Tentazioni irresistibili

di
genere
etero

L’immagine che mi guardava dallo specchio era stremata, reduce da un doppio turno di 16 ore, durante le quali era capitato di tutto. Le occhiaie marcate minacciavano di farmi cedere da un momento all’altro. Fortuna che almeno per oggi avevo finito. Aprii il rubinetto dell’acqua e con l’ausilio delle mani me la schizzai in viso. Era fresca, proprio quello che mi ci voleva per ricompormi un po’. Sciolsi i capelli biondi e presi a massaggiarmi la testa. Iniziavo già a stare meglio. Tentai di pettinarli un minimo, lasciandoli cadere sul camice bianco. Alla fine, mi arresi e li legai nuovamente in una coda. Diedi una controllata generale alla mia figura, girando anche su me stessa. Infine, sistemai bene il seno prosperoso che premeva nel camice stretto. Uscendo dal bagno delle donne sentii dei mugugni provenire dallo spogliatoio del personale dell’ospedale. Mi accostai alla porta aperta un filo, il tanto giusto da permettermi di sbirciare al suo interno. Vidi un infermiere in piedi con i pantaloni abbassati appena sotto la vita, che teneva stretto tra le mani il suo attrezzo e si masturbava con foga. A questo punto avrei dovuto fare dietro front, voltarmi e andare via lasciandolo al suo amplesso. Ma non lo feci. Invece rimasi lì a guardarlo. Lo guardavo gemere e soccombere al piacere. Iniziai a eccitarmi. Mi sentii ardere in mezzo alle gambe. L’infermiere continuava a giocare con il suo attrezzo e con la mano che lo stringeva iniziò a muoversi sempre più velocemente. I capezzoli si fecero turgidi e duri. Iniziai a massaggiarli e nel mentre portai l’altra mano dentro le mutandine, in cerca del segreto. Gli umori l’avevano già bagnata per bene e le dita scivolavano benissimo, mentre massaggiavano il clitoride. Senza accorgermene iniziai a gemere anche io. Il suo sguardo si alzo e volse in direzione della porta, dritto sui miei occhi incantati attraverso la fessura. Si bloccò e con lui anche io. Restammo in questa posizione: io con una mano che stringeva il seno e l’altra dentro la vagina; lui con una mano che stringeva il pene e l’altra che teneva i pantaloni. Fui io a sbloccare quella situazione. Entrai dentro lo spogliatoio e mi richiusi la porta alle spalle, lui ancora immobile che mi guardava. Senza chiedere il permesso mi avvicinai a lui e gli infilai la lingua in bocca. La reazione fu pressoché istantanea: rispose al mio bacio con particolare ardore, mentre la sua mano andò subito a cercare la vagina. Le nostre lingue lottavano prima nella mia bocca ora nella sua. Le sue dita mi massaggiavano il clitoride. Afferrai il suo pene e iniziai a masturbarlo ritmicamente. Le sue dita scesero dentro le grandi labbra e si insinuarono nel buco. Vi infilò due dita e prese a masturbarmi. Il pene stretto nella mano cresceva e si gonfiava e diventava sempre più duro. Con abile gioco di polso continuavo su e giù, assestando il ritmo con il suo che accelerava e affondava le dita sempre più velocemente. Mi fece arretrare sino alla panca che si trovava al centro della stanza e mi fece distendere su di essa. Mi apri le gambe e vi infilo la faccia. Con fame vorace prese a leccarmi avidamente la fica. Massaggiava con la lingua il clitoride e a momenti lo succhiava. Le dita dentro la vagina si agitavano e si divincolavano. Ben bagnate dagli umori scesero più giù sino a trovare l’ano e massaggiarono i bordi del buchino. Con un dito iniziò a esercitare una leggera pressione, inserendolo pian piano dentro. Mi sentii eccitata al massimo. Al momento dell’orgasmo strinsi le mani nei suoi capelli e tirai la sua faccia contro la fica che inizio a schizzare umori, mentre degli spasmi incontrollati invasero il mio corpo. Rimasi in tilt per un paio di secondi, ansimante come se avessi appena corso una maratona. Lui, più carico che mai, mi prese le gambe e se le mise sulle spalle. A gambe spalancate, la fica pulsante grondante di umori. Afferro il suo pene e prese a sbattermelo contro la fica, poi lo piazzò tra le grandi labbra e con una spinta decisa m’impalò. Entrò senza nessuna difficoltà, scivolando all’interno ben lubrificato. Iniziò a scoparmi violentemente e nel mentre mi massaggiava le tette e succhiava i capezzoli. Un colpo dopo l’altro sentivo di essere sul punto di venire di nuovo. Diede un attimo di tregua al seno e si riverso sulla bocca, infilandomi la lingua. Un misto di saliva e umori che mi fece eccitare a tal punto da farmi avere il secondo orgasmo. Ero stremata ma lui non dava segno di voler cedere. Con mano decisa mi prese e mi fece mettere a pecorina. Indugiò per un attimo alla vista del mio sedere nudo e infine vi affondò il viso. Con la lingua percorreva il percorso dalla figa all’ano e infine si soffermò su quest’ultimo, lambendone il bordo, spingendovi contro la lingua e inserendola un poco. Quando si disse sazio tornò ad alzarsi e schiaffeggiandomi le natiche mi penetrò nuovamente. Il suo pene entrava e usciva ritmicamente, sempre più veloce. Lasciò cadere un po’ di saliva nell’ano per lubrificarlo e vi infilò il pollice. Avanzava lentamente, dando il tempo al buco di abituarsi alla forma e allargarsi. Una volta inserito tutto lo tenne lì, immobile, mentre continuava penetrarmi con maggiore impeto. Iniziai a masturbarmi il clitoride. Ad ogni entrata i suoi testicoli penzolanti mi sbattevano nella mano. Sentivo di essere sul punto di venire nuovamente. Lui accelerò ancora di più il ritmo e gemette quando fu sul punto di venire. Lo tolse un attimo prima e appena fuori fui travolta dal terzo orgasmo che si manifestò facendomi schizzare umori. Terminato l’amplesso ci volle un po’ per tornare alla realtà e realizzare quanto fosse appena accaduto. Infine, ancora nudi, ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere.

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2024-07-17
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