Loredana si scopa il figlio dell'amica Parte II

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dominazione

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Passavano i giorni e Loredana godeva del suo piano diabolico. Quando Eva le telefonava in lacrime disperata lei fingeva qualche frase di circostanza e in realtà si masturbava godendo nel sentir l’amica in lacrime. Il ragazzino se lo scopava anche due volte al giorno tanto era insaziabile. Lui viveva nello scantinato quasi sempre al buio senza tv giornaletti e libri nudo come un verme, poteva mangiare una sola volta al giorno un piatto di riso o di patate. Lei andava a dormire nel suo comodo letto profumato godendo al pensiero di quel ragazzino ridotto come un cane schifoso sempre disponibile alle sue voglie.
Un giorno Eva si presentò a casa sua sempre più disperata e Loredana la accolse fingendo partecipazione ma in realtà godeva da matti a pensare che la madre era lì al piano superiore mentre il figlio che cercava era là sotto imprigionato alla sua mercé.
Un pomeriggio scese in cantina, sempre sexy come sua abitudine con calze a rete e scarpe con i tacchi e la fica bene in vista e anche il prosperoso seno nudo. Aveva ordinato su Amazon un frustino da cavallerizza e pregustava un nuovo piacere che aveva scoperto la eccitava molto: fare del male fisico al ragazzino. Così si presentò a lui che ormai non era più legato alla brandina e sorridendo maliziosa gli chiese se voleva tornare a casa da sua madre. Lui scoppiò a piangere implorandola di lasciare andare. A quale parole la rabbia le salì in testa e cominciò a scudisciarlo: 10, 20 30 frustate violente sulle natiche e sulla schiena fino a farlo sanguinare. Lui urlava ma nessuno poteva sentirlo. Loredana riprese a frustarlo senza pietà, 50 scudisciate su quel corpicino innocente. Alla vista del ragazzino ridotto come un cane schifoso si eccitò talmente che si mise a masturbarsi con le dita davanti a lui. Quando venne si sedette cavalcioni sulla sua faccia obbligandolo a ingoiare il suo liquido poi di nuovo eccitata lo montò senza pietà sulla faccia usando la sua bocca come strumento di godimento e venne ancora abbondantemente lasciandosi andare a urla di piacere. Si sentiva una dea: possedeva il corpo di un ragazzino di 15 anni e lo usava come voleva.
Prese l’abitudine di frustarlo senza pietà una volta al giorno. Poi lo scopava, prendeva il suo cazzo e se lo infilava senza ritengo nella fica e andava su e giù con forza.
Poi gli chiedeva: vuoi tornare da tua madre?
Il ragazzino ormai non aveva più volontà era ridotto a un oggetto e supplicava: no padrona no voglio restare con lei usatemi come e quanto volete per il vostro piacere.
Bravo rispondeva lei e gli succhiava per bene il cazzo facendo godere un po’ anche lui che sborrava abbondante nella sua bocca. Lei si leccava le labbra e godeva la sua sborra anche due, tre volte al giorno. Nonostante le privazioni il ragazzino manteneva la sua forza fisica ed era fonte di sborra continua.
scritto il
2023-06-06
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