Cornuto due

di
genere
dominazione

Ho passato dei giorni pazzeschi, sapere di essere cornuto, proprio perchè ho scoperto Gabriella al motel, mi ha confuso, poi dopo la sua confessione, devo ammettere che sono combattuto.
M a più ci penso, più sono eccitato, la guardo mentre si veste, immagino le mani di altri uomini che stringono le sue chiappe sode, che palpeggiano i suo grossi seni, le loro dita che violano la sua figa, labbra che succhiano i suoi capezzoli, e che la baciano, vengo nelle mutande senza toccarmi.
Nelle settimane seguenti, ne abbiamo parlato a lungo, e lei mi ha raccontato delle sue avventure, di quanto gode mentre la chiavano, o la inculano, ama sentire la sborra che allaga i suoi buchi, e il pensiero corre a mè, al cornuto.
Mentre mi racconta le sue avventure, siamo nudi, lei si tocca e si sditalina a fondo, io mi sego il cazzo durissimo, e schizzo sperma sul letto, poi leilo imbocca e beve il rimanente sperma, lo lucida a dovere, poi mi guarda negli occhi e mi assicura che il mio cazzo non ha nulla a vedere con quelli dei suoi amanti, e io impazzisco dal piacere.
Poi un pomeriggio di un sabato, mentre stavo guardando la televisione, è apparsa in reggicalze slip e reggiseno, era una visione quanto era bella, cosa ne dici cornuto, questa sera mi ha invitata a cena il tuo amico Andrea, chiaramente, ci sarà un dopocena, e non voglio farti fare una brutta figura, io deglutisco, vieni cornuto, che scegliamo le scarpe e il vestito, la seguo.
Ma cavolo proprio il mio amico Andrea doveva scegliere, così saprà che sono cornuto, accidenti, giochiamo insieme a tennis, e se poi lo dice in giro?, mentre la seguo, lo dico a Gabriella, che si ferma mi accarezza, e mi dice, ma amore, tutti lo sanno delle tue corna, tranquillo, non agitarti, piuttosto aiutami a scegliere il vestito, che mi toglierà il tuo amico.
Dopo una lunga rassegna, scegliamo un tubino che copre a malapena le calze, e un sandalo tacco dieci, cazzo, è stupenda, passo le poche ore che mancano al loro appuntamento, con il cazzo durissimo, non mi tocco non voglio venire.
Verso le diciotto, ancora in ontimo, si avvicina alla poltrona dove sono seduto, apre una scatolina ed estrae una gabbietta, e inizia a mettermela, con difficoltà, il cazzo è duro, ascolta cornuto, te la devo mettere volente o nolente, non Andrea non vuole che ti seghi al pensiero che mi stà sfondando i buchi, quindi, o riusciamo a mettrela senza che ti seghi, o altrimenti, ti sghi, ma la tieni per tutta la settimana.
La aiuto e a forza la mettiamo, il dolore fà sì che si smolli il tanto che serve per chiuderla, e così sono fregato.
Alle diciannove si prepara, infila poi le scarpe che le allaccio io, e infila lo spolverino, bene cornuto, ora vado, non sò se rientro, non aspettarmi e non segarti, e ride, mentre se ne và.
Passo una serata, e parte della notte agitato, lei non rientra e io impazzisco, mi immagino cpsa le stia facendo, e così, spesso mi ritrovo bagnato dal mio stesso sperma.
Rientra verso le sette, completamente esausta, la accolgo e la aiuto a spogliarsi, noto le sue mutandine piene di sperma e non resisto le lecco, lei ride, e poi si stende a gambe larghe, dai cornuto puliscimi, e mentre eseguo scatta delle foto che invia ad Andrea.
Poi mi bacia, le palpo le tette, le succhio icapezzoli, le lecco tutto il corpo, sento l'odore di Andrea sono eccitatissimo, e così, mi toglie la gabbietta, e le infilo il cazzo in figa.
E' larga, molto più del solito, e poi ricordo, Andrea ha un cazzo enorme, l'ho visto qualche volta sotto la docia, e immagino come le habbia sfondato il culo.
Ci baciamo, lingua con lingua, e poi le vengo dentro, godo come mai ho goduto, mentre lei indifferentemente guarda il cellulare, hai finito mi dice? si amore, bene leccami e poi vai sul divano a dormire, non disturbarmi.
Il pomeriggio si sveglia, è stupenda, capelli arruffati, è nuda, appena la vedo, mi sego, non resisto, lei sorride, mi guarda, e mi dice, senti un pò cornuto, vai in camera mia, e mettiti l'intimo che indossavo ieri, e il reggicalze con calze, rimango basito, muoviti cornuto, vado, indosso e ritorno, stranamente, il contatto con il pizzo e il naylon, mi piace eccome, lei mi osserva, e mi dice, da oggi, quando rientro, e mi toldo slip e calze, le indosserai tù il giorno seguente, ok?, le dico, che è un problema quando andrò a tennis, lei ride, e allora, oltre che cornuto, penseranno che sei frocio.
Alla parola frocio, sono venuto nelle mutandine, ma guarda un pò, non è che lo sei veramente?, mi bacia, dai dimmi la verità, lo vorresti nel culo?, annuisco, lo succhieresti un bel cazzo, le dico di sì, non capisco cosa mi stia succedendo.
Un mese dopo, ero intento a gustarmi un bel cazzo duro nel culo, in reggicalze e tacchi, finalmente ero frocio.
scritto il
2024-03-18
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