La pecora Dolly
di
Dolly
genere
trans
Mi chiamo Dolly, come la famosa pecora clonata che in quegli anni era molto conosciuta e questo nome fu scelto da Armando, il mio primo padrone e mio migliore amico figlio di amici di famiglia. Come tutte le scelte della mia vita venne effettuata da altri poiché, essendo io di indole estremamente remissiva, ho sempre subito di buon grado quello che il padrone di turno riteneva fosse opportuno per me.
Con il tempo Armando divenne sempre più un maschio dominante mentre io sempre più una femminuccia remissiva, con il mio corpo sempre più effemminato, glabro e con un culetto che diveniva sempre più prominente. Inolre, nacque in me una passione smodata per i collant velati sui quali indossare pantacollant lucidi (che andavano molto di moda in quegli anni) e perizomini.
Tutto inzio quanto Armando venne a casa mia un giorno che era libera per studiare ed io indossavo collant bianchi lucidissimi sotto a pantacollant lucidi neri. Prima del suo arrivo mi mastubai il buchetto del culo e ci infilai un piccolo plug a forma di cuore. Appena entrò in casa I suoi occhi brillarono e mi chiese perché fossi vestita così. Io, da puttanella civettuola, feci una giravolta rimanendo girata e leggermente piegata in avanti con il culo fasciato dai leggins, e gli dissi che mi sentivo più a mio agio così.
Lui, con fare da maschio, si avvicinò, e mise una mano sul mio culone accarezzandolo e, quando mi diede un sonoro schiaffo sulle chiappe, capii che ero diventata sua. intrufolò quindi la mano nei collant e scese per cercare il buchino voglioso che trovò già occupato da plug, tirandomi così i capelli e sussurrandomi all'orecchio che ero una puttana ingorda.
Io, di rimando, gli dissi che era vero ma che indossavo il plug anche per stimolare il mio ano a defecare, visto che ero perennemente stitica. Lui quindi abbassò i collant, mi piegò in avanti, leccò il buco del culo, e sfilò il plug cui venne appresso una piccola pallina marrone. Da qui il motivo per il quale venni chiamata Dolly, come la pecora, perche dal mio ano uscivano palline.
Vedendo ciò il mio uomo si arrapò subito e, facendo mettere a pecorina in terra, si pose con dietro di me ed inziò a farmi un ditalino al culo con il suo dito medio finchè non me lo svuotò amorevolmente da tutto il contenuto. L'intimità di quel gesto fece in modo che glielo presi in bocca, sempre io a pecorina a terra e lui seduto sulla sedia, finché non mi riempi la gola di sperma.
Da quel giorno, quindi, divenni il suo sborratoio, la sua femmina e mi ordinò di indossare sempre collant, leggins e plug ogni volta che uscivamo il pomeriggio insieme, anche in piena estate, cosa che io riuscivo a fare sostituiendo i pantaloni con i leggins non appena uscita di casa. Devo dire che in estate il patimento per il caldo era faticoso, ma era del tutto ripagato dalla soddisfazione che davo al mio uomo e ritenevo, come ancora ritengo, che fosse giusto così.
Andavamo sempre in giro in motorino e lui quotidianamente mi dava la mia dose di sborra in culo portandomi nei campi del paese dove mi sfondava regolarmente l'ano con la sua mazza poderosa. Dopo avermi farcita, mi rinseriva il plug e mi obbligava a tenere lo sperma dentro per tutto il pomeriggio; tale trattamento mi aiutò molto per il mio problema, perché la sera riuscivo finalmente ad essere più morbida quanto andavo in bagno ad espellere il tutto.
Con il tempo il mio padrone divenne geloso ed anche un po duro con me, dandomi qualche ceffone quando non mi comportavo bene o non eseguivo qualche suo volere, ed in particolar modo quando si accorgeva che qualche ragazzo mi toccava il culo ed io lo lasciavo fare, ritenendo che il mio ruolo fosse quello di dar piacere ai maschi. Chiaramente subivo la punizione in silenzio, senza replicare, ed abbassando lo sguardo in terra, era decisamente giusto così.
Avendo capito il mio ruolo e che non avrei mai messo in discussione nulla di quanto mi imponeva, aveva capito anche che il mio culo potesse agevolargli la vita, motivo per il quale talvolta mi portava in un altro paese vicino nelle case di qualche vecchio del posto e mi faceva usare da loro.
Ce ne era uno in particolare che amava vedermi accovacciata in terra, con calze e leggins abbassati fino ai glutei, mentre con fatica provavo a far uscire le mie palline marroni aiutato con l'insrimento del suo ditone medio calloso dentro il mio ano; dopodichè amava leccare il mio buco spalancato che mi procurava immenso piacere sentire i suoi baffoni e la sua lingua fino dentro al punto di farmi bagnare il culo e, alla fine, io dovevo bacialo in bocca sentendo il sapore l'odore acre del mio intestino nonché della sborra che precedetemente mi aveva sparato dentro prima di leccarmi.
L'imbarazzo era superato solamente dal piacere che provavo ad essere umiliata in tal modo.
In alcune case venivo usata come cameriera per le faccende domestiche, che mi riuscivano particolarmente bene, abbigliata solamente con i collant lucidissimi da cui si vedeva perfettamente il mio immancabile plug ben infilato dentro l'ano ed un body di licra. mentre gli uomini stavano sul divano a mangiare e bere birra, io lavoravo con diligenza e, quando venivo chiamata per le loro necessità, accorrevo immediatamente procedendo a pecorina a ricevere tutta la loro calda sborra in bocca o nel culo, svolazzando sui loro cazzi di ferro. Credo che dovesse essere proprio una bella cosa per questi vecchi vedere una giovane puttanella agghindata come una sexy bambola che si faceva fare qualunque cosa.
Mi sentivo bene, soddisfatta del mio ruolo e felice di osservare ciò che mi veniva imposto dal padrone.Adoravo sentire perennemente lo sperma che gorgogliava nel mio intestino impedito ad uscire dall'immancabile plug..sentivo che non c'era cosa migliore ed il massimo lo raggiungevo proprio in estate quanto soffrivo il caldo e sentivo che i collant si appiccicavano alla pelle sudata. Il mio padrone chiaramente era divertito nel verdermi bagnata e sofferente ed io lo ripagavo svuotandogli le palle ogni momento possibile.
Devo precisare che non ho mai praticato la mastubazione del mio piccolissimo pene, perchè gli orgasmi che raggiungevo erano, e sono, solamente anali. Il mio buco del culo, quando viene sfondato, si bagna realmente come una fica e talvolta schizza del liquido molto vischioso ed odoroso che, ad onor del vero, ai vecchetti in particolar modo piaceva terribilmente.
Talvolta dopo essere stata inculata, il mio padrone non mi infilava il plug e quindi il mio liquido unito allo sperma usciva ed imbratta le calze ed i pantacollant; in tal modo, mi capitava di andare in giro con una macchiolina dietro al culo ben visibile che adoravo mostrare, oggetto di commenti più vari.
Ormai anche di notte dormivo in collant e con il plug nel culo, il quale era libero solamente nel momento in cui dovevo evacuare.
Per una settimana al mese mi ordinava di inserire, inveca del plug, un tampax nel culo così da simulare il periodo di mestruo.Devo dire che questa cosa eccitava tutti, me compresa, in quanto vedere il cordino che usciva dal buco del culo era davvero notevole.
Questo primo racconto è la base per raccontarvi, se volete, la continuazione della mia vita da troia sottomessa.
Se me lo chiedete, vi posso raccontare la mia storia con Gerlando, il contadino calabrese del paese.
Servizievolmente, Dolly - calze81@libero.it
Con il tempo Armando divenne sempre più un maschio dominante mentre io sempre più una femminuccia remissiva, con il mio corpo sempre più effemminato, glabro e con un culetto che diveniva sempre più prominente. Inolre, nacque in me una passione smodata per i collant velati sui quali indossare pantacollant lucidi (che andavano molto di moda in quegli anni) e perizomini.
Tutto inzio quanto Armando venne a casa mia un giorno che era libera per studiare ed io indossavo collant bianchi lucidissimi sotto a pantacollant lucidi neri. Prima del suo arrivo mi mastubai il buchetto del culo e ci infilai un piccolo plug a forma di cuore. Appena entrò in casa I suoi occhi brillarono e mi chiese perché fossi vestita così. Io, da puttanella civettuola, feci una giravolta rimanendo girata e leggermente piegata in avanti con il culo fasciato dai leggins, e gli dissi che mi sentivo più a mio agio così.
Lui, con fare da maschio, si avvicinò, e mise una mano sul mio culone accarezzandolo e, quando mi diede un sonoro schiaffo sulle chiappe, capii che ero diventata sua. intrufolò quindi la mano nei collant e scese per cercare il buchino voglioso che trovò già occupato da plug, tirandomi così i capelli e sussurrandomi all'orecchio che ero una puttana ingorda.
Io, di rimando, gli dissi che era vero ma che indossavo il plug anche per stimolare il mio ano a defecare, visto che ero perennemente stitica. Lui quindi abbassò i collant, mi piegò in avanti, leccò il buco del culo, e sfilò il plug cui venne appresso una piccola pallina marrone. Da qui il motivo per il quale venni chiamata Dolly, come la pecora, perche dal mio ano uscivano palline.
Vedendo ciò il mio uomo si arrapò subito e, facendo mettere a pecorina in terra, si pose con dietro di me ed inziò a farmi un ditalino al culo con il suo dito medio finchè non me lo svuotò amorevolmente da tutto il contenuto. L'intimità di quel gesto fece in modo che glielo presi in bocca, sempre io a pecorina a terra e lui seduto sulla sedia, finché non mi riempi la gola di sperma.
Da quel giorno, quindi, divenni il suo sborratoio, la sua femmina e mi ordinò di indossare sempre collant, leggins e plug ogni volta che uscivamo il pomeriggio insieme, anche in piena estate, cosa che io riuscivo a fare sostituiendo i pantaloni con i leggins non appena uscita di casa. Devo dire che in estate il patimento per il caldo era faticoso, ma era del tutto ripagato dalla soddisfazione che davo al mio uomo e ritenevo, come ancora ritengo, che fosse giusto così.
Andavamo sempre in giro in motorino e lui quotidianamente mi dava la mia dose di sborra in culo portandomi nei campi del paese dove mi sfondava regolarmente l'ano con la sua mazza poderosa. Dopo avermi farcita, mi rinseriva il plug e mi obbligava a tenere lo sperma dentro per tutto il pomeriggio; tale trattamento mi aiutò molto per il mio problema, perché la sera riuscivo finalmente ad essere più morbida quanto andavo in bagno ad espellere il tutto.
Con il tempo il mio padrone divenne geloso ed anche un po duro con me, dandomi qualche ceffone quando non mi comportavo bene o non eseguivo qualche suo volere, ed in particolar modo quando si accorgeva che qualche ragazzo mi toccava il culo ed io lo lasciavo fare, ritenendo che il mio ruolo fosse quello di dar piacere ai maschi. Chiaramente subivo la punizione in silenzio, senza replicare, ed abbassando lo sguardo in terra, era decisamente giusto così.
Avendo capito il mio ruolo e che non avrei mai messo in discussione nulla di quanto mi imponeva, aveva capito anche che il mio culo potesse agevolargli la vita, motivo per il quale talvolta mi portava in un altro paese vicino nelle case di qualche vecchio del posto e mi faceva usare da loro.
Ce ne era uno in particolare che amava vedermi accovacciata in terra, con calze e leggins abbassati fino ai glutei, mentre con fatica provavo a far uscire le mie palline marroni aiutato con l'insrimento del suo ditone medio calloso dentro il mio ano; dopodichè amava leccare il mio buco spalancato che mi procurava immenso piacere sentire i suoi baffoni e la sua lingua fino dentro al punto di farmi bagnare il culo e, alla fine, io dovevo bacialo in bocca sentendo il sapore l'odore acre del mio intestino nonché della sborra che precedetemente mi aveva sparato dentro prima di leccarmi.
L'imbarazzo era superato solamente dal piacere che provavo ad essere umiliata in tal modo.
In alcune case venivo usata come cameriera per le faccende domestiche, che mi riuscivano particolarmente bene, abbigliata solamente con i collant lucidissimi da cui si vedeva perfettamente il mio immancabile plug ben infilato dentro l'ano ed un body di licra. mentre gli uomini stavano sul divano a mangiare e bere birra, io lavoravo con diligenza e, quando venivo chiamata per le loro necessità, accorrevo immediatamente procedendo a pecorina a ricevere tutta la loro calda sborra in bocca o nel culo, svolazzando sui loro cazzi di ferro. Credo che dovesse essere proprio una bella cosa per questi vecchi vedere una giovane puttanella agghindata come una sexy bambola che si faceva fare qualunque cosa.
Mi sentivo bene, soddisfatta del mio ruolo e felice di osservare ciò che mi veniva imposto dal padrone.Adoravo sentire perennemente lo sperma che gorgogliava nel mio intestino impedito ad uscire dall'immancabile plug..sentivo che non c'era cosa migliore ed il massimo lo raggiungevo proprio in estate quanto soffrivo il caldo e sentivo che i collant si appiccicavano alla pelle sudata. Il mio padrone chiaramente era divertito nel verdermi bagnata e sofferente ed io lo ripagavo svuotandogli le palle ogni momento possibile.
Devo precisare che non ho mai praticato la mastubazione del mio piccolissimo pene, perchè gli orgasmi che raggiungevo erano, e sono, solamente anali. Il mio buco del culo, quando viene sfondato, si bagna realmente come una fica e talvolta schizza del liquido molto vischioso ed odoroso che, ad onor del vero, ai vecchetti in particolar modo piaceva terribilmente.
Talvolta dopo essere stata inculata, il mio padrone non mi infilava il plug e quindi il mio liquido unito allo sperma usciva ed imbratta le calze ed i pantacollant; in tal modo, mi capitava di andare in giro con una macchiolina dietro al culo ben visibile che adoravo mostrare, oggetto di commenti più vari.
Ormai anche di notte dormivo in collant e con il plug nel culo, il quale era libero solamente nel momento in cui dovevo evacuare.
Per una settimana al mese mi ordinava di inserire, inveca del plug, un tampax nel culo così da simulare il periodo di mestruo.Devo dire che questa cosa eccitava tutti, me compresa, in quanto vedere il cordino che usciva dal buco del culo era davvero notevole.
Questo primo racconto è la base per raccontarvi, se volete, la continuazione della mia vita da troia sottomessa.
Se me lo chiedete, vi posso raccontare la mia storia con Gerlando, il contadino calabrese del paese.
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