Palle a nuoto

di
genere
gay

Era, per certo, un amico del nostro selezionatore di squadra della palla a nuoto, era vecchiotto, già tutto bianco di pelo, ma atletico, gli avrei dato non più di una sessantina d'anni.
Quel giorno lo incontrai, mi sembrò casualmente, dal tabaccaio sotto casa mia, mi salutò e quando uscii me lo trovai dietro che mi chiedeva :
- Senti, hai due minuti, ti vorrei parlare di un progetto ?
- Dica pure - risposi, immaginando che la cosa sarebbe stata in relazione con lo sport.
- Ti dico subito che non c’entra niente con la palla a nuoto, ma si tratta di soldi, ce ne sono parecchi in ballo... - e si fermò come in attesa
- Se non si tratta di niente d’illecito..! - lo incoraggiai interessato
- No niente di tutto ciò, anche se comunque delicato: foto di nudo, per fartela breve, film porno e roba del genere. Tu sei maggiorenne e c’è da guadagnare bene, sempre restando nella legalità, naturalmente. Se ci vuoi pensare - e mi diede un biglietto da visita - naturalmente ..discrezione, non che debba essere un segreto, ma...anche nel tuo interesse.
Dovevo riconoscere a me stesso che avevo un notevole bisogno di quattrini e non mi scandalizzai affatto, anzi debbo dire che, convinto di avere un certo fisico, avevo già pensato di cercare qualche scorciatoia del genere per far fronte alla cronica penuria di liquido.
- No, per me va bene - lo interruppi - non ci trovo nulla da ridire, che debbo fare ?
- Mi fa molto piacere, avevo solo paura che fossi un po’ all'antica e la cosa potesse spaventarti. Vieni domani mattina verso le dieci all’indirizzo che t’ho dato. Noi gjà saremo al lavoro.
Quando arrivai al posto in indirizzo, scoprii trattarsi di una specie di palestra, c’erano già alcuni ragazzi che si esercitavano in allenamenti come di una qualche arte marziale, con le classiche casacche di tela ruvida. Me ne fu data una anche a me e, mentre nello spogliatoio mi cambiavo, qualcuno già filmava questi preliminari.
Quando fui pronto, andai a formare un’altra coppia di contendenti ed un maestro ci istruì su alcune mosse e ci aiutò finché non fummo in grado di ripeterle in modo plausibile e naturale ; quando tutto il gruppo fu giudicato maturo, l’istruttore ci chiese di denudarci e ripetere, una coppia alla volta, la sequenza di mosse già apprese. Solo allora cominciarono a riprendere tutto con una telecamera e luci di scena che davano una splendida resa dei corpi e dei loro particolari.
Quando tutte le coppie (eravamo quattro, mi pare) furono “escusse”, per così dire, chiesero cose diverse ad ogni singola coppia.
L’istruttore che aveva assunto il ruolo di regista propose a me ed al mio partner di cominciare a toccarci reciprocamente i genitali, prima stando in piedi ed in seguito a partire da sdraiati, come caduti in seguito ad una delle mosse che avevamo eseguito prima, e ciò fino a raggiungere l’erezione evidente e completa del rispettivo membro. La cosa mi imbarazzava alquanto, ma la cifra che avevamo pattuito per quella seduta era stata davvero superiore alle mie aspettative e questo mi aiutò a superare la cosa.
La seconda coppia fu invece richiesta di raggiungere l’erezione cominciando con lo strusciare i corpi già avvinghiati in una delle mosse di lotta e di farlo portando deliberatamente di volta in volta a contatto prima le zone pubiche, e poi le zone pubiche su quelle anali.
Alla terza coppia fu chiesto invece di posizionarsi, con i rispettivi membri all’altezza della faccia e della bocca dell’avversario e, reciprocamente, di indugiare e accettare l’indugio, anch’essi fino al raggiungimento dell’erezione.
Alla quarta infine fu chiesto di mimare l’esaltazione erotica ed un tentativo di uno dei due di eccitazione dell’altro sia attraverso il palpeggio genitale sia attraverso qualche tentativo di bacio sessuale.
Debbo dire che, come tutti d’altronde, man mano che le azioni si susseguivano venivo preso da una crescente e del tutto imprevista eccitazione. Così, quando il regista chiese chi, vale a dire quale delle coppie, sarebbe stata disposta, anche a ragione di un compenso aggiuntivo, a spingersi fino all’atto omosessuale vero e proprio, restai da solo con i miei imbarazzi.
Ero come preso da una strana eccitazione proprio nei confronti dell’azione che ora ci veniva richiesta espressamente, ma che, mi accorsi, era stata già ampiamente preparata da tutto il rituale precedente ed era ampiamente scontata. Restai io solo e per ultimo a non avere deciso:
- Ma che cosa dovrei fare esattamente ?
- Penetrare o essere penetrato, quello che preferisci, non essere in imbarazzo, per loro non è la prima volta, lo chiedo sempre a tutti, perché vi sentiate comunque liberi di scegliere senza alcun obbligo. Allora che scegli ? - e vista la mia persistente titubanza - Ti consiglio un ruolo passivo per ora - disse - in un ruolo attivo potresti anche fare cilecca e a noi serve, per la ripresa capisci, che ci sia e si veda bene l’effusione dello sperma. Stai tranquillo, lascia fare al tuo partner e rilassati completamente, sei stato un ottimo attore, finora, anzi vieni qui, che ti metta un po’ di crema ! -
Quell’uomo aveva il dono di far sembrare tutto così naturale che io mi avvicinai senza un fiato. Il suo grosso medio mi entrò così istantaneamente nell’ano e cosi prepotentemente ed insieme delicatamente che, pur provando una vergogna fottuta non potei sottrarmi ad un lungo brivido di emozione e poi anche di piacere, quando anche l’indice mi penetrò e tutti e due spinsero e girarono per lubrificare ben bene e preparare la zona all’atto e alla libidine dell’atto.
Mi sentii d’un trattto disponibile a tutto ed ansioso anche di esservi esposto e, senza scegliere, essere obbligato a farlo.
Ma a fare cosa, pensai in un istante come di resipiscenza, farmi sodomizzare come un volgare pederasta (che sarei certamente diventato) e improvvisamente mi sentii svenire, ma seppi che mi piaceva, mi piaceva maledettamente, l’idea di uscirne tutto sporcato ed gocciolante di sperma.
- Anzi cominciate voi, così rompiamo subito il ghiaccio - sentii la sua voce come da un altro pianeta e già il mio partner mi palpeggiava, come poco prima il coatch, ed io lo ricambiavo e anzi abbandonavo la bocca alla sua lingua e incominciavo da lì a “farmi fare”, mentre il suo membro già si insinuava sotto i miei testicoli cercandomi l’ano.
Scivolammo a terra avvinghiati ed io alzavo le gambe con naturalezza portandole sopra le sue spalle, mentre quello, aiutandosi con una mano cominciava a cacciarmelo dentro, eccitato dalla mia disponibilità e voglioso di godermi fino in fondo sotto gli occhi di tutti e delle telecamere che ci ballavano intorno.
Sentii il calore del suo pene che saliva sempre più su e più dentro, lo sentivo empirmi completamente l’ano e l’intestino retto.
Il pene del mio partner aveva faticato alquanto, con intenso godimento di primi piani per la tele ripresa, a sfondarmi il buco, quando finalmente fu penetrato tutto e cominciai ad essere premuto ed allagato da una meravigliosa sensazione di stupro e di totale abbandono al godimento, mi accorsi che c’era anche chi, stando a guardare, cominciava a masturbarsi. Così, spontaneamente, anche io mi afferrai il pene e cominciai a menarmelo. Venni subito come una fontana, sporcandomi tutto il ventre di densi schizzi di sperma, il mio sperma, che mi venne sparso dappertutto dalle mani sapienti del mio partner, il quale intanto mi penetrava con continuità, mugolando e chiedendomi di non abbandonarlo e di continuare a muovermi e a guardarglielo mentre entrava ed usciva dal mio proprio buco, spalancato come una vulva.
Avrei voluto essere l’occhio della telecamera che inquadrava la scena da dietro, di fianco e da sotto, e vedere il cazzo che mi fotteva ed il culo che veniva fottuto e ancora masturbarmi su quella scena sapendo di essere lo stesso che guardava ed era scopato.
Quando il mio drudo cominciò a venire, lo fece tutto dentro e fu bellissimo ma ancora più bello fu vederglielo estrarre e schizzarmi sopra il buco e sulle natiche o chiappe che dir si voglia. Venni un’altra volta anch’io aiutato dalle sue mani che, lasciato il proprio membro, avevano afferrato il mio per direzionare il getto nel modo più telegenico.

fine
scritto il
2013-05-27
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