Un'amica speciale prima parte

di
genere
saffico

Approfitto di questa bella giornata di sole per portare i miei figli al solito parchetto e noto subito una mamma, che non avevo mai visto prima e la noto soprattutto per il suo abbigliamento non proprio comodo per quel luogo: tacchi altissimi e un vestitino mozzafiato che, quando si piega, rischia di fare vedere fin troppo. Le altre mamme sono irritate dalla sua presenza e la prendono in giro, ridacchiando sguaiate, mentre a me suscita una sorta di tenerezza. Vedendola in difficoltà, mi avvicino e mi presento, mentre i miei figli e la sua fanno amicizia e si dirigono verso un castello con diversi scivoli, invece noi ci sediamo su una panchina lì vicino. Scopro che viene dal nord Italia e che sta facendo un po' fatica ad ambientarsi qui, così per tranquillizzarla le racconto che anch'io non sono di qui e che, pur essendo meridionale, io stessa ho impiegato un po' di tempo per abbattere la barriera di diffidenza nei miei confronti. Continuiamo a chiacchierare, scopriamo di avere tanti interessi in comune, così ci scambiamo i numeri di telefono e ci ripromettiamo di andarci a prendere un caffè insieme domani mattina, mentre i bambini sono a scuola, in modo da poter chiacchierare con più calma. Ci salutiamo e lei inaspettatamente mi dà un semplice bacio sulla guancia però mi provoca un brivido lungo la schiena e mi risveglia sensazioni assopite… O forse mai dimenticate. Durante gli anni dell'università mi è capitato di avere qualche avventura con altre donne più per curiosità che per pura attrazione, ma lei… No, non devo pensarci, è solo un’amica. Le settimane scorrono, io e Serena diventiamo sempre più amiche, a momenti sto più con lei che con mio marito e le mie fantasie si accendono in maniera incontrollata e inevitabile. Lei è molto spigliata, solare e ama il contatto fisico, infatti mi abbraccia, mi sbaciucchia e vuole sempre camminare a braccetto con me e questo contatto sempre più stretto mette in subbuglio i limiti che mi sono imposta e che rischiano di crollare rovinosamente. Una mattina, essendo giorno di chiusura del nostro bar preferito, mi invita a prendere un caffè a casa sua; nell'ascensore sento forte il suo profumo sensuale, che manda impulsi dove non dovrebbe. Serena parla, parla, parla, ma io non ascolto una singola parola e continuo a fissare la scollatura del suo vestito aderente, che pare sul punto di far esplodere i suoi seni; sembro vittima di un incantesimo, ipnotizzata da quella visione celestiale, da cui non riesco proprio a staccare gli occhi, è più forte di me. Lei è talmente concentrata sul suo discorso, che pare non accorgersi di nulla o probabilmente fa finta di nulla per non mettermi a disagio. All'improvviso mi passa un foglio con dei preventivi per delle vacanze all'estero, praticamente mi sta proponendo di andare in vacanza tutti insieme in un posto caldo durante le vacanze di Natale. Il solo pensiero di vederla in costume mi fa avvampare… Deglutisco a fatica e con una scusa vado via, quasi scappando. Che cazzo faccio adesso? Magari evitarla per qualche giorno mi sarebbe d’aiuto, ma il destino complotta contro di me, visto che fra pochi giorni c'è la festa di compleanno di sua figlia e i miei figli non se la perderebbero per nulla al mondo. Io divento sempre più fredda, tant'è vero che un pomeriggio al parchetto, mentre lei mi sbaciucchia scherzosamente, quasi le faccio una scenata. Serena si rattrista, si allontana da me e si nasconde dietro a un albero però la sento comunque singhiozzare. Nella mia testa scatta un campanello d’allarme: con suo marito non è espansiva quanto lo è con me. Mi vorrei avvicinare, chiederle scusa, baciarla fino a consumare la sua bocca carnosa e invece vado via. La mattina dopo sono ancora più inquieta, visto che i nostri mariti si sono messi d'accordo e hanno prenotato le vacanze insieme. Non posso più fare finta di niente, devo parlarle e chiarire tutto, prima che sia troppo tardi per farlo. So che di lei mi posso fidare, non direbbe niente a nessuno, oltretutto io sono la sua unica amica. Le citofono, lei non apre, ma non demordo. Lei sembra più cocciuta di me, non risponde al citofono però io approfitto del suo vicino che esce e vedendomi, mi fa entrare; per una volta ho avuto fortuna. Suono il campanello e dopo qualche minuto di attesa finalmente mi apre la porta… Ha i capelli scompigliati, è struccata, scalza, il suo sguardo è scompigliato come i suoi capelli e il suo corpo mozzafiato è coperto a malapena da una vestaglia nera. Vorrei dire qualcosa di sensato però le parole mi muoiono in bocca, nell'istante in cui Serena si toglie la vestaglia e resta completamente nuda davanti a me. Io sgrano gli occhi e resto imbambolata a guardarla. Lei mi si avvicina e inizia a spogliarmi, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Io la lascio fare, incapace di oppormi, come se fosse la cosa più naturale del mondo. E forse lo è. Mi afferra la mano e mi fa sdraiare sul tavolo della cucina, lo stesso tavolo a cui abbiamo condiviso caffè, cene con le nostre famiglie e confessioni silenziose. Si siede proprio dove di solito si siede mio marito, mi tira verso di lei, mi stringe forte le gambe e affonda il suo viso angelico in mezzo a esse. Non appena la sua lingua si appoggia sul mio clitoride, io perdo totalmente il controllo e percepisco il mio corpo fluttuare leggero, avvolto da un calore crescente, che mi arriva fino alla testa. Serena mi lappa la figa, come se fosse una cagnolina assettata del mio sapore e nel giro di poco raggiungo già l’orgasmo, ma lei, ingorda del mio piacere, non si ferma, prosegue a leccarmi e aggiunge anche le dita. Le mie gambe tremano, la mia vista è offuscata, non sento più il mio corpo ma solo il richiamo crescente dell'orgasmo, come se fosse una droga, di cui non posso fare a meno. Esplodo di nuovo. Tutto gira. Serena si alza e io vedo solo la dea dei miei sogni infuocati e incessanti. Struscia il suo fiore di carne sui miei capezzoli, bagnandoli con i suoi umori, li lecca, li succhia e continua a strusciarsi come una gatta in calore; il suo clitoride gonfio che si scontra contro i miei capezzoli duri come chiodi è una visione indescrivibile. Si muove più su, verso la mia bocca che muore dalla voglia di assaggiare il suo sapore e le mie labbra cercano le sue labbra più intime. Si alza e si abbassa in maniera incostante per prolungare il più possibile il godimento che la mia bocca e la mia lingua le stanno provocando e vedo la pelle d’oca affiorare sulla sua pelle bianca. La afferro con forza, la spingo sulla mia bocca, trattenendola con le mani sui fianchi e lei si arrende. La mia lingua si intrufola tra le pieghe della sua figa, come se avesse appena trovato la sua oasi nel deserto. Serena geme e sentirla godere mi spinge a farla godere sempre di più. La sento sciogliersi sulla mia bocca, i suoi muscoli si rilassano del tutto, approfitto di quell'istante per infilare un dito nel suo culetto perfetto e lei quasi urla dal piacere. La mia bocca è un tutt'uno con il suo fiore di carne, aggiungo altre dita tra le sue natiche e lei continua a godere di me e con me, come se fosse la cosa più naturale del mondo… E forse lo è. All'ennesimo orgasmo trattiene a stento un grido e si accascia su di me sfinita. Ci guardiamo e iniziamo a ridere come matte. Io, decisamente più razionale di lei, le chiedo: - Come la gestiamo questa cosa adesso? Lei ride di nuovo e mi risponde: - Non c'è nulla da gestire, ce la dobbiamo solo vivere finché ci va. Annuisco. Andiamo a farci una doccia insieme e tenere le mani al loro posto è praticamente impossibile: siamo assuefatte al piacere che scateniamo l’una dentro l’altra. Non sappiamo resistere. Per un attimo il senso di colpa nei confronti di mio marito m’invade, ma le dita di Serena cancellano immediatamente quel pensiero assieme a un godimento esplosivo, che mi fa accasciare contro la parete della doccia. Tra una settimana partiremo tutti insieme e quello che la mia mente mi spinge a immaginare è un qualcosa di estremamente lussurioso. È un pensiero folle, che tento di reprimere, eppure più lo caccio via, più ritorna prepotentemente ad affollare le mie fantasie. Forse sarebbe il caso di tornare a essere razionale… O forse sarebbe meglio abbandonarsi completamente alla passione.
scritto il
2024-09-28
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