Il brivido di fare la puttana

di
genere
esibizionismo

Sapevo, dentro di me, che prima o poi a qualcosa del genere saremmo arrivati. Non abbiamo mai fatto scambismo, non è nelle nostre corde. A me non attira per nulla l’idea di farmi scopare da altri maschi, e con la mia fortissima gelosia, ancora di più, non sopporterei vederlo fottersi un’altra.
Inoltre, ha sempre sostenuto che vedermi montare da un altro non gli piacerebbe per nulla: la parte del cornuto non gli è congeniale. Non solo, ma mi ha messa in guardia dal lasciarmi andare a qualche avventura: non saprebbe come comportarsi, se mi lascerebbe oppure no, ma nel caso decidesse di restare con me, mi ha promesso che la pagherei molto cara.
Ma, dal mio punto di vista, il problema non esiste: l’unica possibilità di prendere un altro cazzo è che il nostro amore finisse e che mi piacesse veramente qualcun'altro.. Anzi, il mio appartenergli diventa via via più assoluto: da tempo non mi sfiora neppure l’idea di sottrarmi al sesso con lui, comunque e dovunque: non ci sono limiti a quella sottomissione che mi fa sentire pienamente realizzata sessualmente.
Il guardone era stato un assaggio di come potesse disporre di me come meglio desiderava. Poteva avermi come più gli piaceva, fermo restando che in qualunque momento la nostra parola d’ordine era un muro invalicabile: “Ora basta!”. Quella volta, arrivai davvero vicinissima a pronunciarla, ma naturalmente, anche allora, non l’ho fatto!
Ci eravamo concessi un piccolo lusso: lo avevo accompagnato in un viaggio d’affari, avendo qualche giorno di ferie dal mio lavoro. Dal lunedì al mercoledì o giovedì, a seconda di come sarebbero andati i suoi affari. Eravamo tra l’alta Toscana e la Liguria, una delle zone più distanti di cui doveva occuparsi: se avessi riflettuto sul fatto che, suoi clienti a parte, in zona eravamo perfetti sconosciuti, forse sarei stata più sulla difensiva.
Invece, come al solito, avevo ubbidito in tutto nel fare il piccolo bagagliaio: tutto il necessario, con l’aggiunta, però, di un assortimento di intimito molto spinto. Mi aveva invitato a portare calze velate, reggicalze, reggiseno di voile ed altri indumenti molto osée. Che mi volesse scopare durante il viaggio era certo, ma, riflettendoci dopo, di sicuro aveva in mente qualcosa di ben più spinto, e lo avrei scoperto a mie spese.
La prima sera non successe nulla di particolare: eravamo tutti e due piuttosto stanchi, essendoci alzati presto e avendo viaggiato praticamente tutto il giorno. Per fortuna la pensione presso cui si fermava sempre in quella zona era modesta più nell’apparenza che nella sostanza: si era fatta un nome tra i rappresentanti di commercio proprio per avere un’ottima cucina, un servizio semplice ma inappuntabile e delle stanze pulite ed accoglienti. Tutto questo a prezzi più che ragionevoli.
Era primavera da poche settimane, e oltre ad una blusa sportiva, mi ero portata una pelliccia per eventuali uscite serali: ancora adesso non saprei se fosse stata la scelta migliore o la peggiore, visto come l’avrei usata. Forse senza non mi sarei spinta fino…
Seconda sera, ci concediamo una cena più ricca, a base di pesce, con un Nostralino fresco che mette di buon umore: le sue battute mi divertono e sono completamente a mio agio. Finita la cena un ottimo caffè e poi “Che ne dici, andiamo a farci un giretto stasera? La serata non è male, abbastanza tiepida per la stagione”. Non rifiuto di certo: “Allora vado a darmi una rinfrescata ed a cambiarmi”. Mi guarda con un’espressione che gli conosco bene: “Ti vestirai come ti dico io…”. Nessun problema, padrone: sono già calata nella parte dell’amante ubbidiente.
In camera mi faccio una rapida doccia, e quando esco dal bagno trovo sul letto… praticamente nulla! Calze fumé velatissime e reggicalze, scarpe con il tacco alto nere e nient’altro. “Ma… devo uscire nuda?” Non mi risponde nemmeno, apre l’armadio e ne estrae la pelliccia. “Con questa starai al caldo”. Come sempre obbedisco e sono pronta in un attimo.
In auto si avvia con calma, ed inizia un discorso che mi disorienta, mi spaventa e mi eccita contemporaneamente. “Sai benissimo che stare fuori di casa costa, e tu sei qui gratis, pago io. Ma ho pensato che puoi rimediare una parte del conto. Sai bene che, in vita mia, non sono mai stato con una puttana. Nemmeno quando gli amici mi hanno portato, più di una volta, nei casini: ambienti davvero deprimenti, non mi hanno eccitato pur nulla, nonostante quelle ragazze scosciate che mi blandivano. Le donne ho sempre preferito conquistarmele e poi sei arrivata tu e ogni problema col sesso è scomparso. Però una volta almeno a puttane vorrei andarci: questa sera sarai una vera puttana e, se mi piacerai abbastanza e mi farai rizzare il cazzo, ti pagherò la tariffa che vorrai per fotterti”. “Ma certo, sarò la tua puttana, come vorrai”. Ci sono cascata, come sempre: penso ad un giochino spinto e niente di più.
Dopo qualche chilometro uno spiazzo sulla sinistra: fa inversione e si ferma. “Scendi, sei arrivata, batterai qui”. “Veramente devo scendere?”. Ancora non sospetto quanto spinto diventerà presto quel gioco. “Certo, e prendi questi…” ed estrae dalla tasca una scatola di profilattici. “Ogni puttana che si rispetti ne è ben dotata”. Continuo a pensare ad un gioco, prendo il pacchetto e scendo. Quello che mi sconvolge è che (non ci avevo fatto caso, il motore era rimasto acceso) sbatte la portiera e se ne va sgommando. Cazzo cazzo cazzo!
Sono sola al buio, al bordo della strada: il traffico non è granché, ma qualche auto passa, e non vedo posti dove potermi nascondere. La paura mi stringe lo stomaco, non so cosa aspettarmi. In questo momento lo odio con tutta me stessa. Ma, ancora una volta, una parte di me sembra compiaciuta: una vocina nel mio cervello mi sussurra “Sei la sua puttana l’unica puttana che vuole fottere, non ti eccita?” Vaffanculo, e va bene, cercherò di cavarmela, in qualche modo.
Quasi subito un problema: un’auto rallenta, sembra proseguire ma poi si ferma e torna indietro. Svolta nella piazzola, ma il guidatore sembra indeciso. Mi sento fregata, che faccio? Ne arriva subito un’altra, che mi si accosta decisa. Ho un sussulto di gioia: è lui!
Faccio un passo avanti. Abbassa il finestrino e mi squadra: “Se provi a salire me ne vado, resta dove sei, puttana! Anzi, tanto che ci sei, visto che impellicciata così non si vedo un cazzo, toglila e mettitela sulle spalle, che ti si possa valutare per bene. Anche l’altro cliente vorrà vedere quanto vali”.
Ecco qual’era il gioco: devo davvero comportarmi come una puttana: le altre mostrano la merce per bene ed io non posso fare eccezione! L’altro cliente, che stava pensando di cercare altrove e aveva innestato la retromarcia, vedendomi sfilare la pelliccia si ferma di colpo. Il mio padrone si allunga dal finestrino e inizia a palparmi le tette “Non male, per una come te non di primo pelo: quanto è che fai la vita? L’ultima che ho scopato aveva almeno dieci anni meno di te, ma magari tu sei più esperta”.
Anche l’altro si è nuovamente avvicinato, ha aperto il finestrino e si gusta la scena. “Sono più di dieci anni che mi faccio scopare in tutte le maniere” ora sto al gioco, la mia passera si sta allagando ed i capezzoli sono duri per l’aria fresca e l’eccitazione. “Lo sapevo che sei un’esperta, ora vediamo per bene la fica: mi piacciono pelose come la tua, ma non vorrei ci fosse qualche arnese strano sulle labbra, cosa che detesto: allarga le gambe!”. Mi ispeziona la fica con cura, scostando le labbra e di sicuro divertendosi parecchio a trovarla subito bagnata e pronta.
“Va bene, quanto vuoi?” “100 con e 200 senza” “Cazzo, ce l’hai d’oro? Puttane molto più giovani sulla strada prendono meno della metà: il tuo è un prezzo da casino di lusso” “L’hai detto, sono esperta, i miei giochini li fanno davvero in poche” “Mmm… e va bene, ma per questo prezzo dovrai farmi divertire parecchio e, tanto che ci sei, dai un poco di soddisfazione anche a quel tipo: vatti a scusare, era prima di me ma tu sei venuta dalla mia parte, almeno digli che se vuole può venire domani sera, intanto ti valuta anche lui da vicino, così si fa un’idea se val la pena”.
Mi vuole davvero troia, e va bene, portiamo questo gioco così spinto fino alla fine. Mi avvicino all’altra auto, e subito il tipo mi dice: “Non hai concluso? Vuoi scopare con me?” “No, mi dispiace, ho concluso, ma volevo scusarmi per essere andata prima da lui, eri arrivato prima tu. Se ti vado bene puoi tornare domani sera, non te ne pentirai”.
Ormai i miei freni inibitori si sono sciolti come neve al sole, quasi mi pavoneggio praticamente nuda davanti a quello sconosciuto.
“Beh, fammi un regalino allora: un’occhiata anche al tuo culetto la darei volentieri, magari domani torno davvero”. Detto fatto, faccio scivolare a terra la pelliccia e mi volto per mostrargli il mio lato B, che so essere molto interessante. Lui ha un mugolio di approvazione, e allunga una mano strizzandomi una chiappa. “Ehi carino, qui per toccare si paga, se torni domani avrai le mie chiappe a disposizione ma adesso giù le mani!” “Non ti scaldare, zoccola del cazzo, chissà quante volte ti hanno strizzato le chiappe a gratis”. “Non sono fatti tuoi, ti saluto” e senza più ascoltarlo raccolgo la pelliccia e torno da lui, che mi apre la portiera e mi fa salire.
“Vieni al mio albergo o dobbiamo farlo in auto?” “Al tuo albergo mi va bene, ma se vuoi un antipasto posso iniziare a succhiartelo”. Succhiarlo: è diventata una mia vera passione, e pensare che una volta non ne volevo sapere!
Ora invece lo vorrei in bocca, per sentire come si gonfia e come pulsa quando mi schizza in gola, in qualsiasi momento della giornata.
Mi sono letta un bel numero di articoli su internet e guardato qualche filmato, per imparare a dovere, ed ora ogni volta lui si complimenta per come lo succhio con passione bevendolo tutto.
“Beh, per essere una puttana devo dire che ti fai apprezzare” mi dice slacciandosi la patta. Lo tiro fuori già in erezione ed inizio un bel lavoretto di lingua e poi me lo succhio per bene. Sono sicura che, eccitato com’è, non resisterà a lungo… devo fare attenzione!
In albergo mi ordina di stendermi sul letto a gambe larghe e si infila un profilattico: “Le troie è sempre meglio scoparle usando delle precauzioni”, poi mi infila in bocca due banconote da 50 e mi fotte senza preliminari, infilando il suo bel cazzo con un solo colpo che mi squarcia. “Tanto, col tuo lavoro, ce l’hai pronta a qualunque cazzo, anche più grosso del mio…”
Stronzo, non ho certo scordato quella bottiglia che ho preso fino a dilatarmi tutta, e non perdi occasione di farmi sentire una gran maiala sfondata! Ma, naturalmente, anche questo orgasmo, che mi scuote subito, mi ricorda quanto tutto questo mi faccia impazzire di piacere. Metto in atto una piccola vendetta: resto immobile e non faccio nulla per acuire il suo piacere, in fin dei conti sono una puttana, non voleva questo?
Scommetto con me stessa che faticherà parecchio a venire col profilattico e mi dispongo a sopportare più di un orgasmo, che cercherò di dissimulare il più possibile, sono secoli che non usiamo il preservativo e, se tanto mi dà tanto, visto quanto dura senza...
Infatti, sull’orlo del mio terzo orgasmo, si stufa si sfila e se lo toglie: quasi gli si stava ammosciando. E, finalmente, riprende con foga.
Con pochi bei colpi nella mia gnocca ci uniamo nei gemiti del piacere. Ehi, ma senza non erano 200?
di
scritto il
2024-07-17
5 . 5 K
visite
4 8
voti
valutazione
5
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.