Raffaella prima parte
di
Rossapassione
genere
esibizionismo
Raffaella. Sussurro il suo nome, mentre la mia mano scorre veloce sulla mia erezione. La immagino in ginocchio davanti a me, a stringere i suoi lunghi capelli castani e fotterle la sua bocca carnosa e invitante, che ieri era sporca della panna del gelato e avrei voluto che al suo posto ci fossero gli schizzi della mia sborra. La immagino a novanta sul suo letto, dove sicuramente suo marito non la scopa più da anni, troppo preso dal lavoro, dal calcetto e dalla sua giovane amante. Il suo culo sodo e perfetto, nonostante lei abbia quasi cinquant'anni, che mi chiede di essere sculacciato e sfondato, che ieri ondeggiava vicino al mio viso in un costume che cercava di essere casto, ma tratteneva a stento la sua troiaggine repressa. La immagino masturbarsi, pensando a me, che non sono capace di non guardarla con gli occhi pieni di lussuria ed eccitazione; sguardi che, ormai che sono maggiorenne, lei ricambia con finta timidezza. La immagino urlare di piacere sotto ai miei colpi e in quell'attimo schizzo copiosamente sulla sua foto, che le ho scattato di nascosto ieri, quando faceva finta di dormire sul lettino sdraiata di lato e il suo costume fintamente casto aveva quasi completamente scoperto il suo culone e mi lasciava intravedere la sua figa gonfia. Avrei voluto trascinarla nella sua cabina e fotterla forte, facendola godere come merita e facendo sparire quel velo di malinconia che le copre gli occhi perché deve continuare a indossare la maschera di moglie perfetta e nascondere la sua vera natura di puttana. Mi aveva talmente eccitato, che ero dovuto andare nel bagno del lido a segarmi e nell'incamminarmi ero passato di proposito davanti a lei, che fingeva di dormire dietro agli occhiali dalle lenti scure e spesse, per mostrarle la mia erezione, contenuta a stento dal mio costume. Quando ero tornato sotto al mio ombrellone, non l'avevo più trovata e avevo immaginato che fosse tornata a casa sua per cercare di calmare il prurito che le infiammava la figa e l'anima nel letto, dove il marito non la scopava più da anni e si era sentita in colpa per aver fantasticato su di me. Nei giorni seguenti, invece, i suoi atteggiamenti erano diventati sempre più provacatori, come il suo piegarsi a novanta il più possibile vicino a me con la scusa dello stendere l'asciugamano sul lettino. Quella sera i miei genitori non c'erano e avevo inculato forte una turista tedesca nella mia camera, lasciando le finestre aperte e la luce accesa, con la speranza che Raffaella dall'appartamento di fronte ci vedesse e ci sentisse. La stavo fottendo con forza, quando mi girai verso la sua finestra e la vidi osservarci con una strana luce negli occhi, le guance arrossate e i capelli scompigliati e vederla così nuda, con i capezzoli dritti, mi fece schizzare litri di sborra nel culetto della biondina.
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