Seiaprileduemilanove
di
lisoia
genere
tradimenti
Quel famoso terremoto del 6 aprile 2009 a L’Aquila ha sconvolto la vita dell’intera città. Io mia moglie Ester e nostra figlia Caterina nata 6 mesi prima abitavamo in un appartamento in affitto di cui era proprietario il signor Giovanni, un sessantenne vedovo discretamente benestante. Viveva da solo a pochi metri da noi, la sua casa, costruita con i sistemi antisismici non ha subito nessun danno, mentre quella in cui vivevamo noi ha avuto delle crepe abbastanza preoccupanti. E’ stato il primo ad accorrere ed accertarsi se stavamo bene, ci ha portati subito nella sua casa. Solo chi ha vissuto quei momenti con quello che è successo nei giorni successivi può capire, evito di ricordarli. Ester non faceva altro che tremare per la paura, il signor Giovanni la rassicurava, la stringeva a se mentre ero con la bambina, le diceva che potevamo stare con lui, nella massima sicurezza per tutto il tempo che volevamo. Due giorni dopo, rischiando il crollo sono andato e recuperare la culla per Caterina, mi veniva da piangere vedere la casa ridotta in quelle condizioni. E’ stato sempre il signor Giovanni a consolarmi -Stai tranquillo Tony tu Ester e Caterina starete
sempre con me, mi abbracciava con lo stesso affetto che aveva verso Ester. Si cercava nei giorni successivi di metabolizzare la catastrofe, la nostra situazione era discreta, eravamo afflitti per quello che succedeva nella città. Dormivamo nello stesso letto io Ester ed il signor Giovanni mentre Caterina era nella culla. Il mio lavoro era triplicato, interventi per ripristinare le situazioni erano continui, Ester restava con il signor Giovanni insieme a Caterina. Non si trovava nulla quindi Giovanni (mi ha
pregato di toglier il signor) ed Ester sono andati a Pescara a rifornire la casa naturalmente portando anche Caterina. Quando sono tornato la sera tardissimo ho visto che la casa era piena di provviste. Tornavo stanco, quasi distrutto, dormivo quelle poche ore, in maniera profonda, non mi accorgevo neanche delle forti scosse di assestamento. Una notte il letto traballava fortissimo, ho intuito, perché la luce era spenta, che Ester e Giovanni stavano scopando. Ho cercato di riflettere, non potevo rompere quel meraviglioso giocattolo, sono stato zitto, ho cercato la mano di Ester,
ha capito che ero sveglio, lo ha stretto forte coinvolgendomi nel suo piacere -Giovanni fammi male, hai un cazzo grandissimo, non ho mai goduto cosi con Emilio (io) spaccami la figa, sono tua per sempre- Il cazzo mi stava scoppiando, una mano la tenevo stretta ad Ester con l’altra mi sono segato nel massimo silenzio. Mi sono calmato, loro no, ci davano dentro con tutta la forza, Ester sembrava posseduta era lei a cavalcare il
cazzo di Giovanni. Forse aveva detto la verità sul fatto che non la facessi godere. La mattina alle cinque è suonata la sveglia, alle cinque e trenta dovevo iniziare il lavoro. Ester si è alzata con me, era nuda, la figa aveva qualche rivolo di sborra che fuoriusciva scivolando sulla gamba, mi ha baciato, mi ha preparato la colazione, caffè con biscotti, mentre bevevo mi ha preso la mano portandosela sula figa e ridandomela piena di sborra -Leccala amore come fosse un cappuccino- Non mi ha disgustato il caffè
con la sborra di Giovanni, anzi ho ripassato più volte il dito pulendo la figa totalmente. -Buon lavoro amore, ora mi rimetto a letto con Giovanni- Sono uscito col cazzo duro. Praticamente loro vivevano in casa tutto il giorno mentre io ero al lavoro. La notte era Ester a svegliami saltando con violenza sul cazzo di Giovanni, quando le stringevo la mano, capiva che ero sveglio e si scatenava, diceva di tutto a Giovanni. Intanto nella città si cercava di riacquistare un minimo di normalità, il mio lavoro mi consentiva di passare qualche ora di più a casa. Mi stava succedendo
un fatto strano, non mi mancavano quelle meravigliose scopate con Ester, godevo molto di più sentendoli scopare con quella sega che mi dilaniava. Ormai il rapporto che ci legava non ammetteva segreti, Ester e Giovanni non mi nascondevano nulla. Quando lei vantava le potenzialità sessuali di Giovanni, non mi sentivo umiliato, anzi ero lusingato -Amore prima o dopo se Giovanni e d’accordo lo dovrai provare quel meraviglioso cazzo, a me fa morire, lo terrei sempre nella figa- Non vedevo l’ora di provarlo quel cazzo. Mi sentivo privilegiato, in quella città distrutta io con la mia
famiglia eravamo al sicuro, godevo sessualmente più di prima ed Ester letteralmente entusiasta del cazzo di Giovanni. Il più delle volte ero io a sollecitare loro di farmi assistere alle loro scopate. Ormai sono passati quindici anni, la casa Giovanni l’ha intestata a Caterina, è stata Ester a far scopare Giovanni con Caterina. Lui con uno slancio di generosità la mattina successiva l’ha portata subito dal notaio. A volte mi vergogno di quello che ho fatto, non tanto per aver sfruttato una situazione, mi vergognavo del mio godimento in una città che era in sofferenza.
sempre con me, mi abbracciava con lo stesso affetto che aveva verso Ester. Si cercava nei giorni successivi di metabolizzare la catastrofe, la nostra situazione era discreta, eravamo afflitti per quello che succedeva nella città. Dormivamo nello stesso letto io Ester ed il signor Giovanni mentre Caterina era nella culla. Il mio lavoro era triplicato, interventi per ripristinare le situazioni erano continui, Ester restava con il signor Giovanni insieme a Caterina. Non si trovava nulla quindi Giovanni (mi ha
pregato di toglier il signor) ed Ester sono andati a Pescara a rifornire la casa naturalmente portando anche Caterina. Quando sono tornato la sera tardissimo ho visto che la casa era piena di provviste. Tornavo stanco, quasi distrutto, dormivo quelle poche ore, in maniera profonda, non mi accorgevo neanche delle forti scosse di assestamento. Una notte il letto traballava fortissimo, ho intuito, perché la luce era spenta, che Ester e Giovanni stavano scopando. Ho cercato di riflettere, non potevo rompere quel meraviglioso giocattolo, sono stato zitto, ho cercato la mano di Ester,
ha capito che ero sveglio, lo ha stretto forte coinvolgendomi nel suo piacere -Giovanni fammi male, hai un cazzo grandissimo, non ho mai goduto cosi con Emilio (io) spaccami la figa, sono tua per sempre- Il cazzo mi stava scoppiando, una mano la tenevo stretta ad Ester con l’altra mi sono segato nel massimo silenzio. Mi sono calmato, loro no, ci davano dentro con tutta la forza, Ester sembrava posseduta era lei a cavalcare il
cazzo di Giovanni. Forse aveva detto la verità sul fatto che non la facessi godere. La mattina alle cinque è suonata la sveglia, alle cinque e trenta dovevo iniziare il lavoro. Ester si è alzata con me, era nuda, la figa aveva qualche rivolo di sborra che fuoriusciva scivolando sulla gamba, mi ha baciato, mi ha preparato la colazione, caffè con biscotti, mentre bevevo mi ha preso la mano portandosela sula figa e ridandomela piena di sborra -Leccala amore come fosse un cappuccino- Non mi ha disgustato il caffè
con la sborra di Giovanni, anzi ho ripassato più volte il dito pulendo la figa totalmente. -Buon lavoro amore, ora mi rimetto a letto con Giovanni- Sono uscito col cazzo duro. Praticamente loro vivevano in casa tutto il giorno mentre io ero al lavoro. La notte era Ester a svegliami saltando con violenza sul cazzo di Giovanni, quando le stringevo la mano, capiva che ero sveglio e si scatenava, diceva di tutto a Giovanni. Intanto nella città si cercava di riacquistare un minimo di normalità, il mio lavoro mi consentiva di passare qualche ora di più a casa. Mi stava succedendo
un fatto strano, non mi mancavano quelle meravigliose scopate con Ester, godevo molto di più sentendoli scopare con quella sega che mi dilaniava. Ormai il rapporto che ci legava non ammetteva segreti, Ester e Giovanni non mi nascondevano nulla. Quando lei vantava le potenzialità sessuali di Giovanni, non mi sentivo umiliato, anzi ero lusingato -Amore prima o dopo se Giovanni e d’accordo lo dovrai provare quel meraviglioso cazzo, a me fa morire, lo terrei sempre nella figa- Non vedevo l’ora di provarlo quel cazzo. Mi sentivo privilegiato, in quella città distrutta io con la mia
famiglia eravamo al sicuro, godevo sessualmente più di prima ed Ester letteralmente entusiasta del cazzo di Giovanni. Il più delle volte ero io a sollecitare loro di farmi assistere alle loro scopate. Ormai sono passati quindici anni, la casa Giovanni l’ha intestata a Caterina, è stata Ester a far scopare Giovanni con Caterina. Lui con uno slancio di generosità la mattina successiva l’ha portata subito dal notaio. A volte mi vergogno di quello che ho fatto, non tanto per aver sfruttato una situazione, mi vergognavo del mio godimento in una città che era in sofferenza.
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Commenti dei lettori al racconto erotico