Primi approcci con mio padre 2
di
Colette figlia porcellina
genere
incesti
Ringrazio tutti quelli che in questi giorni mi hanno mandato le loro opinioni e suggerimenti.
Questo racconto sarà un po’ breve ma mi è venuto di getto e quindi ho deciso di pubblicarlo allo stesso modo.
-Da oggi amore mio, io sono il tuo padre padrone.
Le parole che mi disse mio padre mentre per la prima volta mi strizzava i capezzoli.
Non potevo ancora comprendere che quel pomeriggio sarebbe stato il punto di non ritorno, il momento dal quale non avrei più potuto e voluto stare senza quelle sensazioni. La lussuria che provai nel lungo rapporto con mio padre non riesco ancora oggi, nonostante molta sperimentazione sessuale, a ricrearla.
-Apri la bocca bambina! Fammi un bel pompino ma ti vieto di usare le mani.
Così le portai sulle sue cosce in modo da aiutarmi ad ingoiarlo. Feci entrare la grossa cappella, sentendo un gusto forte, insalivandola per bene, scorsi piano verso la base, e poi lentamente tornai sulla cappella e ne scandagliai ogni millimetro con la punta della lingua.
-Così mi fai impazzire!
Ma dall’urgenza che aveva mi spinse tutto il pene fino in gola. Ebbi la sensazione di soffocare, cercai di risalire spingendo le mani contro le sue cosce ma mio padre mi prese dai capelli e dettò il ritmo del pompino, tenendomi ferma per diversi secondi quando arrivavo alla base. Mi toglieva il cazzo dalla bocca solo per guardarmi negli occhi e dirmi:
-Come sei una brava figlia, esegui tutti i miei ordini! Brava tesoro mio.
Mi piacque il sentirmi nelle sue mani, che fosse lui a decidere il piacere di entrambi.
L’unica cosa che riuscì a dire fu che volevo il suo seme in bocca e la cosa eccitò moltissimo il mio papà, riuscì proprio a percepire nella mia bocca che il suo cazzo pulsò e mi sembrò ingrossarsi ancora di più.
Il ritmo si fece serrato e mi tenne sempre più a lungo ferma con tutto il suo cazzo in bocca.
-Sto per venire troietta!
Mi esplose in gola con urlo primordiale. Il suo seme era così tanto che qualche goccia mi scappò fuori. La sua sborra aveva un sapore un po’ amarognolo ma la ingoiai tutta, con la mano raccolsi anche le gocce scappate, volevo rendere fiero mio padre della sua troietta.
Mi scopò così per la prima volta: mi scopò la bocca.
A presto per il continuo.
Per suggerimenti, scambio di opinioni o di esperienze in comune:
colette-laporcella@hotmail.com
Questo racconto sarà un po’ breve ma mi è venuto di getto e quindi ho deciso di pubblicarlo allo stesso modo.
-Da oggi amore mio, io sono il tuo padre padrone.
Le parole che mi disse mio padre mentre per la prima volta mi strizzava i capezzoli.
Non potevo ancora comprendere che quel pomeriggio sarebbe stato il punto di non ritorno, il momento dal quale non avrei più potuto e voluto stare senza quelle sensazioni. La lussuria che provai nel lungo rapporto con mio padre non riesco ancora oggi, nonostante molta sperimentazione sessuale, a ricrearla.
-Apri la bocca bambina! Fammi un bel pompino ma ti vieto di usare le mani.
Così le portai sulle sue cosce in modo da aiutarmi ad ingoiarlo. Feci entrare la grossa cappella, sentendo un gusto forte, insalivandola per bene, scorsi piano verso la base, e poi lentamente tornai sulla cappella e ne scandagliai ogni millimetro con la punta della lingua.
-Così mi fai impazzire!
Ma dall’urgenza che aveva mi spinse tutto il pene fino in gola. Ebbi la sensazione di soffocare, cercai di risalire spingendo le mani contro le sue cosce ma mio padre mi prese dai capelli e dettò il ritmo del pompino, tenendomi ferma per diversi secondi quando arrivavo alla base. Mi toglieva il cazzo dalla bocca solo per guardarmi negli occhi e dirmi:
-Come sei una brava figlia, esegui tutti i miei ordini! Brava tesoro mio.
Mi piacque il sentirmi nelle sue mani, che fosse lui a decidere il piacere di entrambi.
L’unica cosa che riuscì a dire fu che volevo il suo seme in bocca e la cosa eccitò moltissimo il mio papà, riuscì proprio a percepire nella mia bocca che il suo cazzo pulsò e mi sembrò ingrossarsi ancora di più.
Il ritmo si fece serrato e mi tenne sempre più a lungo ferma con tutto il suo cazzo in bocca.
-Sto per venire troietta!
Mi esplose in gola con urlo primordiale. Il suo seme era così tanto che qualche goccia mi scappò fuori. La sua sborra aveva un sapore un po’ amarognolo ma la ingoiai tutta, con la mano raccolsi anche le gocce scappate, volevo rendere fiero mio padre della sua troietta.
Mi scopò così per la prima volta: mi scopò la bocca.
A presto per il continuo.
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