L’intrusione
di
Eredesalernitano
genere
gay
Ho ereditato una casa nelle campagne del salernitano.
Era una vecchia casa immersa nel nulla dove mio nonno passava qualche mese.
Avanzando qualche giorno di ferie ed essendo single da poco, decido di andare giù una settimana per svagarmi.
È un lungo viaggio che farò in treno e pullman all’andata, sperando al ritorno di rientrare con l’auto d’epoca del nonno.
Arrivato, la casetta era peggio di quanto immaginassi. Erba alta, dentro piena di polvere. La vecchia casetta dove il nonno metteva gli attrezzi era stata forzata, ci do un occhio, c’è una puzza di urina terribile.
Vabbè, lascio perdere, passo il primo giorno a pulìre l’interno della casa.
Alle 8 di sera dopo una gustosa mozzarella di bufala presa grazie ad una camminata di 2 km verso il centro, crollo a letto.
Verso le 2 del mattino, dei rumori mi svegliano.
Dal soggiorno sento dei rumori sospetti. Qualcuno è in casa.
Mi alzo dal letto cercando di non far rumore, apro silenziosamente la porta, passo il corridoio e arrivo in sala.
C’è un ragazzo in sala. È molto giovane. È buio ma ha lasciato aperta la porta di ingresso e, dai lineamenti si vede bene che è un ragazzo di colore.
Accendo la luce e mi scaglio addosso “chi cazzo sei?” Gli dico afferrandolo e scaraventandolo a terra.
Il ragazzo è terrorizzato. Io sono un trentenne muscoloso ed amante delle arti marziali. Lui è un ragazzino, magro. Mi fa pena.
“Io sono amico di Gennaro” mi dice tutto tremante.
Lascio un po’ la presa e voglio capire chi cazzo è.
Quello che mi racconta è fuori da ogni mio pensiero su mio nonno:
Nonno Gennaro ha ospitato Aldo (nome che gli ha appioppato) da quando lui, migrante, senza genitori, è finito in quel paesino.
Mio nonno gli offriva un pasto e un letto alla sera e fin lì sono rimasto colpito dalla bontà del nonno.
Aldo scende nei particolari. Nonno Gennaro adorava lavare con le sue mani il giovane Aldo e soprattutto condivideva con lui il letto. Rimango basito.
In effetti io sono convinto che la mia omosessualità sia nata grazie al nonno. Anche con me infatti aveva riservato lo stesso trattamento.
Guardo quel ragazzo che avevo da poco maltrattato, lo abbraccio.
Aldo di tutta risposta si cala i pantaloni della tuta che indossa, mi guarda, si afferra in mano il pisello e mi dice “ io sono riconoscente anche con te”.
Non sto capendo più nulla. Vado a chiedere la porta perché purché isolati, non vorrei che qualcuno vedesse qualcosa.
Afferro Aldo per mano e lo porto in bagno.
Apro il rubinetto della doccia, lui si toglie la maglietta inebriando la stanza del suo odore.
Mi spoglio anch’io, sto ragazzo mi eccita e di sicuro non mi faccio sfuggire una scopata con lui.
Lo insapono, anche lui mi insapona e afferro in mano il suo cazzo. Lo scappello insaponandolo. Minchia che nerchia. Lo sego, Aldo se lo fa venire bello duro. Mi inginocchio. Nonostante il sapore ha ancora un forte odore. Prendo il doccia schiuma e inizio a insaponargli i coglioni è il buco del culo. Questo è un bel po’ che non fa una doccia. Riavvicino la bocca e naso al suo cazzo, ora si può. Lo prendo in bocca. Oddio che bel cazzo. Inizio a spompinarlo così, sotto la doccia. Con il doccia schiuma gli lubrifico il culo e con il dito inizio a giocarci. Aldo geme e viene. Un getto in tre momenti mi invade la bocca. Sputo tutto su quel cazzone.
Mi alzo
CONTINUA
Era una vecchia casa immersa nel nulla dove mio nonno passava qualche mese.
Avanzando qualche giorno di ferie ed essendo single da poco, decido di andare giù una settimana per svagarmi.
È un lungo viaggio che farò in treno e pullman all’andata, sperando al ritorno di rientrare con l’auto d’epoca del nonno.
Arrivato, la casetta era peggio di quanto immaginassi. Erba alta, dentro piena di polvere. La vecchia casetta dove il nonno metteva gli attrezzi era stata forzata, ci do un occhio, c’è una puzza di urina terribile.
Vabbè, lascio perdere, passo il primo giorno a pulìre l’interno della casa.
Alle 8 di sera dopo una gustosa mozzarella di bufala presa grazie ad una camminata di 2 km verso il centro, crollo a letto.
Verso le 2 del mattino, dei rumori mi svegliano.
Dal soggiorno sento dei rumori sospetti. Qualcuno è in casa.
Mi alzo dal letto cercando di non far rumore, apro silenziosamente la porta, passo il corridoio e arrivo in sala.
C’è un ragazzo in sala. È molto giovane. È buio ma ha lasciato aperta la porta di ingresso e, dai lineamenti si vede bene che è un ragazzo di colore.
Accendo la luce e mi scaglio addosso “chi cazzo sei?” Gli dico afferrandolo e scaraventandolo a terra.
Il ragazzo è terrorizzato. Io sono un trentenne muscoloso ed amante delle arti marziali. Lui è un ragazzino, magro. Mi fa pena.
“Io sono amico di Gennaro” mi dice tutto tremante.
Lascio un po’ la presa e voglio capire chi cazzo è.
Quello che mi racconta è fuori da ogni mio pensiero su mio nonno:
Nonno Gennaro ha ospitato Aldo (nome che gli ha appioppato) da quando lui, migrante, senza genitori, è finito in quel paesino.
Mio nonno gli offriva un pasto e un letto alla sera e fin lì sono rimasto colpito dalla bontà del nonno.
Aldo scende nei particolari. Nonno Gennaro adorava lavare con le sue mani il giovane Aldo e soprattutto condivideva con lui il letto. Rimango basito.
In effetti io sono convinto che la mia omosessualità sia nata grazie al nonno. Anche con me infatti aveva riservato lo stesso trattamento.
Guardo quel ragazzo che avevo da poco maltrattato, lo abbraccio.
Aldo di tutta risposta si cala i pantaloni della tuta che indossa, mi guarda, si afferra in mano il pisello e mi dice “ io sono riconoscente anche con te”.
Non sto capendo più nulla. Vado a chiedere la porta perché purché isolati, non vorrei che qualcuno vedesse qualcosa.
Afferro Aldo per mano e lo porto in bagno.
Apro il rubinetto della doccia, lui si toglie la maglietta inebriando la stanza del suo odore.
Mi spoglio anch’io, sto ragazzo mi eccita e di sicuro non mi faccio sfuggire una scopata con lui.
Lo insapono, anche lui mi insapona e afferro in mano il suo cazzo. Lo scappello insaponandolo. Minchia che nerchia. Lo sego, Aldo se lo fa venire bello duro. Mi inginocchio. Nonostante il sapore ha ancora un forte odore. Prendo il doccia schiuma e inizio a insaponargli i coglioni è il buco del culo. Questo è un bel po’ che non fa una doccia. Riavvicino la bocca e naso al suo cazzo, ora si può. Lo prendo in bocca. Oddio che bel cazzo. Inizio a spompinarlo così, sotto la doccia. Con il doccia schiuma gli lubrifico il culo e con il dito inizio a giocarci. Aldo geme e viene. Un getto in tre momenti mi invade la bocca. Sputo tutto su quel cazzone.
Mi alzo
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