Primi approcci con mio padre
di
Colette figlia porcellina
genere
incesti
Una piccola premessa: è il primo racconto che scrivo, siate clementi.
Il racconto si basa su esperienze che ho vissuto.
Mi ricordo ancora la prima volta che mi masturbai, fu per colpa o forse merito di un prurito qualunque alle grandi labbra. Mi soffermai più a lungo sulla mia fighetta e una sensazione calda e appagante mi riempì. Da quella sera divenne un appuntamento giornaliero, così non mi bastarono più solo lo strofinio della dita e cercai altri modi: spruzzarmi il getto d’acqua della doccia sul clitoride, cavalcare il bracciolo di una poltrona, ascoltare i gemiti dei miei genitori. Divenne una vera e propria ossessione. Iniziando a usare il pc con la scusa dello studio, scoprì il mondo fantastico dei racconti erotici immergendomi in una lettura spasmodica e subito mi appassionai al genere dell’incesto. Le prime volte riuscì ad avere un orgasmo solo leggendo. Fu così che mi accorsi di immaginare sempre me e mio padre come protagonisti, questa realizzazione mi sconvolse tanto che per un po’ abbandonai la lettura.
Nel frattempo ebbi le mie prime vere esperienze nel mondo reale: il primo pompino lo feci una notte all’animatore del campo scuola della parrocchia, fu un’esperienza magnifica, prenderlo in bocca, iniziare a leccarlo con calma e un su e giù fino a che lui non mi venne direttamente in gola senza preavviso, presi paura ma mi gustai il suo seme. La mia prima volta fu una cosa frettolosa e dolorosa in una camera di una mia amica durante una festa.
Mentre iniziai a scoprire il mondo del sesso, mi feci donna, una donna prosperosa e burrosa: taglia 46/48 con una quarta abbondante.
Tutte le magliette mettevano in risalto il mio seno e ho sempre adorato farmi guardare dagli uomini, sopratutto da mio padre, con cui dal mio sviluppo mi scambiai abbracci sempre più lunghi e ogni momento era buono per accoccolarci sul divano percependo che le sue mani a volte si soffermavano un po’ troppo sulle mie cosce.
Un giorno chiacchierando con mia madre non feci caso che la porta del bagno era chiusa ed entrai senza aspettarmi mio padre che si scrollava il cazzo dopo aver finito di fare pipì. Non riuscì a proseguire le chiacchiere con mia madre. Il cazzo era lì in tutta la sua grossezza, non lunghissimo ma grosso, venoso e con una cappella sporgente. Mi si bagnò la fighetta istantaneamente e mio padre indugiò a lungo. In quel momento decisi che lo volevo.
Mi chiusi in camera per diverse ore a riprendere la lettura dei racconti incestuosi e invidiai le protagoniste.
Divenne il mio unico desiderio per diverse settimane, tanto che frequentai per qualche tempo un uomo più grande con cui facevo sesso chiamandolo papi.
Mi decisi che dovevo farlo accadere. Finsi sempre più spesso di dimenticare indumenti dopo la doccia, passando davanti a mio padre completamente nuda e sentivo il suo sguardo addosso, causandomi lunghe sessioni di masturbazione.
Il tempo passò e mi scoraggiai non vedendo alcun passo avanti, ma poi arrivò il pomeriggio che cambiò tutto. A casa soli dopo la doccia mi misi in pigiama sul divano, pochi minuti dopo arrivò mio padre:
-Non ti sei scordata nulla oggi?
-Ehm… no, non mi sembra.
-Negli ultimi tempi sembravi molto smemorata dopo la doccia.
Diventai rossa e eccitata: mi aveva capita!
-Vuoi che mi sia dimenticata qualcosa?
-Si tesoro.
Mi tolsi la maglietta e lasciai libere le mie tette. Mio padre si avvicinò e mise le sue mani sul mio seno, mi arrivò una scarica elettrica in mezzo alle gambe.
-Ormai non ci speravo più papi!
-Da quando ti sono spuntati questi due meloni me li sogno la notte, ho sempre il cazzo in mano!
Si liberò dei pantaloncini e boxer e svettò il cazzo che aveva monopolizzato i miei desideri, feci per toccarlo:
-Ferma! Ti dirò io quando.
La sua voce dura andò di pari passo al movimento delle sue mani che mi strizzò il seno, tirò forte i capezzoli e mi schiaffeggiò le tette ma prima che mi potessi lamentare:
-Da oggi amore mio, io sono il tuo padre padrone.
Per suggerimenti, scambio di opinioni o di esperienze in comune: colette-laporcella@hotmail.com
Il racconto si basa su esperienze che ho vissuto.
Mi ricordo ancora la prima volta che mi masturbai, fu per colpa o forse merito di un prurito qualunque alle grandi labbra. Mi soffermai più a lungo sulla mia fighetta e una sensazione calda e appagante mi riempì. Da quella sera divenne un appuntamento giornaliero, così non mi bastarono più solo lo strofinio della dita e cercai altri modi: spruzzarmi il getto d’acqua della doccia sul clitoride, cavalcare il bracciolo di una poltrona, ascoltare i gemiti dei miei genitori. Divenne una vera e propria ossessione. Iniziando a usare il pc con la scusa dello studio, scoprì il mondo fantastico dei racconti erotici immergendomi in una lettura spasmodica e subito mi appassionai al genere dell’incesto. Le prime volte riuscì ad avere un orgasmo solo leggendo. Fu così che mi accorsi di immaginare sempre me e mio padre come protagonisti, questa realizzazione mi sconvolse tanto che per un po’ abbandonai la lettura.
Nel frattempo ebbi le mie prime vere esperienze nel mondo reale: il primo pompino lo feci una notte all’animatore del campo scuola della parrocchia, fu un’esperienza magnifica, prenderlo in bocca, iniziare a leccarlo con calma e un su e giù fino a che lui non mi venne direttamente in gola senza preavviso, presi paura ma mi gustai il suo seme. La mia prima volta fu una cosa frettolosa e dolorosa in una camera di una mia amica durante una festa.
Mentre iniziai a scoprire il mondo del sesso, mi feci donna, una donna prosperosa e burrosa: taglia 46/48 con una quarta abbondante.
Tutte le magliette mettevano in risalto il mio seno e ho sempre adorato farmi guardare dagli uomini, sopratutto da mio padre, con cui dal mio sviluppo mi scambiai abbracci sempre più lunghi e ogni momento era buono per accoccolarci sul divano percependo che le sue mani a volte si soffermavano un po’ troppo sulle mie cosce.
Un giorno chiacchierando con mia madre non feci caso che la porta del bagno era chiusa ed entrai senza aspettarmi mio padre che si scrollava il cazzo dopo aver finito di fare pipì. Non riuscì a proseguire le chiacchiere con mia madre. Il cazzo era lì in tutta la sua grossezza, non lunghissimo ma grosso, venoso e con una cappella sporgente. Mi si bagnò la fighetta istantaneamente e mio padre indugiò a lungo. In quel momento decisi che lo volevo.
Mi chiusi in camera per diverse ore a riprendere la lettura dei racconti incestuosi e invidiai le protagoniste.
Divenne il mio unico desiderio per diverse settimane, tanto che frequentai per qualche tempo un uomo più grande con cui facevo sesso chiamandolo papi.
Mi decisi che dovevo farlo accadere. Finsi sempre più spesso di dimenticare indumenti dopo la doccia, passando davanti a mio padre completamente nuda e sentivo il suo sguardo addosso, causandomi lunghe sessioni di masturbazione.
Il tempo passò e mi scoraggiai non vedendo alcun passo avanti, ma poi arrivò il pomeriggio che cambiò tutto. A casa soli dopo la doccia mi misi in pigiama sul divano, pochi minuti dopo arrivò mio padre:
-Non ti sei scordata nulla oggi?
-Ehm… no, non mi sembra.
-Negli ultimi tempi sembravi molto smemorata dopo la doccia.
Diventai rossa e eccitata: mi aveva capita!
-Vuoi che mi sia dimenticata qualcosa?
-Si tesoro.
Mi tolsi la maglietta e lasciai libere le mie tette. Mio padre si avvicinò e mise le sue mani sul mio seno, mi arrivò una scarica elettrica in mezzo alle gambe.
-Ormai non ci speravo più papi!
-Da quando ti sono spuntati questi due meloni me li sogno la notte, ho sempre il cazzo in mano!
Si liberò dei pantaloncini e boxer e svettò il cazzo che aveva monopolizzato i miei desideri, feci per toccarlo:
-Ferma! Ti dirò io quando.
La sua voce dura andò di pari passo al movimento delle sue mani che mi strizzò il seno, tirò forte i capezzoli e mi schiaffeggiò le tette ma prima che mi potessi lamentare:
-Da oggi amore mio, io sono il tuo padre padrone.
Per suggerimenti, scambio di opinioni o di esperienze in comune: colette-laporcella@hotmail.com
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