Il ritorno da Parigi
di
Tettematte
genere
etero
....il mio weekend a Parigi fu molto divertente.
Io e Claudia girammo in lungo e in largo.
Purtroppo arrivò il lunedì e il mio rientro in Italia.
In tasca trovai il numero dell'autista.
il biglietto diceva: sarò io anche al ritorno...chiamami...Giorgio.
Io avevo una discreta voglia...mi era rimasta dopo il viaggio di andata e lo chiamai.
Mi disse che c'arano un paio d'ore prima della ripartenza e che il pulmann sarebbe rimasto vuoto fino ad allora...tutto per noi.
Mi feci accompagnare due ore prima, mentendo sull'orario e restai nel piazzale.
Giorgio arrivò subito dopo.
Ci salutammo.
Lo ricordavo carino e per fortuna lo era davvero.
Alto, occhi scuri, leggermente brizzolato, accento meridionale.
Ciao, mi disse, sfoderando un sorriso magnifico.
E io, ciao eccoci qui.
Lui, senza tanti giri di parole disse: eh eh l'altra notte tutti dormivano ma io no...io guidavo....e ho intravisto quello che succedeva là in fondo...
e io: ehm si..diciamo che abbiamo trovato il modo di trascorrere il tempo...
Ridemmo di gusto e salimmo.
Io ero vestita come la sera del viaggio di andata ma, al posto della maglia accollata e attillata, avevo una camicia che lasciava intravedere tutto.
Da giovane erano talmente sode le mie tettone che non portavo mai il reggiseno.
Giorgio posò il borsello e andammo subito in fondo.
Avevamo un oretta e mezza e non volevamo perdere tempo.
Mi sbottonai la camicia da sola mentre lui si spogliava.
Aveva un bel fisico e un membro non lunghissimo ma bello largo.
io mi girai e lui esclamò: mamma mia che tette enormi e sode...wow...non le avevo viste così bene.
Ci sedemmo e iniziammo a masturbarci a vicenda.
Io gli feci un pompino e mi venne copiosamente in bocca in pochi minuti.
Si scusò e disse: scusami ma fra le tette e la tua maestria nel farmi il pompino sono venuto subito.
Io gli risposi: fa nulla....basta che ti ricarichi e scopiamo.
Lui sorrise e si avvento sui miei capezzoli.
Erano già turgidi ma Giorgio sapeva il fatto suo e li lavorò con lingua, denti e dita, fino a farli diventare lunghissimi e durissimi.
Io avevo chiuso gli occhi e iniziai a colare sul sedile.
Giorgio se ne accorse e si spostò subito in basso e iniziò a scoparmi con lingua e dita.
Era molto bravo, alternava le dita e la lingua in maniera esemplare.
Due dita in fica, la lingua sul clitoride e viceversa.
Squirtai per la prima volta.
Nemmeno Federico ci era mai riuscito.
Innaffiai i sedili e Giorgio iniziò a ridere come un matto.
Restava poco tempo e sarebbero iniziati ad arrivare i passeggeri e io volevo assolutamente cavalcare quel bel cazzo largo e nodoso.
Mi chinai su di lui e iniziai a pomparlo per farlo crescere e ridiventare duro.
Alternavo anche la spagnola per accelerare i tempi.
In pochi minuti fu di nuovo duro e bello in tiro.
Giorgio si sedette e io mi ci impalai immediatamente.
Lo sentii entrare un pò alla volta e mi godetti il momento...quel momento in cui ti senti aprire e inizi a godere.
Quando sentii che era arrivato a fondo iniziai dei movimenti circolari in modo da sentirlo ovunque, anche sul clitoride.
mi muovevo circolarmente e poi, una tantum, affondavo su e giù.
Giorgio era concentrato a resistere e con le dita mi stringeva i capezzoli e li tirava con forza.
Ad ogni tiro sempre più forte io davo una spinta sempre più forte.
Lui tirava e io spingevo.
Venni e urlai, tanto non c'era nessuno.
Lui fece appena in tempo a togliersi e mi venne addosso.
Ridemmo, ero tutta sporca e non potevo pulirmi.
Feci di necessita virtù e tolsi il grosso con un fazzoletto di carta.
Ma la sborra rimase addosso tutto il viaggio.
Dormii profondamente tutto il viaggio.
Arrivata a destinazione aspettai che scendessero tutti e...io e Giorgio ricominciammo da capo.
Io e Claudia girammo in lungo e in largo.
Purtroppo arrivò il lunedì e il mio rientro in Italia.
In tasca trovai il numero dell'autista.
il biglietto diceva: sarò io anche al ritorno...chiamami...Giorgio.
Io avevo una discreta voglia...mi era rimasta dopo il viaggio di andata e lo chiamai.
Mi disse che c'arano un paio d'ore prima della ripartenza e che il pulmann sarebbe rimasto vuoto fino ad allora...tutto per noi.
Mi feci accompagnare due ore prima, mentendo sull'orario e restai nel piazzale.
Giorgio arrivò subito dopo.
Ci salutammo.
Lo ricordavo carino e per fortuna lo era davvero.
Alto, occhi scuri, leggermente brizzolato, accento meridionale.
Ciao, mi disse, sfoderando un sorriso magnifico.
E io, ciao eccoci qui.
Lui, senza tanti giri di parole disse: eh eh l'altra notte tutti dormivano ma io no...io guidavo....e ho intravisto quello che succedeva là in fondo...
e io: ehm si..diciamo che abbiamo trovato il modo di trascorrere il tempo...
Ridemmo di gusto e salimmo.
Io ero vestita come la sera del viaggio di andata ma, al posto della maglia accollata e attillata, avevo una camicia che lasciava intravedere tutto.
Da giovane erano talmente sode le mie tettone che non portavo mai il reggiseno.
Giorgio posò il borsello e andammo subito in fondo.
Avevamo un oretta e mezza e non volevamo perdere tempo.
Mi sbottonai la camicia da sola mentre lui si spogliava.
Aveva un bel fisico e un membro non lunghissimo ma bello largo.
io mi girai e lui esclamò: mamma mia che tette enormi e sode...wow...non le avevo viste così bene.
Ci sedemmo e iniziammo a masturbarci a vicenda.
Io gli feci un pompino e mi venne copiosamente in bocca in pochi minuti.
Si scusò e disse: scusami ma fra le tette e la tua maestria nel farmi il pompino sono venuto subito.
Io gli risposi: fa nulla....basta che ti ricarichi e scopiamo.
Lui sorrise e si avvento sui miei capezzoli.
Erano già turgidi ma Giorgio sapeva il fatto suo e li lavorò con lingua, denti e dita, fino a farli diventare lunghissimi e durissimi.
Io avevo chiuso gli occhi e iniziai a colare sul sedile.
Giorgio se ne accorse e si spostò subito in basso e iniziò a scoparmi con lingua e dita.
Era molto bravo, alternava le dita e la lingua in maniera esemplare.
Due dita in fica, la lingua sul clitoride e viceversa.
Squirtai per la prima volta.
Nemmeno Federico ci era mai riuscito.
Innaffiai i sedili e Giorgio iniziò a ridere come un matto.
Restava poco tempo e sarebbero iniziati ad arrivare i passeggeri e io volevo assolutamente cavalcare quel bel cazzo largo e nodoso.
Mi chinai su di lui e iniziai a pomparlo per farlo crescere e ridiventare duro.
Alternavo anche la spagnola per accelerare i tempi.
In pochi minuti fu di nuovo duro e bello in tiro.
Giorgio si sedette e io mi ci impalai immediatamente.
Lo sentii entrare un pò alla volta e mi godetti il momento...quel momento in cui ti senti aprire e inizi a godere.
Quando sentii che era arrivato a fondo iniziai dei movimenti circolari in modo da sentirlo ovunque, anche sul clitoride.
mi muovevo circolarmente e poi, una tantum, affondavo su e giù.
Giorgio era concentrato a resistere e con le dita mi stringeva i capezzoli e li tirava con forza.
Ad ogni tiro sempre più forte io davo una spinta sempre più forte.
Lui tirava e io spingevo.
Venni e urlai, tanto non c'era nessuno.
Lui fece appena in tempo a togliersi e mi venne addosso.
Ridemmo, ero tutta sporca e non potevo pulirmi.
Feci di necessita virtù e tolsi il grosso con un fazzoletto di carta.
Ma la sborra rimase addosso tutto il viaggio.
Dormii profondamente tutto il viaggio.
Arrivata a destinazione aspettai che scendessero tutti e...io e Giorgio ricominciammo da capo.
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