Storie di donne - L'inizio

di
genere
confessioni

Per vivere, scrivo. Di sport. Ho iniziato tanti anni fa con l’entusiasmo tipico giovanile, sperando di arrivare chissà dove. E un po’ di strada l’ho fatta, anche se non sono arrivato in capo al mondo. Quel tanto che basta per vivere più che dignitosamente e divertirmi ancora in quello che faccio, anche se l’entusiasmo si è spento da tempo.

Ho una ex moglie, due figli che hanno già preso la loro strada, una casa che mi piace molto, una compagna più giovane di me, un cane e un gatto, un’auto che mi porta ancora in giro e una moto che mi aiuta a non impazzire nel traffico.

Nel periodo tra la fine del matrimonio e il trovare la nuova compagna, ho avuto una vita… sociale molto intensa. Chattavo. E chattando si trovava. Una qui, una là… una decisa, una incerta. Bello, non lo nego. Ma faticoso. Controllare orari dei treni, trovare alberghi, fare i conti con le sole che arrivavamo, i complessi di colpa (non miei), le promesse difficile da mantenere e via andare.

Poi, un po’ per la comparsa nella mia vita dell’attuale compagna, un po’ per la mia proverbiale pigrizia, ho smesso di chattare per incontrare. Ma non ho smesso di chattare. E quelle che erano, o sarebbero potute diventare, conquiste, sono diventate amiche lontane, e io da una sorta di confessore. E un giorno mi è venuto spontaneo dire a una di loro: «La tua vita è come un romanzo erotico. Varrebbe la pena scrivere qualche capitolo». La cosa è finita lì. Ma poi lei, dopo una lunga e spontanea macerazione interiore, ha ripreso in mano la cosa… quei capitoli sono stati scritti. E dopo di lei un’atra, e un’altra… e la cosa è circolata un po’ e si sono fatte avanti altre persone. Alcune con storie improbabili, e sono state accompagnate alla porta della mia vita. Altre con storie poco interessanti dal punto di vista dell’afflusso di sangue al basso ventre. Altre…beh, da far rimpiangere il fatto che ora ho una compagna (si scherza, eh).

Unica condizione: devono essere storie vere. Devo vedere queste persone, parlare con loro al di fuori della chat, senza alcun doppio fine (beh, di certe conseguenze poi beneficia la mia metà dal punto di vista dell’arrazzamento). Ovviamente cambio quello che deve essere cambiato per evitare che siano riconoscibili… e poi si va. Per la mia indubbia eccitazione, per quella incontenibile delle protagoniste che vedono le loro cose spiattellate ai quattro venti senza che possano essere individuate e, mi auguro, anche per quella di chi legge.
scritto il
2024-09-23
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