Il Prelievo
di
Abel81
genere
etero
Il Prelievo
Sabrina e Fulvio arrivarono all’ospedale in perfetto orario per l’esame prenotato.
“Ti dico che non mi faranno entrare” disse Fulvia.
“Ma cosa vuoi che gli cambi? Sei la mia compagna mica la prima che passa” rispose lui.
Sabrina inarcò le sopracciglia al cielo mentre premeva il pulsante dell’ascensore.
Arrivati al piano si diressero verso il banco accettazione.
“Spermiogramma giusto?” chiese l’infermiera.
“Giusto” rispose Fulvio.
“Ok, questo è il contenitore, sedetevi in quella saletta in attesa del vostro turno”.
“Grazie mille, mi chiedevo se la mia compagna potesse entrare con me” chiese Fulvio prendendo il barattolo.
“No, può entrare solo lei” rispose freddamente l’infermiera.
“Vedi?” disse lei.
“Che palle, mi tocca farmi una sega in piedi come un adolescente” protestò lui.
“Puoi guardarti un porno sul telefono”.
“Per fortuna, con la fantasia non riesco più”.
Uscì un’infermiera da una porta e chiamò un altro nome.
“Sembrano fare presto” disse Sabrina.
Adesso Fulvio e Sabrina erano soli nella sala.
“Ho un idea, strofinati un fazzoletto sulla figa, impregnalo bene, così mi eccito a bestia con il tuo odore” propose Fulvio.
“Il mio maialino” disse Sabrina alzandosi per andare in bagno.
Fulvio buttò un occhio al telefono e si accorse che era praticamente scarico.
“Merda” pensò tra sé.
L’infermiera uscì e chiamò il suo nome.
“Sono qui, sto aspettando la mia compagna per lasciarle le chiavi della macchina” si inventò al volo Fulvio.
“Non abbiamo tempo da perdere qui, sta per arrivare altra gente, mi lasci le chiavi che le consegno io alla signora” gli rispose l’infermiera.
“No, fa niente, non è così importante” rispose entrando Fulvio.
Cazzo questa è due volte stronza pensò.
“La stanza è quella e una volta finito può lasciare il campione sul tavolo e uscire da questa porta che da direttamente sul corridoio da cui siete venuti”. Spiegò l’infermiera.
“Ok, perfetto” rispose senza entusiasmo Fulvio.
La stanza era piccola, arredata soltanto da una panca, quattro ganci per i vestiti e un tavolino.
Ci siamo pensò Fulvio.
Si abbassò i pantaloni e trovò un cazzo che non aveva molta voglia di collaborare. Prese il telefono e aprì uno dei tanti siti porno.
Ci mise un sacco a trovare un video che lo eccitasse, poi optò per lesbiche amatoriali con strap-on.
Di solito ne restava soddisfatto. La batteria era sempre più a terra.
Fece partire il video e subito una voce sparata a tutto volume rimbombò nella stanzetta.
“ Cerchi una mamma porno da scopare nella tua città? Su trombamamma…” abbassò in tutta fretta il volume ma ormai il danno era fatto. Nell’altra stanza devono aver sentito tutto pensò vergognandosi.
Il suo cazzo era sempre più molle.
Ritornò al video cercando di concentrarsi. Era un vero amatoriale, prometteva bene. Le ragazze sembravano essere una coppia autentica e questa cosa lo arrappò per bene. Iniziò a muovere la mano sul cazzo barzotto, cercando di farlo diventare duro. Le ragazze stavano facendo un bel sessantanove, non disdegnando di leccarsi anche il culo a vicenda ogni tanto.
Fulvio pensò che non poteva scegliere video migliore e il suo cazzo si drizzò di prepotenza.
Una ragazza si alzò dal letto per prendere lo strap-on, l’altra la aiutò a cingerselo stretto.
All’improvviso arrivò una chiamata sul suo telefono:
“Benvenuto nel mondo della telefonia Ultra…”.
“Vaffanculo” disse buttando giù il telefono Fulvio.
Fece ripartire il video con la batteria ormai agli sgoccioli e infatti dopo un minuto gli uscì la scritta: Il telefono si spegnerà entro dieci secondi.
Fulvio si sedette, stanco e rassegnato, pensando che non c’è l’avrebbe mai fatta.
“Tutto bene li dentro?” sentì chiedere da una voce nuova.
“Si grazie, anzi no, forse è meglio se provo un'altra volta” rispose triste.
“Aspetti un attimo, mi faccia entrare un secondo. Posso?”
“Prego, prego” disse Fulvio tirandosi su i pantaloni.
“Buongiorno, mi dica pure, qual è il problema?” chiese la nuova infermiera.
Fulvio la guardò bene e vide che era più vecchia di lui, non particolarmente carina ma gentile e discreta nei modi.
“Non ci riesco” disse Fulvio sconsolato e allargando le braccia.
“Sono anni che lavoro qui e mi creda sono cose che succedono continuamente, non si deve preoccupare” disse l’infermiera accarezzandogli la spalla.
Fulvio imbarazzato guardava fisso il pavimento.
“Mi permette di aiutarla a fare il prelievo?” chiese gentilmente lei.
Fulvio la guardò sorpreso, senza saper bene cosa rispondere.
“Il mio dovere di infermiera mi impone di aiutare tutti i pazienti, nessuno escluso” disse avvicinandosi a Fulvio. Iniziò a sbottonargli i pantaloni e poi gli tirò giù le mutande.
Fulvio in tutto questo non si mosse di un millimetro.
“Quello che lei sta facendo è un esame molto importante, per lei e per la sua compagna. Le vostre vite potrebbero cambiare notevolmente se tutto dovesse andare bene” e mentre parlava si muoveva con la mano sul cazzo di lui che divenne duro e godurioso. Lei si muoveva con esperienza sull’asta e con l’altra mano gli massaggiava le palle. Fulvio respirava il suo profumo di donna lasciandosi andare al godimento.
“Il dottor Grioni me lo dice sempre. Siamo qui al servizio delle persone, non il contrario. Sa, io cerco di essere sempre in linea con le sue idee, perché per me è un uomo geniale”. Disse tutta fiera l’infermiera.
“Giusto, parole sante” disse Fulvio tutto eccitato.
Palpò con una mano l’abbondante culo dell’infermiera.
“Se io lavoro bene, la gente è felice. È tutto molto semplice”.
“Semplice” fece eco Fulvio.
“Sento che fra poco ci siamo, mi dica lei quando” le disse lei.
“Ecco…ecco, veloce che ci siamo” disse Fulvio godendo.
L’infermiera accelerò il movimento di mano e Fulvio venne stringendole forte il culo con la mano.
Non una goccia di sperma venne persa dalla sapiente mano dell’infermiera.
“Vede? Neanche una goccia sprecata. Questo è un lavoro ben fatto e scommetto che lei ora è felice” disse porgendogli il flacone.
“Si, sono felice, grazie” disse Fulvio ancora incredulo per l’accaduto.
“Si figuri, faccio questo lavoro da anni e non mi è mai pesato un solo giorno, in realtà sono molto fortunata”.
“Ed è anche molto utile” gli disse Fulvio facendogli l’occhiolino.
“Buona giornata e spero che a breve riceva buone notizie” lo salutò lei.
“Speriamo, buona giornata anche a lei” rispose Fulvio uscendo.
Sabrina lo aspettava trepidante.
“Beh?” chiese lei.
“Fatto” rispose lui
“Non hai abbassato il volume del telefono, dilettante” lo canzonò lei.
“Ti prego lascia stare” disse lui cingendola e avviandosi verso l’uscita.
Le due infermiere li guardarono uscire.
“Domani tocca a me fare le seghe e a te fare la stronza” disse quella alla reception.
“Lo so ma la stronza la fai molto meglio tu” rispose l’altra.
“Ovvio, è che domani ho visto che arriva un bel manzo mulatto tutto muscoli. E insomma non me lo voglio far scappare”.
Le due si guardarono e scoppiarono a ridere, sapendo che infine anche domani ce ne sarebbe stato per entrambe.
Sabrina e Fulvio arrivarono all’ospedale in perfetto orario per l’esame prenotato.
“Ti dico che non mi faranno entrare” disse Fulvia.
“Ma cosa vuoi che gli cambi? Sei la mia compagna mica la prima che passa” rispose lui.
Sabrina inarcò le sopracciglia al cielo mentre premeva il pulsante dell’ascensore.
Arrivati al piano si diressero verso il banco accettazione.
“Spermiogramma giusto?” chiese l’infermiera.
“Giusto” rispose Fulvio.
“Ok, questo è il contenitore, sedetevi in quella saletta in attesa del vostro turno”.
“Grazie mille, mi chiedevo se la mia compagna potesse entrare con me” chiese Fulvio prendendo il barattolo.
“No, può entrare solo lei” rispose freddamente l’infermiera.
“Vedi?” disse lei.
“Che palle, mi tocca farmi una sega in piedi come un adolescente” protestò lui.
“Puoi guardarti un porno sul telefono”.
“Per fortuna, con la fantasia non riesco più”.
Uscì un’infermiera da una porta e chiamò un altro nome.
“Sembrano fare presto” disse Sabrina.
Adesso Fulvio e Sabrina erano soli nella sala.
“Ho un idea, strofinati un fazzoletto sulla figa, impregnalo bene, così mi eccito a bestia con il tuo odore” propose Fulvio.
“Il mio maialino” disse Sabrina alzandosi per andare in bagno.
Fulvio buttò un occhio al telefono e si accorse che era praticamente scarico.
“Merda” pensò tra sé.
L’infermiera uscì e chiamò il suo nome.
“Sono qui, sto aspettando la mia compagna per lasciarle le chiavi della macchina” si inventò al volo Fulvio.
“Non abbiamo tempo da perdere qui, sta per arrivare altra gente, mi lasci le chiavi che le consegno io alla signora” gli rispose l’infermiera.
“No, fa niente, non è così importante” rispose entrando Fulvio.
Cazzo questa è due volte stronza pensò.
“La stanza è quella e una volta finito può lasciare il campione sul tavolo e uscire da questa porta che da direttamente sul corridoio da cui siete venuti”. Spiegò l’infermiera.
“Ok, perfetto” rispose senza entusiasmo Fulvio.
La stanza era piccola, arredata soltanto da una panca, quattro ganci per i vestiti e un tavolino.
Ci siamo pensò Fulvio.
Si abbassò i pantaloni e trovò un cazzo che non aveva molta voglia di collaborare. Prese il telefono e aprì uno dei tanti siti porno.
Ci mise un sacco a trovare un video che lo eccitasse, poi optò per lesbiche amatoriali con strap-on.
Di solito ne restava soddisfatto. La batteria era sempre più a terra.
Fece partire il video e subito una voce sparata a tutto volume rimbombò nella stanzetta.
“ Cerchi una mamma porno da scopare nella tua città? Su trombamamma…” abbassò in tutta fretta il volume ma ormai il danno era fatto. Nell’altra stanza devono aver sentito tutto pensò vergognandosi.
Il suo cazzo era sempre più molle.
Ritornò al video cercando di concentrarsi. Era un vero amatoriale, prometteva bene. Le ragazze sembravano essere una coppia autentica e questa cosa lo arrappò per bene. Iniziò a muovere la mano sul cazzo barzotto, cercando di farlo diventare duro. Le ragazze stavano facendo un bel sessantanove, non disdegnando di leccarsi anche il culo a vicenda ogni tanto.
Fulvio pensò che non poteva scegliere video migliore e il suo cazzo si drizzò di prepotenza.
Una ragazza si alzò dal letto per prendere lo strap-on, l’altra la aiutò a cingerselo stretto.
All’improvviso arrivò una chiamata sul suo telefono:
“Benvenuto nel mondo della telefonia Ultra…”.
“Vaffanculo” disse buttando giù il telefono Fulvio.
Fece ripartire il video con la batteria ormai agli sgoccioli e infatti dopo un minuto gli uscì la scritta: Il telefono si spegnerà entro dieci secondi.
Fulvio si sedette, stanco e rassegnato, pensando che non c’è l’avrebbe mai fatta.
“Tutto bene li dentro?” sentì chiedere da una voce nuova.
“Si grazie, anzi no, forse è meglio se provo un'altra volta” rispose triste.
“Aspetti un attimo, mi faccia entrare un secondo. Posso?”
“Prego, prego” disse Fulvio tirandosi su i pantaloni.
“Buongiorno, mi dica pure, qual è il problema?” chiese la nuova infermiera.
Fulvio la guardò bene e vide che era più vecchia di lui, non particolarmente carina ma gentile e discreta nei modi.
“Non ci riesco” disse Fulvio sconsolato e allargando le braccia.
“Sono anni che lavoro qui e mi creda sono cose che succedono continuamente, non si deve preoccupare” disse l’infermiera accarezzandogli la spalla.
Fulvio imbarazzato guardava fisso il pavimento.
“Mi permette di aiutarla a fare il prelievo?” chiese gentilmente lei.
Fulvio la guardò sorpreso, senza saper bene cosa rispondere.
“Il mio dovere di infermiera mi impone di aiutare tutti i pazienti, nessuno escluso” disse avvicinandosi a Fulvio. Iniziò a sbottonargli i pantaloni e poi gli tirò giù le mutande.
Fulvio in tutto questo non si mosse di un millimetro.
“Quello che lei sta facendo è un esame molto importante, per lei e per la sua compagna. Le vostre vite potrebbero cambiare notevolmente se tutto dovesse andare bene” e mentre parlava si muoveva con la mano sul cazzo di lui che divenne duro e godurioso. Lei si muoveva con esperienza sull’asta e con l’altra mano gli massaggiava le palle. Fulvio respirava il suo profumo di donna lasciandosi andare al godimento.
“Il dottor Grioni me lo dice sempre. Siamo qui al servizio delle persone, non il contrario. Sa, io cerco di essere sempre in linea con le sue idee, perché per me è un uomo geniale”. Disse tutta fiera l’infermiera.
“Giusto, parole sante” disse Fulvio tutto eccitato.
Palpò con una mano l’abbondante culo dell’infermiera.
“Se io lavoro bene, la gente è felice. È tutto molto semplice”.
“Semplice” fece eco Fulvio.
“Sento che fra poco ci siamo, mi dica lei quando” le disse lei.
“Ecco…ecco, veloce che ci siamo” disse Fulvio godendo.
L’infermiera accelerò il movimento di mano e Fulvio venne stringendole forte il culo con la mano.
Non una goccia di sperma venne persa dalla sapiente mano dell’infermiera.
“Vede? Neanche una goccia sprecata. Questo è un lavoro ben fatto e scommetto che lei ora è felice” disse porgendogli il flacone.
“Si, sono felice, grazie” disse Fulvio ancora incredulo per l’accaduto.
“Si figuri, faccio questo lavoro da anni e non mi è mai pesato un solo giorno, in realtà sono molto fortunata”.
“Ed è anche molto utile” gli disse Fulvio facendogli l’occhiolino.
“Buona giornata e spero che a breve riceva buone notizie” lo salutò lei.
“Speriamo, buona giornata anche a lei” rispose Fulvio uscendo.
Sabrina lo aspettava trepidante.
“Beh?” chiese lei.
“Fatto” rispose lui
“Non hai abbassato il volume del telefono, dilettante” lo canzonò lei.
“Ti prego lascia stare” disse lui cingendola e avviandosi verso l’uscita.
Le due infermiere li guardarono uscire.
“Domani tocca a me fare le seghe e a te fare la stronza” disse quella alla reception.
“Lo so ma la stronza la fai molto meglio tu” rispose l’altra.
“Ovvio, è che domani ho visto che arriva un bel manzo mulatto tutto muscoli. E insomma non me lo voglio far scappare”.
Le due si guardarono e scoppiarono a ridere, sapendo che infine anche domani ce ne sarebbe stato per entrambe.
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