In buone mani…

di
genere
bondage

G. non aveva più notizie di A. da alcuni mesi. Da quell’ultima brutta chiamata avvenuta tra loro. Era come se lui si fosse dissolto nel nulla. Il loro era stato un amore forte e proibito di quasi dieci mesi ma ahimè A. aveva fatto la sua scelta e la vita doveva continuare. Certo G. sarebbe falsa se dicesse che di tanto in tanto il pensiero di lui non torna nella sua mente ma nulla poteva essere fatto se non accettare la realtà dei fatti. Dopo un periodo di tristezza e confusione, lei sentiva pian piano quella voglia ricomparire. Era stata assopita per un po’ ma ora c’era, e pulsava viva. Per caso, un giorno si rifece vivo per messaggio, S., un bell’uomo della provincia di Salerno ma che abitava al nord, conosciuto tempo prima a casa di amici. Fin dal primo incontro lei aveva visto qualcosa di perverso in lui ma al punto giusto, proprio come le piaceva. Dopo qualche messaggio, si accordarono per un aperitivo nella città di G. Il giorno X arrivò e già durante il drink, lei poteva intuire i pensieri perversi di lui e quello che le avrebbe fatto una volta in camera ma non poteva immaginare completamente quello che la aspettava. Circa un’ora dopo, S. pago’ il conto e insieme si diressero verso l’uscita. Ancora nel parcheggio, lui non resistette e la afferrò per i fianchi, in modo da farla voltare e baciarla poi voracemente. Le due lingue ora si toccavano e danzavano insieme. Si, avevano decisamente fame l’uno dell’altra. Una volta in macchina lei si divertiva a provocarlo velatamente socchiudendo le gambe e lui infatti capì al volo e mise la mano tra le morbide cosce di lei e poi sempre più su, fino a toccare le sue mutandine umide. Era già eccitata. Finalmente arrivarono al motel e appena il tempo di entrare in camera che S spinse G verso lo stipite della porta, mettendole le braccia unite tra loro, sopra la testa. La bacio’ dunque a lungo e con passione. Le
tolse quindi il vestito e lei rimase in reggiseno e slip. Nel frattempo lui si era spogliato ed era completamente nudo. Lei fece cadere l’occhio e vide il suo membro, non eccessivamente lungo ma bello grosso. Non male..penso’. Lui intuì la voglia di lei e la fece stendere sul letto. Lo spettacolo stava per iniziare. S. estrasse da una busta nera, un paio di manette in velcro, nere anch’esse, poi una benda, una cavigliera, una gag ball e altri strumenti del piacere. Lui si avvicinò a lei, come fosse un chirurgo del sesso. Lei lo guardava con timore misto ad eccitazione e le disse piano: “tranquilla, sei in buone mani…”. G. non era solita fidarsi alla cieca ma sentiva in qualche modo che con lui poteva. Una volta ottenuto il permesso con il cenno del capo, lui iniziò a prepararla per il bel gioco che l’attendeva. Le strinse i polsi insieme tra loro e le caviglie divaricate con le manette prima e la cavigliera poi, le mise la gag ball in bocca, legandole il cordino dietro la testa e per ultimo la bendo’. Lei non si era mai fatta così tanto sottomettere da un uomo, al massimo con delle manette in passato, ma finora le piaceva ed era eccitata. S.ora poteva dedicarsi alla sua “paziente” completamente. Inizio’ a leccarla e baciarla dall’orecchio, al collo, fino al seno dove si soffermò a lungo sui grandi capezzoli di lei. Prese due piccole pinze e gliele mise una per ogni seno. Lei sussultava e mugugnava ma di piacere. Allora lui continuò e scese lungo la pancia fino all’inguine e alle cosce e poté finalmente assaporare il dolce nettare tra le gambe di lei. Trovo’ con facilità il punto che la mandava in estasi e continuo’ ad insistere fino a che lei non venne. Lei non poteva urlare per via dell’oggetto che aveva in bocca ma gemere si con il trucco che le era un po’ colato dagli occhi lungo le guance. La serata proseguì con altri attimi di puro piacere tra loro e terminò con lui in piedi e lei in ginocchio che, nel frattempo era stata liberata dalla palla nella sua bocca e attendeva, con la lingua di fuori, il caldo seme di S. che non tardò ad arrivare e la inondò completamente. Fu tutto molto sorprendente ed eccitante. Momenti di puro piacere senza mettere in mezzo sentimenti impossibili e pericolosi. G si accorse che si sentiva di nuovo se’ stessa e ne’ era in qualche modo felice e compiaciuta.
scritto il
2024-09-03
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