La bionda a mezzanotte
di
GinoPorcino
genere
etero
Ciao a tutti! Dopo aver letto molti racconti su questo sito ho deciso di pubblicarne anche io uno, poi staremo a vedere.
In ogni caso ci tengo a specificare che i racconti che pubblicherò, incluso questo NON sono frutto della fantasia di un 30 enne arrapato bensì esperienze che ho vissuto sulla mia pelle. Ci tengo a iniziare questa mia "avventura" qui andando a raccontare un fatto che mi capitò diversi anni fa, quando all'ora avevo circa 25 anni. Nonostante fossi all'epoca, ma anche ora sono un ragazzo normale che ha avuto le sue ragazze e fatto le sue esperienze, mi dilettavo ad andare con le "esperte" del mestiere.
Diciamo che era uno sfizio che mi concedevo di tanto in tanto e che mi creava quella situazione di calore nelle zone basse.
Un giorno, incuriosito da un annuncio ridondante che si trovava sulla mia città decisi di contattare la ragazza in questione.A fare da cornice a un annuncio che non lasciava dubbi sulla porcaggine della tipa, qualche foto amatoriale che ritraeva una bionda procace con occhiali da sole. Incuriosito e eccitato all’idea decisi di contattarla ma stavolta scelsi di mandarle un messaggio su whatsapp al quale sinceramente non ricordo se mi rispose. Dopo qualche tempo, mi ritrovai a passare una serata da un amico in compagnia di un po’ di vino. Quando decisi di rincasare era abbastanza brillo, lo ammetto. Tornai a casa, misi in garage il motorino e quando presi in mano il telefono vidi che avevo un messaggio da leggere, era mezzanotte all'incirca.
Il messaggio diceva più o meno così: “ciao, dove sei?”. Inizialmente reagii in maniera confusa. Non avevo idea di chi me lo potesse aver mandato così andai a spulciare sull’immagine di profilo del contatto. E fu allora che capii. Era la bionda a cui scrissi qualche giorno prima. Le risposi che ero appena arrivato a casa e che da lì a poco sarei andato a letto. “Ho bisogno di un favore, se me lo fai saprò ricompensarti”. Ora, in quel momento ammetto che non seppi come reagire. Se da una parte ero tentato di declinare l’invito e di fiondarmi a letto, da una parte ero incuriosito da quella strana proposta. “Ho bisogno che tu mi porti in un posto, una volta finito saprò come ringraziarti”.
Era mezzanotte più o meno, ero alticcio, confuso dall’alcol e soprattutto non avevo con me le chiavi della macchina. Valutai la situazione e forse (anzi, leviamo il forse) preso da una sana (e neppure tanto) incoscienza decisi di agire. Dovevo tornare su e prendere le chiavi della macchina però. Così entrati in casa silenziosamente e i miei stavano dormendo. Senza svegliarli lasciai le chiavi del motorino e presi quelle della macchina. Come ero entrato, uscii di casa, silenziosamente come un ladro, avendo cura di non svegliare i miei, anche perché se si fossero svegliati il mio piano sarebbe andato a farsi friggere. Una volta uscito di casa mandai un messaggio alla ragazza dandole l’ok. Mi dette l’indirizzo. Così, sfrecciando per la strada mi diressi verso Shangai dove lei mi stava aspettando. Arrivato sul posto, si avvicinò una biondona prosperosa, con dei lunghi riccioli biondi che la facevano sembrare un leone, anzi, una leonessa. Aveva due bocce enormi e il modo di fare era quello della maialona navigata. Ero in ballo. Lei chiesi dove dovevo portarla. Mi diressi verso il cortile di una casa popolare, non molto lontano da dove l’avevo rimorchiata. Una volta arrivati lei scese promettendomi che avrebbe fatto veloce. Finsi di non voler sapere che cosa fosse andata a fare anche perché ero in una situazione veramente al limite e presumibilmente mi ero cacciato in una storia di droga. Come detto, per fare queste cose ci vuole incoscienza, tanta incoscienza ma quello che a me interessava era la ricompensa. Dopo poco, la ragazza ritornò tutta contenta e prese a ringraziarmi. Ero tentato di chiederle che cosa avesse per me in cambio ma fu lei ad entrare nell’argomento. “E ora veniamo a te. Mi hai fatto un grande favore e saprò come ricompensarti. Ti faccio un bel pompino”. Quella fu musica per le mie orecchie ma la musica fu più bella che mai quando alla mia frase “non ho soldi con me” lei mi rispose che mel’avrebbe fatto gratis. Contento ed eccitato seguii le sue indicazioni verso un parcheggio. Alla fine, andai a rifinire nel parcheggio di un supermercato in via Mastacchi. Era un parcheggio grande, spazioso e a quell’ora buio. Le uniche macchine che avrei potuto incontrare sarebbero state quelle di qualche coppietta che desiderava appartarsi prima di rincasare ma a quell’ora (mezzanotte e mezzo all’incirca) non c’era anima viva. Fermai la macchina chiedendole se lì andava bene. La tipa disse che era perfetto. Ma non voleva perdere tempo. “Ora ti faccio un bel pompino” mi disse. Mi calai i pantaloni e il cazzo era sull’attenti, pronto a ricevere questo speciale trattamento. Mi massaggiò lentamente i coglioni e l’asta, leccandosi le labbra e riempiendomi di complimenti. Mi baciò selvaggiamente, riempiendomi la bocca della sua saliva. Poi si concentrò sul cazzo. Mentre mi stava ancora massaggiando i testicoli lasciò scivolare un filo di bava per inumidirmelo. Poi tutto in bocca. Mi stava tenendo i coglioni mentre con l’altra mano seguiva il ritmo della sua bocca che pompava selvaggiamente, come un’ossessa. Capii che la situazione era quella giusta, così in preda all’eccitazione le dissi “succhiamelo troia”.” Si! Sono la tua troia, la tua puttana che ti fa un pompino per ringraziarti!”. In altre occasioni non mi sarei assolutamente permesso di dire una cosa del genere ma in quel momento avrei detto e soprattutto fatto di tutto. Poi mi ricordai che comunque sia era lei che dirigeva il gioco. Era lei che avrebbe scelto come ringraziarmi e lo stava facendo nel miglior modo del mondo. Cosa c’è di meglio di un pompino svuotapalle prima di ritornarmene a letto? E me lo stavo gustando profondamente. Le tenni i capelli mentre questa mi stava divorando il cazzo, da prima concentrandosi sulla cappella, poi scese sui coglioni che mi imbrattò della sua bava schiumosa, poi ritornò sulla cappella leccandomi tutta l’asta e rendendola viscida e scivolosa di saliva. Mi sputò sulla cappella riprese quel giochetto che mi stava mandando in estasi. Aumentò l’intensità del pompaggio e io per tenerle il ritmo iniziai a scoparla in bocca mentre fiotti di bava schizzavano dappertutto. “Si troia! Spompinami così! Ti sto scopando la gola!” le dissi mentre aumentai sempre di più l’intensità. Con la faccia imbrattatata della sua stessa saliva, i coglioni le sbattevano violentemente sul mento mentre i versi che faceva con il mio cazzo che le sbattevano in gola aumentavano sempre di più. Sentendo che ero quasi arrivato al limite, mi fermai e lasciai che fu lei a finire. Se ne fregò altamente del fatto che avessi smesso di fotterle la gola, se lo prese ugualmente, mettendosi la sua stessa mano sulla testa per spingersi fino a prendermelo tutto. Dai miei grugniti di piacere capii che stavo per capitolare. Non si fermò. Prese a segarmi con tutte e due le mani mentre mi spompava selvaggiamente, come un’indemoniata. Un nuovo grugnito uscì nuovamente dalla mia bocca. Stavolta forte, animalesco.
Volevo avvisarla che stavo per arrivare ma non ci riuscii, ero come bloccato da quel pompino furioso. Ma una mestierante come lei avrebbe certamente saputo quando il suo uomo stava per scaricare. E così fece. Aumentò sempre di più d’intensità tenendo la cappella in bocca e segandomi a velocità supersonica. Le scoppiai in bocca mentre questa non si fermava. No! Non si fermava.
Mi sarei aspettato che all’ultimo secondo tirasse fuori il cazzo facendomi sborrare sulla mia pancia ma questa se lo prese tutto. Fino all’ultima goccia. “Ti è piaciuto bel maschione?” mi domandò lei una volta staccata dal cazzo. Questo volle dire che non solo si era fatta sborrare in bocca ma anche aveva ingoiato. Stravolto dal piacere fui io a ringraziarla per il trattamento ultra speciale che mi aveva riservato. Ci si ricompose alla svelta e alla svelta la riaccompagnai a casa.
Mi salutò con un bacio in bocca e ci ringraziammo, reciprocamente. Lei se ne tornò a casa a fare non so cosa. Io me ne ritornai a casa mia con le palle prosciugate, stravolto e incredulo di ciò che mi era accaduto. Il giorno dopo le mandai un messaggio su whatsapp al quale però non rispose e dopo qualche giorno l’annuncio non c’era più.
In ogni caso ci tengo a specificare che i racconti che pubblicherò, incluso questo NON sono frutto della fantasia di un 30 enne arrapato bensì esperienze che ho vissuto sulla mia pelle. Ci tengo a iniziare questa mia "avventura" qui andando a raccontare un fatto che mi capitò diversi anni fa, quando all'ora avevo circa 25 anni. Nonostante fossi all'epoca, ma anche ora sono un ragazzo normale che ha avuto le sue ragazze e fatto le sue esperienze, mi dilettavo ad andare con le "esperte" del mestiere.
Diciamo che era uno sfizio che mi concedevo di tanto in tanto e che mi creava quella situazione di calore nelle zone basse.
Un giorno, incuriosito da un annuncio ridondante che si trovava sulla mia città decisi di contattare la ragazza in questione.A fare da cornice a un annuncio che non lasciava dubbi sulla porcaggine della tipa, qualche foto amatoriale che ritraeva una bionda procace con occhiali da sole. Incuriosito e eccitato all’idea decisi di contattarla ma stavolta scelsi di mandarle un messaggio su whatsapp al quale sinceramente non ricordo se mi rispose. Dopo qualche tempo, mi ritrovai a passare una serata da un amico in compagnia di un po’ di vino. Quando decisi di rincasare era abbastanza brillo, lo ammetto. Tornai a casa, misi in garage il motorino e quando presi in mano il telefono vidi che avevo un messaggio da leggere, era mezzanotte all'incirca.
Il messaggio diceva più o meno così: “ciao, dove sei?”. Inizialmente reagii in maniera confusa. Non avevo idea di chi me lo potesse aver mandato così andai a spulciare sull’immagine di profilo del contatto. E fu allora che capii. Era la bionda a cui scrissi qualche giorno prima. Le risposi che ero appena arrivato a casa e che da lì a poco sarei andato a letto. “Ho bisogno di un favore, se me lo fai saprò ricompensarti”. Ora, in quel momento ammetto che non seppi come reagire. Se da una parte ero tentato di declinare l’invito e di fiondarmi a letto, da una parte ero incuriosito da quella strana proposta. “Ho bisogno che tu mi porti in un posto, una volta finito saprò come ringraziarti”.
Era mezzanotte più o meno, ero alticcio, confuso dall’alcol e soprattutto non avevo con me le chiavi della macchina. Valutai la situazione e forse (anzi, leviamo il forse) preso da una sana (e neppure tanto) incoscienza decisi di agire. Dovevo tornare su e prendere le chiavi della macchina però. Così entrati in casa silenziosamente e i miei stavano dormendo. Senza svegliarli lasciai le chiavi del motorino e presi quelle della macchina. Come ero entrato, uscii di casa, silenziosamente come un ladro, avendo cura di non svegliare i miei, anche perché se si fossero svegliati il mio piano sarebbe andato a farsi friggere. Una volta uscito di casa mandai un messaggio alla ragazza dandole l’ok. Mi dette l’indirizzo. Così, sfrecciando per la strada mi diressi verso Shangai dove lei mi stava aspettando. Arrivato sul posto, si avvicinò una biondona prosperosa, con dei lunghi riccioli biondi che la facevano sembrare un leone, anzi, una leonessa. Aveva due bocce enormi e il modo di fare era quello della maialona navigata. Ero in ballo. Lei chiesi dove dovevo portarla. Mi diressi verso il cortile di una casa popolare, non molto lontano da dove l’avevo rimorchiata. Una volta arrivati lei scese promettendomi che avrebbe fatto veloce. Finsi di non voler sapere che cosa fosse andata a fare anche perché ero in una situazione veramente al limite e presumibilmente mi ero cacciato in una storia di droga. Come detto, per fare queste cose ci vuole incoscienza, tanta incoscienza ma quello che a me interessava era la ricompensa. Dopo poco, la ragazza ritornò tutta contenta e prese a ringraziarmi. Ero tentato di chiederle che cosa avesse per me in cambio ma fu lei ad entrare nell’argomento. “E ora veniamo a te. Mi hai fatto un grande favore e saprò come ricompensarti. Ti faccio un bel pompino”. Quella fu musica per le mie orecchie ma la musica fu più bella che mai quando alla mia frase “non ho soldi con me” lei mi rispose che mel’avrebbe fatto gratis. Contento ed eccitato seguii le sue indicazioni verso un parcheggio. Alla fine, andai a rifinire nel parcheggio di un supermercato in via Mastacchi. Era un parcheggio grande, spazioso e a quell’ora buio. Le uniche macchine che avrei potuto incontrare sarebbero state quelle di qualche coppietta che desiderava appartarsi prima di rincasare ma a quell’ora (mezzanotte e mezzo all’incirca) non c’era anima viva. Fermai la macchina chiedendole se lì andava bene. La tipa disse che era perfetto. Ma non voleva perdere tempo. “Ora ti faccio un bel pompino” mi disse. Mi calai i pantaloni e il cazzo era sull’attenti, pronto a ricevere questo speciale trattamento. Mi massaggiò lentamente i coglioni e l’asta, leccandosi le labbra e riempiendomi di complimenti. Mi baciò selvaggiamente, riempiendomi la bocca della sua saliva. Poi si concentrò sul cazzo. Mentre mi stava ancora massaggiando i testicoli lasciò scivolare un filo di bava per inumidirmelo. Poi tutto in bocca. Mi stava tenendo i coglioni mentre con l’altra mano seguiva il ritmo della sua bocca che pompava selvaggiamente, come un’ossessa. Capii che la situazione era quella giusta, così in preda all’eccitazione le dissi “succhiamelo troia”.” Si! Sono la tua troia, la tua puttana che ti fa un pompino per ringraziarti!”. In altre occasioni non mi sarei assolutamente permesso di dire una cosa del genere ma in quel momento avrei detto e soprattutto fatto di tutto. Poi mi ricordai che comunque sia era lei che dirigeva il gioco. Era lei che avrebbe scelto come ringraziarmi e lo stava facendo nel miglior modo del mondo. Cosa c’è di meglio di un pompino svuotapalle prima di ritornarmene a letto? E me lo stavo gustando profondamente. Le tenni i capelli mentre questa mi stava divorando il cazzo, da prima concentrandosi sulla cappella, poi scese sui coglioni che mi imbrattò della sua bava schiumosa, poi ritornò sulla cappella leccandomi tutta l’asta e rendendola viscida e scivolosa di saliva. Mi sputò sulla cappella riprese quel giochetto che mi stava mandando in estasi. Aumentò l’intensità del pompaggio e io per tenerle il ritmo iniziai a scoparla in bocca mentre fiotti di bava schizzavano dappertutto. “Si troia! Spompinami così! Ti sto scopando la gola!” le dissi mentre aumentai sempre di più l’intensità. Con la faccia imbrattatata della sua stessa saliva, i coglioni le sbattevano violentemente sul mento mentre i versi che faceva con il mio cazzo che le sbattevano in gola aumentavano sempre di più. Sentendo che ero quasi arrivato al limite, mi fermai e lasciai che fu lei a finire. Se ne fregò altamente del fatto che avessi smesso di fotterle la gola, se lo prese ugualmente, mettendosi la sua stessa mano sulla testa per spingersi fino a prendermelo tutto. Dai miei grugniti di piacere capii che stavo per capitolare. Non si fermò. Prese a segarmi con tutte e due le mani mentre mi spompava selvaggiamente, come un’indemoniata. Un nuovo grugnito uscì nuovamente dalla mia bocca. Stavolta forte, animalesco.
Volevo avvisarla che stavo per arrivare ma non ci riuscii, ero come bloccato da quel pompino furioso. Ma una mestierante come lei avrebbe certamente saputo quando il suo uomo stava per scaricare. E così fece. Aumentò sempre di più d’intensità tenendo la cappella in bocca e segandomi a velocità supersonica. Le scoppiai in bocca mentre questa non si fermava. No! Non si fermava.
Mi sarei aspettato che all’ultimo secondo tirasse fuori il cazzo facendomi sborrare sulla mia pancia ma questa se lo prese tutto. Fino all’ultima goccia. “Ti è piaciuto bel maschione?” mi domandò lei una volta staccata dal cazzo. Questo volle dire che non solo si era fatta sborrare in bocca ma anche aveva ingoiato. Stravolto dal piacere fui io a ringraziarla per il trattamento ultra speciale che mi aveva riservato. Ci si ricompose alla svelta e alla svelta la riaccompagnai a casa.
Mi salutò con un bacio in bocca e ci ringraziammo, reciprocamente. Lei se ne tornò a casa a fare non so cosa. Io me ne ritornai a casa mia con le palle prosciugate, stravolto e incredulo di ciò che mi era accaduto. Il giorno dopo le mandai un messaggio su whatsapp al quale però non rispose e dopo qualche giorno l’annuncio non c’era più.
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