Le uova
di
Valtere
genere
bisex
Ed eccomi qui, sono appena entrato in casa di soppiatto nonostante sia pieno giorno e nessuno stia dormendo. Forse è il senso di colpa, anzi, sicuramente è il senso di colpa. Mi sento sporco e con addosso un odore che è come il mio ma allo stesso tempo, inevitabilmente, diverso, di animale feroce, di bestia, un misto di sudore e di un bagnoschiuma che non riconosco perché non l’ho mai usato.
Ha insistito a tutti i costi per lasciarmi il suo numero che ho salvato sotto “Lavanderia”, il primo nome che mi è venuto in mente, avrei potuto fare finta di salvarlo ma forse, per codardia, ho convinto me stesso che l’avrei cancellato non appena sceso in strada, che se si fosse accorto che facevo finta di salvarlo sarei stato scortese, quasi fosse un dovuto riguardo dopo quello che era appena successo.
Giulia è a trafficare di sopra, forse è ancora alle prese con il cambio degli armadi, io mi sono buttato direttamente in bagno e ho aperto l’acqua della doccia ed ora sono da almeno 10 minuti seduto sulla tazza.
Non avrei mai pensato potesse succedere, o quantomeno, non avrei mai pensato potesse succedere così, proprio come si vede nei film porno, non era la prima volta che lo vedevo in giro per il quartiere, in bicicletta o a spasso con il cane, un uomo di mezza età che passa praticamente inosservato nella sua normalità ma oggi, per qualche ragione, l’ho visto veramente. E pensare che ero uscito un attimo per andare a comprare le uova.
Ho visto un perizoma rosa chiaramente da donna, con pizzo, annessi e connessi spuntare dai suoi pantaloni mentre si piegava per raccogliere la cacca del suo cane. La prima cosa che ho pensato è stata “allora qualcuno per fortuna le raccoglie, qui intorno è un letamaio”, ma poi l’occhio mi è caduto su quel dettaglio che stonava su tutto il resto. Lui si è girato e mi ha visto, devo aver indugiato qualche istante di troppo perché si è accorto che mi ero accorto, e mi ha sorriso, poi senza scomporsi ha finito quello che stava facendo gettando il sacchettino nel bidone della spazzatura.
Questione di attimi, si è avvicinato e mi è passato accanto, poi, appena mi ha superato sul marciapiede si è voltato e mi ha detto : “ti va?”.
Sapete quando si dice ragionare con l’uccello? Ecco, non è stato quello il caso, mi sono sempre fatto fin troppe paranoie su queste cose: infedeltà, rapporti omo e via dicendo. Il problema è che io e Giulia siamo in un periodo, beh, di stanca. Non che non si faccia sesso ma siamo piombati in quella situazione un po’ stagnante in cui si ritrovano le coppie dopo qualche anno di convivenza, il sesso è anche frequente ma la fantasia scarseggia, abbiamo già sfoderato tutto il repertorio senza remore o tabù ma.. aggiungete voi il resto.
Era da un paio di giorni che mi sentivo le palle piene e pesanti e l’ho seguito fino in casa sua, al secondo piano di una palazzina a nemmeno dieci minuti a piedi dalla mia. Durante il tragitto sono restato dietro, a qualche passo di distanza, lui non si è girato fino a quando siamo arrivati sotto al portone, poi abbiamo fatto le scale, è entrato e mi ha lasciato la porta aperta facendomi cenno di non fare rumore, ha chiuso la porta, ha liberato il cane e mi ha toccato il cazzo che ha reagito istantaneamente.
“Io non..” ho provato a dire, ma lui, già in ginocchio, mi ha sussurrato che non serviva parlare.
Mi ha sbottonato i pantaloni e mi ha tirato fuori il cazzo, segandolo energicamente, poi se lo è infilato tutto in bocca succhiando come solo chi ha maneggiati tanti sa fare e, nonostante l’inevitabile imbarazzo da parte mia, l’eccitazione cresceva rapidamente tanto da iniziare ad avvertire le prime avvisaglie di un imminente orgasmo. In quel momento non c’era un uomo a succhiarmi ma una bocca vogliosa che una forza interiore mi diceva di chiavare senza fare domande.
“Fai piano..” gli ho detto.
Il tipo, che sicuramente aveva capito l’andazzo, ha smesso di succhiare e si è girato lasciando cadere i suoi pantaloni, strusciandomi poi il culo sul cazzo turgido. Io ho iniziato a tastarne la consistenza e a dargli delle piccole pacche che producevano schiocchi, seguiti dai suoi gemiti sommessi. Poi mi ha preso per un braccio e mi ha praticamente tirato fino davanti al divano, dove si è messo in ginocchio porgendomi il culo, un culo che non era affatto quello di una ventenne ma nella penombra, nello stato in cui mi trovavo, non desideravo altro che infilarci il cazzo dentro. Gli ho abbassato le mutandine e ho cominciato a strusciare la cappella sul buco.
“Aspetta..” Dice lui, armeggiando tra i cuscini del divano da dove estrae un preservativo. Questa cosa mi ha fatto riflettere solo a mente fredda sulla possibile premeditazione..
Ho aperto e indossato il preservativo e ho cominciato a provare ad entrare. Sentendo la resistenza il tipo si è sputato in mano e si è bagnato per bene il buco, del quale iniziavo a vedere le contrazioni.
Ho riprovato, ora scorreva molto meglio e con una facilità impressionante mi sono ritrovato a fondo corsa, gli avevo infilato il mio cazzo, che non è neanche minuscolo, in culo, fino alle palle.
Mentre cominciavo a muovermi il tipo assecondava le mie spinte, segno che gradiva, pensavo che fosse proprio un rotto in culo e questa idea, anziché disgustarmi e spegnere tutta la libido come mi sarei aspettato, mi ha dato l’energia per iniziare a pompare di brutto.
Gli scopavo il culo e mi sentivo duro e maschio come non mai, come se avessero aggiunto al mio uccello delle nuove terminazioni nervose oppure, se già le avevo, avessi semplicemente capito come utilizzarle.
Non sono durato moltissimo, forse 4/5 minuti, intensi però come poche volte mi era capitato nella vita, sono venuto sentendo nettamente i fiotti che riempivano il serbatoio, l’orgasmo è durato molto a lungo, mentre il tipo godeva come se veramente avesse la figa, non so se anche lui fosse venuto. Poi ho sfilato lentamente il cazzo del suo buco, tenendo con la mano la base del preservativo e sperando di non trovare sporche sorprese. Non successe, il tipo era pulito, questa cosa mi confortò nella fase che precede immediatamente il pentimento-post-orgasmo che si prova qualche volta quando si capisce di aver fatto una “cazzata”, solo tornando a casa ho ragionato sul fatto che avevo finalmente capito perché si dice così.
Ci siamo rivestiti e il tipo si è fatto dare il preservativo pieno, ne avevo fatta tanta, dicendomi che ci avrebbe pensato lui e lasciando trapelare un doppio senso, forse qualche giochino che avrebbe fatto da solo in seguito, a conti fatti però non erano più affari miei. Mi ha detto di tornare, poi mi ha voluto dare il suo numero, si chiama Sergio.
Sono uscito da casa sua e mi sono avviato verso la mia, il resto lo conoscete, sono ancora qui seduto sulla tazza chiedendomi se sia il caso di cancellare il numero, scorro la rubrica e cerco “Lavanderia”. Non so come sentirmi, devo ancora metabolizzare, però mi sta di nuovo diventando duro, chiudo la rubrica e decido di rimandare la decisione. Il vero problema ora è spiegare a Giulia perché sono tornato a casa senza le uova.
Ha insistito a tutti i costi per lasciarmi il suo numero che ho salvato sotto “Lavanderia”, il primo nome che mi è venuto in mente, avrei potuto fare finta di salvarlo ma forse, per codardia, ho convinto me stesso che l’avrei cancellato non appena sceso in strada, che se si fosse accorto che facevo finta di salvarlo sarei stato scortese, quasi fosse un dovuto riguardo dopo quello che era appena successo.
Giulia è a trafficare di sopra, forse è ancora alle prese con il cambio degli armadi, io mi sono buttato direttamente in bagno e ho aperto l’acqua della doccia ed ora sono da almeno 10 minuti seduto sulla tazza.
Non avrei mai pensato potesse succedere, o quantomeno, non avrei mai pensato potesse succedere così, proprio come si vede nei film porno, non era la prima volta che lo vedevo in giro per il quartiere, in bicicletta o a spasso con il cane, un uomo di mezza età che passa praticamente inosservato nella sua normalità ma oggi, per qualche ragione, l’ho visto veramente. E pensare che ero uscito un attimo per andare a comprare le uova.
Ho visto un perizoma rosa chiaramente da donna, con pizzo, annessi e connessi spuntare dai suoi pantaloni mentre si piegava per raccogliere la cacca del suo cane. La prima cosa che ho pensato è stata “allora qualcuno per fortuna le raccoglie, qui intorno è un letamaio”, ma poi l’occhio mi è caduto su quel dettaglio che stonava su tutto il resto. Lui si è girato e mi ha visto, devo aver indugiato qualche istante di troppo perché si è accorto che mi ero accorto, e mi ha sorriso, poi senza scomporsi ha finito quello che stava facendo gettando il sacchettino nel bidone della spazzatura.
Questione di attimi, si è avvicinato e mi è passato accanto, poi, appena mi ha superato sul marciapiede si è voltato e mi ha detto : “ti va?”.
Sapete quando si dice ragionare con l’uccello? Ecco, non è stato quello il caso, mi sono sempre fatto fin troppe paranoie su queste cose: infedeltà, rapporti omo e via dicendo. Il problema è che io e Giulia siamo in un periodo, beh, di stanca. Non che non si faccia sesso ma siamo piombati in quella situazione un po’ stagnante in cui si ritrovano le coppie dopo qualche anno di convivenza, il sesso è anche frequente ma la fantasia scarseggia, abbiamo già sfoderato tutto il repertorio senza remore o tabù ma.. aggiungete voi il resto.
Era da un paio di giorni che mi sentivo le palle piene e pesanti e l’ho seguito fino in casa sua, al secondo piano di una palazzina a nemmeno dieci minuti a piedi dalla mia. Durante il tragitto sono restato dietro, a qualche passo di distanza, lui non si è girato fino a quando siamo arrivati sotto al portone, poi abbiamo fatto le scale, è entrato e mi ha lasciato la porta aperta facendomi cenno di non fare rumore, ha chiuso la porta, ha liberato il cane e mi ha toccato il cazzo che ha reagito istantaneamente.
“Io non..” ho provato a dire, ma lui, già in ginocchio, mi ha sussurrato che non serviva parlare.
Mi ha sbottonato i pantaloni e mi ha tirato fuori il cazzo, segandolo energicamente, poi se lo è infilato tutto in bocca succhiando come solo chi ha maneggiati tanti sa fare e, nonostante l’inevitabile imbarazzo da parte mia, l’eccitazione cresceva rapidamente tanto da iniziare ad avvertire le prime avvisaglie di un imminente orgasmo. In quel momento non c’era un uomo a succhiarmi ma una bocca vogliosa che una forza interiore mi diceva di chiavare senza fare domande.
“Fai piano..” gli ho detto.
Il tipo, che sicuramente aveva capito l’andazzo, ha smesso di succhiare e si è girato lasciando cadere i suoi pantaloni, strusciandomi poi il culo sul cazzo turgido. Io ho iniziato a tastarne la consistenza e a dargli delle piccole pacche che producevano schiocchi, seguiti dai suoi gemiti sommessi. Poi mi ha preso per un braccio e mi ha praticamente tirato fino davanti al divano, dove si è messo in ginocchio porgendomi il culo, un culo che non era affatto quello di una ventenne ma nella penombra, nello stato in cui mi trovavo, non desideravo altro che infilarci il cazzo dentro. Gli ho abbassato le mutandine e ho cominciato a strusciare la cappella sul buco.
“Aspetta..” Dice lui, armeggiando tra i cuscini del divano da dove estrae un preservativo. Questa cosa mi ha fatto riflettere solo a mente fredda sulla possibile premeditazione..
Ho aperto e indossato il preservativo e ho cominciato a provare ad entrare. Sentendo la resistenza il tipo si è sputato in mano e si è bagnato per bene il buco, del quale iniziavo a vedere le contrazioni.
Ho riprovato, ora scorreva molto meglio e con una facilità impressionante mi sono ritrovato a fondo corsa, gli avevo infilato il mio cazzo, che non è neanche minuscolo, in culo, fino alle palle.
Mentre cominciavo a muovermi il tipo assecondava le mie spinte, segno che gradiva, pensavo che fosse proprio un rotto in culo e questa idea, anziché disgustarmi e spegnere tutta la libido come mi sarei aspettato, mi ha dato l’energia per iniziare a pompare di brutto.
Gli scopavo il culo e mi sentivo duro e maschio come non mai, come se avessero aggiunto al mio uccello delle nuove terminazioni nervose oppure, se già le avevo, avessi semplicemente capito come utilizzarle.
Non sono durato moltissimo, forse 4/5 minuti, intensi però come poche volte mi era capitato nella vita, sono venuto sentendo nettamente i fiotti che riempivano il serbatoio, l’orgasmo è durato molto a lungo, mentre il tipo godeva come se veramente avesse la figa, non so se anche lui fosse venuto. Poi ho sfilato lentamente il cazzo del suo buco, tenendo con la mano la base del preservativo e sperando di non trovare sporche sorprese. Non successe, il tipo era pulito, questa cosa mi confortò nella fase che precede immediatamente il pentimento-post-orgasmo che si prova qualche volta quando si capisce di aver fatto una “cazzata”, solo tornando a casa ho ragionato sul fatto che avevo finalmente capito perché si dice così.
Ci siamo rivestiti e il tipo si è fatto dare il preservativo pieno, ne avevo fatta tanta, dicendomi che ci avrebbe pensato lui e lasciando trapelare un doppio senso, forse qualche giochino che avrebbe fatto da solo in seguito, a conti fatti però non erano più affari miei. Mi ha detto di tornare, poi mi ha voluto dare il suo numero, si chiama Sergio.
Sono uscito da casa sua e mi sono avviato verso la mia, il resto lo conoscete, sono ancora qui seduto sulla tazza chiedendomi se sia il caso di cancellare il numero, scorro la rubrica e cerco “Lavanderia”. Non so come sentirmi, devo ancora metabolizzare, però mi sta di nuovo diventando duro, chiudo la rubrica e decido di rimandare la decisione. Il vero problema ora è spiegare a Giulia perché sono tornato a casa senza le uova.
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