Prima notte di nozze

di
genere
corna

Valeria indossava procacemente l’abito da sposa quando Filippo le mise gli occhi addosso.
Che poi, a dire il vero, i loro sguardi si erano incrociati continuamente durante tutta la cerimonia, da quando lei era scesa dalla macchina davanti alla chiesa, nel suo abito a tubino che la copriva dalle ascelle alle cosce; spalle scoperte e pure le cosce, un metro scarso di stoffa che la fasciava giusto l’indispensabile, da non farsi negare l’accesso a un luogo di culto.
L’abito lo aveva scelto insieme alla sua amica Lorena, che io non avevo il piacere di conoscere. Un abito piuttosto minimale, che le esaltava la quarta di seno, largamente esposta al pubblico in un balconcino in cui i seni sembravano sul punto di esplodere, e le fasciava i glutei in modo stretto per poi terminare qualche centimetro sotto il solco delle natiche.
Io ero stato coinvolto nell’acquisto dell’abito solamente quando ero stato invitato ad andare a saldare il conto, presso il negozio, uno dei più esclusivi della città, scelta anche questa di cui non ero nemmeno stato messo al corrente.
Rimasi trasecolato di fronte al conto, 35.000 euro, trentacinquemila… Di fronte alla mia richiesta di spiegazioni per un conto tanto elevato, la commessa del negozio mi guardò con un misto di pena e disprezzo. Che maleducazione mettersi a indagare sulle scelte di una donna in un momento così speciale della sua vita. In ogni modo, la commessa, pur riluttante, mi mise al corrente della lista degli abiti e accessori che mi stavo apprestando a pagare. Abito da sposa di alta sartoria (9.000 euro), velo di pizzo (1.200 euro), giarrettiera di pizzo con catenina in oro 24 carati (2.100 euro) scarpe decolleté con tacco 13 centimetri (3.200 euro) mutandine di pizzo bianco (890 euro)
“Ma… come?” esclamai “900 euro per le mutande? E quanto allora per il reggiseno?” dissi ironicamente
“No” mi rispose ferma la commessa, con un tono ormai di compatimento “la sua futura mogliettina non indosserà nessun reggiseno”.
Ebbi l’immagine degli splendidi seni di Valeria avvolti solamente dal tessuto dell’abito ed ebbi un moto di gelosia, sapendo che quello spettacolo sarebbe stato sotto gli occhi di tutti. Anche un po' di vergogna, pensando poi che anche i miei genitori avrebbero assistito alla scena della mia futura moglie vestita in modo così provocante. Questi due sentimenti mi causarono una potente erezione, che sperai non fosse notata dalla commessa, che fortunatamente era impegnata a fare altro.
Continuai a scorrere la lista del conto da pagare. Abito damigella di alta sartoria (3.500 euro) scarpe damigella (2.500 euro), collanina in oro 24 carati (1.500 euro) mutandine perizoma in pizzo nero per damigella (750 euro)
Rimasi a bocca aperta… “mi… mi scusi… ma damigella… chi è?”
“La signorina Lorena, la damigella di sua moglie”
“Ma… io devo pagare anche il vestito della… signorina Lorena? Ottomila euro…?”
La commessa ormai mi guardava con le braccia conserte, senza proferire parole. Pensò che non fossero nemmeno più necessarie
“E quindi… anche la damigella viene senza reggiseno?”
La commessa non si mosse di un millimetro, come non emise alcun suono dalla bocca; solamente le sue labbra rosse presero la forma di un sorriso malizioso, al che la mia erezione riprese potenza e questa volta temo che la signorina se ne sia accorta.
Il conto terminava con servizio, confezionamento, stiratura (7.360 euro) mancia per il negozio (2.000 euro) mancia per signorina Lucrezia (1.000 euro)
“E… mi scusi… ma le mance… sono sempre previste?”
“No” rispose secca la commessa
“La… signorina Lucrezia… chi è?”
“Lucrezia sono io” ora la commessa si faceva gigantesca e io mi sentivo rimpicciolire.
“La sua futura mogliettina è molto generosa e si è divertita molto in questo negozio. Ha voluto ringraziarmi personalmente per la cura che le ho dedicato. Ci sono problemi?”
“N… No… mi scusi… avrei gradito farlo io...” dissi incespicando con le parole
“Può sempre farlo” rispose lei in modo deciso
Prese ad armeggiare con la cassa, io ormai avevo un moto ascendente dai testicoli che saliva inesorabilmente verso una via di uscita che cercavo assolutamente di frenare
“Allora quanto metto?”
“Agg… Aggiunga mille euro”
La ragazza mi guardò e sogghignò, le potevo leggere nel pensiero ‘che coglione’, ma non disse nulla.
“Come paga?”
“Eh… “ ancora non avevo pensato a come potevo pagare una cifra simile. “ho la carta American Express, ma… non so se passano così tanti soldi...”
Lei mi fissava a braccia conserte, in attesa che le dicessi finalmente come avevo intenzione di saldare il conto.
“io… posso andare in banca… è poco distante… e le faccio un bonifico...”
“Bene, questo è l’Iban. tra un’ora però chiudo”
“Si, certo… faccio subito”
Due ragazze erano dietro di me alla cassa da qualche minuto, in attesa di pagare e stavano assistendo alla scena
“Però mi lasci il suo documento, glielo restituisco quando avrà pagato”
Sentii le risatine delle ragazze dietro di me.
“Si, ecco...” le lasciai il documento e mi diressi verso la banca, per pagare 36.000 euro a un negozio di abbigliamento, sapendo di dover poi giustificare la spesa.
In meno di mezz’ora ero di ritorno, in banca si erano stupiti di una cifra del genere per un negozio, ma i soldi sul conto non mancavano, quindi l’operazione andò a buon fine.

Conobbi Valeria alla tarda età di 42 anni, tutti passati senza una fidanzata, lavorando per l’azienda di famiglia, che viaggiava a gonfie vele. I soldi non mi mancavano e li spendevo in viaggi ma più frequentemente con prostitute.
Mi decisi ad iscrivermi a un sito di incontri, scopo matrimonio, e la vidi lì, bellissima, 38 anni, foto caste ma molto belle. Splendida chioma bionda e corpo slanciato. Con mio grande stupore rispose al mio messaggio di saluto e iniziammo una corrispondenza via messenger. Poi un giorno accettò il mio invito a incontrarci dal vivo. Ci incontrammo e poi ancora, e poi ancora. Lei mi raccontò di lei, alcune relazioni alle spalle, da cui era nata la sua bambina, Valentina, 18 anni appena compiuti. Io le raccontai di me, il mio lavoro, le mie case, il mio conto in banca.
Facemmo l’amore più volte, in macchina. Cioè facemmo quello che io pensavo fosse fare l’amore; lei si spogliava nuda e anche io, poi lei mi baciava con passione segandomi con la mano, fino a quando io non venivo nella sua mano. Era meraviglioso.
Ci frequentammo per 6 mesi fino a quando lei mi disse che era innamorata e voleva fare il grande passo. Io ero al settimo cielo, non riuscivo a comprendere come una donna del genere, alta, bella, meravigliosa, volesse sposare un uomo come me, piuttosto anonimo, magrolino, anche più basso di lei. Ma era tutto vero, lei voleva sposarmi e questa era l’unica cosa che contava.
Tutto era meraviglioso, i preparativi, le partecipazioni… l’unico momento delicato era dirlo ai miei, che erano piuttosto gelosi del loro patrimonio di famiglia. Ma io mi dimostrai innamorato di lei, la descrissi come la donna della vita.
I miei insistettero per conoscerla, anche se io avevo sempre frenato un po', anche per volontà di Valeria che al momento non aveva ancora voluto incontrare nessuno dei miei amici, colleghi o genitori. Io l’avevo presa per una sorta di timidezza e la cosa mi aveva fatto ancora di più innamorare.
La sera che la portai a casa, lei era la migliore lei che potesse essere, bellissima nei suoi jeans attillati, la camicetta bianca sbottonata che mostrava il petto vigoroso; non si potevano contenere quei seni in nessuna maniera. Non appena entrata in casa lei si propose giovialmente ai miei genitori, mia madre vide questa donna bellissima e le venne qualche dubbio, ma le strinse la mano. Mio padre raggelò lo sguardo, Valeria si avvicinò a lui e gli porse la mano
“Piacere, sono Valeria”
Mio padre era imbarazzato, quella visione era celestiale, le mammelle della donna gli rimbalzavano sotto gli occhi, provò a rispondere “Pia… Piacere” strozzandosi la voce
La serata proseguì non senza imbarazzo, con la mia futura amata sposa che continuamente ammiccava al mio papà, il quale non rimaneva insensibile alla sua bellezza.
“Dovrei andare in bagno, chi mi dice dov’è?” chiese dolcemente la mia amata
“Io, vengo io” disse perentoriamente mio padre
I due si dileguarono lungo il corridoio. Mia madre mi si avvicinò e mi strinse a sé. “Ma sei sicuro, tesoro? Mi sembra una donna strana”
“Sono innamorato, mamma. E’ una donna fantastica”
Mia mamma mi accarezzò e mi sorrise.

“Ecco, è qui” le disse mio padre. Poi continuò “Che intenzioni hai con mio figlio? Hai capito che è un impotente minidotato? Cosa vuoi da lui?”
“Mi accompagni dentro per favore?” gli rispose Valeria con tutta la dolcezza che aveva
I due entrarono e chiusero la porta dietro di sé.
Non appena dentro al bagno mio padre provò a proseguire il discorso ma Valeria lo baciò e gli mise la lingua in bocca. Continuò a baciarlo a lungo mentre con la mano lo toccava sulla patta dei pantaloni
Gli sbottonò i pantaloni ed estrasse il cazzo durissimo
“Tuo figlio non ha preso da te… “ gli disse sorridendo con l’enorme membro duro in mano. Poi si inginocchiò e lo prese in bocca. In meno di due minuti mio padre le riversò in gola il suo benestare al matrimonio.
Si ricomposero e tornarono da me e mia mamma, tutti felici e raggianti.
Valeria non aveva mentito riguardo la dotazione di mio padre. Alla sua età aveva ancora il cazzo enorme e duro, mentre io, da sempre, avevo avuto difficoltà con le erezioni e ogni ragazza mi aveva rifiutato perché ero ritenuto sotto la “misura” accettabile.

Io non avevo fatto nessun addio al celibato, a differenza di Valeria che invece fece un sontuoso addio al nubilato, di cui non seppi nulla se non il conto da pagare, anche in questo caso, che dovetti saldare il giorno seguente, semplicemente perché non avevo amici, nessun conoscente con cui condividere questo momento. Avevo solo alcuni colleghi, dell’ufficio in cui lavoro, che avevo comunque invitato al matrimonio.
Tra questi Filippo, un ragazzo alto e prestante, con cui condividevo l’ufficio. Pur essendo figlio del titolare della azienda, mio padre non aveva voluto che diventassi socio, ma solo misero dipendente e aveva voluto che facessi tutta la gavetta che fanno gli altri.
Filippo non era particolarmente bravo nel lavoro, non faceva quasi nulla, ma era molto considerato perché sapeva vendersi bene, a differenza mia che mi impegnavo tantissimo ma non mi considerava nessuno. Filippo era soprattutto considerato dalle colleghe che si dicesse avesse scopato ripetutamente. Avevamo in ballo una specie di promozione, legata a un progetto, chi avesse presentato un progetto migliore sarebbe stato promosso a capo ufficio mentre l’altro sarebbe rimasto alle sue dipendenze.
Io mi sento abbastanza al sicuro, in quanto ero molto più bravo di lui, mentre lui passava tutto il tempo a scopare con le colleghe. Anche se io adesso ero impegnato con i pensieri per il matrimonio, ero sicuro di poter presentare un progetto migliore del suo, inoltre stavo per sposare una donna bellissima, il riscatto da una vita mediocre fatta di lavoro e masturbazione.

Filippo, come gli altri colleghi, era alla cerimonia del mio matrimonio. Io stavo aspettando la mia amata sulla soglia della chiesa, quando vidi la macchina arrivare, una limousine bianca splendente. Il mio amore non aveva badato a spese, quella limousine era costata migliaia di euro e me ne accorsi quando mi arrivò il conto da saldare entro pochi giorni.
Si aprì lo sportello e scese per prima una ragazza, totalmente sconosciuta, con un vestitino rosa aderentissimo, anche questo non scendeva sotto le natiche e fasciava abbastanza stretto da mostrare una terza abbondante di seno. Mi si avvicinò e disse “Ciao, sono Valentina, la figlia di tua moglie… tua figlia...” guardandomi negli occhi con suoi azzurri e i capelli a boccoli biondi.
“Ci aspetti all’altare?” continuò, mordendosi le labbra
“Si, giusto” le risposi incamminandomi lungo la navata centrale della chiesa, cercando di sistemarmi il membro che nel frattempo si era indurito.
Valeria scese dalla macchina aiutata da Lorena, anch’essa con il suo vestitino minimale, e spalancò ai presenti tutto il suo davanzale provvidenzialmente privo di reggiseno.
Filippo fu tra i primi a raggiungerla per congratularsi
“Valeria, sei meravigliosa, congratulazioni” le disse baciandole la mano.
Lei fu prima sorpresa e poi affascinata dal quel ragazzo bellissimo che la aveva accolta, lo accarezzò sul volto e scambiò con lui un lungo sguardo. Fu la prima volta che fecero l’amore, anche se solo con gli occhi

La mia amata Valeria percorse la navata centrale della chiesa da sola, con la sua bambina che le teneva sollevato il velo. Il rumore dei tacchi risuonava e le sue cosce sode si accarezzavano l’una contro l’altra. A pochi metri dall’altare passò di fianco a Filippo, il mio collega e lo guardò a lungo e lui guardò lei. Lei gli sorrise e lui la ricambiò. Poi mi si avvicinò all’altare e si mise a fianco a me, ma era come se io non esistessi
Mio padre notò quella strana intesa tra la futura nuora e un invitato, ma ricordò il calore di quella bocca intorno al suo cazzo e non fece questioni
La cerimonia continuò piuttosto noiosa, fino al fatidico sì, in cui io le promisi il mondo e la luna, di esserle fedele nella buona e nella cattiva sorte, tutto il mio amore e la mia devozione. Lei ripetè la cantilena con un po' di insofferenza e poi la cerimonia si concluse con il sacerdote che disse “Puoi baciare la tua amata” e io cercai di baciarla con passione ma lei si limitò a offrirmi le guance, mentre continuava a cercare lo sguardo di Filippo.
Firmammo tutti i documenti e io lo feci con troppa leggerezza. Non feci caso che tra tutti i documenti da me firmati, uno intestava a lei tutto ciò che possedevo
In ordine avevo firmato:
Tutti gli appartamenti che possedevo in città, sei in totale, venivano intestati in modo esclusivo a lei
La casa in cui abitavo veniva intestata a lei e io avrei d’ora in poi dovuto pagare a lei un affitto di 5.000 euro al mese
Tutte le azioni della società che appartenevano a me venivano intestate a lei
La casa in montagna e la casa al mare venivano intestate a sua figlia Valentina
Tutti i conti correnti venivano intestati a lei, con possibilità da parte mia di effettuare operazioni ma con la sua firma di approvazione
Tutto ciò che mi apparteneva, cose personali, macchine, yacht, moto… sarebbero poco per volta state vendute e monetizzate, per essere poi versate su conti intestati a lei di cui non avevo alcun accesso
Io però ero felicissimo e di tutte queste cose non avevo alcuna idea, lo avrei saputo tempo dopo.

Il ricevimento fu meraviglioso, tanta gente, tutti ridevano, tanto. Io giravo per i tavoli e tutti ridevano. Valeria si era focalizzata sul tavolo dei miei colleghi, non so perché, probabilmente aveva un feeling particolare con loro. Poi stava spesso accanto a Filippo e gli teneva il braccio sulla spalla e scherzava e rideva con lui. Io ero contento perché mia moglie si era integrata con le persone che conoscevo.
Poi lei evidentemente stanca, si sedette sulle ginocchia di Filippo e con la testa si appoggiava sulla sua spalla. Doveva essere esausta, poverina. Poi con la bocca si avvicinava al suo orecchio e gli sussurrava qualcosa e poi ogni volta lo baciava sulla guancia. Lui per sorreggerla le aveva messo una mano sul sedere e la accarezzava. Che carino, mi dissi, la aiuta a non cadere.
Mi avvicinai al tavolo e vidi Valeria con gli occhi chiusi e la bocca socchiusa; Filippo con l’altra mano era sotto la gonna del mio amore che nel frattempo teneva le gambe leggermente aperte. I due anche con me presente non smisero ciò che stavano facendo, non credo che Valeria si fosse nemmeno accorta che io fossi lì. Giulia, una mia collega si allungò e raccolse da terra le mutandine da 900 euro di mia moglie e se le mise in borsetta, sperando di non farsi vedere da me.
Valeria si accorse di me e mi sorrise “Ciao amore”. In quel momento Filippo fece un movimento brusco e infilò la mano ancora più sotto la gonna della mia sposa. Lei gemette e mi prese per un braccio per sorreggersi, mentre con gli occhi stralunati aprì la bocca ancora di più e fece calare la testa sulla spalla di Filippo.
Io mo spaventai “Amore, non stai bene? Vuoi che ti prenda da bere?”
Lei non rispondeva ma gli altri sogghignavano o ridevano apertamente, non capendo come io potessi non realizzare.
A parte questo episodio dubbio, mi divertii moltissimo e così spero Valeria e gli invitati.
A fine serata io e la mia adorata moglie ci fermammo a salutare tutti gli ospiti che andavano via e tutti si soffermavano con me per darmi le pacche sulla spalla, mentre poi si fermavano con Valeria ben più a lungo, chi per un abbraccio, chi un bacio, perfino mio padre la prese da parte e la abbracciò a lungo in modo molto intimo, con le mani sul sedere che sembrava quasi palpasse, e poi con un bacio che, ma avrò visto male io, sembrava quasi sulla bocca.
Ho capito che Valeria è una persona molto socievole con le persone, tutti le vogliono bene.
Poi arrivò il momento anche per Filippo di andare via e si appartarono, si presero le mani una in quelle dell’altro e poi si parlarono molto intimamente. Alla fine si unirono in un bacio appassionato e interminabile incuranti di essere a pochi metri da me.
Filippo nell’allontanarsi si soffermò anche con la diciottenne Valentina e dopo averle parlato tenendola per mano, baciò anche lei intensamente.
Allora Filippo è fatto così, mi dissi tranquillizzandomi, è il suo modo di esternare l’affetto. Fui molto contento di questo
Finalmente tutto era finito, ora eravamo solo io e Valeria, come due innamorati, pronti per iniziare la nostra vita insieme.
E sarebbe iniziata con una stanza in un hotel a 5 stelle a una cinquantina di km da lì, la nostra prima notte d’amore. Il mio membro era in tumulto ed ero in erezione da un po'.
Con la mia macchina bardata a nozze, partimmo

L’hotel in cui avremmo passato la nostra prima notte di nozze non era troppo distante dal luogo della cerimonia, ma sufficientemente per essere isolato ed avere la privacy tutta per noi. Nessuno era stato messo al corrente della location, proprio perché volevamo avere un momento tutto nostro. La serata sarebbe iniziata con una bellissima cena nel ristorante stellato dell’hotel. Il tutto mi era costato un patrimonio, ma per la mia amata tutto era possibile.
Arrivammo nel cortile interno della struttura, c’erano alcune macchine parcheggiate. L’hotel era famoso per la sua riservatezza, immerso in un parco era spesso meta di neosposi in luna di miele, ma anche di coppie furtive che si incontravano per una notte di sesso. Si diceva fosse frequentato da facoltosi uomini della finanza, che trascorrevano la notte con prostitute di altissimo bordo.
Parcheggiata la macchina mi affrettai a fare il giro per aprire la portiera alla mia mogliettina, che sorridendomi prese a scendere dall’auto, un po' in affanno per via del vestito. Allargò un po' le gambe per scendere e le cadde la pochette. Mi chinai per raccogliere e fu lì che venni a conoscenza che le mutandine da 900 euro erano sparite.
Non feci domande, le mutandine di una donna sono una cosa molto intima; magari semplicemente le dava fastidio il ricamo di pizzo, oppure le facevano caldo. Non presi nemmeno in considerazione il fatto che lei non ne fosse più in possesso.
Entrammo nella hall del palazzo e facemmo per dirigerci verso la reception per sapere quale fosse la nostra camera e poi per accordarci per la cena. Nel farlo passammo davanti al bar.
“Guarda chi c’èèèè!!!” esclamò la mia mogliettina
Seduto al bancone del bar, Filippo era intento a bere un cocktail
“Ma… ciaooo” rispose lui con cordialità
Io non ebbi tantissimo piacere per quell’incontro, questo doveva essere uno momento tutto nostro
Mentre ero assorto in questo pensiero, Valeria aveva buttato le braccia al collo di Filippo e i suoi seni erano schiacciati contro il petto di lui. Io ero a distanza di qualche metro e Valeria mi dava le spalle. Lui le cinse la vita con un braccio, mentre con l’altra mano si appoggiò sul suo sedere. Era la seconda volta che vedevo il mio collega toccare il sedere di mia moglie, in poco meno di un paio d’ore. Si scambiarono un bacio molto cordiale, molto molto cordiale. Mi convinsi che si baciassero sulle guance ma non ne fui sicuro.
“Ma cosa fai qui, tesoro??” gli chiese la mia mogliettina
“E’ successa una cosa molto spiacevole, scusatemi” rispose Filippo “mentre ripartivo dalla chiesa, ho fatto qualche chilometro, poi la mia macchina ha cominciato ad andare a scatti e sono riuscito ad entrare nel cortile di questo hotel appena in tempo”
“Oohhh che sfortuna. Dai, meno male che sei riuscito a non rimanere in strada” disse mia moglie
“Eh, già… Scusatemi, non avevo idea che fosse il vostro rifugio d’amore”
“Ma figurati, tesoro. Non preoccuparti. Meno male, piuttosto, qui potrai riposarti un po' e poi pensare come fare”
Valeria aveva già detto tesoro due volte al mio collega, dopo averlo conosciuto da meno di mezza giornata.
Io ero rimasto un po' al margine della discussione, visto che la mi amata aveva preso tutta la scena.
“Se vuoi… posso chiamarti un taxi” fu l’unica cosa che riuscì a pronunciare
“Ma cosa stai dicendo???” mi riprese mia moglie “Filippo è un nostro invitato, è così che tratti gli invitati?”
Io rimasi un po' basito dalla foga con cui mia moglie stava prendendo le difese del mio collega.
“E’ che stavo partendo per Roma dove devo incontrare alcuni amici e senza la macchina non so come fare”
“Non ti preoccupare di questo, tesoro. Ora ceniamo con calma e pensiamo a una soluzione”
Come ‘ceniamo’? Questa sarebbe la mia prima cena di nozze.
“Scusa amore… come sarebbe ceniamo? Io e te abbiamo la nostra cena di nozze, tra poco”
“E vuoi lasciare il tuo amico in difficoltà, così?? Mi meraviglio di te!!”
“Ehm… no, ci mancherebbe, ma come facciamo? Il ristorante è quasi sempre pieno, non so se c’è un tavolo libero”
“Stai scherzando, vero?? Filippo cena con noi, al nostro tavolo. Vai dal maitre e chiedigli di aggiungere un posto al nostro tavolo”
“Ma, amore, è la nostra sera...”
“Non discutere!!! Fai come ti dico!”
Il mio amore si era fatta molto autoritaria. Nel suo vestito bianco con le tette che sembravano esplodere, la sua voce si era fatta perentoria e io ne avevo avuto timore. MI diressi alla reception del ristorante e chiesi al maitre se fosse possibile aggiungere un posto al nostro tavolo.
“Mi scusi, ma voi non siete in luna di miele?” rispose l’uomo alla reception
“Ehm… si, ecco.. è una cosa complicata da spiegare...”
“Va bene, non si preoccupi” rispose l’uomo, sogghignando sotto i baffi “ma le comunico che i nostri piatti sono tutti preparati su ordinazione. Il vostro ospite dovrà ordinare dal menù turistico”
“Si, va bene, si tratta solo di ospitarlo al tavolo”
“Benissimo signore”
Ritornai da loro e li trovai molto teneri, vidi mia moglie bellissima, nel suo vestitino corto e attillato, che era in piedi tra le gambe aperte di Filippo seduto su un seggiolone del bar. Lei gli parlava, i loro volti erano a distanza di pochi centimetri l’uno dall’altro e lei teneva una mano sulla coscia di lui. Lui viceversa accarezzava con un dito la coppa del seno scoperta di mia moglie.
“Ho fatto, Filippo può fermarsi al nostro tavolo, ma dovrà scegliere dal menu turistico”
Valeria mi guardò e mi sorrise grata, poi ritornò negli occhi di lui.
Seguirono attimi un po' imbarazzanti, con mia moglie che si intratteneva intimamente con una persona che non era palesemente suo marito, in quanto io ero vestito da sposo, mentre Filippo era piuttosto casual.
Dopo mezz’oretta abbondante il maitre venne per dirci che il nostro tavolo era pronto.
“Se vogliono seguirmi”
“Si grazie”
Io seguii il maitre che ci accompagnava al tavolo, Valeria e Filippo dietro di me molto stretti uno all’altra.
Giunti al tavolo, questi era rotondo ed era stato previsto inizialmente con due posti vicini. Successivamente fu aggiunto un terzo posto dall’altra parte del tavolo. Trovai la cosa giusta, gli sposi devono stare vicini, poi se hanno un ospite si siede nell’altro posto.
“Prego” disse il maitre, invitandoci a sedere
Con mia grande sorpresa, Valeria si avvicinò al tavolo e prese per mano Filippo invitandolo a sedersi accanto a lei. A me rimase il posto al di là del tavolo. Filippo non si fece desiderare e si sedette accanto a mia moglie.
Un grosso mazzo di fiori era al centro del tavolo e mi costringeva a chinarmi di lato per vedere mia moglie. Nessuno degli altri due se ne preoccupò ma io chiesi se fosse possibile toglierlo in modo da essere tutti più visibili.
“Certo Signore, ma il mazzo di rose è un dono per la coppia di sposi”
Valeria esclamò “Davveroooo???”
Poi prese il biglietto che era infilato tra i fiori e lesse. Spalancò gli occhi.
“Non posso crederci! Tesoro!! Grazieee!!!”
Quindi si girò verso Filippo e gli mise le braccia al collo “Grazie tesoro mio!!” e lo baciò intensamente sulla bocca. Vidi le loro labbra aprirsi e le lingue sciogliersi una con l’altra. Poi lei si avvicinò al suo orecchio e gli disse qualche parolina. Lui sorrise e annuì con il capo.
Valeria aveva appoggiato il biglietto sul tavolo e io scorsi cosa c’era scritto ‘Alla sposa più bella, provocante ed eccitante che sia mai esistita’
Finite le loro effusioni, Valeria prese il biglietto e poi se lo portò al petto. Sorridendo a Filippo tirò l’elastico che le pressava le mammelle e mise il biglietto sul suo seno in corrispondenza del capezzolo. Poi accarezzò di nuovo Filippo sulla guancia.
Io vidi tutto un po' confuso, coperto dal mazzo di fiori, ma dal posto di Filippo non c’è dubbio che si sia visto il seno nudo di mia moglie.
Arrivarono i camerieri “Buonasera signori, come programmato il menu prenotato è per due persone, per il terzo ospite lasciamo il menu alla carta” e sprovvedutamente la cameriera lasciò a me il menu, in quanto pensò che io fossi l’ospite, visto che ero dall’altra parte del tavolo.
“Ecco… no… il menu non è per me… l’ospite...”
“Amore, non ti metterai a fare problemi del genere, eh? Per favore… Filippo è stato così gentile con i fiori… Mi sembra il minimo che tu possa fare ringraziarlo” rispose mia moglie.
“Ehm… ok, va bene…” dissi, mentre la cameriera mi fissava e anche lei imbarazzata attendeva che io ordinassi.
Il menu turistico non aveva nulla a che fare con le portate per una cena nuziale. Oltre a qualche portata di pesce, piuttosto dozzinale, solo un paio di primi piatti, un secondo piatto di carne e una dozzina di pizze.
“Dalla cucina ci dicono che le portate a menu per questa sera non sono disponibili. E’ disponibile solo la pizza” disse d’improvviso la cameriera
“Ah… “ rimasi un po' perplesso. Avevo previsto di cenare a ostriche e champagne e mi ritrovo con una pizza.
Dall’altra parte del tavolo si faceva poca attenzione a me, intenti com’erano a parlarsi mano nella mano
“Allora… prendo una capricciosa...”
“Benissimo signore. Da bere cosa prende?”
“Avevamo previsto una cena a base di Champagne”
“Mi spiace signore, ma lo Champagne è riservato alle portate riservate. Abbiamo il vino della casa, se gradisce”
“Si… va bene… grazie”
“Bene, grazie signore”
La situazione stava diventando surreale, ero a cena con la mia adorata moglie, sposata poche ore prima e seduto al nostro tavolo c’è un mio collega, che per altro odio, in quanto mio diretto concorrente nella carica di nuovo capufficio, E la cosa più surreale è che lui è seduto al mio posto, lui mangerà ostriche e champagne, lui le tiene la mano nella sua, lui le guarda le tette in continuazione, lui le mette la lingua in bocca.
Me ne feci una ragione, sperando che la cena finisse presto. Mi arrivò la pizza, squisita per altro.
A loro arrivarono a ripetizione portate di pesce, ostriche, e bottiglie di Champagne.
Mia moglie aveva in pugno la situazione, flirtava con Filippo ma non perdeva di vista ogni mio movimento. Giunti a fine cena, ordinammo il caffè che andammo a bere sui divanetti della hall, Ovviamente io su un divanetto e loro due su un altro. I due erano seriamente alticci e scherzavano e ridevano, anche su di me.
“Ma scusa Filippo” domandai io “ma ora? Come fai per andare a Roma? Hai chiamato qualcuno che ti venga a prendere?”
“Ma cosa dici, amore? Dove può andare Filippo nel cuore della notte? Dormirà qui, con tutta calma domattina penseremo a una soluzione” ribattè Valeria
Ancora con questo noi… Filippo è giunto qui per caso, ora è il momento che lasci proseguire la nostra avventura d’amore in santa pace
“Amore, scusa, puoi andare alla reception per chiedere se hanno una camera per Filippo?”
“Come… ? Ma… non può andare lui a chiedere?”
“Ancora questa maleducazione?? Non farti pregare!”
“E va bene...” mi alzai e mi diressi verso la reception
Una signorina era al bancone, le chiesi cortesemente
“Mi scusi, per caso ha una camera singola disponibile per un amico che è arrivato poco fa?”
“Mi faccia guardare… Mi spiace, signore, l’hotel è tutto pieno, siamo in alta stagione. Mi dispiace tanto”
“oh… va bene, come non detto” risposi io, quasi sollevato. Ora che non c’è posto, Filippo in qualche modo si leverà di torno
Tornai ai divanetti per riferire la cosa, mentre mi avvicinavo vidi Filippo sfilare la mano di fretta dal seno di mia moglie, che lei aveva scoperto abbassando l’elastico del vestito. Nel mentre mi avvicinavo Valeria si ricoprì il seno sistemandosi il vestito
“Non hanno camere, mi dispiace. Dovrai trovare un’altra soluzione Filippo”
Mi risedetti e li vidi pensierosi sul da farsi. Non c’era nulla da fare, Filippo doveva sloggiare in qualche modo e noi andare nella nostra camere, a coronare finalmente il nostro sogno d’amore
“C’è una sola soluzione, mi sembra” esordì la mia amata “Filippo dormirà nella nostra camera”
“Co… Cosa???” fu l’unica esclamazione che riuscìì ad emettere.
“Cos’è che non va, in questa soluzione?”
“Ma… come? Noi abbiamo una camera per noi, è la nostra prima notte di nozze. Ci siamo sposati!”
“Non essere antico… abbiamo tutta la vita davanti… non sarà per una notte… dai”
“Ma questa notte è diversa. E’ la nostra prima notte. Quella che io dovrei ricordarmi per tutta la vita”
“Io sono convinta che sarà una notte indimenticabile”
La guardai esterrefatto
“Amore, fammi una cortesia, vai alla reception e chiedi se possono aggiungere un terzo letto nella nostra camera”
“Cosa??? Ma cosa stai dicendo??”
“Amore mi stai facendo arrabbiare. Fai quello che ti dico, altrimenti sarò costretta a dire a tuo padre che ti sei comportato male con me”
Mio padre era il mio punto debole, era il mio datore di lavoro, ma anche la persona che io non ero mai riuscito a diventare. Era forte, risoluto, poteva decidere della sorte di uno qualsiasi dei suoi dipendenti solo con uno schiocco di dita. Era possente e aveva un cazzo potente. Che aveva sborrato nella bocca di mia moglie nell’unica occasione in cui si erano incontrati. Io fino ad allora avevo potuto sborrare solo sulla mia pancia, aiutato dalla mano di Valeria.
Feci tutte queste riflessioni e poi mi alzai e mi diressi nuovamente alla reception.
“Mi dica signore” mi chiese nuovamente la ragazza
“Ecco… crede che si possa mettere un terzo letto nella camera mia e di mia moglie?”
“Ma non siete in luna di miele?” rispose caustica la ragazza, come mi aveva risposto prima anche il maitre.
“Si… ma vede… è una emergenza…”
“Posso chiamare un taxi, signore e prenotare una camera in uno degli alberghi della zona”
Mi voltai verso i divanetti e ora vidi Filippo con il viso chinato sul petto di mia moglie, che aveva ora la testa appoggiata sul poggiatesta del divano e ora potevo vedere il vestito abbassato a metà torace.
“Non… non fa niente… grazie”
Tornai lentamente ai divanetti e adesso i due non si nascondevano più di tanto. Vidi nitidamente Filippo intento a succhiare avidamente il capezzolo di Valeria che mugulava.
Mi eccitai, a differenza di quello che avrei dovuto fare. Invece di provare una sfrenata gelosia, mi venne il cazzo duro.
Mi sedetti davanti a loro che sul momento non si accorsero di me. Dopo qualche secondo lei si accorse e spostò la faccia di Filippo dalla sua tetta e con tutta calma la ricoprì con il vestito.
Filippo si sistemò un po', ancora rosso in faccia, si sistemò i capelli.
Lei mi guardò diritto in faccia, attendendo la mia reazione, una sceneggiata di gelosia o una sfuriata contro Filippo, con le braccia conserte. Le conseguenze potevano essere due; o il gioco era finito oppure mi aveva in pugno.
Con lo sguardo diceva ‘Quindi?’
“La camera è per due persone, un solo letto, matrimoniale”
Rimase a guardarmi intensamente, con un misto di malizia e crudeltà
“Benissimo, prendi dalla macchina i bagagli e portali in camera. Io e Filippo arriviamo”
Mi alzai come un automa e mi diressi verso la macchina nel cortile. Potevo sentire i loro sguardi su di me. Forse sapevo cosa pensavano di me, coglione, sfigato, idiota… ma più di tutte una parola mi induriva il cazzo: cornuto.
E il cazzo era durissimo quando rientrai con tutti i bagagli, una enormità, e li vidi avvinghiati ormai senza più nessun pudore, con le bocche incollate, le mani di lui sulle tette di lei e la mano di lei chissà dove.
Mi venne incontro un fattorino “Le porto i bagagli signore?”
Io esitai un attimo e pensai ‘cosa vorrebbe lei che io facessi? che mi facessi portare i bagagli da un fattorino o che li portassi io fino in camera, magari facendo anche due giri?’
“No grazie, ci penso io” risposi al fattorino. Appoggiai una parte di bagagli e andai alla reception per farmi dare la chiave della camera. La ragazza mi guardò e poi guardò verso i divanetti, dove mia moglie in abito da sposa si faceva palpare da un altro.
“Ho bisogno del documento del signore” mi disse
“Mi scusi… io e mia moglie occupiamo la stanza… “ le dissi con occhi imploranti
“Bene...” disse a bassa voce la ragazza porgendomi la chiave della camera
Presi parte delle valigie e presi il corridoio per gli ascensori. Poi mi venne la solita domanda ‘lei cosa vorrebbe?’ Quindi presi le scale e fino al terzo piano e una volta entrato nella stanza la vidi addobbata per una coppia di sposi, con fiori e una bottiglia di Champagne. Tutte cose che io avevo pagato in anticipo. Poggiai ordinatamente i bagagli, poi tornai di sotto a prendere gli altri. Filippo e Valeria erano sempre avvinghiati e le loro bocche non si staccavano più.
Portai in camera anche la seconda e ultima parte dei bagagli, poi rimasi ad attendere. Mi guardai intorno, la camera era splendida, tutto perfetto per una notte d’amore.
C’era una poltroncina e mi sedetti. Poi la solita domanda ‘lei cosa vorrebbe?’
Così mi alzai e attesi in piedi come un cameriere o un fattorino.
Dopo un’ora abbondante sentii i loro rumori nel corridoio, le risate di lei, così corsi alla porta e la aprii, li trovai davanti alla porta sicuramente alticci, dovevano avere bevuto ancora.
Lui le metteva sul culo e lei aveva un seno scoperto, dovevano avere ripreso nell’ascensore.
Alla mia vista si ricomposero un po'. Lei rimise il seno nel vestito. Lui ridendo entrò nella stanza, lei lo seguì e nel farlo mi guardò dritto negli occhi. Poi lei si sedette sul letto ed esclamò “che meraviglia!!”
Poi ci guardammo, lei seduta e io in piedi di fronte a lei. Si fece seria.
“Non hai niente da dire?” mi chiese
“Non… so cosa dire...”
Filippo si avvicinò a lei e le disse “io mi spoglio, intanto”
“Si tesoro” gli disse lei sorridendo. Poi tornò a fissare me
“Pensi che io sia una puttana?”
“N… No” risposi a sguardo basso
Filippo tornò totalmente nudo. Fisico possente, cazzo almeno due volte e mezzo il mio
“Vuoi guardare mentre mi scopa?”
“Io… no… “
“Allora passerai la notte in macchina. E ti masturberai mentre lui mi scopa. Gli uomini scopano, i cornuti si masturbano”
“Si Valeria”
“Domattina ti aspettiamo qui alle 10 con la colazione. Ho detto alla ragazza della reception che la porterai tu”
“Va bene”
“Prima che tu vada a farti una sega, aiutami a spogliarmi nuda”
Mi avvicinai e le abbassai la zip del vestito bianco, che si aprì lasciandola completamente nuda. La mia amata era bellissima, eccitante, provocante, pronta per il suo amante, il mio collega, Filippo.
“Buona prima notte di nozze, segaiolo” disse la mia amata ridendo prima di buttarsi sul letto insieme a colui che consumerà le mie nozze con mia moglie.
Scesi le scale e giunsi alla hall, dove la ragazza mi guardava con aria di pena.
“Vuole mettersi su un divanetto?”
“No.. grazie, devo andare in macchina”
scritto il
2024-09-03
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