Nudisti sull'Adda 3

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genere
esibizionismo

Nudisti sull’Adda 3
Tornò l’estate e la mia voglia di rivederla era grande, troppa in realtà, per essere gestita con raziocinio. Fingevo di andare a pescare, ogni volta che potevo, battendo le rive del fiume in cerca di un suo segno. Il fine settimana lasciavo a mia moglie pochi momenti della mia presenza per dedicare tutto il tempo alla ricerca. Ma tutto sembrava inutile, la fortuna che avevo avuto quel giorno sembrava non volersi presentare più. Passò giugno e ancora niente, ero divorato da questa cosa, tutto il mio essere era in uno stato di agitazione, non ero più io e non sapevo nemmeno cos’ero diventato. In casa ero assente anche quando ero presente e ovviamente un giorno mia moglie decise di parlare della cosa.
“Senti, mi devi dire cosa ti sta succedendo. Non ci sei mai, non facciamo più niente insieme, quando ci sei spiaccichi al massimo quattro parole in croce. Dimmi se ti posso aiutare in qualche maniera” mi disse gentilmente lei.
Non sapevo cosa rispondere a questa domanda perché quella maledetta ossessione che mi dominava mi aveva fatto dimenticare tutto il resto del mondo.
“Lo so, mi dispiace, è un momento così”.
“Tutto qui? Un momento? Ascolta è tua moglie che ti sta parlando. Te lo chiedo e non sai quanto mi costa. Ti sei innamorato di un'altra?”.
Restai in silenzio qualche secondo, non sapevo veramente che dire. Forse mi conveniva dirglielo, liberarmi e ricominciare una nuova vita. Ma le mie solite paure tornarono a trovarmi proprio in quel momento, quel maledetto senso del dovere, il comportamento da bravo ragazzo, tutte insieme, ed era troppo per poter pensare di fare resistenza.
“Non è una questione di donne, è che ho bisogno di ritrovare me stesso, le mie certezze, la leggerezza, cose così” bisbigliai.
Mia moglie mi prese entrambe le mani dentro le sue, in lacrime, mi guardò negli occhi.
“Io per te ci sono, amore mio. Non devi isolarti per forza. Possiamo ricominciare da capo, insieme, se ti va” mi disse dolcemente.
Le diedi un bacio e l’abbracciai forte. Iniziai a piangere al pensiero di come l’avevo trattata, dimenticata, per un capriccio privo di significato. Era stata paziente e decisa a difendere quello che voleva di più dalla vita, perché era disposta a lottare per tenermi stretto. Tutto il contrario di me che andavo avanti a caso, sballottato dai venti del destino. Andammo in camera da letto a fare l’amore. Un amore molto diverso da quello che facevo con la nudista. Questo era lento, fatto di baci e carezze un amore che una volta raggiunto l’orgasmo si restava insieme abbracciati senza scappare da nessuna parte. Mentre eravamo sdraiati, con la sua testa appoggiata al mio petto, decisi che non valeva la pena rinunciare a tutto questo, che questa era una cosa vera, mentre la mia relazione con la nudista esisteva solo nella mia testa. E anche mettendo che lei volesse fare una storia con me avrei dovuto accettare il suo libertinaggio che adesso mi piaceva, ma che da compagno fisso non so se avrei potuto accettare. Tornai a dedicarmi al mio matrimonio e quell’ estate fu come se fossimo tornati agli anni di fidanzamento. Facevamo gite, aperitivi con gli amici e ci concedemmo una vacanza di due settimane in Spagna, esattamente come la prima estate in cui eravamo conosciuti. E soprattutto tornammo a fare l’amore, tutti i giorni, come se quel fuoco che credevamo ormai spento si fosse improvvisamente riacceso, più forte di prima.
La nudista era solo un pallido ricordo nei miei pensieri, un’ombra che riaffiorava raramente. O meglio, così ingenuamente pensavo.
Un giorno di settembre un mio amico pescatore mi mandò un messaggio con scritto: Pesca grossa sull’ Adda oggi. E insieme mi mandò la foto di due ragazze che prendevano il sole nude. La foto era fatta da lontano, una ragazza non sapevo chi fosse, ma l’altra era lei, la mia nudista, non potevo sbagliarmi. Gli chiesi dove l’avesse fatta e lui mi indicò il posto esatto dicendo che loro erano sdraiate e non si erano accorte di niente. Gli chiesi se per favore poteva evitare di mandarle sui vari gruppi Whatsapp, come di solito succede, visto che una mi sembrava la cugina di un mio conoscente. Era la prima balla che mi venne in mente per evitare di far scattare una caccia al nudo. Mi rispose che era troppo tardi, le foto erano già in giro. Guardando quelle pessime foto fu come se gli ultimi due mesi non fossero esistiti, la voglia di rivederla riprese a divorarmi esattamente da dove mi aveva lasciato. Il giorno dopo dissi a mia moglie che andavo a pescare fin dal primo mattino, annullando con suo dispiacere una gita che avevamo già programmato, dalla sua espressione capii che non mi credette del tutto, comunque non fece grandi storie e mi lasciò andare. Presi una canna a caso e me ne andai senza prendere nemmeno le esche. Arrivato sul fiume parcheggiai la macchina un po' lontano e mi misi a battere la spiaggia cercando di non farmi vedere. Se non si fossero accorte di essere state fotografate sicuramente sarebbero tornate ancora lì. Arrivai al punto esatto e le trovai già stese, nude, che parlottavano tra loro. Mi avvicinai e l’altra ragazza istintivamente cercò di coprirsi con una maglietta.
“Tranquilla, è il mio amico pescatore” disse la nudista.
“Ogni sei mesi circa ci diamo appuntamento a caso e in qualche modo ci troviamo” le disse sorridendo verso di me.
“Stavolta il caso non c’entra. Mi hanno mandato delle foto di voi due qui, ieri. Ho pensato che magari oggi avreste replicato”.
“Questo è barare pescatore. Ma ti perdono, vieni a sederti qui in mezzo a noi su”.
Mi sedetti tra loro, vidi così che l’altra ragazza era molto più giovane e forse meno a suo agio in quella situazione.
“Arriverà altra gente quindi?” chiese la nudista.
“Si, penso di sì” le risposi.
“Quindi, se dovessimo fare qualcosa di compromettente correremo il rischio di essere fotografati o ripresi?” chiese con finta ingenuità.
“Direi che sarebbe probabile” risposi.
“Oddio, ho solo venticinque anni, la mia vita sarebbe sconvolta” disse l’altra ragazza ridendo, forse non era poi tanto a disagio quanto pensavo.
“Pescatore, tu non ridi. Non sei contento di vedermi forse? Guarda che gnoccona ti ho portato, ha la metà dei miei anni” mi provocò la nudista.
“Il problema è un altro. Sono stufo di vivere nella tua mancanza, stufo di pensarti per mesi. Perdere la mia vita, quando ho una donna che mi ama e che vuole farmi stare bene” dissi tutto d’un fiato.
“Ah, il caro vecchio dilemma familiare. Pensavi di poterlo evitare? Io ci sono già passata anni fa. Che fare, mollare tutto o andare avanti?” mi burlò lei.
“Brava, e adesso è il mio turno” risposi pensieroso.
“Come ti ho già detto non ci sarà mai nessun noi. Tu sei troppo giovane e io troppo libera, ti farei solo stare male”.
“Non essere così serio pescatore” mi disse l’amica.
“Solo divertimento quindi?” chiesi un po' confuso.
“Un divertimento doppio, se ti va” mi disse l’amica appoggiandomi una mano sul ginocchio. Restai rigido e indeciso sul da farsi. Da un lato volevo prendere e andare via, dimenticarmi di questa storia e riprendermi la mia vita. Ma la mela che proponevano era troppo gustosa, troppo goduriosa per poter essere rifiutata.
“Dai pescatore, fammi un bel sorriso” mi disse la nudista, mettendomi la mano sul pacco.
“Penso che non riuscirei mai a resisterti” le dissi sorridendo.
Iniziammo a baciarci, mentre la sua amica mi toglieva scarpe, pantaloncini e mutande. Quando mi tolsi la maglietta restammo tutti e tre completamente nudi.
“Tutti nudi!” gridò la giovane amica.
Si abbassò a succhiarmi il cazzo già mezzo duro mentre mi baciavo con la nudista, toccandola ovunque con le mie mani frementi di carne. Scesi poi a leccarle la figa, che subito si bagnò delle sue voglie. L’amica intanto lasciò il mio cazzo e mise la figa davanti alla bocca della nudista che subito iniziò a leccarla come se dentro ci fosse nettare divino. Era la mia prima volta a tre e non sapevo bene che fare, avrei voluto avere più cazzi e più mani per fare tutto contemporaneamente. Iniziai a penetrare la nudista mentre con le mani godevo del corpo dell’amica, delle sue tette piccole ma sode e del suo culetto stretto.
“Un po' di cazzo ne rimane?” chiese la sua amica facendomi sdraiare e iniziando a cavalcarmi forte. La nudista, intanto, si sedette con la figa sulla mia faccia. Era la situazione più porca in cui mi fossi mai trovato. Mi aggrappai ai fianchi dell’amica per aiutarla nella cavalcata e intanto con lingua passavo dalla figa al buchetto del culo della nudista.
“Hai avuto il tuo cara. Adesso però voglio che venga dentro di me” disse la nudista mettendosi a pecorina. La presi forte da dietro, dandogli colpi profondi, sentivo l’orgasmo incombere, ma volevo venire dopo di lei. Intanto l’amica da sotto leccava sia le mie palle che il cazzo che entrava nella figa in un'unica passata. La nudista venne per prima, come sempre, poi la sua amica che intanto si masturbava e infine venni io dentro la figa della nudista. L’amica aspettò che il mio cazzo uscisse per leccare lo sperma che colava dalla figa, poi non ancora soddisfatta pulì per bene la mia cappella con la lingua.
Ci sdraiammo stanchi al sole per riprenderci dalle fatiche di quell’esperienza surreale.
“E’ meglio se non ci vediamo più” dissi d’un tratto, senza averci pensato su troppo.
“Meglio per chi?” chiese lei.
“Meglio per la mia sanità mentale, meglio per il mio matrimonio che si stava risollevando, meglio per me che non riesco a vivere come voi”.
“Non hai pensato che magari adesso, stai iniziando a vivere per la prima volta?” chiesa la nudista.
“No, per me è troppo” risposi.
“Cosa ti avevo detto? È una scelta difficile che pochi riescono a portare avanti”.
Mi alzai e mi rivestii in tutta fretta, mentre loro non si mossero di un millimetro.
“Dire che questo è un addio” dissi a bassa voce, quasi vergognandomi.
“Allora addio” mi disse lei senza nemmeno guardarmi.
“Ciao ciao pescatore” mi salutò la sua amica con la mano.
Tornai alla macchina e guidai fino a casa senza riuscire a pensare a niente. Rivedevo nella mente il film di quelle giornate passate insieme alla nudista, senza trarne alcun giudizio. Ero in uno stato totalmente alterato. Entrai in casa e trovai mi moglie che guardava la tv. Mi guardò con occhi spalancati.
“Che c’è?” chiesi perplesso.
“Cosa hai fatto ai capelli? E la maglietta tutta sporca, pure i pantaloncini” la sua voce era irritata, con tono accusatorio.
Nello stato allucinato in cui mi ritrovavo non avevo pensato nemmeno per un secondo di darmi una sistemata, mi guardai allo specchio dell’ingresso e vidi una persona sporca, sudata, con lo sguardo assente e i capelli arruffati. Deve avermeli conciati così la nudista mentre gliela leccavo fu l’unico pensiero che riuscii a fare.
“Si, sono caduto a terra sulla riva” risposi impacciato.
Mia moglie si alzò per venirmi a parlare faccia a faccia.
“Sei andato a pesca senza esche. Non era mai successo” i suoi occhi indagavano nei miei.
“Si è un tipo di pesca diversa, con esche finte” buttai lì.
“Fammi annusare le mani” chiese decisa.
Mi spaventava quel suo essere diretta in quella maniera. Non l’avevo mai vista comportarsi così con me. Mi sentivo un coglione totale porgendogli le mani.
“Non sanno di pesce o di quella schifosa pastura come al solito. Lo sai di cosa sanno? Sanno di figa, sanno di sesso!” gridò lei incazzata nera.
“Dimmi che non è vero, perché non posso credere che tu l’abbia fatto, in maniera così stupida poi”.
Abbassai lo sguardo e iniziai a piangere, così senza rendermene conto. Ero stanco, stressato mentalmente e sull’orlo di un baratro che io che io stesso avevo costruito. “Non rispondi? Abbassati le mutande, svelto” mi intimò lei.
Eseguii l’ordine senza alzare lo sguardo. Tirai fuori il cazzo che puzzava di sesso, con ancora alcuni grumi di sperma incastrati tra i peli. Non le ci volle molto per capire la verità.
“Hai scopato. Hai scopato, dopo che mi avevi promesso che non avevi un’altra. Dopo che avevo cercato di riavvicinarmi a te in tutti i modi. Se non sei una merda tu non so chi lo possa essere a questo mondo” mi disse piano, con tono di sconfitta.
“Scema io ad essere ancora innamorata di te” mi disse prendendo la borsa e le chiavi della macchina prima di uscire. Rimasi per qualche minuto in piedi, con il cazzo di fuori, senza sapere cosa fare della mia vita. Senza sapere cosa volere dalla vita. Senza sapere che la foto di me intento a scopare la nudista girava già in più un gruppo Whatsapp.

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2024-01-26
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