Trasgressioni e digressioni 2
di
bagno regio
genere
bisex
Non diciamo che ero stato proprio cacciato, ma sicuramente invitato a lasciare il letto dell'amica sul quale avevamo fatto “il diavolo a quattro” per un buon paio d'ore.
Sono le due di notte, se te ne vai adesso non incontrerai nessuno e io non avrò nulla da temere, che ne dici?
Ma certo carissima, ci sentiamo per telefono, a presto!
Mi rivestii senza fretta, mi avviai pigramente all'ascensore e scesi nella hall deserta. Mi resi conto di essermi dimenticato di svuotare la vescica nel bagno di sopra e cercai le toilettes.
Decisi di far fare acqua al passero nel primo dei quattro orinatoi a vaschetta, nello spazio comune, di fronte ai lavandini, e, stavo tirandolo fuori dalle mutande, quando sentii il clik-clak della porta che si apriva e si richiudeva.
Un tipo, cui non feci molto caso, entrò e venne a posizionarsi proprio accanto a me. Naturalmente eravamo solo noi due e non potevo non guardarlo.
Buona sera!
Buona notte!
Già è notte!
Sorrisi appena , mentre il getto mi usciva impetuosamente, guardavo davanti a me senza curiosità, ma quando sgrullai il pisello, lo ripetei un paio di volte, in mancanza della carta igienica, che lì non c'era.
Due volte sono già sega!
E a lei che cosa frega! - Mi venne la rima.
Oh...le assicuro moltissimo... - lo guardai in faccia, stupito – un bel cazzone come il suo si guarda sempre volentieri e lo si sega ancora più volentieri! - Dovetti guardarlo allibito, perchè sorrise nella maniera più impertinente e sparò – per questo le offro... - e disse una cifra.
Nemmeno eccezionale! - Mi venne da replicare.
Ma lui dovette prenderla almeno come un...non rifiuto e... avvicinandosi in maniera del tutto disinvolta me lo afferrò, prima che potessi rinfoderarlo.
Non tema, non può entrare nessuno ho chiuso a chiave! - Mi spaventai e arretrai fino a sbattere contro la retostante fila dei lavandini.
Ma le ha dato di volta il cervello? - Intanto, tuttavia, non solo non aveva mollato la presa, ma mi aveva fatto scorrere la pelle fino allo scroto e, non so come, era riuscito a farsi scendere calzoni e mutande, anzi il perizoma.
Con un movimento, che non saprei ricostruire, si fece entrare, si conficcò letteralmente, il mio cazzo nell'ano e premendomi contro i lavandini se lo fece affondare completamente nell'intestino.
Lo respinsi con violenza, riuscendo a sfilarmi a stento, ma restai con il cazzo completamente scappellato e... completamente eretto. In seguito mi chiesi spesso come avesse potut..., se non ero in erzione fin da prima. Ma il meglio doveva ancora venire.
Il tipo assorbì la spinta come un esperto di discipline marziali e me lo ritrovai ancora davanti a bloccare la mia mano che tentava di rimettere il cazzo nei pantaloni e a forzarmi in un bacio.
Chiusi, o tentai di chiudere, la bocca, ma non prima che lui riuscisse a farmi assaggiare la sua lingua, aveva qualcosa di dolce, ricordo, ed io chiusi e riaprii le labbra, lasciandomi cinvolgere in un nuovo bacio, qesta volta, profondo e lungo.
Con una mano bloccava la mia testa e teneva le mie labbra premute sulle sue, con l'altra aveva ripreso il mio ravanello e mi masturbava leggermente, ma inesorabilmente e, vorrei dire, dolcemente.
Adesso rinfoderiamo le armi e saliamo in camera mia! - Lo disse semplicemente ed io lo seguii.
Mentre l'ascensore viaggiava verso il sesto piano, quello sopra alla stanza della donna dal cui letto ero appena uscito, ebbi modo di notare quello che fino a quel momento non avevo fatto.
Il tipo era anzitutto elegante, garbato e, almeno così lo trovavo in quel momento, affascinante. Era sicuramente più giovane di me e non di poco, aveva tratti delicati, ma non femminili, mento volitivo, zigomi alti, occhi grandi e come naturalmente bistrati.
La sua non era una stanza, ma una suite.
Spogliati e sdraiati, vado un momento in bagno e ti porto qualcosa da bere!
Non dissi niente, ma cominciai a fare quello che mi aveva detto lui. E lui tornò dopo uno o due minuti con due bicchieri tintinnanti e un alone di profumo che mi afferrò il cervello e non lo lasciò più.
Tirai giù il wisky in un sol colpo e masticai il ghiaccio. Era nudo e bellissimo, attese che tirassi su il ghiaccio con la lingua e poi...cominciò a sedersi sulla mia faccia.
Mettici la lingua, il ghiaccio e lecca, l'ho preparato per te!
Era un ordine e non mi restava che obbedire, ma lo feci senza sforzo: era depilato e liscio come una fica e si dilatò immediatamente come risucchiando la mia lingua a mo' di bacio. Vi affondai senza sforzo, li il profuma arrivava come un'onda di svanimento, soffuso, avvolgente e provocante.
Vi affondavo come ero affondato nelle cavità intime della mia amica di poco prima, con lo stesso gusto del peccato che non mi permetteva di smettere o sottrarmi. Anche lì c'era qualcosa di dolce come sulla punta della sua lingua prima e lui cominciava a godere.
Smisi solo quando lui si tolse da quella posizione e venne ad impalarsi sul mio cazzo che era al top dell'erezione. Se lo fece scivolare dentro con disinvoltura, eppure io non ho una banana né piccola, né corta ed anche io sentii una fitta di piacere intenso.
Le profondità del suo ano furono toccate pià e più volte. Il disegno di quel buco favoloso che ingoiava il mi baccello, il disegno delle natiche che se lo stantuffavano dentro, le piccole contrazioni dello sfintere che mi sfoderavano e rinfoderavano la spada mi stavano succhiando il liquido seminale che scoppiò improvviso, strappandomi un urlo strozzato e un lungo muggito, mentre anche io cominciavo a colpirlo da sotto, dal basso, frenetico.
Improvvisamente si tolse, si rivoltò e mi franò addosso, cercando la mia bocca, mentre i fremiti dell'orgasmo squotevano anche lui e il suo sperma si spandeva e colava sul mio sesso e sul mio ventre.
La meravigliosa commistione del nostro seme, di cui eravamo bagnati fradici, ci trascinò in un bacio lungo, feroce e innocente.
Le mani cercavano i sessi e spalmavano la colata di sperma sui nostri corpi sudati, sui nostri fianchi avolti in disperati rotolamenti, sulle nostre dita che cercavano anche gli orifizi e vi scavavano dentro.
Anche io avevo il culo preda delle sue dita indemoniate e desideravo il suo sesso dentro di me. Lo ebbi e gliene fui riconoscente.
Anche io conobbi le valli ed i pcchi della sollecitazione prostatica e la meravigliosa eruzione dello sperma nell'intestino e la sensazione abbissale di essere messo in cinta.
Sono le due di notte, se te ne vai adesso non incontrerai nessuno e io non avrò nulla da temere, che ne dici?
Ma certo carissima, ci sentiamo per telefono, a presto!
Mi rivestii senza fretta, mi avviai pigramente all'ascensore e scesi nella hall deserta. Mi resi conto di essermi dimenticato di svuotare la vescica nel bagno di sopra e cercai le toilettes.
Decisi di far fare acqua al passero nel primo dei quattro orinatoi a vaschetta, nello spazio comune, di fronte ai lavandini, e, stavo tirandolo fuori dalle mutande, quando sentii il clik-clak della porta che si apriva e si richiudeva.
Un tipo, cui non feci molto caso, entrò e venne a posizionarsi proprio accanto a me. Naturalmente eravamo solo noi due e non potevo non guardarlo.
Buona sera!
Buona notte!
Già è notte!
Sorrisi appena , mentre il getto mi usciva impetuosamente, guardavo davanti a me senza curiosità, ma quando sgrullai il pisello, lo ripetei un paio di volte, in mancanza della carta igienica, che lì non c'era.
Due volte sono già sega!
E a lei che cosa frega! - Mi venne la rima.
Oh...le assicuro moltissimo... - lo guardai in faccia, stupito – un bel cazzone come il suo si guarda sempre volentieri e lo si sega ancora più volentieri! - Dovetti guardarlo allibito, perchè sorrise nella maniera più impertinente e sparò – per questo le offro... - e disse una cifra.
Nemmeno eccezionale! - Mi venne da replicare.
Ma lui dovette prenderla almeno come un...non rifiuto e... avvicinandosi in maniera del tutto disinvolta me lo afferrò, prima che potessi rinfoderarlo.
Non tema, non può entrare nessuno ho chiuso a chiave! - Mi spaventai e arretrai fino a sbattere contro la retostante fila dei lavandini.
Ma le ha dato di volta il cervello? - Intanto, tuttavia, non solo non aveva mollato la presa, ma mi aveva fatto scorrere la pelle fino allo scroto e, non so come, era riuscito a farsi scendere calzoni e mutande, anzi il perizoma.
Con un movimento, che non saprei ricostruire, si fece entrare, si conficcò letteralmente, il mio cazzo nell'ano e premendomi contro i lavandini se lo fece affondare completamente nell'intestino.
Lo respinsi con violenza, riuscendo a sfilarmi a stento, ma restai con il cazzo completamente scappellato e... completamente eretto. In seguito mi chiesi spesso come avesse potut..., se non ero in erzione fin da prima. Ma il meglio doveva ancora venire.
Il tipo assorbì la spinta come un esperto di discipline marziali e me lo ritrovai ancora davanti a bloccare la mia mano che tentava di rimettere il cazzo nei pantaloni e a forzarmi in un bacio.
Chiusi, o tentai di chiudere, la bocca, ma non prima che lui riuscisse a farmi assaggiare la sua lingua, aveva qualcosa di dolce, ricordo, ed io chiusi e riaprii le labbra, lasciandomi cinvolgere in un nuovo bacio, qesta volta, profondo e lungo.
Con una mano bloccava la mia testa e teneva le mie labbra premute sulle sue, con l'altra aveva ripreso il mio ravanello e mi masturbava leggermente, ma inesorabilmente e, vorrei dire, dolcemente.
Adesso rinfoderiamo le armi e saliamo in camera mia! - Lo disse semplicemente ed io lo seguii.
Mentre l'ascensore viaggiava verso il sesto piano, quello sopra alla stanza della donna dal cui letto ero appena uscito, ebbi modo di notare quello che fino a quel momento non avevo fatto.
Il tipo era anzitutto elegante, garbato e, almeno così lo trovavo in quel momento, affascinante. Era sicuramente più giovane di me e non di poco, aveva tratti delicati, ma non femminili, mento volitivo, zigomi alti, occhi grandi e come naturalmente bistrati.
La sua non era una stanza, ma una suite.
Spogliati e sdraiati, vado un momento in bagno e ti porto qualcosa da bere!
Non dissi niente, ma cominciai a fare quello che mi aveva detto lui. E lui tornò dopo uno o due minuti con due bicchieri tintinnanti e un alone di profumo che mi afferrò il cervello e non lo lasciò più.
Tirai giù il wisky in un sol colpo e masticai il ghiaccio. Era nudo e bellissimo, attese che tirassi su il ghiaccio con la lingua e poi...cominciò a sedersi sulla mia faccia.
Mettici la lingua, il ghiaccio e lecca, l'ho preparato per te!
Era un ordine e non mi restava che obbedire, ma lo feci senza sforzo: era depilato e liscio come una fica e si dilatò immediatamente come risucchiando la mia lingua a mo' di bacio. Vi affondai senza sforzo, li il profuma arrivava come un'onda di svanimento, soffuso, avvolgente e provocante.
Vi affondavo come ero affondato nelle cavità intime della mia amica di poco prima, con lo stesso gusto del peccato che non mi permetteva di smettere o sottrarmi. Anche lì c'era qualcosa di dolce come sulla punta della sua lingua prima e lui cominciava a godere.
Smisi solo quando lui si tolse da quella posizione e venne ad impalarsi sul mio cazzo che era al top dell'erezione. Se lo fece scivolare dentro con disinvoltura, eppure io non ho una banana né piccola, né corta ed anche io sentii una fitta di piacere intenso.
Le profondità del suo ano furono toccate pià e più volte. Il disegno di quel buco favoloso che ingoiava il mi baccello, il disegno delle natiche che se lo stantuffavano dentro, le piccole contrazioni dello sfintere che mi sfoderavano e rinfoderavano la spada mi stavano succhiando il liquido seminale che scoppiò improvviso, strappandomi un urlo strozzato e un lungo muggito, mentre anche io cominciavo a colpirlo da sotto, dal basso, frenetico.
Improvvisamente si tolse, si rivoltò e mi franò addosso, cercando la mia bocca, mentre i fremiti dell'orgasmo squotevano anche lui e il suo sperma si spandeva e colava sul mio sesso e sul mio ventre.
La meravigliosa commistione del nostro seme, di cui eravamo bagnati fradici, ci trascinò in un bacio lungo, feroce e innocente.
Le mani cercavano i sessi e spalmavano la colata di sperma sui nostri corpi sudati, sui nostri fianchi avolti in disperati rotolamenti, sulle nostre dita che cercavano anche gli orifizi e vi scavavano dentro.
Anche io avevo il culo preda delle sue dita indemoniate e desideravo il suo sesso dentro di me. Lo ebbi e gliene fui riconoscente.
Anche io conobbi le valli ed i pcchi della sollecitazione prostatica e la meravigliosa eruzione dello sperma nell'intestino e la sensazione abbissale di essere messo in cinta.
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