Flixbus per Parigi
di
Tettematte
genere
trio
L'estate dei miei 18 anni mi cambiò per sempre.
Come vi ho raccontato ieri, l'amico di famiglia Federico, mi aveva iniziato al sesso, mi aveva fatto scoprire il mio corpo, mi aveva fatto capire che il mio seno era un dono e non un peso e, da allora, ho iniziato a prenderne consapevolezza.
Iniziai a vestirmi più scollata, a gradire gli apprezzamenti e a divertirmi col sesso.
Nell'autunno di quell'anno, quando ormai la mia storia con Federico durava da qualche mese, decisi di prendermi una pausa, andare da sola un weekend a Parigi, a trovare Claudia, una cara amica che si trovava li a fare l'erasmus.
Prenotai un flixbus, mezzo economico e che mi avrebbe portata, viaggiando tutta la notte, comodamente a Parigi.
Partii il venerdì pomeriggio e sarei arrivata la mattina successiva a Parigi, dove la mia amica mi sarebbe venuta a prendere alla fermata di Place Vandome.
Il bus avrebbe fatto poche fermate, l'ultima a Lione verso l'una di notte e sarebbe ripartito alla volta di Parigi.
Alla partenza il bus era pieno e mi sistemai verso le ultime file per stare tranquilla.
Dietro di me solo due ragazzi, sulla trentina, parlavano francese e ascoltavano musica.
Io indossavo un giubbottino, jeans attillati e sotto un maglioncino autunnale non scollato ma molto attillato.
Insomma la mia sesta di seno era bella visibile.
Lessi un libro, cercai di distrarmi e non pensare a Federico e alla nostra relazione di sesso anche violento.
Il viaggio era tranquillo e il tempo bello.
Giunti a Lione il bus si svuotò e restammo una quindicina di passeggeri, quasi tutti seduti nelle prime file.
Dietro eravamo rimasti solo io e i due ragazzi francesi.
Fino ad allora non mi avevano praticamente considerato, se non per qualche sguardo quà e là.
uno era carino, biondo, occhi chiari, faccia da bravo ragazzo.
L'altro scuro di capelli, lineamenti irregolari, sorriso accattivante.
Appena ripartiti per Lione e rimasti soli noi tre in fondo al pullmann, il biondino iniziò a parlarmi in un italiano stentato.
Venne davanti, lasciando l'altro dietro, e iniziò a raccontarmi del viaggio in Italia, che stavano rientrando a Parigi, che erano amici di 28 e 29 anni e iniziammo a colloquiare.
Ovviamente lui non staccava gli occhi dal mio seno...e io ridevo nel vedere che non riusciva a staccare gli occhi da lì.
Si avvicinò e mi sfiorò le cosce con le mani, forse per testare la mia disponibilità.
Io lo guardai maliziosamente e aprii le gambe come ad invitarlo ad andare più a fondo.
Lui continuò andando sempre più vicino all'inguine.
Avevo i pantaloni e sentivo le sue mani sopra agli slip...e inziavo a bagnarmi.
Philip, così si chiamava, se ne accorse e andava sempre più a fondo.
Il suo amico, da dietro, si era svegliato e guardava divertito.
l'ultima fila dei pulmann, come ben sapete, è intera e c'era posto per 6 persone.
L'amico, Armand, fece cenno con la testa di spostarci dietro così si sarebbe divertito anche lui.
Andammo dietro, nell'angolo destro, io in mezzo a loro due.
Iniziammo a baciarci profondamente, davanti dormivano tutti.
Erano le due di notte e il pulmann filava verso Parigi.
Ci baciavamo appassionatamente, le nostre lingue attorcigliate e le mani dei due francesini ovunque.
Armand, sicuramente più audace ed esperto, mi sbottonò i pantaloni e infilò le mani dentro gli slip, trovandomi già fradicia.
Rise e mi infilò un dito dentro iniziando a muoverlo con maestria, alternando dentro e clitoride.
Venni una prima volta così.
Armand poi fece cenno a Philip di alzarmi la maglietta.
Lui lo fece.
Io ero senza reggiseno e le mie tettone sbalzarono fuori in tutta la loro prepotente grandezza e giovinezza.
Philip senza indugiare si mise un capezzolo in bocca e iniziò a succhiare con prepotenze.
Armand rideva.
Mi accorsi che il guidatore aveva visto dallo specchietto e rideva divertito.
I due ragazzi mi avevano praticamente spogliata e li avevo addosso.
A quel punto mi sfilai del tutto i pantaloni e restai nuda sotto e con la maglietta alzata.
nell'angolo non si vedeva e mi sedetti sopra Philp iniziando a cavalcarlo.
Aveva un cazzo lungo e sottile e per sentirlo bene dovetti spingerlo dentro e iniziare a muovermi con maestria fino a trovare il clitoride e strofinarlo.
Iniziai a muovermi sempre più velocemente
philip mi teneva per i fianchi e teneva un capezzolo in bocca.
Venni la seconda volta.
Armand nel mentre si menava il suo membro che era molto diverso da quello di Philip.
Aveva un cazzo enorme, largo, nodoso, imperiale, che aspettava il suo turno.
Finito con Philip, passai subito sopra ad Armand e fu un esplosione di piacere.
Il suo membro enorme mi apriva letteralmente in due la fica, e non so come feci a trattenere un urlo quando lo infilò tutto.
Iniziai a muovermici sopra a fatica e lui intanto mi teneva per i capezzoli con una superba maestria.
Ad ogni spinta lo sentivo in pancia e i capezzoli erano ormai viola.
Lui stava fermo e io lo prendevo tutto, sentivo le pareti dell'utero sollecitate e i seni rigidi.
Venni talmente tanto che il mio liquido colò per terra.
Ero esausta.
Mi sedetti nel posto vicino al finestrino per riprendermi e i due si rivestirono.
Armand mi disse: non rivestirti, voglio accarezzarti fino a Parigi.
E così fu.
Mi accarezzò il seno, i fianchi, soffermandosi sui capezzoli fu molto piacevole.
Mentre dormivo sentivo le dita pizzicarmi i capezzoli con maestria, e mi sono bagnata anche dormendo.
Una sensazione piacevole.
Arrivati a Parigi ci salutammo.
Mente scendevo dal Pullmann mi si avvicinò l'autista e disse:...questo è il mio numero, vediamoci un oretta prima del ritorno....
Risi e me ne andai.
Il viaggio di ritorno...beh...ve lo racconto la prossima volta.....
Come vi ho raccontato ieri, l'amico di famiglia Federico, mi aveva iniziato al sesso, mi aveva fatto scoprire il mio corpo, mi aveva fatto capire che il mio seno era un dono e non un peso e, da allora, ho iniziato a prenderne consapevolezza.
Iniziai a vestirmi più scollata, a gradire gli apprezzamenti e a divertirmi col sesso.
Nell'autunno di quell'anno, quando ormai la mia storia con Federico durava da qualche mese, decisi di prendermi una pausa, andare da sola un weekend a Parigi, a trovare Claudia, una cara amica che si trovava li a fare l'erasmus.
Prenotai un flixbus, mezzo economico e che mi avrebbe portata, viaggiando tutta la notte, comodamente a Parigi.
Partii il venerdì pomeriggio e sarei arrivata la mattina successiva a Parigi, dove la mia amica mi sarebbe venuta a prendere alla fermata di Place Vandome.
Il bus avrebbe fatto poche fermate, l'ultima a Lione verso l'una di notte e sarebbe ripartito alla volta di Parigi.
Alla partenza il bus era pieno e mi sistemai verso le ultime file per stare tranquilla.
Dietro di me solo due ragazzi, sulla trentina, parlavano francese e ascoltavano musica.
Io indossavo un giubbottino, jeans attillati e sotto un maglioncino autunnale non scollato ma molto attillato.
Insomma la mia sesta di seno era bella visibile.
Lessi un libro, cercai di distrarmi e non pensare a Federico e alla nostra relazione di sesso anche violento.
Il viaggio era tranquillo e il tempo bello.
Giunti a Lione il bus si svuotò e restammo una quindicina di passeggeri, quasi tutti seduti nelle prime file.
Dietro eravamo rimasti solo io e i due ragazzi francesi.
Fino ad allora non mi avevano praticamente considerato, se non per qualche sguardo quà e là.
uno era carino, biondo, occhi chiari, faccia da bravo ragazzo.
L'altro scuro di capelli, lineamenti irregolari, sorriso accattivante.
Appena ripartiti per Lione e rimasti soli noi tre in fondo al pullmann, il biondino iniziò a parlarmi in un italiano stentato.
Venne davanti, lasciando l'altro dietro, e iniziò a raccontarmi del viaggio in Italia, che stavano rientrando a Parigi, che erano amici di 28 e 29 anni e iniziammo a colloquiare.
Ovviamente lui non staccava gli occhi dal mio seno...e io ridevo nel vedere che non riusciva a staccare gli occhi da lì.
Si avvicinò e mi sfiorò le cosce con le mani, forse per testare la mia disponibilità.
Io lo guardai maliziosamente e aprii le gambe come ad invitarlo ad andare più a fondo.
Lui continuò andando sempre più vicino all'inguine.
Avevo i pantaloni e sentivo le sue mani sopra agli slip...e inziavo a bagnarmi.
Philip, così si chiamava, se ne accorse e andava sempre più a fondo.
Il suo amico, da dietro, si era svegliato e guardava divertito.
l'ultima fila dei pulmann, come ben sapete, è intera e c'era posto per 6 persone.
L'amico, Armand, fece cenno con la testa di spostarci dietro così si sarebbe divertito anche lui.
Andammo dietro, nell'angolo destro, io in mezzo a loro due.
Iniziammo a baciarci profondamente, davanti dormivano tutti.
Erano le due di notte e il pulmann filava verso Parigi.
Ci baciavamo appassionatamente, le nostre lingue attorcigliate e le mani dei due francesini ovunque.
Armand, sicuramente più audace ed esperto, mi sbottonò i pantaloni e infilò le mani dentro gli slip, trovandomi già fradicia.
Rise e mi infilò un dito dentro iniziando a muoverlo con maestria, alternando dentro e clitoride.
Venni una prima volta così.
Armand poi fece cenno a Philip di alzarmi la maglietta.
Lui lo fece.
Io ero senza reggiseno e le mie tettone sbalzarono fuori in tutta la loro prepotente grandezza e giovinezza.
Philip senza indugiare si mise un capezzolo in bocca e iniziò a succhiare con prepotenze.
Armand rideva.
Mi accorsi che il guidatore aveva visto dallo specchietto e rideva divertito.
I due ragazzi mi avevano praticamente spogliata e li avevo addosso.
A quel punto mi sfilai del tutto i pantaloni e restai nuda sotto e con la maglietta alzata.
nell'angolo non si vedeva e mi sedetti sopra Philp iniziando a cavalcarlo.
Aveva un cazzo lungo e sottile e per sentirlo bene dovetti spingerlo dentro e iniziare a muovermi con maestria fino a trovare il clitoride e strofinarlo.
Iniziai a muovermi sempre più velocemente
philip mi teneva per i fianchi e teneva un capezzolo in bocca.
Venni la seconda volta.
Armand nel mentre si menava il suo membro che era molto diverso da quello di Philip.
Aveva un cazzo enorme, largo, nodoso, imperiale, che aspettava il suo turno.
Finito con Philip, passai subito sopra ad Armand e fu un esplosione di piacere.
Il suo membro enorme mi apriva letteralmente in due la fica, e non so come feci a trattenere un urlo quando lo infilò tutto.
Iniziai a muovermici sopra a fatica e lui intanto mi teneva per i capezzoli con una superba maestria.
Ad ogni spinta lo sentivo in pancia e i capezzoli erano ormai viola.
Lui stava fermo e io lo prendevo tutto, sentivo le pareti dell'utero sollecitate e i seni rigidi.
Venni talmente tanto che il mio liquido colò per terra.
Ero esausta.
Mi sedetti nel posto vicino al finestrino per riprendermi e i due si rivestirono.
Armand mi disse: non rivestirti, voglio accarezzarti fino a Parigi.
E così fu.
Mi accarezzò il seno, i fianchi, soffermandosi sui capezzoli fu molto piacevole.
Mentre dormivo sentivo le dita pizzicarmi i capezzoli con maestria, e mi sono bagnata anche dormendo.
Una sensazione piacevole.
Arrivati a Parigi ci salutammo.
Mente scendevo dal Pullmann mi si avvicinò l'autista e disse:...questo è il mio numero, vediamoci un oretta prima del ritorno....
Risi e me ne andai.
Il viaggio di ritorno...beh...ve lo racconto la prossima volta.....
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