Ciao sono Clara...e voi chi siete? ( seconda parte)
di
f.p.
genere
confessioni
PREMESSA continua la storia della mia vita.Potete crederci o no,non mi interessa.
Io sono Clara... voi chi siete? raccontate la vostra storia
Non accadde nulla. Per fortuna lo sperma di Tonino non aveva fecondato niente,potevo tirare un grosso sospiro di solievo.
Le mie frequentazioni con Tonino continuarono.
Naturalmente sempre di nascosto,sempre furtive.
Però scopavamo...
Già,ormai gli indugi erano rotti,l'imene era rotto,quindi si approfittava.
Tonino faceva di tutto per attenersi alle mie indicazioni:non veniva dentro.
Certo che il sesso con lui non era quello che pensavo e che avrei sperimentato in futuro.
Veniva quasi subito,appena entrato qualche colpo e....Venuto.
Io immaginavo il sesso come una cosa bella,da perdere la testa,insomma cercavo l'orgasmo ma,con Tonino,questo non avveniva.
Non cambiava molto tra segare e scopare,si finiva sempre imbrattati di sborra calda.
Le cose però cambiarono passato l'inverno.
Cambiarono in peggio per me ad inizio primavera.
Mio padre,si affannava per l'inizio della stagione agricola,ebbe un incidente bruttissimo con il trattore: rimase schiacciato ribaltandosi.
Sono cose che capitano in campagna,sono episodi che si sentono ma che pensi sepre accadano ad altri.
La morte di mio padre gettò la nostra famiglia nello sconforto e nell'indigenza.
Lui era il vero sostentamento della famiglia,mia madre si limitava a fare le ore dalla signora Cesira.
Piccolo inciso,per chi non lo sapesse,fare le ore vuole dire fare le pulizie a casa di altri per una retribuzione oraria.
Fu presa una deccisione,quasi improvvisa.
Anzi,mia mamma decise....
Non facevo mia madre una persona cosi' risoluta.
La deccisione fu che mia mamma e mio fratello,ho un fratello piu' piccolo,restavano al paese.
Io,invece,sarei andata in città dalla zia Giovanna.
La zia Giovanna era la sorella di mia mamma,aveva sposato Giovanni molto piu' vecchio di lei e non avevano avuto figli.
Giovanni era da poco in pensione dalle ferrovie,conducevano una vita dignitosa.
Sicuramente la zia Giovanna,con le sue conoscenze mi avrebbe trovato un posto di lavoro presso qualche famiglia per fare le ore.
Tanto,il mio destino era già scritto:se stavo in paese potevo fare la donna di servizio,se andavo in città potevo fare la donna di servizio.
Questo,però,voleva dire separarsi da Tonino con il quale mi trovavo bene.
La città aveva il suo fascino.Era incredibile abitare ad un ora dalla città e non averla mai vista.
Tonino non la prese molto bene,voleva restassi al paese,aveva un concetto della città come di un posto lontano e peccaminoso.
Trascorremmo questi ultimi giorni piu' uniti,con più tempo per noi.
Mia mamma era impegnata a cercare un altra famiglia dove fare le ore;da affiancare alla signora Cesira.
Quindi,il controllo su di me si era allentato.
Con Tonino ci vedevamo quasi tutti i giorni,quando la bottega era chiusa: prima dell'apertura pomeridiana.
Faceva ancora un pò freddo,ma non lo sentivamo.
Scopavamo tutte le volte che ci vedevamo.
Tonino voleva provare nuove posizioni:lui sopra di me,a smorzacandela,alla pecorina.Cambiando posizione il risultato non cambiava:veniva sempre velocemente.
L'ultimo giorno,poi sarei partita,andammo in un capanno,quelli che abitualmente usano i cacciatori.
Era un posto decisamente più comodo e riparato.
Tonino sembrava imbronciato,non voleva che partissi.
Ci baciammo come si baciano due innamorati prossimi alla separazione.
C'era una brandina pieghevole,tutta rotta e sudicia ma, per noi,era un talamo nuziale.
ci spogliammo,questa volta completamente nudi.
Non siamo mai stati completamente nudi nei nostri precedenti amplessi.
Tonino vide chiaramente le mie tette sode,ormai conpletamente formate.
Si ergevano benissimo senza reggiseno.
I capezzoli erano duri a punta.
Ventre piatto,candido,sotto un boschetto nero a presidiare la mia figa.
Allora,la depilazione intima non esisteva le donne,si depilavano le gambe e nulla più.
Però,anche se avevo i capelli neri corvini e carnagione chiara con occhi verdi non avevo un pelo pubico troppo folto.
La mia figa quindi appariva ben curata.
Tonino sguainò,proprio come una spada,il suo cazzo;mi sembrava più grande.
Bello,duro appariva in tutto il suo splendore.
Mi coricò sulla branda,le sue mani erano sul mio sesso,le labbra sui miei seni.
Presi in mano il cazzo ed iniziai a segarlo,una cosa che avevo imparato molto bene.
Le sue dita entravano nella figa che si bagnava abbondantemente.
"Sei una fontana" Esclamò Tonino.
" E' durissimo " Dissi io con il membro tra le mani.
Mi penetro'.
Senza indugi,trovò subito l'ingresso ed affondò il cazzo tutto dentro.
Prese a stantuffarmi,lui sopra di me,io sotto...
Allargai le gambe più che potevo per farlo entrare meglio.
Ad un tratto si fermò,"Cambiamo posizione" Disse
"Vieni sopra tu"
Estrasse il membro dalla figa si sdraiò mentre io lo cavalcavo.
Il cazzo spariva completamente dentro di me,io comandavo il gioco.
Presi a muovermi velocemente sull'asta e percepivo una sensazione bellissima,mi saliva dalle gambe alla pancia fino dentro la figa.
Pensavo che quella era una posizione pericolosa,se Tonino viene,come sempre fa, come può venire fuori se io sono sopra di lui?
A questo pensiero rallentai quasi a fermarmi.
Tonino colse l'attimo ed estrasse il cazzo dalla vulva.
Non era venuto,meno male.
Mi voltò a carponi,venne dietro di me,entrò alla pecorina.
Quando fu dentro iniziò a muoversi.
Sentivo le sue palle che mi sbattevano sul sedere, il cazzo che entrava ed usciva.
Ad un tratto si fermò,pensavo fosse venuto,poi riprese....
Fece questo per alcune volte alternado il muoversi dentro di me con attimi di pausa.
Forse non voleva venire subito come le altre volte,forse aveva capito.
Sentii il mio volto avvolto dal calore i seni erano durissimi la figa dilatata si gonfiava aprendosi al suo passaggio.
Lanciai un grido di piacere,Tonino un gemito prolungato poi,un getto caldo mi riempi' la pancia.
Tonino restò cosi':con il cazzo piantato nella figa incapace di uscire.
Per qualche secondo restammo in quella posizione.
Poi,con il membro che si ammosciava Tonino usci da dentro.
Ebbi la percezione dello sperma che usciva dalla figa con il suo cazzo e mi colava lungo le gambe.
"Cazzo,sei venuto dentro" Attimo di panico.
Poi,Tonino parlò "Non ho resistito,ora che te ne vai e chissà quando ci vediamo"
Aveva il viso imbronciato e una lacrima scivolò lungo la guancia.
Lo guardai incredula. Si era commosso.
Teneva a me più di quanto potessi immaginare e scoppiai in un pianto.
Un pianto liberatore,per troppi giorni avevo trattenuto i miei sentimenti.
Ora affieravano devastanti.
Sarei andata in citta';una cosa che volevo ma da gente che quasi non conoscevo.
NOn conoscevo la città,non sapevo cosa avrei fatto,che lavoro....
Insomma dovevo partire senza certezze.
Restammo abbracciati su quella lurida branda per un tempo lunghissimo.
Tra i nostri pensieri,alla fine ci giurammo amore eterno,che ci saremmo rincontrati in paese per non lasciarci più.
Non esistevano i cellulari,solo il telefono a gettoni oppure quello a scatti del bar.
Nelle case c'erano i telefoni fissi ma,non in tutte e di certo non nella nostra.
Quindi,chi partiva doveva affidarsi a telefonate presso i vicini concordando l'ora oppure doveva scrivere.
Quindi per sentirci con Tonino abbiamo pensato di scriverci cosi'potevamo concordare un incotro telefonico dato che nessuno aveva il telefono fisso.
La mattina della mia partenza,avevo una valigia più grande di me.
Non c'era solo le mie cose: indumenti ecc C'erano anche verdure e uova per la zia come si usa dalle nostre parti.
Arrivammo alla stazione,io e mia mamma,un ora prima del treno per paura di perderlo.
La mamma continuava a raccomandarsi di comportarmi bene con la zia e lo zio,di trovare velocemente un lavoro in modo da aiutare la famiglia.
Il treno era pieno,tante persone andavano in città provenienti dalla campagna.
Andavano per lavorare,per vedere i frutti del loro orto.
Le donne erano tante,prestavano servizio nelle case dei cittadini.
tutti sapevano che in città le paghe erano migliori.
Il viaggio pareva interminabile,con tante fermate;ad ogni stazione non scendeva nessuno ma continuava a salire gente.
Pensavo alla città,ai miei zii,Giovanna e Giovanni,era curioso che avessero lo stesso nome .
Pensavo a come facevo a riconoscerli,perchè era da tempo che non li vedevo al paese.
Non erano neanche venuti al funerale di mio padre,zio Giovanni stava male.
Arrivati alla stazione il treno si fermò,non sarebbe ripartito subito.
La folla di gente defluiva e come una fiumana si incamminava verso l'uscita.
Li seguii.
Camminavo con la valigia quando ad un tratto,sentii una voce chiamare "Clara,Clara,Claretta..."
Era la zia Giovanna,la ricordavo uguale,alta,robusta con un seno enorme.
Accanto a lei lo zio Giovanni,alto,magro pochi capelli quasi pelato.
La zia mi abbracciò,aveva un abito verdino ed un profumo molto buono.
Lo zio restava in disparte ma,salutòcon un ciao senza abbracciarmi
"Andiamo a casa,abbiamo l'auto,sarai stanca"
La zia parlava continuamente,chiedeva,rideva e parlava forte.
Lo zio era muto.
Caricammo la valigia sulla 127 color verde che ora,a ripensarci,era proprio brutta.
Gli zii vivevano in un appartamento al quarto piano,c'era l'ascensore.
La cosa più bella di quell'appartamento era il bagno,cioè c'era il bagno,ed anche la vasca da bagno.
Lo dico perchè noi,in campagna,ci lavavamo in un mastello ed il bagno,se cosi' si può chiamare,era fuori.
Avevo anche la mia camera,era destinata ad un eventuale bambino mai arrivato.
Gli zii non avevano figli.
Mi misi a riordinare le mie cose con la zia che,non smetteva di parlare:voleva presentarmi a questa e all'altra sua conoscente per trovarmi un lavoro.
Era proprio un fiume in piena e lo zio....
Era uscito,andava a giocare a bocce,la sua passione.
La giornata trascorse tranquilla fino a sera quando arrivò Giovanni.
Ci riunimmo in cucina per cenare poi,tutti in sala dove c'era il televisore a colori.
Guardammo la TV io e la zia con attenzione mentre lo zio dormiva per quasi tutto lo spettacolo.
decidemmo poi di andare a dormire ognuno nella propria stanza.
Non riuscivo a prendere sonno ero preoccupata per tutto quello che mi stava accadendo.
La citta' che non conoscevo,il lavoro che non avevo mai fatto,insomma,tutti quegli avvenimenti mi avevano scombussolato.
Poi,pensavo a Tonino,presa da qui tanti pensieri mi ridestò un leggero rumore ed un bisbigliare proveniente dall'altra camera.
Pensai agli zii,magari non stavano bene.
Decisi di alzarmi per verificare.
La porta della camera era di legno color bianca ed era chisa.
Però si udivano distintamente le voci di Giovanna e Giovanni,provenivano dall'interno.
Le voci si facevano più distinte avvicinando l'orecchio alla porta.
"Mettilo dentro,porco,mettilo dentro o lo faccio fare dal mio amico"Era senza dubbio la voce di Giovanna.
Cosa accadeva dentro quella stanza?
Guardai dalla serratura,fortunatamente non c'era la chiave.
Ciò che vidi era sconvolgente.
La zia Giovanna era carponi sul letto.
Si vedeva il suo grosso culo tondo,le gambe leggermente aperte e si notava una figa enorme mentre con le mani si apriva le chiappe.
Lo zio era in piedi,nudo un pò di lato,di profilo,si vedeva la pancia ma non si vedeva il cazzo.
Poi,scorsi il suo membro,era piccolino e moscio.
La zia aveva calze a rete nere ed il reggicalze.
Era alla pecorina e con le mani allargava la figa enorme si vedevano i peli neri.
IL suo buco era una caverna dilatata.
Si mise a parlare"Fammi montare dal mio amico,brutto frocio moscio,ho voglia di cazzo"
Queste erano le sue parole.
Giovanni,in piedi,prese tipo un bastone nero,in realta' ora lo so era un dildo .
Era enorme,sia in lunghezza che in circonferenza .
Strusciò quel dildo più volte sulla figa della zia poi,iniziò la penetrazione.
"Cosi',cosi mettilo tutto dentro"
Lo zio esegui' l'ordine ed il grosso dildo continuava a scorrere nella calda figa .
Entrava ed usciva e la figa slabrata era enorme.
Dentro efuori mentre Giovanna ansimava e diceva"Ancora,ancora più forte "
Ad un tratto Giovanni lo estrasse completamente ed un getto potente usci' dalla figa.
Aveva squirtato.
Intanto il cazzo dello zio si era indurito ed entrò in quella vulva larga.
"Ti spacco troia,ti sfondo..."
Furono le sue parole.
Mi facevano sorridere pensando al suo cazzetto ed al "mostro" che era entrato prima.
Pochi colpi e con un gemito venne.
Quando estrasse il cazzo notai che non colava sperma.
Quando tonino usciva dalla mia figa la sborra mi colava lungo le gambe.
Si abbandonarono entrambi sul letto.
Esausti:
Poco dopo la zia si alzò,potevo vederla difronte a me e non alla pecorina.
Le sue tette enormi,un pò cadenti.
Un pelo nero le contornava la figa enorme,altro che la moderna depilazione.
I peli erano neri i capelli castno chiari quindi,dedussi che tingeva i capelli.
Mi allontanai velocemente perche' potevano uscire dalla stanza per andare in bagno.
Entrei in camera,chiusi la porta.
Mi abbandonai sul letto ripensando a quello che avevo visto.
ERo eccitata,bagnata in mezzo alle cosce.
Pensai a quei due che,comunque,si divertivano.
Avevo scoperto il dildo di cui non conoscevo il nome.
Mi addormentai e sognai la figa enorme della zia che mi inghiottiva
continua
Io sono Clara... voi chi siete? raccontate la vostra storia
Non accadde nulla. Per fortuna lo sperma di Tonino non aveva fecondato niente,potevo tirare un grosso sospiro di solievo.
Le mie frequentazioni con Tonino continuarono.
Naturalmente sempre di nascosto,sempre furtive.
Però scopavamo...
Già,ormai gli indugi erano rotti,l'imene era rotto,quindi si approfittava.
Tonino faceva di tutto per attenersi alle mie indicazioni:non veniva dentro.
Certo che il sesso con lui non era quello che pensavo e che avrei sperimentato in futuro.
Veniva quasi subito,appena entrato qualche colpo e....Venuto.
Io immaginavo il sesso come una cosa bella,da perdere la testa,insomma cercavo l'orgasmo ma,con Tonino,questo non avveniva.
Non cambiava molto tra segare e scopare,si finiva sempre imbrattati di sborra calda.
Le cose però cambiarono passato l'inverno.
Cambiarono in peggio per me ad inizio primavera.
Mio padre,si affannava per l'inizio della stagione agricola,ebbe un incidente bruttissimo con il trattore: rimase schiacciato ribaltandosi.
Sono cose che capitano in campagna,sono episodi che si sentono ma che pensi sepre accadano ad altri.
La morte di mio padre gettò la nostra famiglia nello sconforto e nell'indigenza.
Lui era il vero sostentamento della famiglia,mia madre si limitava a fare le ore dalla signora Cesira.
Piccolo inciso,per chi non lo sapesse,fare le ore vuole dire fare le pulizie a casa di altri per una retribuzione oraria.
Fu presa una deccisione,quasi improvvisa.
Anzi,mia mamma decise....
Non facevo mia madre una persona cosi' risoluta.
La deccisione fu che mia mamma e mio fratello,ho un fratello piu' piccolo,restavano al paese.
Io,invece,sarei andata in città dalla zia Giovanna.
La zia Giovanna era la sorella di mia mamma,aveva sposato Giovanni molto piu' vecchio di lei e non avevano avuto figli.
Giovanni era da poco in pensione dalle ferrovie,conducevano una vita dignitosa.
Sicuramente la zia Giovanna,con le sue conoscenze mi avrebbe trovato un posto di lavoro presso qualche famiglia per fare le ore.
Tanto,il mio destino era già scritto:se stavo in paese potevo fare la donna di servizio,se andavo in città potevo fare la donna di servizio.
Questo,però,voleva dire separarsi da Tonino con il quale mi trovavo bene.
La città aveva il suo fascino.Era incredibile abitare ad un ora dalla città e non averla mai vista.
Tonino non la prese molto bene,voleva restassi al paese,aveva un concetto della città come di un posto lontano e peccaminoso.
Trascorremmo questi ultimi giorni piu' uniti,con più tempo per noi.
Mia mamma era impegnata a cercare un altra famiglia dove fare le ore;da affiancare alla signora Cesira.
Quindi,il controllo su di me si era allentato.
Con Tonino ci vedevamo quasi tutti i giorni,quando la bottega era chiusa: prima dell'apertura pomeridiana.
Faceva ancora un pò freddo,ma non lo sentivamo.
Scopavamo tutte le volte che ci vedevamo.
Tonino voleva provare nuove posizioni:lui sopra di me,a smorzacandela,alla pecorina.Cambiando posizione il risultato non cambiava:veniva sempre velocemente.
L'ultimo giorno,poi sarei partita,andammo in un capanno,quelli che abitualmente usano i cacciatori.
Era un posto decisamente più comodo e riparato.
Tonino sembrava imbronciato,non voleva che partissi.
Ci baciammo come si baciano due innamorati prossimi alla separazione.
C'era una brandina pieghevole,tutta rotta e sudicia ma, per noi,era un talamo nuziale.
ci spogliammo,questa volta completamente nudi.
Non siamo mai stati completamente nudi nei nostri precedenti amplessi.
Tonino vide chiaramente le mie tette sode,ormai conpletamente formate.
Si ergevano benissimo senza reggiseno.
I capezzoli erano duri a punta.
Ventre piatto,candido,sotto un boschetto nero a presidiare la mia figa.
Allora,la depilazione intima non esisteva le donne,si depilavano le gambe e nulla più.
Però,anche se avevo i capelli neri corvini e carnagione chiara con occhi verdi non avevo un pelo pubico troppo folto.
La mia figa quindi appariva ben curata.
Tonino sguainò,proprio come una spada,il suo cazzo;mi sembrava più grande.
Bello,duro appariva in tutto il suo splendore.
Mi coricò sulla branda,le sue mani erano sul mio sesso,le labbra sui miei seni.
Presi in mano il cazzo ed iniziai a segarlo,una cosa che avevo imparato molto bene.
Le sue dita entravano nella figa che si bagnava abbondantemente.
"Sei una fontana" Esclamò Tonino.
" E' durissimo " Dissi io con il membro tra le mani.
Mi penetro'.
Senza indugi,trovò subito l'ingresso ed affondò il cazzo tutto dentro.
Prese a stantuffarmi,lui sopra di me,io sotto...
Allargai le gambe più che potevo per farlo entrare meglio.
Ad un tratto si fermò,"Cambiamo posizione" Disse
"Vieni sopra tu"
Estrasse il membro dalla figa si sdraiò mentre io lo cavalcavo.
Il cazzo spariva completamente dentro di me,io comandavo il gioco.
Presi a muovermi velocemente sull'asta e percepivo una sensazione bellissima,mi saliva dalle gambe alla pancia fino dentro la figa.
Pensavo che quella era una posizione pericolosa,se Tonino viene,come sempre fa, come può venire fuori se io sono sopra di lui?
A questo pensiero rallentai quasi a fermarmi.
Tonino colse l'attimo ed estrasse il cazzo dalla vulva.
Non era venuto,meno male.
Mi voltò a carponi,venne dietro di me,entrò alla pecorina.
Quando fu dentro iniziò a muoversi.
Sentivo le sue palle che mi sbattevano sul sedere, il cazzo che entrava ed usciva.
Ad un tratto si fermò,pensavo fosse venuto,poi riprese....
Fece questo per alcune volte alternado il muoversi dentro di me con attimi di pausa.
Forse non voleva venire subito come le altre volte,forse aveva capito.
Sentii il mio volto avvolto dal calore i seni erano durissimi la figa dilatata si gonfiava aprendosi al suo passaggio.
Lanciai un grido di piacere,Tonino un gemito prolungato poi,un getto caldo mi riempi' la pancia.
Tonino restò cosi':con il cazzo piantato nella figa incapace di uscire.
Per qualche secondo restammo in quella posizione.
Poi,con il membro che si ammosciava Tonino usci da dentro.
Ebbi la percezione dello sperma che usciva dalla figa con il suo cazzo e mi colava lungo le gambe.
"Cazzo,sei venuto dentro" Attimo di panico.
Poi,Tonino parlò "Non ho resistito,ora che te ne vai e chissà quando ci vediamo"
Aveva il viso imbronciato e una lacrima scivolò lungo la guancia.
Lo guardai incredula. Si era commosso.
Teneva a me più di quanto potessi immaginare e scoppiai in un pianto.
Un pianto liberatore,per troppi giorni avevo trattenuto i miei sentimenti.
Ora affieravano devastanti.
Sarei andata in citta';una cosa che volevo ma da gente che quasi non conoscevo.
NOn conoscevo la città,non sapevo cosa avrei fatto,che lavoro....
Insomma dovevo partire senza certezze.
Restammo abbracciati su quella lurida branda per un tempo lunghissimo.
Tra i nostri pensieri,alla fine ci giurammo amore eterno,che ci saremmo rincontrati in paese per non lasciarci più.
Non esistevano i cellulari,solo il telefono a gettoni oppure quello a scatti del bar.
Nelle case c'erano i telefoni fissi ma,non in tutte e di certo non nella nostra.
Quindi,chi partiva doveva affidarsi a telefonate presso i vicini concordando l'ora oppure doveva scrivere.
Quindi per sentirci con Tonino abbiamo pensato di scriverci cosi'potevamo concordare un incotro telefonico dato che nessuno aveva il telefono fisso.
La mattina della mia partenza,avevo una valigia più grande di me.
Non c'era solo le mie cose: indumenti ecc C'erano anche verdure e uova per la zia come si usa dalle nostre parti.
Arrivammo alla stazione,io e mia mamma,un ora prima del treno per paura di perderlo.
La mamma continuava a raccomandarsi di comportarmi bene con la zia e lo zio,di trovare velocemente un lavoro in modo da aiutare la famiglia.
Il treno era pieno,tante persone andavano in città provenienti dalla campagna.
Andavano per lavorare,per vedere i frutti del loro orto.
Le donne erano tante,prestavano servizio nelle case dei cittadini.
tutti sapevano che in città le paghe erano migliori.
Il viaggio pareva interminabile,con tante fermate;ad ogni stazione non scendeva nessuno ma continuava a salire gente.
Pensavo alla città,ai miei zii,Giovanna e Giovanni,era curioso che avessero lo stesso nome .
Pensavo a come facevo a riconoscerli,perchè era da tempo che non li vedevo al paese.
Non erano neanche venuti al funerale di mio padre,zio Giovanni stava male.
Arrivati alla stazione il treno si fermò,non sarebbe ripartito subito.
La folla di gente defluiva e come una fiumana si incamminava verso l'uscita.
Li seguii.
Camminavo con la valigia quando ad un tratto,sentii una voce chiamare "Clara,Clara,Claretta..."
Era la zia Giovanna,la ricordavo uguale,alta,robusta con un seno enorme.
Accanto a lei lo zio Giovanni,alto,magro pochi capelli quasi pelato.
La zia mi abbracciò,aveva un abito verdino ed un profumo molto buono.
Lo zio restava in disparte ma,salutòcon un ciao senza abbracciarmi
"Andiamo a casa,abbiamo l'auto,sarai stanca"
La zia parlava continuamente,chiedeva,rideva e parlava forte.
Lo zio era muto.
Caricammo la valigia sulla 127 color verde che ora,a ripensarci,era proprio brutta.
Gli zii vivevano in un appartamento al quarto piano,c'era l'ascensore.
La cosa più bella di quell'appartamento era il bagno,cioè c'era il bagno,ed anche la vasca da bagno.
Lo dico perchè noi,in campagna,ci lavavamo in un mastello ed il bagno,se cosi' si può chiamare,era fuori.
Avevo anche la mia camera,era destinata ad un eventuale bambino mai arrivato.
Gli zii non avevano figli.
Mi misi a riordinare le mie cose con la zia che,non smetteva di parlare:voleva presentarmi a questa e all'altra sua conoscente per trovarmi un lavoro.
Era proprio un fiume in piena e lo zio....
Era uscito,andava a giocare a bocce,la sua passione.
La giornata trascorse tranquilla fino a sera quando arrivò Giovanni.
Ci riunimmo in cucina per cenare poi,tutti in sala dove c'era il televisore a colori.
Guardammo la TV io e la zia con attenzione mentre lo zio dormiva per quasi tutto lo spettacolo.
decidemmo poi di andare a dormire ognuno nella propria stanza.
Non riuscivo a prendere sonno ero preoccupata per tutto quello che mi stava accadendo.
La citta' che non conoscevo,il lavoro che non avevo mai fatto,insomma,tutti quegli avvenimenti mi avevano scombussolato.
Poi,pensavo a Tonino,presa da qui tanti pensieri mi ridestò un leggero rumore ed un bisbigliare proveniente dall'altra camera.
Pensai agli zii,magari non stavano bene.
Decisi di alzarmi per verificare.
La porta della camera era di legno color bianca ed era chisa.
Però si udivano distintamente le voci di Giovanna e Giovanni,provenivano dall'interno.
Le voci si facevano più distinte avvicinando l'orecchio alla porta.
"Mettilo dentro,porco,mettilo dentro o lo faccio fare dal mio amico"Era senza dubbio la voce di Giovanna.
Cosa accadeva dentro quella stanza?
Guardai dalla serratura,fortunatamente non c'era la chiave.
Ciò che vidi era sconvolgente.
La zia Giovanna era carponi sul letto.
Si vedeva il suo grosso culo tondo,le gambe leggermente aperte e si notava una figa enorme mentre con le mani si apriva le chiappe.
Lo zio era in piedi,nudo un pò di lato,di profilo,si vedeva la pancia ma non si vedeva il cazzo.
Poi,scorsi il suo membro,era piccolino e moscio.
La zia aveva calze a rete nere ed il reggicalze.
Era alla pecorina e con le mani allargava la figa enorme si vedevano i peli neri.
IL suo buco era una caverna dilatata.
Si mise a parlare"Fammi montare dal mio amico,brutto frocio moscio,ho voglia di cazzo"
Queste erano le sue parole.
Giovanni,in piedi,prese tipo un bastone nero,in realta' ora lo so era un dildo .
Era enorme,sia in lunghezza che in circonferenza .
Strusciò quel dildo più volte sulla figa della zia poi,iniziò la penetrazione.
"Cosi',cosi mettilo tutto dentro"
Lo zio esegui' l'ordine ed il grosso dildo continuava a scorrere nella calda figa .
Entrava ed usciva e la figa slabrata era enorme.
Dentro efuori mentre Giovanna ansimava e diceva"Ancora,ancora più forte "
Ad un tratto Giovanni lo estrasse completamente ed un getto potente usci' dalla figa.
Aveva squirtato.
Intanto il cazzo dello zio si era indurito ed entrò in quella vulva larga.
"Ti spacco troia,ti sfondo..."
Furono le sue parole.
Mi facevano sorridere pensando al suo cazzetto ed al "mostro" che era entrato prima.
Pochi colpi e con un gemito venne.
Quando estrasse il cazzo notai che non colava sperma.
Quando tonino usciva dalla mia figa la sborra mi colava lungo le gambe.
Si abbandonarono entrambi sul letto.
Esausti:
Poco dopo la zia si alzò,potevo vederla difronte a me e non alla pecorina.
Le sue tette enormi,un pò cadenti.
Un pelo nero le contornava la figa enorme,altro che la moderna depilazione.
I peli erano neri i capelli castno chiari quindi,dedussi che tingeva i capelli.
Mi allontanai velocemente perche' potevano uscire dalla stanza per andare in bagno.
Entrei in camera,chiusi la porta.
Mi abbandonai sul letto ripensando a quello che avevo visto.
ERo eccitata,bagnata in mezzo alle cosce.
Pensai a quei due che,comunque,si divertivano.
Avevo scoperto il dildo di cui non conoscevo il nome.
Mi addormentai e sognai la figa enorme della zia che mi inghiottiva
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