Ari Nudista ed il condizionatore - parte 2

di
genere
esibizionismo

Ciao, sono Arianna.
Continuo il racconto del condizionatore.
Ovviamente per comprendere meglio la situazione consiglio a tutti di leggere prima la parte 1.

Dopo aver chiuso la chiamata ed essere rientrato si rimise al lavoro.
Io ero sempre seduta a gambe aperte davanti a lui. Lo vedevo che oramai non cercava quasi nemmeno di nascondersi mentre mi osservava. Poi durante un movimento mentre era in piedi sulla scala riuscii chiaramente a vedere un bel bozzo sui suoi pantaloni. Evidentemente il mio gioco piaceva anche a lui!

Passarono così i minuti, a me iniziava a dare fastidio la gamba su sui ero seduta, decisi di cambiare posizione, mi sdraiai sul divano. La gamba destra piegata con il piede appoggiato vicino al mio sedere, mentre la sinistra a penzoloni sul lato del divano. In questo modo ero esposta sia per lui che per il suo capo che sarebbe arrivato da li a poco.
Infatti subito dopo che mi sistemai il suo telefono prese a squillare.
Dopo aver risposto mi avvisò che era arrivato, gli dissi di farlo entrare e gli spiegai come aprirgli il portoncino di ingresso.
Un paio di minuti dopo, senza bussare, entrò un 60enne bassino ma con un sorriso molto contagioso.
“Buongiorno signorina, sono Alfredo, mi scusi per il disguido” disse non appena mi vide sul divano.
Ovviamente era stato avvisato da Luca, infatti non si scompose nemmeno quando entró.
Gli sorrisi e, muovendomi molto lentamente, mi alzai per andargli incontro “Benvenuto, si figuri, nessun disguido, mi dispiace solo che abbia dovuto fare anche lei la strada per portare il pezzo mancante”, “puoi chiamarmi Arianna, piacere” gli dissi mentre allungavo la mano per salutarlo.
“Il piacere è tutto mio” rispose sorridendo prima di rivolgersi al suo operaio e mettersi a parlare del lavoro.
Io ne approfittai per tornare sul divano e fingere di stare al telefono a chattare o altro.
Pochi minuti dopo fu Alfredo a chiamarmi.
“Arianna, Luca mi ha detto che il secondo split va in camera, in che posizione lo vorresti?”
“Pensavo sopra alla porta” dissi velocemente, poi proseguii “ma fore voi siete più esperti di me” dissi mentre mi sollevavo dal divano e facevo strada all’uomo verso la mia camera.
“Qua sopra?” Indicai lo spazio sopra alla porta.
Alfredo si posizionò dietro di me ed osservando il mio culo rispose che era il posto perfetto.
Luca ci raggiunse con tutti gli attrezzi e iniziarono ad installare anche quello in camera.
Io dissi che se avevano bisogno potevano chiamarmi e tornai in soggiorno. Avevo bisogno di pesare alle mie mosse successive. Dovevo decidere come muovermi e cosa fare.
Mi sederti di nuovo sul divano, allungai la mano verso la mia figa che ormai era completamente fradicia. Ora era lei a comandare, cosi decisi di passare al livello successivo. Avrei fatto impazzire quei due simpaticoni, dovevo solo decidere come.
Decisi di andare per gradi, prima espormi di più, poi provare con allusioni o battute a doppio senso, ed infine se nn avesse funzionato nulla di tutto ciò, avrei potuto essere diretta e fare la troia come piaceva a me!
Andai in camera e con la scusa di cercare una cosa mi piegai a 90 per andare sotto al letto. I due uomini si bloccarono immediatamente. Sentivo i loro sguardi sul mio culo. Dio se mi piaceva!
Rimasi li per alcuni secondi che mi sembravano infiniti.
Poi fingendo di non trovare nulla mi risollevai tornando in soggiorno. Di sicuro a loro era piaciuto lo spettacolo. Infatti li sentii parlottare a bassa voce tra loro. Purtroppo però tra il rumore e la distanza non capii nulla di quello che dicevano!
Era quello il segreto. Dovevo ascoltare quello che si dicevano quando erano da soli!
Decisi che avrei fatto un’altra entrata in camera, cercando ancora qualcosa, poi sarei corsa sul balconcino su cui anche la camera si affacciava!
Il piano funzionò alla perfezione.
Entrai in camera scusandomi per il disturbo continuo, finsi ancora di cercare qualcosa sotto al letto tra i vari contenitori. Mi misi ancora a pecora, questa volta mi assicurai di sollevare molto bene il culo in modo da sembrare più volgare. Rimasi li per un minuto buono cercando tra i vari scatoloni, loro percepivo che erano in fissa su di me.
Poi mi sollevai e tornai in soggiorno, uscendo velocemente sul balcone e nascondendomi dietro la finestra.
“Luca te lo dico io , fidati, questa vuole provocarci e vuole che la scopiamo!” disse il capo sottovoce.
“Si ma se ti sbagli ci denuncia entrambi! A casa sua può stare come cazzo vuole!”
“Ok ma la vedi?? Continua a venire qua a farci vedere il culo! Cosa deve fare di più?!”
“Non lo so Alfre!”
“Allora facciamo cosi.. ora la chiamo per chiederle dell’acqua, poi le dico se vuole stare qua con noi a farci compagnia e vediamo come si comporta, ok?”
“Proviamo, ma nn facciamo cazzate!”.
Appena finirono di parlare sgattaiolai subito verso il soggiorno appena prima che Alfredo mi chiamasse.
“Arianna, scusa potremmo avere dell’acqua?”
“Certo, ve la porto subito”
Preso una bottiglia nuova dal frigo, 2 bicchieri puliti e li raggiunsi.
“Scusate, non avevo notato che avevate finito la bottiglia” dissi entrando. Appoggiai tutto sul tavolo e feci per uscire, ma cone previsto Alfredo mi fermó.
“Grazie a te, se ti fa piacere puoi fermarti qua con noi, cosi ci fai compagnia!”
Sorrisi facendo la scema più del necessario.
“Si volentieri” dissi sdraiandomi sul letto avendo cura di tenere sempre le gambe ben aperte.
Mi fissarono entrambi sorridendo, ma continuando a lavorare! Alternavano sguardi profondi al mio corpo e occhiate furtive tra loro. Volevo che fossero loro a fare la prima mossa.
“È tanto che vivi qua?” Mi chiese luca
“A dire il vero mi sono trasferita 3 settimane fà! Sono di Parma, ma per l’università mi sono dovuta trasferire a Milano”.
“Che brava! Cosi giovane e vivi gia da sola!” Si intromise Alfredo.
“Si finalmente! Almeno non ci sono i miei genitori a stressarmi e posso fare quello che voglio” dissi con un sorrisetto malizioso. Entrambi lo percepirono visto che poi si scambiarono un’occhiata complice.
Nella mezz’ora successiva continuarono a lavorare e d a parlare con me del più e del meno. Fecero tutti i fori nel muro ed iniziarono i collegamenti tra i vadi dispositivi.
Ogni volta che potevo cercavo di cambiare posizione e di mettermi sempre più esposta verso di loro, che attraverso i bozzi sui loro pantaloni si vedeva chiaramente che gradivano la cosa. Tuttavia non fecero nulla di più che guardarmi e parlare con me.
Quando tornarono entrambi in camera finsi di ricevere una telefonata e mi allontanai verso l’altra stanza, dopodiché corsi sul balcone come in precedenza per ascoltarli di nascosto.
“Luca, questa ha voglia di cazzo! Fidati!”
“Eh grazie, ma deve essere lei a dircelo, se no rischiamo di andare nei casini!”
“Ma non fare la femminuccia, continua a metterci il culo e la figa aperta in faccia, più di così cosa dve fare?!”
“Lo so, ma se ci sbagliamo poi sono cazzi nostri! E poi chi lo dice alle nostre mogli che ci siamo beccati una denuncia per molestie?”
“Figurati se ci denuncia questa troietta! Fidati che al massimo dopo ci ringrazia!” disse Alfredo scoppiando a ridere sottovoce.
“Forse hai ragione… ma deve essere lei a dirlo chiaro e tondo! Non voglio rischiare!”
Mentre li ascoltavo mi prese una sensazione di malinconia. Non ero abituata a questi discorsi. Gli uomini che frequentavano i miei stessi posti non si facevano tutt’e queste menate. Mi avrebbero già presa e messa a 90 senza troppi problemi!
Tornai in casa e mi sistemai sul divano aspettando il loro arrivo, tanto dovevano sistemare ancora la macchina esterna e lo split in soggiorno.
Accettai di buona grado. Avrei condotto io il gioco.

Continua…
scritto il
2024-06-06
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