La zia fasulla
di
Asteroide
genere
trio
Ho 36 anni e mi dicono piacente in ogni parte: seno, culo, gambe e per chi ha avuto la ventura anche tra le gambe .
Al liceo eravamo tre amiche per la pelle : io, che mi chiamo Francesca, Giovanna e Luisa.
A me piaceva provocare, alludere, far intravedere ma per il resto ero la più casta delle tre
Così Giovanna e Luisa restarono incinte in quinta Liceo ed io sono diventata “zia” di Luigi e Maurizio.
Non ho figli: lo farò l’ anno prossimo con il mio compagno. Per ora continuo a provocare un po’.
Con Giovanna, Luisa e le loro famiglie, compresi genitori e suoceri, andiamo spesso al mare insieme: affittiamo una casa e talvolta una villa e facciamo una vacanza comunitaria .
Anche quest’anno . E’ venuto controvoglia anche anche il mio compagno Federico.
Quando arriviamo Francesca e C sono già lì : a Luigi dovrò dare anche qualche lezione di matematica.
Giovanna e C arriveranno tra due giorni
Appena vedo Luigi quasi non lo riconosco: alto, muscoloso, bello e, come sempre, timido.
Ci salutiamo con un grande abbraccio
“Sei un bellissimo ragazzo”
“E tu una bellissima donna”
Che sia diventato meno timido…
Si vedrà in questa settimana
Mi piacerebbe svezzarlo, senza esagerare, fargli capire qualcosa…
E se gli facessi un regalo ?
Ma non un libro, qualcosa di meglio
Se lo facessi sconvolgere per poi riprenderlo e premiarlo?
Si può fare.
Sono una zia molto acquisita e poi sono ancora di mentalità casta.
Magari potrei stuzzicarlo, capire quello che sa, quello che pensa e soprattutto quello che sogna … e fermarmi naturalmente lì
Ma devo chiedere il permesso a Ferdinando, il mio compagno, che me lo concede a patto che gli racconti e documenti tutto.
“Puoi anche farti prendere da dietro ma voglio saperlo, anzi vederlo”
“Che dici, al più potrò farmi vedere in reggiseno, al massimo”
“Certo sei al mare, bello sforzo ..”
Appunto quella mattina già in spiaggia, prima di togliermi la camicetta e restare in costume, vedo Luigi che apprezza la scollatura e sembra contare i bottoni, evitando ili mio sguardo . Fa finta di niente ma non riesce a non guardare.
“Che fai Luigi, mi guardi?”
“No zia, che dici?”
“Ho visto che guardi dentro la camicetta ! Non lo fare più… E poi che c’ è da vedere …?”
“Niente zia”
“Così mi offendi…” “ Ora ti interrogo, ma non a matematica… Sotto la camicetta c’è ? “
“Il costume “
“Bravo… La zia ti piace più con la camicetta o con il costume … ?
“Zia, che dici ?”
Arrossisce, non sa che dire
“Rispondi”
“Con il costume”
“Allora dopo leverò la camicetta”
“Ancora guardi lì ? Sei proprio un maniaco!”
“Scusami, non lo faccio più”
“Se no lo dico alla mamma”
“E poi pensi che una donna sia solo il suo seno? … C’ è anche un cervello! O tu ragioni solo con quel coso?”
“Che coso?”
“Quello che spesso ti tocchi”
Arrossisce
“ Se io ti guardassi sempre lì che cosa diresti ?”
“Scusa”
“ Una donna è anche i suoi capelli, le sue mani, i suoi occhi … Guarda i miei capelli, le mie mani, i miei occhi”
“ Si guardo”
“ Bravo”
“Ma tu pensi sempre alle tette…
“Le hai viste sempre dietro il reggiseno” ?
“ No anche senza, in fotografia?”
“Ti piacerebbe vederle dal vivo?”
“Oh, zia, dici sul serio ‘!
“Ma che pensi, come ti permetti ? Ho solo detto se in generale se ti piacerebbe vederle . E poi sei troppo piccolo per apprezzare ,,, No so se dirlo a tua madre …. Se fai il bravo resterà un nostro segreto”
“Va bene, promesso!!
“ E domani lezione di matematica !”
Il pomeriggio eravamo tutti riuniti in giardino; saremo stati una quindicina.
Mi alzo per andare in cucina a prendere da bere : ho un’ idea improvvisa e facendo finta di districarmi tra le sedie sono “costretta” a passare vicino a G che tiene il braccio appoggiato ad un ramo forse per prendere fresco.
Niente di più facile di strusciare il mio seno sul suo braccio, quasi fermandomi un po’
La sera quando lo vedo lo rimprovero : “ Non è elegante “
“Che cosa?”
“ E poi mi avevi promesso …!”
“Che cosa ?”
“ Non lo sai ?, ma il tuo braccio si”
Divenne rosso
“Almeno ti è piaciuto ?”
“Si, sei ..”
“ Non lo fare mai più con nessuno”
E aggiunsi sibillina :”Senza permesso”
Secondo giorno in spiaggia direttamente con il bikini che mette in mostra una quarta sostenuta ed espansiva: più che materna arrapante.
Luigi è già lì e quando arrivo dondolandomi un po’ non riesce a non toccarsi, poco.
Faccio finta di niente
Dopo un po’ gli dico: “Per guardare devi pagare il biglietto!, Vammi a prendere una limonata fredda e per te un gelato. Oggi non ho portato la borsa ..” E tiro fuori 10 euro dall’ incavo del reggiseno.
Quando torna Luigi mi porta il resto una carta da 5 e una moneta da 2
“Tieni, zia la limonata e il resto. Il gelato non l’ ho preso”
“Mettilo a posto, il resto, nel mio salvadaio” e indico il reggiseno
“Nel salvadanaio ?” E si avvicina attento a non toccarmi, timoroso e lascia cadere la carta e la moneta. Poi va a giocare con i coetanei della spiaggia.
Quando ritorna dopo due ore gli chiedo a bruciapelo: “Sei stato anche In cabina ?”
“Si”
“La confidenza ti fa male…. Ho più sete. Vammi prendere qualcosa…. I soldi prendili nel salvadaio”
E così fece titubante
“Alle 6 lezione… in cucina dove c’ è il tavolo”
Arrivai alle 6 e un quarto… volevo farlo aspettare… In cucina c’ era solo lui. Ero vestita con una vestaglietta leggera, senza reggiseno, non aperta, ma si vedeva.
“Cominciamo da Talete” e mi avvicinai a lui; mi chinai un po’ sul suo quaderno e le tette sotto la vestaglia si mossero.
“Fa caldo” e slacciai un bottone. Se mi avvicinavo chinandomi si vedevano bene, il capezzolo no.
“Non ti distrarre”
“ Zia come faccio? Sono magnifiche!”
Mi riabbottonai.
“Oggi non posso togliermi la camicetta…siamo in casa e poi non porto il reggiseno..Non te ne eri accorto ?”
“E come è possibile ?”
Strinsi la camicetta in modo da fasciare le tette e i capezzoli si modellarono soto la stoffa
“ Sei sempre arrapato ? Per così poco ? E poi ricordati che una donna non è solo il suo seno”
“ Si è anche i suoi occhi e i suoi capelli disse con amarezza”
“ E non solo” e nel dire questo mi sedetti ad un angolo del tavolo… la vestaglia salì un po’ su e io allargai un po’ le gambe,
Dopo Talete e Pitagora chiesi a bruciapelo
“Bianche o nere?”
“Che cosa?”
“Se rispondi giusto avrai un premio”
Non capì
“Peggio per te- A domani Ripassa e preparati a rispondere bene”
Il giorno dopo a lezione appena mi vide disse : Bianche”
“Nere, ma hai un’altra chance”
“Nere”
“Hai indovinato”, tirai un po’ su la gonna e allargai le gambe
Alle lezioni di matematica si aggiunse anche l’ altro nipote che non ne aveva bisogno….
Ma siamo in vacanza e non c’ è solo la matematica
I “nipoti”vanno ad una festa, ad uno spettacolo in paese. Li accompagna Vittorio
Chi li riprende ?
Mi feci avanti, perché tardi non voleva uscire nessuno
Al ritorno Maurizio:”Zia quanto sei bella ! Hai le gambe straordinarie e un seno bellissimo”
“Vi ricordo che sono vostra zia”
“Maurizio:”Sei una zia fasulla”
“E voi siete dei bambini”
“Siamo cresciuti”
“E io sono una e voi due”
Dopo un po’, quando eravamo praticamente a casa:
“Ma insomma, che volete ? Vedermi senza reggiseno ? Scordatevelo”
Prima di farli scendere però aggiunsi: “Forse un’ altra volta”
Quando imboccammo la strada che ci portava a casa era tardi e tutto buio:mi fermai dicendo con tono da professoressa: “Silenzio” Alzai la maglietta fino al collo coprendo capezzoli e aureola, prima che si vedessero ma mostrando un seno grande e compatto.
“Silenzio con tutti” dissi e ingranai la marcia.
L’ avevo fatta grossa: e se l’ avessero detto alle madri ?
Mi imposi una severità e rigidità assoluta. Mi guardavano, ma non dicevano niente: avevano paura di me o di che cosa.
Le lezioni di matematica continuavano finche un giorno Luigi mi disse :”Erano proprio belle”. Gli occhi imploravano .
Anche a me sarebbe piaciuto mostrarle tutte. Perché allora le ho coperte ?
Andammo tutti in gita e non so come mai al ritorno mi ritrovai in macchina con i due silenziosissimi
“Ce le fai vedere tutte zia ?”
“ Non sapete neanche che farci”
“Guardarle… “
“ Si possono anche carezzare, baciare, stringere, palpeggiare …. Ma siete dei bambini.”
Era notte e sbagliammo strada: ci ritrovammo in una radura illuminata dalla luna
Uscii dalla macchina in silenzio, mi allontanai un poco, voltai illuminata dalla luna-
“Ci sono due bottoni : uno per uno”
Li slacciarono
Mi girai di spalle
“Ci sono due gancini”
Mi girai coprendo un seno grande, compatto, sostenuto e morbido.
Presi il reggiseno e lo misi nella borsetta. Infilai la camicia.
“Silenzio!”
“Con tutti”
Nei giorni seguenti li stuzzicai un po’: erano frastornati e adoranti, desiderosi.
“Ricorderete queste vacanze per le lezioni di matematica della della zia?”
” Che cosa vi è rimasto più impresso del mare ?”
Ma no aspettavo risposta
Mancavano tre giorni alla fine della vacanza
A bruciapelo a metà lezione dissi: “Allora vi sono piaciute ?”
“ Zia sei grande !”
A fine lezione: “ Mi devo riposare: questa sera vado da sola a passeggiare dietro il molo dove non c’ è nessuno” Avranno capito ?
Capirono
Quando ci incontrammo chiesi: “Che ci fate qui?
“Guardiamo”
“Si c’ è un bel panorama” dissi guardando il mare…. O ne preferite un altro ?”
“Zia, ci fai vedere ?”
“Che volete vedere ?”
“ Il seno di una bella donna …”
“Non sono bella, siete dei bambini, sono la zia e voi siete in due …Non sperate che mi spogli” e aggiunsi:” Non mi muoverò, starò ferma…”
Luigi si avvicino per vedere che cosa facessi; restai ferma, aprì un po’ la camicetta; Federico slacciò un bottone tacqui, Luigi il secondo e tacqui…. Mi sfilarono la camicia e tacqui.
Mi abbassarono spalline; mi slacciarono il reggiseno che cadde senza che lo prenndessi.
Solo allora parlai: “Contenti ?”
“Ma si vede che siete dei bambini ….”
“Preché?”
Come fargli capire che potevano accarezzarlo, palparlo, strizzarlo. Baciarlo, succhiarlo ?
“ Vi piace ?”
“ Talvolta alle donne piace essere guardate e non solo …”
La mano di Luigi mi sfiorò, la sua lingua prese un capezzolo.
“Sono due… a Federico non piace ?”
Quattro mani e due bocche per il mio seno
“E ora andate a casa ! Seite dei maniaci, non tornerò più qui”
Il giorno dopo alla lezione di matematica dissi: “Vi piace come spiego?” “ E poi che vi piace?" dissi abbassando gli occhi.
La sera uscii da sola, sperando che mi seguissero. Lo fecero.
Li portai a debita distanza nella pineta e li ci incontrammo
“Par condicio” dissi
Non capirono. “ Mi avete vista ma io no !, mi avete baciata, ma io no !”
Aprii i pantaloni di F e lo presi in mano, aprii i pantaloni di L e lo presi in mano, poi uno alla volta in bocca, alternati.”
“Mi farò scopare da chi resiste di più”
Vennero poco dopo insieme e feci in tempo a raccogliere lo sperma in bocca e a mostrarlo sulla lingua.
“Volete che ingoi ?”
“Però siete dei bambini avete rinunciato alla parte più interessante. .. o ancora avete qualcosa…”
eci finta di ricompormi finche non mi presentarono la loro forza.
Mi tolsi le mutandine e aspettai . Erano timidissimi, li incoraggiai finche L si fece avanti ed entrò cominciando a muoversi ; allora presi in bocca F .
“ E ora alternatevi finché ne avete forza !”
Non durò molto ma fui contenta.
Anche loro sicuramente e sicuramente mi ringrazieranno nel tempo.
Al liceo eravamo tre amiche per la pelle : io, che mi chiamo Francesca, Giovanna e Luisa.
A me piaceva provocare, alludere, far intravedere ma per il resto ero la più casta delle tre
Così Giovanna e Luisa restarono incinte in quinta Liceo ed io sono diventata “zia” di Luigi e Maurizio.
Non ho figli: lo farò l’ anno prossimo con il mio compagno. Per ora continuo a provocare un po’.
Con Giovanna, Luisa e le loro famiglie, compresi genitori e suoceri, andiamo spesso al mare insieme: affittiamo una casa e talvolta una villa e facciamo una vacanza comunitaria .
Anche quest’anno . E’ venuto controvoglia anche anche il mio compagno Federico.
Quando arriviamo Francesca e C sono già lì : a Luigi dovrò dare anche qualche lezione di matematica.
Giovanna e C arriveranno tra due giorni
Appena vedo Luigi quasi non lo riconosco: alto, muscoloso, bello e, come sempre, timido.
Ci salutiamo con un grande abbraccio
“Sei un bellissimo ragazzo”
“E tu una bellissima donna”
Che sia diventato meno timido…
Si vedrà in questa settimana
Mi piacerebbe svezzarlo, senza esagerare, fargli capire qualcosa…
E se gli facessi un regalo ?
Ma non un libro, qualcosa di meglio
Se lo facessi sconvolgere per poi riprenderlo e premiarlo?
Si può fare.
Sono una zia molto acquisita e poi sono ancora di mentalità casta.
Magari potrei stuzzicarlo, capire quello che sa, quello che pensa e soprattutto quello che sogna … e fermarmi naturalmente lì
Ma devo chiedere il permesso a Ferdinando, il mio compagno, che me lo concede a patto che gli racconti e documenti tutto.
“Puoi anche farti prendere da dietro ma voglio saperlo, anzi vederlo”
“Che dici, al più potrò farmi vedere in reggiseno, al massimo”
“Certo sei al mare, bello sforzo ..”
Appunto quella mattina già in spiaggia, prima di togliermi la camicetta e restare in costume, vedo Luigi che apprezza la scollatura e sembra contare i bottoni, evitando ili mio sguardo . Fa finta di niente ma non riesce a non guardare.
“Che fai Luigi, mi guardi?”
“No zia, che dici?”
“Ho visto che guardi dentro la camicetta ! Non lo fare più… E poi che c’ è da vedere …?”
“Niente zia”
“Così mi offendi…” “ Ora ti interrogo, ma non a matematica… Sotto la camicetta c’è ? “
“Il costume “
“Bravo… La zia ti piace più con la camicetta o con il costume … ?
“Zia, che dici ?”
Arrossisce, non sa che dire
“Rispondi”
“Con il costume”
“Allora dopo leverò la camicetta”
“Ancora guardi lì ? Sei proprio un maniaco!”
“Scusami, non lo faccio più”
“Se no lo dico alla mamma”
“E poi pensi che una donna sia solo il suo seno? … C’ è anche un cervello! O tu ragioni solo con quel coso?”
“Che coso?”
“Quello che spesso ti tocchi”
Arrossisce
“ Se io ti guardassi sempre lì che cosa diresti ?”
“Scusa”
“ Una donna è anche i suoi capelli, le sue mani, i suoi occhi … Guarda i miei capelli, le mie mani, i miei occhi”
“ Si guardo”
“ Bravo”
“Ma tu pensi sempre alle tette…
“Le hai viste sempre dietro il reggiseno” ?
“ No anche senza, in fotografia?”
“Ti piacerebbe vederle dal vivo?”
“Oh, zia, dici sul serio ‘!
“Ma che pensi, come ti permetti ? Ho solo detto se in generale se ti piacerebbe vederle . E poi sei troppo piccolo per apprezzare ,,, No so se dirlo a tua madre …. Se fai il bravo resterà un nostro segreto”
“Va bene, promesso!!
“ E domani lezione di matematica !”
Il pomeriggio eravamo tutti riuniti in giardino; saremo stati una quindicina.
Mi alzo per andare in cucina a prendere da bere : ho un’ idea improvvisa e facendo finta di districarmi tra le sedie sono “costretta” a passare vicino a G che tiene il braccio appoggiato ad un ramo forse per prendere fresco.
Niente di più facile di strusciare il mio seno sul suo braccio, quasi fermandomi un po’
La sera quando lo vedo lo rimprovero : “ Non è elegante “
“Che cosa?”
“ E poi mi avevi promesso …!”
“Che cosa ?”
“ Non lo sai ?, ma il tuo braccio si”
Divenne rosso
“Almeno ti è piaciuto ?”
“Si, sei ..”
“ Non lo fare mai più con nessuno”
E aggiunsi sibillina :”Senza permesso”
Secondo giorno in spiaggia direttamente con il bikini che mette in mostra una quarta sostenuta ed espansiva: più che materna arrapante.
Luigi è già lì e quando arrivo dondolandomi un po’ non riesce a non toccarsi, poco.
Faccio finta di niente
Dopo un po’ gli dico: “Per guardare devi pagare il biglietto!, Vammi a prendere una limonata fredda e per te un gelato. Oggi non ho portato la borsa ..” E tiro fuori 10 euro dall’ incavo del reggiseno.
Quando torna Luigi mi porta il resto una carta da 5 e una moneta da 2
“Tieni, zia la limonata e il resto. Il gelato non l’ ho preso”
“Mettilo a posto, il resto, nel mio salvadaio” e indico il reggiseno
“Nel salvadanaio ?” E si avvicina attento a non toccarmi, timoroso e lascia cadere la carta e la moneta. Poi va a giocare con i coetanei della spiaggia.
Quando ritorna dopo due ore gli chiedo a bruciapelo: “Sei stato anche In cabina ?”
“Si”
“La confidenza ti fa male…. Ho più sete. Vammi prendere qualcosa…. I soldi prendili nel salvadaio”
E così fece titubante
“Alle 6 lezione… in cucina dove c’ è il tavolo”
Arrivai alle 6 e un quarto… volevo farlo aspettare… In cucina c’ era solo lui. Ero vestita con una vestaglietta leggera, senza reggiseno, non aperta, ma si vedeva.
“Cominciamo da Talete” e mi avvicinai a lui; mi chinai un po’ sul suo quaderno e le tette sotto la vestaglia si mossero.
“Fa caldo” e slacciai un bottone. Se mi avvicinavo chinandomi si vedevano bene, il capezzolo no.
“Non ti distrarre”
“ Zia come faccio? Sono magnifiche!”
Mi riabbottonai.
“Oggi non posso togliermi la camicetta…siamo in casa e poi non porto il reggiseno..Non te ne eri accorto ?”
“E come è possibile ?”
Strinsi la camicetta in modo da fasciare le tette e i capezzoli si modellarono soto la stoffa
“ Sei sempre arrapato ? Per così poco ? E poi ricordati che una donna non è solo il suo seno”
“ Si è anche i suoi occhi e i suoi capelli disse con amarezza”
“ E non solo” e nel dire questo mi sedetti ad un angolo del tavolo… la vestaglia salì un po’ su e io allargai un po’ le gambe,
Dopo Talete e Pitagora chiesi a bruciapelo
“Bianche o nere?”
“Che cosa?”
“Se rispondi giusto avrai un premio”
Non capì
“Peggio per te- A domani Ripassa e preparati a rispondere bene”
Il giorno dopo a lezione appena mi vide disse : Bianche”
“Nere, ma hai un’altra chance”
“Nere”
“Hai indovinato”, tirai un po’ su la gonna e allargai le gambe
Alle lezioni di matematica si aggiunse anche l’ altro nipote che non ne aveva bisogno….
Ma siamo in vacanza e non c’ è solo la matematica
I “nipoti”vanno ad una festa, ad uno spettacolo in paese. Li accompagna Vittorio
Chi li riprende ?
Mi feci avanti, perché tardi non voleva uscire nessuno
Al ritorno Maurizio:”Zia quanto sei bella ! Hai le gambe straordinarie e un seno bellissimo”
“Vi ricordo che sono vostra zia”
“Maurizio:”Sei una zia fasulla”
“E voi siete dei bambini”
“Siamo cresciuti”
“E io sono una e voi due”
Dopo un po’, quando eravamo praticamente a casa:
“Ma insomma, che volete ? Vedermi senza reggiseno ? Scordatevelo”
Prima di farli scendere però aggiunsi: “Forse un’ altra volta”
Quando imboccammo la strada che ci portava a casa era tardi e tutto buio:mi fermai dicendo con tono da professoressa: “Silenzio” Alzai la maglietta fino al collo coprendo capezzoli e aureola, prima che si vedessero ma mostrando un seno grande e compatto.
“Silenzio con tutti” dissi e ingranai la marcia.
L’ avevo fatta grossa: e se l’ avessero detto alle madri ?
Mi imposi una severità e rigidità assoluta. Mi guardavano, ma non dicevano niente: avevano paura di me o di che cosa.
Le lezioni di matematica continuavano finche un giorno Luigi mi disse :”Erano proprio belle”. Gli occhi imploravano .
Anche a me sarebbe piaciuto mostrarle tutte. Perché allora le ho coperte ?
Andammo tutti in gita e non so come mai al ritorno mi ritrovai in macchina con i due silenziosissimi
“Ce le fai vedere tutte zia ?”
“ Non sapete neanche che farci”
“Guardarle… “
“ Si possono anche carezzare, baciare, stringere, palpeggiare …. Ma siete dei bambini.”
Era notte e sbagliammo strada: ci ritrovammo in una radura illuminata dalla luna
Uscii dalla macchina in silenzio, mi allontanai un poco, voltai illuminata dalla luna-
“Ci sono due bottoni : uno per uno”
Li slacciarono
Mi girai di spalle
“Ci sono due gancini”
Mi girai coprendo un seno grande, compatto, sostenuto e morbido.
Presi il reggiseno e lo misi nella borsetta. Infilai la camicia.
“Silenzio!”
“Con tutti”
Nei giorni seguenti li stuzzicai un po’: erano frastornati e adoranti, desiderosi.
“Ricorderete queste vacanze per le lezioni di matematica della della zia?”
” Che cosa vi è rimasto più impresso del mare ?”
Ma no aspettavo risposta
Mancavano tre giorni alla fine della vacanza
A bruciapelo a metà lezione dissi: “Allora vi sono piaciute ?”
“ Zia sei grande !”
A fine lezione: “ Mi devo riposare: questa sera vado da sola a passeggiare dietro il molo dove non c’ è nessuno” Avranno capito ?
Capirono
Quando ci incontrammo chiesi: “Che ci fate qui?
“Guardiamo”
“Si c’ è un bel panorama” dissi guardando il mare…. O ne preferite un altro ?”
“Zia, ci fai vedere ?”
“Che volete vedere ?”
“ Il seno di una bella donna …”
“Non sono bella, siete dei bambini, sono la zia e voi siete in due …Non sperate che mi spogli” e aggiunsi:” Non mi muoverò, starò ferma…”
Luigi si avvicino per vedere che cosa facessi; restai ferma, aprì un po’ la camicetta; Federico slacciò un bottone tacqui, Luigi il secondo e tacqui…. Mi sfilarono la camicia e tacqui.
Mi abbassarono spalline; mi slacciarono il reggiseno che cadde senza che lo prenndessi.
Solo allora parlai: “Contenti ?”
“Ma si vede che siete dei bambini ….”
“Preché?”
Come fargli capire che potevano accarezzarlo, palparlo, strizzarlo. Baciarlo, succhiarlo ?
“ Vi piace ?”
“ Talvolta alle donne piace essere guardate e non solo …”
La mano di Luigi mi sfiorò, la sua lingua prese un capezzolo.
“Sono due… a Federico non piace ?”
Quattro mani e due bocche per il mio seno
“E ora andate a casa ! Seite dei maniaci, non tornerò più qui”
Il giorno dopo alla lezione di matematica dissi: “Vi piace come spiego?” “ E poi che vi piace?" dissi abbassando gli occhi.
La sera uscii da sola, sperando che mi seguissero. Lo fecero.
Li portai a debita distanza nella pineta e li ci incontrammo
“Par condicio” dissi
Non capirono. “ Mi avete vista ma io no !, mi avete baciata, ma io no !”
Aprii i pantaloni di F e lo presi in mano, aprii i pantaloni di L e lo presi in mano, poi uno alla volta in bocca, alternati.”
“Mi farò scopare da chi resiste di più”
Vennero poco dopo insieme e feci in tempo a raccogliere lo sperma in bocca e a mostrarlo sulla lingua.
“Volete che ingoi ?”
“Però siete dei bambini avete rinunciato alla parte più interessante. .. o ancora avete qualcosa…”
eci finta di ricompormi finche non mi presentarono la loro forza.
Mi tolsi le mutandine e aspettai . Erano timidissimi, li incoraggiai finche L si fece avanti ed entrò cominciando a muoversi ; allora presi in bocca F .
“ E ora alternatevi finché ne avete forza !”
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