Loredana si scopa il figlio dell'amica Parte I
di
astroxman
genere
dominazione
Per contatti: cicciopelliccio2@yahoo.com
Loredana era una bella signora di circa 60 anni. Nonostante l’età, qualche ruga, qualche chilo di troppo, si manteneva in forma splendida: era sexy ed eccitante, lasciava impattare la sua voglia di sesso in chiunque la guardasse. La sua migliore amica, Eva, era di qualche anno più giovane di lei, ma ne dimostrava di più. Era molto gelosa della bellezza della sua amica, e lo lasciava capire. A differenza di Loredana aveva dei figli, tra cui un bel ragazzo di 15 anni che ne dimostrava di più: atletico, molto carino, Loredana lo osservava sempre con desiderio. E Eva intuiva qualcosa.
Un giorno le due amiche andarono a fare shopping insieme per comprare un paio di scarpe. Ne videro un paio, tacco 12, che Eva voleva disperatamente perché pensava che così sarebbe stata più sexy, all’altezza della sua amica. Se le provarono entrambe e Eva faceva ridere con quelle scarpe mentre a Loredana stavano benissimo: era proprio una gran figa. Le voleva. Ma anche Eva le voleva, così finsero di non interessarsi e andarono via senza comprarle. Il giorno dopo di nascosto Eva si precipitò al negozio e le comprò. Quando anche Loredana tornò scoprì che non erano più disponibili. Tornò a casa arrabbiata: era abituata ad avere tutto quello che voleva.
Qualche giorno dopo si diedero appuntamento per prendere un caffè e Eva si presentò con le bellissime scarpe sorridente. Loredana avvampò di rabbia appena la vide, ma rimase in silenzio facendole i complimenti per l’acquisto. Ma dentro di lei stava montando una rabbia immensa. Appena tornata a casa si mise a pensare a come fargliela pagare all’amica. Voleva una vendetta crudele e cattiva, doveva pagare l’affronto fatto. Le venne una idea perversa. Pensò al figlio della sua amica. Lo desiderava. Voleva sverginarlo e possederlo. Ma doveva fare soffrire la sua amica. Così ideò un piano diabolico.
Parlò con due albanesi che si trovavano di solito fuori del suo supermercato. Propose loro una bella cifra per rapire il figlio della sua amica e portarlo di nascosto a casa sua. Aveva uno scantinato sicuro dove nasconderlo.
I due albanesi portarono a termine il compito. Una sera che il ragazzo stava tornando da una serata con i suoi amici, nelle vie ormai deserte e buie, lo spinsero con forza su un furgone e lo portarono da Loredana. Lo avevano fatto addormentare con un sonnifero. Lo portarono in cantina, Loredana ordinò di spogliarlo nudo e legarlo a una brandina che aveva lì sotto. Gli albanesi se ne andarono e lei lo guardò eccitata. Lo accarezzo delicatamente su e giù pregustando l’uso che avrebbe fatto di lui. Si soffermò sul pene e lo accarezzo a lungo. Nonostante il sonnifero il membro si irrigidì e lei sorrise deliziata. Poi andò a dormire.
Il girono dopo Eva le telefonò in lacrime: suo figlio non era tornato a casa quella notte. Aveva avvertito i carabinieri ma nessun risultato. Piangeva disperata. Loredana pronunciò frasi di circostanza per consolarla me dentro di lei godeva e sorrideva al pensiero della sofferenza della sua amica. La vendetta era cominciata.
Fece colazione, indossò lingerie molto sexy, lunghe calze di seta nera, slip molto piccoli, un bel reggiseno e una camicetta di seta anch’essa. Scese in cantina. Il ragazzo si era svegliato e piagnucolava. Lei sorrise. Era legato braccia e gambe al letto completamente nudo. Si fermò davanti a lui contemplandolo. Lui si mise piangere riconoscendola e pregandola di lasciare libero: cosa voleva da lui?
- non ti preoccupare carino, sarai molto contento di essere qui. Disse
Si avvicinò, si sedette sul letto sorridendo maliziosamente c cominciò ad accarezzarlo. Lui piangeva. Scese con la bocca sul suo petto e cominciò a baciarlo con risucchio coprendolo del suo rossetto. Vide che il suo cazzo nonostante le lacrime si drizzava grosso e rigoglioso. -MMM vedo che sei contento disse Loredana - vedi che ti piacerà stare qui con me?
Salì sopra di lui a cavallo, il cazzo duro in mezzo alle sue gambe e si stese sopra di lui. Cominciò a leccarlo in faccia, la lingua su e giù lenta che lo copriva di saliva mentre lui mugolava e gemeva. Poi infilò la sua lunga lingua nella bocca di lui fino in gola, succhiando e leccando la lingua di lui. Andò avanti a lungo, godendo e eccitandosi. Lui provò a resistere poi si lasciò andare prendendo la lingua di lei in bocca senza fiatare.
Dopo un po’ lei scese con al lingua sul suo corpo dirigendosi verso il cazzo. Prese le palle di lui in bocca succhiandole avidamente. Il cazzo del ragazzino nonostante l’età forse proprio per quello era diventato enorme. Lei se lo mise in bocca succhiandolo con piacere lentamente. Il ragazzo stava godendo, gemeva di piacere. Lei sapeva spompinare benissimo e stava realizzando il suo più grande desiderio: scopare un ragazzino appena maggiorenne. Era la madre che non aveva mai avuto figli che adesso si godeva il figlio di un’altra donna, lo faceva suo, lo possedeva, se lo godeva contro la sua volontà. Pensava alla sua amica a casa che piangeva e godeva ancora di più. Succhiò il cazzo a lungo poi si tirò su a cavalcioni e se lo infilò nella sua bella fica larga. Il cazzo entrò e lei mugolò di piacere dritta si di lui, il ragazzino la guardava spaventato, compeltamente in suo potere. Cominciò a cavalcarlo prima piano poi sempre più forte. Lo stava stuprando, sverginando. Loredana non aveva mai goduto così tanto. Lo scopò a lungo fino a quando il ragazzino esplose tutta la sua sborra nella fica della sessantenne.
Rimase a lungo sopra di lui leccandolo e baciandolo mentre lui la implorava di portarlo a casa dalla sua mamma.
Si tirò su e scese dal letto: scordatelo puttanella, adesso sei mia proprietà e ti userò per il mio piacere tutto le volte che vorrò. Scordati la mamma, adesso sei mio.
Se ne tornò di sopra, telefono all’amica pe rconsoarla. Moriva dalla voglia di dirle che si era scopata il figlio.
Loredana era una bella signora di circa 60 anni. Nonostante l’età, qualche ruga, qualche chilo di troppo, si manteneva in forma splendida: era sexy ed eccitante, lasciava impattare la sua voglia di sesso in chiunque la guardasse. La sua migliore amica, Eva, era di qualche anno più giovane di lei, ma ne dimostrava di più. Era molto gelosa della bellezza della sua amica, e lo lasciava capire. A differenza di Loredana aveva dei figli, tra cui un bel ragazzo di 15 anni che ne dimostrava di più: atletico, molto carino, Loredana lo osservava sempre con desiderio. E Eva intuiva qualcosa.
Un giorno le due amiche andarono a fare shopping insieme per comprare un paio di scarpe. Ne videro un paio, tacco 12, che Eva voleva disperatamente perché pensava che così sarebbe stata più sexy, all’altezza della sua amica. Se le provarono entrambe e Eva faceva ridere con quelle scarpe mentre a Loredana stavano benissimo: era proprio una gran figa. Le voleva. Ma anche Eva le voleva, così finsero di non interessarsi e andarono via senza comprarle. Il giorno dopo di nascosto Eva si precipitò al negozio e le comprò. Quando anche Loredana tornò scoprì che non erano più disponibili. Tornò a casa arrabbiata: era abituata ad avere tutto quello che voleva.
Qualche giorno dopo si diedero appuntamento per prendere un caffè e Eva si presentò con le bellissime scarpe sorridente. Loredana avvampò di rabbia appena la vide, ma rimase in silenzio facendole i complimenti per l’acquisto. Ma dentro di lei stava montando una rabbia immensa. Appena tornata a casa si mise a pensare a come fargliela pagare all’amica. Voleva una vendetta crudele e cattiva, doveva pagare l’affronto fatto. Le venne una idea perversa. Pensò al figlio della sua amica. Lo desiderava. Voleva sverginarlo e possederlo. Ma doveva fare soffrire la sua amica. Così ideò un piano diabolico.
Parlò con due albanesi che si trovavano di solito fuori del suo supermercato. Propose loro una bella cifra per rapire il figlio della sua amica e portarlo di nascosto a casa sua. Aveva uno scantinato sicuro dove nasconderlo.
I due albanesi portarono a termine il compito. Una sera che il ragazzo stava tornando da una serata con i suoi amici, nelle vie ormai deserte e buie, lo spinsero con forza su un furgone e lo portarono da Loredana. Lo avevano fatto addormentare con un sonnifero. Lo portarono in cantina, Loredana ordinò di spogliarlo nudo e legarlo a una brandina che aveva lì sotto. Gli albanesi se ne andarono e lei lo guardò eccitata. Lo accarezzo delicatamente su e giù pregustando l’uso che avrebbe fatto di lui. Si soffermò sul pene e lo accarezzo a lungo. Nonostante il sonnifero il membro si irrigidì e lei sorrise deliziata. Poi andò a dormire.
Il girono dopo Eva le telefonò in lacrime: suo figlio non era tornato a casa quella notte. Aveva avvertito i carabinieri ma nessun risultato. Piangeva disperata. Loredana pronunciò frasi di circostanza per consolarla me dentro di lei godeva e sorrideva al pensiero della sofferenza della sua amica. La vendetta era cominciata.
Fece colazione, indossò lingerie molto sexy, lunghe calze di seta nera, slip molto piccoli, un bel reggiseno e una camicetta di seta anch’essa. Scese in cantina. Il ragazzo si era svegliato e piagnucolava. Lei sorrise. Era legato braccia e gambe al letto completamente nudo. Si fermò davanti a lui contemplandolo. Lui si mise piangere riconoscendola e pregandola di lasciare libero: cosa voleva da lui?
- non ti preoccupare carino, sarai molto contento di essere qui. Disse
Si avvicinò, si sedette sul letto sorridendo maliziosamente c cominciò ad accarezzarlo. Lui piangeva. Scese con la bocca sul suo petto e cominciò a baciarlo con risucchio coprendolo del suo rossetto. Vide che il suo cazzo nonostante le lacrime si drizzava grosso e rigoglioso. -MMM vedo che sei contento disse Loredana - vedi che ti piacerà stare qui con me?
Salì sopra di lui a cavallo, il cazzo duro in mezzo alle sue gambe e si stese sopra di lui. Cominciò a leccarlo in faccia, la lingua su e giù lenta che lo copriva di saliva mentre lui mugolava e gemeva. Poi infilò la sua lunga lingua nella bocca di lui fino in gola, succhiando e leccando la lingua di lui. Andò avanti a lungo, godendo e eccitandosi. Lui provò a resistere poi si lasciò andare prendendo la lingua di lei in bocca senza fiatare.
Dopo un po’ lei scese con al lingua sul suo corpo dirigendosi verso il cazzo. Prese le palle di lui in bocca succhiandole avidamente. Il cazzo del ragazzino nonostante l’età forse proprio per quello era diventato enorme. Lei se lo mise in bocca succhiandolo con piacere lentamente. Il ragazzo stava godendo, gemeva di piacere. Lei sapeva spompinare benissimo e stava realizzando il suo più grande desiderio: scopare un ragazzino appena maggiorenne. Era la madre che non aveva mai avuto figli che adesso si godeva il figlio di un’altra donna, lo faceva suo, lo possedeva, se lo godeva contro la sua volontà. Pensava alla sua amica a casa che piangeva e godeva ancora di più. Succhiò il cazzo a lungo poi si tirò su a cavalcioni e se lo infilò nella sua bella fica larga. Il cazzo entrò e lei mugolò di piacere dritta si di lui, il ragazzino la guardava spaventato, compeltamente in suo potere. Cominciò a cavalcarlo prima piano poi sempre più forte. Lo stava stuprando, sverginando. Loredana non aveva mai goduto così tanto. Lo scopò a lungo fino a quando il ragazzino esplose tutta la sua sborra nella fica della sessantenne.
Rimase a lungo sopra di lui leccandolo e baciandolo mentre lui la implorava di portarlo a casa dalla sua mamma.
Si tirò su e scese dal letto: scordatelo puttanella, adesso sei mia proprietà e ti userò per il mio piacere tutto le volte che vorrò. Scordati la mamma, adesso sei mio.
Se ne tornò di sopra, telefono all’amica pe rconsoarla. Moriva dalla voglia di dirle che si era scopata il figlio.
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