Il professore e la porcellina

di
genere
etero

Ciao. Mi chiamo Carlotta, ho 18 anni e faccio l'ultimo anno di superiori. Sono abbastanza bassa ed esile - mi si potrebbero dare un paio di anni di meno -, ho i capelli lunghi, mossi e mori e gli occhi verdi. I miei seni sono abbastanza piccoli ma sono sodi, con dei bei capezzolini scuri, mentre il mio culetto è piccolo e tondo. Inoltre sulla mia fichetta ho un cespuglietto di peli scuri.
Volevo raccontarvi della relazione che ho intrapreso con il mio professore di storia, Giancarlo, o meglio come è iniziata. Giancarlo è un uomo di mezz'età, non sposato, sovrappeso, con un paio di grandi occhiali dalla montatura nera e pochi capelli rimasti in testa.
Era un martedì come gli altri, all'inizio dell'anno. Visto che non faceva ancora freddo, ho deciso di andare a scuola indossando solo una maglietta bianca aderente e un paio di leggings neri stretti, così stretti che sembravano starsi per strappare da un momento all'altro, oltre che una felpa, come impostomi da mia mamma.
Comunque, quel giorno ho deciso di provare qualcosa di nuovo e, prima di andare in classe, sono passata in bagno e mi sono tolta il reggiseno e le mutandine.
Sono rimasta così tutto il giorno, con i capezzoli duri a causa dello sfregamento contro la maglietta e la fichetta bagnata per colpa dei leggings stretti, che aveva anche bagnato i miei pantaloni!
Perciò mi dava fastidio incrociare le gambe, quindi sono stata tutto il giorno seduta al banco in prima fila con le gambe leggermente aperte.
Per fortuna, nessun professore se n'è accorto, almeno fino all'ultima ora, ovvero quella di storia.
Alla fine dell'ora, Giancarlo ha chiesto di potermi parlare un attimo. Io ho accettato, anche perchè avrei dovuto aspettare almeno un'ora prima che il mio autobus arrivasse.
Mi ha fatto chiudere la porta a chiave, mentre lui stava seduto alla cattedra, con un'evidente erezione.
"Sai che è colpa tua, vero?" Ha detto, alludendo al suo cazzo duro.
"Si, signore" Annuii.
"Chiaramente non posso metterti una nota per questo, non finirebbe bene per nessuno dei due... però ti devo comunque punire, lo sai vero?"
"Sì, signore"
Sospirò, si diede due pacchette sulle grosse cosce, invitandomi a sdraiarmici.
Io lasciai cadere lo zaino per terra, sdraiandomi a pancia in giù sulle sue gambe. "Sei davvero una monella..." Sentii la sua grossa mano accarezzarmi le chiappette, prima che la alzasse e lasciasse una bella sculacciata!
"Ah!"
Continuò a colpirmi il sedere, con colpi più frequenti ma meno forti, che comunque mi facevano sentire il sangue affluire lì dove mi aveva sculacciato.
Non mentirò, in realtà penso di essermi un pò bagnata mentre lo faceva!
Mi infilò due dita tra le chiappette, passando per tutta la mia fichetta bagnata.
"Quanto sei bagnata! Ti piace proprio fare la porcellina, vero?"
Prima che potessi rispondere, prese con entrambe le mani la cucitura dei miei leggings e tirò, strappandoli in corrispondenza della mia fichetta, che gocciolò sulla sedia e sulle sue gambe.
Avvicinò due dita - le stesse che aveva usato per accarezzarmi - alla mia bocca, infilandole dentro. Io le succhiai con piacere.
Una volta fuori dalla mia bocca, passò ad infilarle nella mia fighetta. Era stretta, ma ero talmente bagnata che scivolarono dentro in un istante!
"Una vera troietta, tutta bagnata per me" Mi diceva mentre io gemevo, sdilatinandomi con le sue grasse dita. Facevano avanti e indietro, riempiendomi e poi svuotandomi, fino a quando, con un gemito più forte e acuto, raggiunsi il mio orgasmo, bagnandolo con il mio squirt.
Si ficcò subito in bocca le dita bagnate del mio piacere, leccandole e succhiandole come se non ci fosse un domani.
"Che porcellina... dai, adesso tocca a me" Mi spinse gentilmente giù dalle sue gambe, facendomi inginocchiare di fronte a lui mentre tirava fuori il suo cazzo duro e peloso. Prese in mano i suoi 10 centimetri, strofinandomi la cappella sulle labbra prima di infilarmelo tutto in bocca.
Io lo succhiai con piacere, muovendo la testa avanti e indietro per spompinarlo per bene, mentre con una mano gli massaggiavo i testicoli.
Dopo pochi minuti mi prese la testa, gemendo e tremando mentre mi sborrava in bocca. Ingoiai il suo caldo sperma, che mi scaldò tutto il corpo, senza avanzarne nemmeno una goccia.
"Brava la mia porcellina"
Da allora, ogni martedì aspetto il pullman con Giancarlo, mentre soddisfiamo a vicenda i nostri desideri segreti.
scritto il
2024-09-21
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