero da partita e birra con gli amici, se uscivo con una ragazza invece doveva essere femminile, trucchi, gonnelline e capelli lunghi.
E poi era arrivata lei: un miscuglio tra le due cose che ancora – dopo un anno di convivenza – faticavo a decifrare.
Provo a riguardare un po’ del film, ma è una noia mortale ed io stasera non ho la testa per stare a guardare la tv. Inizio a stuzzicare Jenni.
Mi avvicino appoggiandomi con la spalla a lei. Lei istintivamente mi passa il braccio destro intorno alle spalle e mi abbraccia. Rispondo all’abbraccio strusciandomi contro di lei come una gatta, mi giro con la testa e le do un bacio sulla guancia. Lei continua però imperterrita a fissare il film.
Con la mano, inizio ad accarezzarle la coscia. Faccio dei movimenti ripetuti, dal ginocchio salgo quasi fino all’inguine e poi torno giù. Parto esternamente, ma poi inizio sempre più ad avvicinarmi all’interno coscia.
Jenni mette il film in pausa. “Cosa vuoi?”
La guardo con la faccia di una bimba che è stata appena sorpresa a rubare dal barattolo di marmellata.
“Che cosa vuoi?” mi ripete
“Vorrei che mi scopassi” dico in un bisbiglio.
“Dimmelo ad alta voce”
“Vorrei che mi scopassi” ripeto ad alta voce.
Lei finalmente mi salta addosso.
“Mai una volta che mi fai vedere un film dall’inizio alla fine” si lamenta, ma so che sta scherzando.
Si sfila con foga la maglia e i pantaloni e io faccio altrettanto.
Sono inebriata dal calore e dal profumo dei nostri corpi nudi a contatto. Le nostre tette si toccano, adoro sentire la sua pelle soffice contro la mia.
Mi infila due dita dentro, sono già bagnata, è da prima di cenare che aspetto questo momento.
Inizio ad ansimare e quasi la imploro “Ti prego, voglio essere sfondata…”
“Wow come sei su di giri stasera! È successo qualcosa oggi?”
Mi sento arrossire, per fortuna abbiamo spento le luci prima di vedere il film e lei non si accorge di nulla.
“Ma no, mi sei solo mancata tanto tanto…”
“Ok, aspettami. Vado in camera a prendere lo strap-on.”
La aspetto continuando a toccarmi il clitoride, quando torna voglio essere ancora più eccitata di quanto sono già ora. Nel frattempo, penso a lei, alle sue tette tonde, alla sua figa e al suo volto…
Ma la fantasia mi tradisce. Al posto di Jenni vedo la faccia di Francesca, il suo sorriso e i suoi capelli lunghi e ricci…
Jenni è tornata. Si infila l’imbrago e spalma il dildo con il lubrificante. Si avvicina e guidandolo con le mani, me lo infila dentro.
Chiudo gli occhi e a gambe aperte mi godo i colpi che mi dà con lo strap-on, in fondo una fantasia non è un tradimento.
Non ancora almeno…
E dire che, dopo l’incontro avuto in pausa pranzo, la mia concentrazione non era al massimo. Continuavo a pensare a Francesca, al suo sorriso…
Spengo il computer, metto a posto la scrivania e corro a prendere il treno.
Arrivo a casa e spalanco la porta: “Ciao amore! Sono tornata!”
“Togliti le scarpe che ho appena finito di pulire tutta casa!” mi urla Jenni dalla cucina.
Entrando mi accoglie un buon profumo di arrosto. Sono fortunata, la mia compagna è un’ottima cuoca.
La raggiungo in cucina, l’abbraccio e le do un bacio sul collo.
“Per fortuna sono a casa! è stata una giornata disastrosa oggi, il capo mi ha di nuovo ripresa…”
“Ma che hai combinato di nuovo?” mi chiede innervosita.
“Ma niente, ho compilato male un documento…”
“Certo che anche tu dovresti essere più attenta, hai sempre la testa tra le nuvole! Devi imparare ad essere più precisa, anche i più piccoli dettagli sul lavoro sono importanti”
Sto per ribattere, quando noto un foglietto che sbuca dalla mia borsa. L’ho buttata sul divano della cucina e si è aperta, lasciando così il suo contenuto in bella vista.
“Hai ragione, anche a casa, devo imparare ad essere più ordinata! Vado a mettere subito a posto le mie cose!”
Chiudo rapidamente la borsa e la vado a sistemare nell’armadio all’ingresso.
Butto un’occhiata al biglietto, c’è scritto il numero di telefono e: “Chiamami se vuoi… Francesca ♥”
Ci ha pure messo un cuoricino? Ma cheeee…? Se lo vede Jenni, sono guai. Non ho fatto nulla di male, ma meglio non rischiare. Lo faccio sparire al fondo della borsa e domani lo devo assolutamente buttare.
Torno in cucina. Jenni ha indosso il suo grembiule da cuoca, i guanti da cucina ed è piegata a tirar fuori dal forno l’arrosto con le patate. Le guardo il culo mentre si piega, è in tuta da ginnastica, ma si vedono bene le chiappe sode da ex calciatrice. Mi avvicino da dietro e glielo palpo per gioco.
“Ma la smetti??” mi strilla
“Mi spiace, non posso resistere, sei troppo sexy!”
Lei scoppia a ridere. “Fammi posare questa teglia e vedi cosa ti combino!”
“Non vedo l’ora” la provoco io.
Lei appoggia l’arrosto sul tavolo apparecchiato per la cena.
Poi mi mette una mano dietro al collo, mi avvicina il volto al suo e mi bacia appassionatamente.
Appena ci stacchiamo, la guardo felice e le dico scherzosamente: “Ma buonasera amore mio, questo si che è un bel saluto di rientro a casa!”
“Buonasera mostriciattola” mi risponde “Sai qualcuno si deve occupare di preparare cena se vogliamo mangiare”
“Uff…” sbuffo, mi ha rovinato il momento di gioco. “Dai mangiamo allora che poi si raffredda.”
Da quando le hanno dato il part time al lavoro e si occupa lei di più della casa, non passa occasione che non me lo faccia pesare.
La cena comunque è deliziosa e dopo cena ci mettiamo sul divano a vederci un film.
Jenni sceglie un thriller fantascientifico, a me però non piace e dopo pochi minuti mi sto già annoiando.
La osservo e penso: chissà come è che ci sono finita con Jenni…
Lei è la classica lesbica mascolina, taglio di capelli corti, abbigliamento da maschiaccio, un po’ rude e diretta nei modi.
Prima di lei, il mondo era binario per me: se uscivo con un ragazzo, la scelta era per il classico maschio etero da partita e birra con gli amici, se uscivo con una ragazza invece doveva essere femminile, trucchi, gonnelline e capelli lunghi.
E poi era arrivata lei: un miscuglio tra le due cose che ancora – dopo un anno di convivenza – faticavo a decifrare.
Provo a riguardare un po’ del film, ma è una noia mortale ed io stasera non ho la testa per stare a guardare la tv. Inizio a stuzzicare Jenni.
Mi avvicino appoggiandomi con la spalla a lei. Lei istintivamente mi passa il braccio destro intorno alle spalle e mi abbraccia. Rispondo all’abbraccio strusciandomi contro di lei come una gatta, mi giro con la testa e le do un bacio sulla guancia. Lei continua però imperterrita a fissare il film.
Con la mano, inizio ad accarezzarle la coscia. Faccio dei movimenti ripetuti, dal ginocchio salgo quasi fino all’inguine e poi torno giù. Parto esternamente, ma poi inizio sempre più ad avvicinarmi all’interno coscia.
Jenni mette il film in pausa. “Cosa vuoi?”
La guardo con la faccia di una bimba che è stata appena sorpresa a rubare dal barattolo di marmellata.
“Che cosa vuoi?” mi ripete
“Vorrei che mi scopassi” dico in un bisbiglio.
“Dimmelo ad alta voce”
“Vorrei che mi scopassi” ripeto ad alta voce.
Lei finalmente mi salta addosso.
“Mai una volta che mi fai vedere un film dall’inizio alla fine” si lamenta, ma so che sta scherzando.
Si sfila con foga la maglia e i pantaloni e io faccio altrettanto.
Sono inebriata dal calore e dal profumo dei nostri corpi nudi a contatto. Le nostre tette si toccano, adoro sentire la sua pelle soffice contro la mia.
Mi infila due dita dentro, sono già bagnata, è da prima di cenare che aspetto questo momento.
Inizio ad ansimare e quasi la imploro “Ti prego, voglio essere sfondata…”
“Wow come sei su di giri stasera! È successo qualcosa oggi?”
Mi sento arrossire, per fortuna abbiamo spento le luci prima di vedere il film e lei non si accorge di nulla.
“Ma no, mi sei solo mancata tanto tanto…”
“Ok, aspettami. Vado in camera a prendere lo strap-on.”
La aspetto continuando a toccarmi il clitoride, quando torna voglio essere ancora più eccitata di quanto sono già ora. Nel frattempo, penso a lei, alle sue tette tonde, alla sua figa e al suo volto…
Ma la fantasia mi tradisce. Al posto di Jenni vedo la faccia di Francesca, il suo sorriso e i suoi capelli lunghi e ricci…
Jenni è tornata. Si infila l’imbrago e spalma il dildo con il lubrificante. Si avvicina e guidandolo con le mani, me lo infila dentro.
Chiudo gli occhi e a gambe aperte mi godo i colpi che mi dà con lo strap-on, in fondo una fantasia non è un tradimento.
Non ancora almeno…
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