Complice fu la ruota forata. 3.
di
Benfornito
genere
etero
I n principio ero intenzionato di portare avanti la preparazione alla inculata contemporaneamente all'una ed all'altra ma poi mi resi conto che mi veniva meglio il gioco occupandomi prima dell'una poi dell'altra ed infatti prima mi sdraiai accanto a Paola per poi baciarla in bocca mentre infilavo due dita nella figa slargandogliela un poco e mi spostai per leccargliela lentamente, continuando poi, voltandola a pancia sotto, in maniera di poterle leccare l'ano mordicchiandole le natiche. Le leccai a lungo il buchino e dopo spargei molta vasellina intorno alle grinze dell'ano e passai sul mio cazzone ungendolo ben bene. Appoggiai il cazzo all'ano ed iniziai a spingerlo tutto dentro sentendo lei che ansimava e spesso stringeva le natiche proprio come a difesa della dolorosa penetrazione ma io gli iniziai una cavalcata senza freni facendola gridare di dolore ma anche di piacere insieme. Ad un certo punto mi fermai rimanendo immobile alcuni minuti poi ripresi a stantuffarla e, proprio mentre lei gridava dal gran dolore, io gridai ma di piacere spruzzando nel suo bel culetto un getto di sborra bollente. Rimanemmo poi abbracciati stretti baciandoci in bocca ed accarezzandola alla fighina che subito sbrodolò umori in quantità. Poi Paola chiese a Luciana se voleva essere penetrata anche lei e la sua amica rispose subito che ne aveva insieme tanta voglia, tanta curiosità di provare quell'esperienza ma anche tantissima paura del dolore che senza dubbio avrebbe potuto sentire. Mi dedicai a Luciana accarezzandola e dicendole che non voleva dire, essendo la prima volta, di dovere sentire tanto dolore perchè non tutti i culetti sono uguali tra loro ed alcuno, perciò, poteva essere talmente elastico da farsi penetrare da super cazzi senza patire le pene dell'Inferno! Le leccai la figa poi l'ano ed insieme la sditalinai davanti e dietro facendola rilassare un poco poi chiesi a Paola di lubrificarle bene l'ano con vasellina intanto che io baciavo i seni, l'ombelico e la fighetta tutta rasata. Paola cosparse vasellina anche al mio glande ed allora poi fece girare a pancia sotto la sua amica e mentre la stava baciando in bocca, io appoggiai il glande all'ano a Luciana spingendo un poco dentro e sentii subito che Luciana era abbastanza rilassata e così diedi due colpetti decisi penetrandola per un buon tratto di canale. spinsi ancora più dentro con intensità e lì rimasi basito che lei non fece grida, gemiti, fiotti ed allora la penetrai con più vigore e lì lei si laasciò andare urlando che sentiva tanto dolore ed io mi sentii un demolitore di culetti vergini e lì mi lasciai andare sborrando tantissimo. Filamenti di sperma misti al sangue di Luciana uscivano dal piccolo ano e Paola, eccitatissima si diede da fare a ripulire il culetto slinguandoglielo. Dopo una breve pausa pensai di farmi perdonare del dolore causatole ad entrambi e così le misi l'una accanto all'altra a pancia sopra ed allargandole le cosce le penetrai una per volta sborrando prima con l'una poi ugualmente con l'altra e tutt'e due mi riempirono di baci in bocca, sul viso, e dapertutto, andando a finire a leccarmi insieme l'ano e lì mi fecero nuovamente godere, sborrare. Caspita che belle scopate ed anche seguentio inculate ci godemmo per ancora tanto tempo!. Passaronodei giorni e noi tre non ci sentimmo. Solo ad un mattino fui svegliato dalla loro telefonata e fu Luciana ad avvisarmi che Paola stava sentendo gran dolori alla pancia, dopo avere mangiato una pizzetta. Corsi subito a casa loro trovando Paola sofferente ed allora chiamai un medico mio amico che volò subito da noie, dopo visitata Paola mi disse che si trattava di intossicazione da cibo avariato. Subito le praticò un'iniezione alla natica ed attendemmo fiduciosi dell'immediato effetto del farmaco iniettatole. Non passarono molti minuti e già Paola si sentiva assai meglio. Bruno, il mio amico Medico mi diede una ricetta per fornirmi di dieci fiale da iniettare a Paola, cosa che feci immediatamente, e poi tranquillizzai le cinesine che sarei stato io a praticare le punture dato che da anni le sapevo fare e bene. Rimasi un poco da loro e poi andai ai miei impegni, assicurandole che al mattino dopo sarei stato lì a praticare la puntura. Puntualissimo al giorno dopo fui da loro all'ora stabilita e, dopo essermi dedicato a tranquillizzare Paola che non le avrei fatto sentire la penetrazione del tanto temuto ago, mi misi a preparare la siringa e, per distrarre la preoccupatissima Paola, chiesi a Luciana di collaborare con me e prepararmi un batuffolo di cotone imbevuto di alcool denaturato che poi le presi dalla mano e massaggiai a lungo la natica scelta da Paola. Diedi poi un colpo deciso e velocissimo infilandole l'ago nella natica e non sentii lamenti o peggio, grida di dolore da Paola ed iniziai dopo a spingere lo stantuffo della siringa con lentezza e solo allora lei sentì un lievissimo bruciore che già aveva conosciuto con l'iniezione ricevuta dal Medico. Quando la siringa fu svuotata estraetti l'ago dal culetto e rimassaggiai ancora e, facendo l'occhiolino a Luciana, dissi a Paola che non doveva muoversi perchè dovevo ancora farle due iniezioni e lì lei sgranò gli occhioni dicendo che non si sarebbe fata nuovamente bucare il suo culo e lì io e Luciana ridemmo sopra. Luciana poi fece la proposta di fare l'amore per festeggiare la puntura affatto dolorosa per Pola ed io mi prestai afare sesso subito, scopandomi Paola per poi godere anche del suo bel culo dal forellino ancora ben strettino ed infatti faticai di nuovo nell'incularla ma poi, invece di sborrarle dentro, le chiesi se le piaceva ricevere la sborra in bocca e lei subito si mise in ginocchio prendendomi il cazzo in bocca e facendomi sborrare slinguandomi pazzamente. Chiesi un pausa brevissima e subito dopo mi scopai Lucianae, al momento che stavo per venirmene, le dissi se voleva che le sborrassi nel culetto, così l'inculai subito, senza un minimo, anche a lei, di usare vasellina e la penetrai facendola un poco strocere la bocca quasi urlando dal dolore. Stantuffai molto dentro il suo bel culo ed infine le schizzai tutta la sborra fino all'ultima goccia. Dopo un corroborante caffè, le lasciai con la promessa di ritornare domani.
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