Ari Nudista ed il condizionatore - parte 1

di
genere
esibizionismo

Ciao a tutti, sono sempre Arianna ed ho 19 anni. Per chi non avesse letto il mio primo racconto, sono alta 1.66cm peso 51 kg. Ho i capelli lisci, lunghi a mezza schiena castano rossicci. Ho le lentiggini ed il fisico tonico dato dalla palestra e dalla corsa. Di seno porto la seconda, che non è grande ma sta molto bene sul mio fisico, infine ho un gran bel culetto molto molto sodo.
Premetto che i miei racconti sono reali, li scrivo di getto cercando di ricordare ogni dettaglio. Non sono una scrittrice quindi ci saranno di sicuro errori, perdonatemi.
Cerco di essere il più precisa possibile. Credo che l’eccitazione derivi dal dettaglio, per questo magari i racconti sono lunghi e lenti, ma a me piace ricordarli cosi.
Come ricorderete sono un’appassionata nudista, molto esibizionista ed amante della libertà, soprattutto nel sesso.
Come potrete facilmente immaginare queste mie passioni non sono sempre viste di buon occhio, soprattutto dalla mia famiglia, molto religiosa ed all’antica.
Ho sempre vissuto cercando di soddisfare le mie perversioni senza farmi scoprire da nessuno che mi conoscesse o che potesse parlare di me a miei conoscenti.
Le cose però sono molto cambiate nell’ultimo anno e mezzo. Per frequentare l’università mi sono trasferita a vivere da sola a Milano, nella città nessuno mi conosce realmente e devo stare attenta solo ai pochi compagni di università con cui ho legato ed ovviamente ai miei professori. Per il resto sono e mi sento completamente libera! Mio padre mi aiuta economicamente ed oltre a pagare la retta, mi gira ogni mese dei soldi per pagare l’affitto e tutte le mie spese.

Fin dal primo giorno nel nuovo appartamento ho iniziato a stare sempre nuda in casa. Non ho le tende alle finestre, e mi va benissimo cosi.
Ho scoperto più volte alcuni vicini intenti a spiarmi, la cosa mi eccita e faccio finta di nulla lasciandoli guardare senza problemi.
Mi sono così abituata a vivere nuda che alcune volte mi sono persino dimenticata di esserlo.. è successo già alcune volte che essendo in ritardo per qualche appuntamento uscissi di casa completa nuda, per poi accorgermi di esserlo mentre ero in ascensore o sulle scale del palazzo (per fortuna in entrambi ci sono degli specchi, ed a me piace guardarmi!!).
Mi è anche capitato, alcune volte, di dimenticarmi di essere nuda ed aprire la porta ad un paio di tecnici che avevo chiamato per delle riparazioni.
Il primo era un’idraulico che mi doveva collegare la nuova lavatrice.
Citofona… si vieni pure, terzo piano.
Non vi dico la sua faccia quando mi ha vista aprire la porta completamente nuda.
La cosa divertente è che io non me ne sono resa conto subito, “prego, entra pure, ti faccio vedere la lavatrice” dissi dopo avergli aperto.
Rimase imbambolato per qualche secondo prima di riuscire a rispondermi “grazie signorina, ma lei apre a tutti cosi?” Mi chiese indicandomi.
In quel momento mi resi conto. Mi scusai dicendo che era per il caldo, e corsi in camera per indossare qualcosa. Presi il primo vestito che trovai, era un vestitino estivo a mezza coscia, molto leggero e con le spalline sottili. Praticamente ero vestita, ma si vedeva tutto lo stesso.
Il tecnico terminò quello che doveva fare lo pagai, ringraziai ed appena usci mi rimisi nuda.

Ora, non vi nego che questa scenetta mi accese una lampadina.
Sul momento non ero stata pronta, avrei potuto divertirmi come piace fare a me.
L’occasione per farlo arrivò la settimana successiva. Era luglio inoltrato, a milano non so respirava, ed ero riuscita a convincere il padrone di casa ad installare un condizionatore. Mi avvisò che il giorno successivo sarebbero venuti a montarlo, ed io decisi che avrei giocato con l’installatore!

Più o meno all’orario che mi era stato detto citofonarono. “Buongiorno, sono il tecnico per montare il condizionatore”.
“La stavo aspettando, terzo piano, entri pure”.
Attesi con ansia che arrivasse al piano e dopo meno di un minuto bussò alla porta.
Rifeci la stessa identica scenetta della settimana precedente, ed anche lui rimase interdetto a guardarmi. Io continuai a fare finta di nulla, e questa volta anche il tecnico, dopo essere entrato, non disse nulla riguardo al mio “abbigliamento”.
Lo feci accomodare e gli mostrai il piccolo balcone dove avrebbe dovuto posizionare la macchina esterna e gli dissi che quelle interne andavano una in camera da letto, e l’altra in soggiorno davanti al divano.
lui, sempre facendo come se nulla fosse, disse che doveva andare a prendere gli altri attrezzi e le macchine nel furgone. Gli dissi che la porta era aperte e poteva andare e venire quando voleva.
Mi lasció da sola poco dopo. Pensai a come mai non avesse detto nulla, e scelsi di pensare che fosse una cosa positiva per il modo piano.
Fece 2 viaggi per prendere tutto il necessario. Quando entrava in casa avvisava sempre, mentre io fingevo di essere impegnata al telefono o a fare qualche altra cosa in casa.
Inizió ad installare la macchina esterna, andò quindi sul balcone e si mise al lavoro. Io lo tenevo d’occhio cercando di non farmi notare ma lo vidi chiaramente che mi spiava da fuori almeno 4/5 volte.
Lo lasciai in pace per alcuni minuti, poi mi affacciai dalla porta finestra per chiedere come procedeva.
“Tutto bene? Perdonami con questo caldo e non ti ho nemmeno chiesto se vuoi qualcosa da bere di fresco!”
Mi squadrò dal basso verso l’alto prima di rispondere. “Si benissimo grazie, se hai dell’acqua fresca sarebbe perfetto!”
“Arriva subito” gli sorrisi.
Tornai con una bottiglia ed un bicchiere per lui. “Quanto tempo pensi che ci vorrà a montare tutto quanto?”
“Almeno mezza giornata, non è una lavoro veloce, spero he ti avevano avvisata”.
“Tranquillo, non ho nulla da fare, sono solo ansiosa di avere il condizionatore” sorrisi ancora rientrando in casa ma rimanendo in posizione in cui lui potesse vedermi.
Dopo quasi un’ora di lavoro mi avvisò che fuori aveva quasi finito e che iniziava a montare lo split in soggiorno.
“Ottimo, se hai bisogno di qualcosa chiedi pure” gli risposi mentre mi sedevo sul divano.
Ero seduta proprio davanti a dove lui doveva lavorare. Presi in mano il cellulare e mi misi comoda. Piegai una gamba sedendomici sopra e tenni l’altra piegata appoggiando il piede sul divano. In questa posizione lui poteva vedere chiaramente tutta me stessa.
Rimasi li cosi, con la coda dell’occhi vedevo gli sguardi che mi lanciava ogni volta che poteva.
Non era un brutto uomo, anzi. Direi sui 45 anni, ameno 1.80, fisico ben curato, castano con i capelli corti.
Passarono così altri 20 minuti prima che fu lui a chiamarmi.
“Signorina Arianna, abbiamo un problema”
“Cosa succede?”
“Mi sono accorto che ho dimenticato in officina la punta per fare il buco verso il balcone per far uscire i tubi. Le dispiace se chiamo il mio titolare per farmela portare?”
La mia mente in quel momento era in fibrillazione! Mentre parlava Luca, questo era il suo nome, non aveva tolto gli occhi nemmeno per un secondo dalla mia fighetta aperta ed ormai umida. Pensai subito, cosi saranno in due qua!
“Figurati, nessun problema” sorrisi, “ma dammi del tu, è più comodo!”
Mi ringraziò, prese il telefono ed uscì sul balcone a chiamare.
Purtroppo non sentii molto della telefonata, ma sono sicurissima che, dopo avergli dalo l’indirizzo disse una frase che suonava come “mi devi un favore, capo!”.

Continua…
scritto il
2024-06-06
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