Una sguattera per fidanzata - Cap. 2

di
genere
dominazione

L’altro giorno, mentre ero in macchina con Francesco (si chiama così il mio bel ragazzo), hanno chiamato i suoi genitori preoccupati perché la sguattera dell’osteria se n’era andata improvvisamente poiché si era stufata di fare quel lavoro. Siccome erano molto preoccupati perché essendo sabato sera ci sarebbe stato il pienone e non sapevano come fare, sono subita intervenuta rivolgendomi a loro dandogli del lei, proponendomi di sostituire la serva e prenderne il posto. Subito il padre mi disse che dovevo essere sicura della scelta perché il lavoro era molto faticoso e il cuoco era molto severo che non aveva remore a sbraitare e maltrattare i suoi sottoposti.
La madre poi aggiunse che anche lei era molto severa con la serva che doveva lavorare a testa china per tante ore senza mai fare una pausa. Aggiunse che se avessi preso servizio non gli sarebbe importato che fossi la fidanzata del suo ragazzo ma che lì sarei stata solo una sguattera sottomessa. Alché il mio fidanzato mi disse di pensarci bene perché i suoi genitori sapevano essere davvero duri. Allora io risposi che amavo tantissimo Francesco e che per lui sarei stata la femmina sottomessa a lui e alla sua famiglia e chiesi di non essere pagata in quanto siamo in famiglia. Il mio ragazzo mi diede una carezza e mi disse che sono la migliore nel mentre mi mise una mano sulla coscia in segno di possesso. Io per ricambiare mi chinai e gli baciai la mano.
Siccome dovevo imparare tutto subito alle 16 andai al ristorante, recandomi subito nell’ufficio del padre di Francesco. Appena mi vide mi fece i complimenti per la mia bellezza e io gli risposi ringraziandolo e congiungendo le mani davanti. Francesco gli disse che ero brava a letto e nel mentre si accomodò sul divanetto mentre io rimasi in piedi per rispetto e nessuno dei due mi invitò a sedermi. Poco dopo entrò anche la madre con un tailleur nero e dopo avermi salutata mi disse che prima di continuare con il colloquio mi sarei dovuta subito cambiare e così a capo chino la seguii nello sgabuzzino.
- “tu sarai la sguattera in questo posto e dovrai comportarti come tale!” mi disse la signora
- “si padrona, sono qui per obbedirvi perché sono innamorata di vostro figlio!” dissi con tono umile volgendo lo sguardo verso il basso.
- “essere una serva è una questione di atteggiamenti che con il tempo imparerai ma è importante iniziare dall’abbigliamento. Pertanto, indosserai questi stracci ossia pantaloni a righe larghi, maglietta bianca con scollo ampio e un grembiule di lino grezzo che si sporca facilmente. In testa metterai uno straccio da cucina già usato. Sono vietati il reggiseno, gli slip e le calze. Tra due minuti ti voglio nell’ufficio! Sbrigati serva!”
- “Si padrona” risposi con tono umile.
Dopo un attimo mi trovavo addosso degli indumenti larghi e sembravo proprio una di quelle sguattere di una volta che erano povere e che vivevano solo per ammazzarsi di lavoro.
La maglietta era talmente larga che mi si scopriva una spalla e appena mi vide conciata così il mio ragazzo mi prese il collo della maglietta e me lo allargò ancora di più così da poter scoprire un seno che strizzo dicendomi che sembravo una povera sguattera da scopare. Mi disse che d’ora in poi avremmo vissuto in casa dei suoi genitori e che avrei fatto la serva sia per lui, sia per i suoi genitori e sia per l’osteria. Quando non lavoravo per il ristorante però avrei tolto i pantaloni e sarei rimasta nuda. Nel mentre mi assestò uno schiaffo sul culo e mi disse di ubbidire ai suoi genitori e se ne andò.
La madre mi mise subito a pulire il bagno che era davvero sporco. Quando vide che per pulire il cesso stavo piegata sulle ginocchia anzichè appoggiarle per terra mi disse che non ero una principessa e che dovevo lavorare con fatica e umiltà stando in ginocchio il più possibile
- “se vuoi fare la sguattera, devi curare i dettagli, per esempio, bisogna sempre mettersi in una posizione di umiltà e pertanto stare il più possibile a terra in ginocchio perché quello il posto della serva. I pavimenti si lavano in ginocchio strofinando con lo straccio per terra con la testa bassa e senza fiatare. Se ti viene urlato un ordine tu lo esegui senza fiatare tenendo gli occhi rivolti verso il basso. Il WC lo pulisci con estrema attenzione mettendo la faccia il più vicino al water. Vedi di sbrigarti che alle 17.30 arriva il cuoco e devi essere al suo servizio. Dopo il bagno fila subito il in salone che devi passare tutti i tavoli, fare le finestre e i pavimenti. Muoviti!”
- “ si padrona”.
Le successive ore le passai in ginocchio a gattonare per terra e strofinare su tutte le superfici per renderle splendenti. Dopo due dopo, ero già stremata e completamente sudata. Ogni tanto mentre lavoravo arrivava la padrona a vedere il lavoro e in quel caso mi scostavo e sempre restando in ginocchio attendevo il giudizio che solitamente era una sgridata perché vedeva dello sporco e subito mi affrettavo a gattonare verso il punto da lei indicato e strofinare per far venire pulito.
Appena arrivato il cuoco ci spostammo in cucina e appena mi vide disse “che bella gnocca questa qua, spero che sia una sguattera che valga ma a furia di scapaccioni vedrai come diventerai veloce a lavorare! Tu ai miei ordini devi solo rispondere si signore e non osarmi guardarmi negli occhi!”.
Il mio compito in cucina ero quello di mettermi dietro dove ci sono i grossi lavabo e dove vengono lasciati tutti i piatti sporchi, i pentoloni, le posate e i bicchieri. Dovevo fare tutto da sola e mano perché la lavastoviglie non c’èra. Allo stesso tempo però se il cuoco avesse chiamato sarei dovuto andare in cucina e portare via le cose sporche per lavarle ed eseguire tutti i suoi ordini.
To be continued
scritto il
2024-03-03
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