Il club
di
aliceslave
genere
orge
Il club
L’ingresso delle vacche era previsto tra le 16.00 e le 16.20. Non volevo arrivare tardi e così decisi di prendere il treno che partiva un’ora prima. Già durante il viaggio non potevo fare a meno di pensare a cosa mi aspettava e cosa avrebbero fatto di me i tori, e così mi ritrovai a fantasticare senza vestiti nel bagno del treno, immaginando dei grossi cazzi che si facevano strada nel mio culo già largo oltre misura. Seduto al contrario sull’asse del water, mi dimenavo vicino al finestrino con tre dita dentro, incurante se nelle stazioni qualcuno potesse notare, attraverso il finestrino opaco, la mia sagoma nuda che si agitava.
Arrivai puntuale a destinazione ma l’ansia e le voglie che avevo addosso mi indussero a camminare sempre più veloce, cosicché giunsi davanti alla porta del locale con quasi venti minuti di anticipo. Evitai però di sostare davanti alla porta e nonostante la pioggia ed il freddo, per quanto indossassi solo una tuta e le scarpe, mi sistemai sul lato opposto della strada, guardando le altre persone che poco alla volta facevano ingresso. Erano quasi le 16.10 e così presi coraggio e suonai il campanello. Mi venne ad aprire un ragazzo robusto con pochi capelli, vestito con pantaloni e maglia in latex neri, che mi prese per un braccio e mi tirò all’interno dicendo “IMMAGINO CHE TU SIA UNA VACCA?” Risposi di si a voce bassa e mi avvicinai al bancone per mostrargli la mia tessera del club. Dopo una breve attesa il ragazzo mi intimò di salire le scale e raggiungere i locali superiori dove avrei trovato altro personale. Mentre salivo, pur non vedendolo, mi sembrava di sentire il peso dei suoi occhi sul mio culo strizzato nei pantaloni aderenti della tuta.
Pochi passi oltre il pianerottolo e mi ritrovai immerso nella quasi totale oscurità; qualcuno mi si avvicinò da dietro e sfiorandomi la schiena, mi disse con voce autoritaria di spogliarmi completamente ed attendere lì. Obbedì a quell’ordine in pochissimi istanti e mi posizionai vicino la porta che antecedeva un corridoio e dal quale udivo provenire gemiti inequivocabili, forse per l’audio di un film. Ero talmente assorto nei miei pensieri ed eccitato oltre modo per quella particolare situazione, che quasi mi spaventai quando due braccia mi presero con forza i polsi e mi trascinarono all’interno del corridoio. Poi venni bloccato in una zona ancora più buia e qui bendato con una fascia sugli occhi ed un cappuccio al di sopra di essa, ma con una sola apertura davanti alla bocca. Mi venne pertanto intimato di fare due giri su me stesso e quindi sentii le mani di prima guidarmi davanti ad un letto od un divano e spingermi in ginocchio verso terra, con la pancia appoggiata sul tessuto ed il culo verso l’alto.
Non impiegai molto ad abituarmi al non poter vedere nulla ed anzi quella forzata cecità non fece altro che amplificare le mie capacità di percezione, tanto che mi sentivo ancor più eccitato di prima. I miei sensi si infiammarono oltre ogni limite quando cominciai a sentire le prime voci ed i commenti sul mio corpo, profferite da più persone che avevano fatto ingresso nel locale; quelle voci, sempre più vicine, si trasformarono ben presto in palpeggiamenti e schiaffi su ogni parte del corpo, ed in particolare sul culo, su cui cominciai a distinguere chiaramente la presenza di almeno sei mani. Le mie chiappe venivano massaggiate e schiaffeggiate e più dita si insinuavano nell’ano, allargandolo indecentemente, mentre altre mani ancora mi schiacciavano sulla schiena o mi stringevano la vita; accompagnate da frasi come “MA CHE BELLA TROIA!” “QUESTA LA INGROPPIAMO COME SI DEVE!” ROMPIAMOLE IL CULO COSI’ SE LO RICORDA!”
Avevo già cominciato a godere oscenamente ma cominciai a perdere del tutto la ragione quando avvertii il primo cazzo davanti la bocca ed un secondo che mi premeva sul culo. Fui infilzato quasi contemporaneamente e cominciai ad adattarmi a quella posizione da vacca da monta, gustando quei cazzi in tutta la loro possanza. Chi mi inculava sembrava farlo quasi con rabbia, roteando il cazzo nel mio culo o alzandomi ed abbassandomi il bacino per allargarmi il più possibile. Per fare ciò mi serrava la vita con forza, quasi graffiandomi, a volte accompagnando i movimenti con pesanti schiaffi su culo, cosce e schiena. Incitato da entrambi i tori muovevo la testa avanti ed indietro fino a quando il cazzo che avevo in bocca fini per esplodere, inondandomi di sborra che in parte ingoiai e in parte usci dai bordi delle labbra raggiungendo collo e petto. Ero quasi senza respiro, soffocato da quel mare di sborra, ma l’altro toro continuava imperterrito a sfondarmi il culo, strizzandomi i capezzoli selvaggiamente. Lo sentii accanirsi ancor di più, con movimenti più veloci e colpi potenti e profondi, quasi che mi sembrava facesse entrare anche le palle, finché ad un tratti mi venne dentro rendendo il mio culo una caverna allagata di sborra.
Mi stavo ancora gustando quel calore in bocca e nel culo che subito dopo i due tori si allontanarono da me lasciando il posto ad altri due che ricominciarono con lo stesso ritmo e trattamento ancor peggiore. Questi difatti iniziarono a schiaffeggiarmi in viso, sulle cosce e sul petto. Avvertii il toro che con il cazzo si faceva strada tra le mie labbra mentre con mani poderose mi allargava le chiappe quasi oltre la soglia del dolore, tirandomi verso di lui per farsi spompinare meglio. Non feci in tempo a godermi questa nuova posizione che subito un altro cazzo mi infilzò senza ritegno da dietro, così allargato com’ero.
Ciò che mi stavano facendo aveva probabilmente attirato l’attenzione di altre persone che sentivo parlare a poca distanza da me e che commentavano il mio corpo ed il modo in cui venivo usato. Qualcuno mi prese le mani e me le porto su altri due cazzi a lato del mio viso, mentre sulla schiena continuavo a sentire schiaffi ed altre mani ancora che mi premevano e stringevano, altre che mi spalmavano la sborra che sentivo cadere dall’alto. In quel continuo andirivieni di cazzi in bocca e culo non mi trattenni dal gridare il piacere che provavo ad ogni colpo, ma subito dopo mi ritrovai varie dita in bocca, oltre al cazzo, e mani intorno al collo che mi fecero azzittire.
Con poche pause tra un toro e l’altro ricevetti almeno undici cazzi in culo, tutti di notevoli dimensioni, ed altrettanti in bocca. Avevo il buco letteralmente in fiamme e dilatato più di ogni mia immaginazione, ma non riuscivo a smettere di godere e di desiderarne sempre di più, agitandomi forsennatamente avanti ed indietro, a destra ed a sinistra, per sentire il cazzo di turno in tutto la sua lunghezza e larghezza nel profondo del mio culo.
Credo fosse passata circa un’ora e mezza dall’inizio quando il responsabile diede l’ordine di stop alle monte. Avvertii tutti quei tori avvicinarsi a me e cominciare a masturbarsi forsennatamente; chi prima chi dopo terminarono sborrandomi sulla schiena e sul solco del culo ormai dilatato a dismisura. Tutta la sborra caduta su di me mi ricopriva come un velo ed in parte la percepivo quasi come cera secca. Nello stato osceno in cui mi trovavo due braccia mi accompagnarono al mio armadietto e mi tolsero quindi la benda ed il cappuccio.
Qui mi rivestii e potei lasciare il locale.
Fuori pioveva fortissimo e faceva freddo ma non lo avvertivo; sarei potuto tranquillamente uscire nudo, e certo lo desideravo. Subito dopo cominciai a camminare in direzione della stazione dei treni.
L’ingresso delle vacche era previsto tra le 16.00 e le 16.20. Non volevo arrivare tardi e così decisi di prendere il treno che partiva un’ora prima. Già durante il viaggio non potevo fare a meno di pensare a cosa mi aspettava e cosa avrebbero fatto di me i tori, e così mi ritrovai a fantasticare senza vestiti nel bagno del treno, immaginando dei grossi cazzi che si facevano strada nel mio culo già largo oltre misura. Seduto al contrario sull’asse del water, mi dimenavo vicino al finestrino con tre dita dentro, incurante se nelle stazioni qualcuno potesse notare, attraverso il finestrino opaco, la mia sagoma nuda che si agitava.
Arrivai puntuale a destinazione ma l’ansia e le voglie che avevo addosso mi indussero a camminare sempre più veloce, cosicché giunsi davanti alla porta del locale con quasi venti minuti di anticipo. Evitai però di sostare davanti alla porta e nonostante la pioggia ed il freddo, per quanto indossassi solo una tuta e le scarpe, mi sistemai sul lato opposto della strada, guardando le altre persone che poco alla volta facevano ingresso. Erano quasi le 16.10 e così presi coraggio e suonai il campanello. Mi venne ad aprire un ragazzo robusto con pochi capelli, vestito con pantaloni e maglia in latex neri, che mi prese per un braccio e mi tirò all’interno dicendo “IMMAGINO CHE TU SIA UNA VACCA?” Risposi di si a voce bassa e mi avvicinai al bancone per mostrargli la mia tessera del club. Dopo una breve attesa il ragazzo mi intimò di salire le scale e raggiungere i locali superiori dove avrei trovato altro personale. Mentre salivo, pur non vedendolo, mi sembrava di sentire il peso dei suoi occhi sul mio culo strizzato nei pantaloni aderenti della tuta.
Pochi passi oltre il pianerottolo e mi ritrovai immerso nella quasi totale oscurità; qualcuno mi si avvicinò da dietro e sfiorandomi la schiena, mi disse con voce autoritaria di spogliarmi completamente ed attendere lì. Obbedì a quell’ordine in pochissimi istanti e mi posizionai vicino la porta che antecedeva un corridoio e dal quale udivo provenire gemiti inequivocabili, forse per l’audio di un film. Ero talmente assorto nei miei pensieri ed eccitato oltre modo per quella particolare situazione, che quasi mi spaventai quando due braccia mi presero con forza i polsi e mi trascinarono all’interno del corridoio. Poi venni bloccato in una zona ancora più buia e qui bendato con una fascia sugli occhi ed un cappuccio al di sopra di essa, ma con una sola apertura davanti alla bocca. Mi venne pertanto intimato di fare due giri su me stesso e quindi sentii le mani di prima guidarmi davanti ad un letto od un divano e spingermi in ginocchio verso terra, con la pancia appoggiata sul tessuto ed il culo verso l’alto.
Non impiegai molto ad abituarmi al non poter vedere nulla ed anzi quella forzata cecità non fece altro che amplificare le mie capacità di percezione, tanto che mi sentivo ancor più eccitato di prima. I miei sensi si infiammarono oltre ogni limite quando cominciai a sentire le prime voci ed i commenti sul mio corpo, profferite da più persone che avevano fatto ingresso nel locale; quelle voci, sempre più vicine, si trasformarono ben presto in palpeggiamenti e schiaffi su ogni parte del corpo, ed in particolare sul culo, su cui cominciai a distinguere chiaramente la presenza di almeno sei mani. Le mie chiappe venivano massaggiate e schiaffeggiate e più dita si insinuavano nell’ano, allargandolo indecentemente, mentre altre mani ancora mi schiacciavano sulla schiena o mi stringevano la vita; accompagnate da frasi come “MA CHE BELLA TROIA!” “QUESTA LA INGROPPIAMO COME SI DEVE!” ROMPIAMOLE IL CULO COSI’ SE LO RICORDA!”
Avevo già cominciato a godere oscenamente ma cominciai a perdere del tutto la ragione quando avvertii il primo cazzo davanti la bocca ed un secondo che mi premeva sul culo. Fui infilzato quasi contemporaneamente e cominciai ad adattarmi a quella posizione da vacca da monta, gustando quei cazzi in tutta la loro possanza. Chi mi inculava sembrava farlo quasi con rabbia, roteando il cazzo nel mio culo o alzandomi ed abbassandomi il bacino per allargarmi il più possibile. Per fare ciò mi serrava la vita con forza, quasi graffiandomi, a volte accompagnando i movimenti con pesanti schiaffi su culo, cosce e schiena. Incitato da entrambi i tori muovevo la testa avanti ed indietro fino a quando il cazzo che avevo in bocca fini per esplodere, inondandomi di sborra che in parte ingoiai e in parte usci dai bordi delle labbra raggiungendo collo e petto. Ero quasi senza respiro, soffocato da quel mare di sborra, ma l’altro toro continuava imperterrito a sfondarmi il culo, strizzandomi i capezzoli selvaggiamente. Lo sentii accanirsi ancor di più, con movimenti più veloci e colpi potenti e profondi, quasi che mi sembrava facesse entrare anche le palle, finché ad un tratti mi venne dentro rendendo il mio culo una caverna allagata di sborra.
Mi stavo ancora gustando quel calore in bocca e nel culo che subito dopo i due tori si allontanarono da me lasciando il posto ad altri due che ricominciarono con lo stesso ritmo e trattamento ancor peggiore. Questi difatti iniziarono a schiaffeggiarmi in viso, sulle cosce e sul petto. Avvertii il toro che con il cazzo si faceva strada tra le mie labbra mentre con mani poderose mi allargava le chiappe quasi oltre la soglia del dolore, tirandomi verso di lui per farsi spompinare meglio. Non feci in tempo a godermi questa nuova posizione che subito un altro cazzo mi infilzò senza ritegno da dietro, così allargato com’ero.
Ciò che mi stavano facendo aveva probabilmente attirato l’attenzione di altre persone che sentivo parlare a poca distanza da me e che commentavano il mio corpo ed il modo in cui venivo usato. Qualcuno mi prese le mani e me le porto su altri due cazzi a lato del mio viso, mentre sulla schiena continuavo a sentire schiaffi ed altre mani ancora che mi premevano e stringevano, altre che mi spalmavano la sborra che sentivo cadere dall’alto. In quel continuo andirivieni di cazzi in bocca e culo non mi trattenni dal gridare il piacere che provavo ad ogni colpo, ma subito dopo mi ritrovai varie dita in bocca, oltre al cazzo, e mani intorno al collo che mi fecero azzittire.
Con poche pause tra un toro e l’altro ricevetti almeno undici cazzi in culo, tutti di notevoli dimensioni, ed altrettanti in bocca. Avevo il buco letteralmente in fiamme e dilatato più di ogni mia immaginazione, ma non riuscivo a smettere di godere e di desiderarne sempre di più, agitandomi forsennatamente avanti ed indietro, a destra ed a sinistra, per sentire il cazzo di turno in tutto la sua lunghezza e larghezza nel profondo del mio culo.
Credo fosse passata circa un’ora e mezza dall’inizio quando il responsabile diede l’ordine di stop alle monte. Avvertii tutti quei tori avvicinarsi a me e cominciare a masturbarsi forsennatamente; chi prima chi dopo terminarono sborrandomi sulla schiena e sul solco del culo ormai dilatato a dismisura. Tutta la sborra caduta su di me mi ricopriva come un velo ed in parte la percepivo quasi come cera secca. Nello stato osceno in cui mi trovavo due braccia mi accompagnarono al mio armadietto e mi tolsero quindi la benda ed il cappuccio.
Qui mi rivestii e potei lasciare il locale.
Fuori pioveva fortissimo e faceva freddo ma non lo avvertivo; sarei potuto tranquillamente uscire nudo, e certo lo desideravo. Subito dopo cominciai a camminare in direzione della stazione dei treni.
1
7
voti
voti
valutazione
5.1
5.1
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il cinema
Commenti dei lettori al racconto erotico