Nudisti sull'Adda 2
di
Abel81
genere
esibizionismo
Nudisti sull’Adda 2
L’inverno avanzava e il mio pensiero tornava sempre alla bella nudista dell’estate precedente, alla sua figa e all’esperienza pazzesca che avevamo vissuto insieme. Non sapere niente di lei e non sapere se l’avrei mai rivista mi faceva uscire di testa. Per fortuna arrivarono le vacanze di Natale a distrarmi un po' con il solito tran-tran di regali, pranzi e visite ai vari parenti. Un giorno di ferie mio cugino invitò me e mia moglie a casa sua per cena e visto che io e lei eravamo già fuori per far compere decidemmo di ingannare l’attesa con un aperitivo. I bar del centro erano piuttosto pieni ma riuscimmo comunque a trovare un tavolino per due. Stavamo bevendo il nostro bel bicchiere di rosso per scaldarci un po' quando avvertii come una presenza, mi sentivo osservato da qualcuno. Spaziai con lo sguardo lungo la sala fino a che i miei occhi si incrociarono con quello della nudista. Il mondo si fermò per un momento, venni travolto da un fiume di sensazioni e voglie accantonate per troppo tempo. Era seduta con un’amica al lato opposto della sala e appena vide che mi accorsi di lei tornò a parlare con la sua amica senza guardare più dalla mia parte. Non sapevo che fare, avevo voglia di alzarmi e andarla a baciare, li davanti a tutti, ma sapevo di non averne il coraggio.
“A che ora ci aspetta tuo cugino?” chiese mia moglie con una voce che per me sembrava giungere da un altro universo.
“C’è tempo non preoccuparti” risposi frettoloso.
“Ti ho chiesto un'altra cosa” insistette lei.
“Alle 19, possiamo arrivare anche dopo comunque” le proposi.
“Guarda che mancano dieci minuti, arriveremo già dopo” rispose lei.
“Ma quello intanto si beve due bicchieri di prosecco ed è contento comunque”.
“Lo so, intanto però vado a pagare se no qui facciamo notte” disse lei alzandosi per andare in cassa. E in quel momento la nudista, che in realtà stava continuando a sbirciare il mio tavolo, si alzò e mi fece segno di seguirla in bagno.
“Io intanto vado in bagno, ci vediamo fuori” dissi a mia moglie alzandomi. Mentre camminavo per raggiungere la nudista il cuore mi batteva a mille e le gambe si muovevano leggere, in automatico, come se non le comandassi più io. Arrivai fuori dal bagno delle donne ma lei non c’era. Mi feci coraggio ed entrai dentro. L’ antibagno era vuoto per fortuna, feci un bel respiro ed aprii la porta della toilette.
La nudista era lì che mi aspettava, con le mutandine abbassate e la figa già luccicante per l’eccitazione. Tirai giù pantaloni e mutande in una sola mossa e mentre ci baciavamo forte, come disperati, con la mano me lo fece diventare subito duro. Le mie mani esploravano tutto il suo corpo e nella sua figa bagnata trovai il calore che da mesi andavo cercando.
“Presto, prendimi pescatore” mi disse a bassa voce.
La presi in quel bagno, in piedi, come la volta prima e iniziai a pompare velocemente dentro di lei.
“Quante seghe ti sei fatto?” mi sussurrò gemendo.
“Tante, tantissime” risposi eccitato.
“Bravo, anche oggi potrai venire dentro di me”.
Il piacere mescolato con il brivido di essere scoperti si rilevò un mix esplosivo e pochi secondi dopo venni dentro di lei, sentendola gemere mentre con la mano si aggrappava ai miei capelli. Restammo per pochi secondi in silenzio a goderci quegli ultimi istanti di trasgressione.
“Quando ci vediamo? Ho troppa voglia di te” le dissi d’un fiato.
“Quando il caso lo deciderà, come oggi” rispose secca lei.
“Lasciami almeno il tuo numero” chiesi quasi a modo di supplica.
“Ascolta, io ho rinunciato da anni alla vita delle relazioni, delle consuetudini, della monotonia della coppia. Sono libera al 100%, non chiedo niente e non do niente a nessuno” disse tirandosi su le mutandine e aggiustandosi il vestito.
“Ti sono del tutto indifferente quindi?” chiesi timidamente. Mi sentivo come un bambino sgridato dalla mamma.
“Oggi sei stato importante” mi disse accarezzandomi il viso.
“Mi chiedo come tu possa vivere così, io non ci riuscirei mai” le dissi.
“Pescatore se pensi che sia facile vivere così ti sbagli. Ho perso amiche e famigliari per difendere la mia scelta. Sono arrivata al punto di accettare il giudizio della gente che sa essere veramente cattiva quando vuole. Essere etichettata come puttana, ruba mariti e pervertita manderebbe al manicomio tante persone sai? Per ora io resisto e fin quando non mi pesa vado avanti così” disse con un tono sincero e leggermente triste.
Ci baciammo piano, lentamente, poi lei uscì lasciandomi in quel bagno solo.
Cercai di ricompormi e sistemarmi meglio che potevo poi uscì anch’io, a testa bassa, evitando lo sguardo indagatore di una donna in attesa di entrare.
“Tutto bene? Sei stato via un sacco” mi chiese a mezzo rimprovero mia moglie.
“Mi sa che ho preso un colpo di freddo, adesso va meglio” le risposi.
“Va beh, andiamo che siamo in super ritardo”.
Inutile dire che non avevo la minima voglia di andare a cena, ma da bravo maritino portai avanti la sceneggiata fino alla fine. Quella notte a letto ripensai a lei, a quanto eravamo diversi e a quanto avrei voluto conoscerla meglio. Quell’idea di vita libertina mi eccitava e terrorizzava allo stesso tempo. La verità era che ero bloccato in una vita perfetta che non mi piaceva più. A fatica riuscì ad addormentarmi con la speranza di rivederla almeno un’altra volta, a caso, nella mia vita.
L’inverno avanzava e il mio pensiero tornava sempre alla bella nudista dell’estate precedente, alla sua figa e all’esperienza pazzesca che avevamo vissuto insieme. Non sapere niente di lei e non sapere se l’avrei mai rivista mi faceva uscire di testa. Per fortuna arrivarono le vacanze di Natale a distrarmi un po' con il solito tran-tran di regali, pranzi e visite ai vari parenti. Un giorno di ferie mio cugino invitò me e mia moglie a casa sua per cena e visto che io e lei eravamo già fuori per far compere decidemmo di ingannare l’attesa con un aperitivo. I bar del centro erano piuttosto pieni ma riuscimmo comunque a trovare un tavolino per due. Stavamo bevendo il nostro bel bicchiere di rosso per scaldarci un po' quando avvertii come una presenza, mi sentivo osservato da qualcuno. Spaziai con lo sguardo lungo la sala fino a che i miei occhi si incrociarono con quello della nudista. Il mondo si fermò per un momento, venni travolto da un fiume di sensazioni e voglie accantonate per troppo tempo. Era seduta con un’amica al lato opposto della sala e appena vide che mi accorsi di lei tornò a parlare con la sua amica senza guardare più dalla mia parte. Non sapevo che fare, avevo voglia di alzarmi e andarla a baciare, li davanti a tutti, ma sapevo di non averne il coraggio.
“A che ora ci aspetta tuo cugino?” chiese mia moglie con una voce che per me sembrava giungere da un altro universo.
“C’è tempo non preoccuparti” risposi frettoloso.
“Ti ho chiesto un'altra cosa” insistette lei.
“Alle 19, possiamo arrivare anche dopo comunque” le proposi.
“Guarda che mancano dieci minuti, arriveremo già dopo” rispose lei.
“Ma quello intanto si beve due bicchieri di prosecco ed è contento comunque”.
“Lo so, intanto però vado a pagare se no qui facciamo notte” disse lei alzandosi per andare in cassa. E in quel momento la nudista, che in realtà stava continuando a sbirciare il mio tavolo, si alzò e mi fece segno di seguirla in bagno.
“Io intanto vado in bagno, ci vediamo fuori” dissi a mia moglie alzandomi. Mentre camminavo per raggiungere la nudista il cuore mi batteva a mille e le gambe si muovevano leggere, in automatico, come se non le comandassi più io. Arrivai fuori dal bagno delle donne ma lei non c’era. Mi feci coraggio ed entrai dentro. L’ antibagno era vuoto per fortuna, feci un bel respiro ed aprii la porta della toilette.
La nudista era lì che mi aspettava, con le mutandine abbassate e la figa già luccicante per l’eccitazione. Tirai giù pantaloni e mutande in una sola mossa e mentre ci baciavamo forte, come disperati, con la mano me lo fece diventare subito duro. Le mie mani esploravano tutto il suo corpo e nella sua figa bagnata trovai il calore che da mesi andavo cercando.
“Presto, prendimi pescatore” mi disse a bassa voce.
La presi in quel bagno, in piedi, come la volta prima e iniziai a pompare velocemente dentro di lei.
“Quante seghe ti sei fatto?” mi sussurrò gemendo.
“Tante, tantissime” risposi eccitato.
“Bravo, anche oggi potrai venire dentro di me”.
Il piacere mescolato con il brivido di essere scoperti si rilevò un mix esplosivo e pochi secondi dopo venni dentro di lei, sentendola gemere mentre con la mano si aggrappava ai miei capelli. Restammo per pochi secondi in silenzio a goderci quegli ultimi istanti di trasgressione.
“Quando ci vediamo? Ho troppa voglia di te” le dissi d’un fiato.
“Quando il caso lo deciderà, come oggi” rispose secca lei.
“Lasciami almeno il tuo numero” chiesi quasi a modo di supplica.
“Ascolta, io ho rinunciato da anni alla vita delle relazioni, delle consuetudini, della monotonia della coppia. Sono libera al 100%, non chiedo niente e non do niente a nessuno” disse tirandosi su le mutandine e aggiustandosi il vestito.
“Ti sono del tutto indifferente quindi?” chiesi timidamente. Mi sentivo come un bambino sgridato dalla mamma.
“Oggi sei stato importante” mi disse accarezzandomi il viso.
“Mi chiedo come tu possa vivere così, io non ci riuscirei mai” le dissi.
“Pescatore se pensi che sia facile vivere così ti sbagli. Ho perso amiche e famigliari per difendere la mia scelta. Sono arrivata al punto di accettare il giudizio della gente che sa essere veramente cattiva quando vuole. Essere etichettata come puttana, ruba mariti e pervertita manderebbe al manicomio tante persone sai? Per ora io resisto e fin quando non mi pesa vado avanti così” disse con un tono sincero e leggermente triste.
Ci baciammo piano, lentamente, poi lei uscì lasciandomi in quel bagno solo.
Cercai di ricompormi e sistemarmi meglio che potevo poi uscì anch’io, a testa bassa, evitando lo sguardo indagatore di una donna in attesa di entrare.
“Tutto bene? Sei stato via un sacco” mi chiese a mezzo rimprovero mia moglie.
“Mi sa che ho preso un colpo di freddo, adesso va meglio” le risposi.
“Va beh, andiamo che siamo in super ritardo”.
Inutile dire che non avevo la minima voglia di andare a cena, ma da bravo maritino portai avanti la sceneggiata fino alla fine. Quella notte a letto ripensai a lei, a quanto eravamo diversi e a quanto avrei voluto conoscerla meglio. Quell’idea di vita libertina mi eccitava e terrorizzava allo stesso tempo. La verità era che ero bloccato in una vita perfetta che non mi piaceva più. A fatica riuscì ad addormentarmi con la speranza di rivederla almeno un’altra volta, a caso, nella mia vita.
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