Tiziano in arte Noemi cap 1/10

di
genere
trans

Dovendo aspettare che arrivasse agosto, e con lui le ferie di mio padre, mia madre decise che come 'premio per il diploma' sarei andato qualche settimana da sua cognata Eleonora, la quale viveva in una bella casetta sul litorale laziale.
La sua segreta speranza era in realtà che trovassi qualche ragazza, ben sapendo che ero vergine nonostante i miei diciannove anni appena compiuti, verginità della quale non ne comprendeva il motivo, credendo che la mia fosse solo timidezza.
In realtà non osavo avvicinare nessuna per paura che non solo ridesse delle 'dimensioni' del mio pene, ma poi che andasse a dire in giro che ce l'avevo a dir poco piccolo. Avevo provato ad andare con una prostituta per togliermi ogni dubbio, ma quella donna dopo aver cercato in tutti in modi di farmi avere un’erezione decente, era riuscita solo a farmi avere un orgasmo nella sua mano, per poi ridere della mia mancata mascolinità e buttarmi fuori dal suo appartamento ancora mezzo nudo.
Da quel giorno avevo di fatto rinunciato ad ogni approccio con le ragazze, senza però avere il coraggio di provare ad essere passivo con un uomo, considerando l'omosessualità una deviazione che non avevo.
Ero cresciuto in una famiglia tradizionale, con mia madre che frequentava molto la parrocchia, mentre mio padre si limitava a qualche funzione quando proprio non ne poteva fare a meno, ma che nonostante ciò non voleva sentire parolacce in casa, figuriamoci bestemmie. Avevo anche pensato d'intraprendere la via ecclesiastica, ma la mancanza di una vera vocazione m'aveva fermato fin da subito, preferendo rimanere nell'ambito della chiesa come laico.
L'idea d'andare da zia Eleonora non mi piaceva per nulla, in quanto consideravo quella donna una poco di buono, non essendosi mai sposata, e avendo la nomea di mangiatrice di uomini non da poco, ma soprattutto perchè aveva il potere di farmi sentire sempre inadeguato. Da un certo punto di vista era una gran bella donna, se forse un po' troppo vistosa, con un seno importante nonostante non fosse molto alta, e un'aria da femme fatale anche quando vestiva in modo sobrio. Inoltre cercava spesso di mascherare i suoi quarant'anni con un trucco troppo pesante, nonostante avesse un fisico che molte ragazze potevano solo sognarsi.

Non avendo mai avuto il coraggio di contestare quanto avessero già deciso i miei genitori, feci la valigia, per ritrovarmi dopo qualche ora di treno alla stazione dove m'aspettava mia zia, forse meno felice di me di dovermi ospitare per alcune settimane.
"Tiziano sia chiaro fin da subito che io non sono tua madre, quindi vedi di non rompere ma soprattutto fatti i cazzi tuoi, altrimenti invece di una vacanza questo sarà il tuo inferno." mi disse perentoria non appena saliti in macchina.
"Certo zia, e poi io sono qui per andare al mare." le risposi intimorito cercando di non farlo troppo a vedere.
In realtà finii subito a farle da servetto, non tanto per la spesa ed il mangiare, visto che lei era ben più che una cuoca provetta, quanto per le pulizie di casa che accettai di fare di buon grado, anche perchè lo spazio non era molto, e mia zia non era particolarmente disordinata. Una volta finite le mie faccende andavo al mare da solo, finendo però quasi sempre con lo spiarla nei suoi costumi per me scandalosi, che non facevano altro che metterle in risalto il fondoschiena, facendo rizzare il pene di ben più d'un uomo.
Lei però sembrava quasi che si divertisse a far eccitare chiunque le passasse vicino, per poi lasciarlo a bocca asciutta, anche se una volta tornò a notte fonda per andare subito nella sua camera.
Il giorno seguente la sentii parlare al telefono, penso con una sua amica, di un uomo che aveva incontrato quasi per caso, e col quale era finita subito a letto dopo aver scoperto che era molto dotato, il che se da un lato scandalizzò il mio lato cattolico, dall'altro mi fece avere non poca invidia per colui che l'aveva avuta tutta per sé.
"Tiziano io vado al mare, tu fai la lavatrice e poi quello che vuoi." mi disse qualche ora dopo coperta per modo di dire da un pareo quasi trasparente, che lasciava ben vedere il bikini che aveva scelto quel giorno.
"Certo zia, anzi la faccio subito così non me la dimentico."
Per esser sicuro di non lasciare nulla in giro entrai nella sua camera, vedendo subito su una sedia delle sue mutandine, che pensai fossero quelle indossate la sera prima. In realtà più che mutandine erano due piccoli triangoli di stoffa trasparente, tenuti insieme da alcuni nastrini di raso, ma quello che era più importante è che letteralmente profumavano di sesso.
Quell'odore mi drogò in meno d'un secondo, rendendomi poco più di un bamboccio col suo feticcio in mano, e così finii sulla poltroncina ad annusarle come se non potessi fare altro. Ben presto la mano libera scivolò dentro i pantaloncini, così per rimanere più comodo li feci scendere insieme agli slip per potermi toccare meglio, In realtà avevo il pene in 'piena' erezione, il che voleva dire che quasi bastavano tre dita per coprirlo completamente, ma in quel momento non davo alcuna importanza alle dimensioni minime del mio attrezzo, concentrandomi esclusivamente su quell'odore che mi sembrava sempre più forte.
"Pezzo di merda, cazzo ci fai con le mie mutandine in mano !"
La voce di mia zia ruppe quel momento per me così magico, facendomi finire nel panico più totale, tanto che riuscii solo ad alzarmi e cercare qualche giustificazione.
Per tutta risposta lei mi diede uno schiaffo in piena faccia così forte che quasi persi l'equilibrio, ma che ebbe il risultato di farmi togliere la mano il mio pene, che rimase così scoperto.
"Ma guarda un po', oltre che pervertito sei pure senza cazzo." mi disse senza celare in alcun modo la sua ironia "Ora capisco perchè passi più tempo a spiarmi che a cercare qualche ragazza."
Portai immediatamente entrambe le mani sui miei genitali, ma ciò le permise di darmi un altro schiaffo forse più forte del primo.
"Adesso tu farai tutto quello che dico, altrimenti ti sputtano per tutto il pianeta, razza di pervertito che non sei altro."
"E come se posso chiederlo ?" le dissi cercando di sistemarmi alla meno peggio "In fondo è la tua parola contro la mia."
"Vedi quella pallina nera sopra l'armadio ? E' una webcam che ha ripreso le tue gesta, ma soprattutto il tuo essere un mezzo cazzo. E secondo te come la prenderà quella bigotta di tua madre quando ti vedrà con le mie mutandine in una mano e il cazzetto nell'altra ? Per non parlare di tutte le persone che ti conoscono che non faranno altro che riderti dietro."
Mi resi conto d'essere in trappola, anche se non capivo cosa volesse mia zia da me. Non certo fare del sesso visti gli uomini con cui andava, e neanche usarmi come domestica dato che di fatto già lo faceva, e decisi quindi d'assecondarla, se non altro per curiosità.
"Va bene hai vinto, cosa vuoi che faccia." le dissi guardando il pavimento.
"Per iniziare spogliati e poi mani dietro la schiena. Sia chiaro da questo momento non hai nessun diritto e il solo dovere d'ubbidirmi, ogni infrazione sarà punita a mio insindacabile giudizio, e non potrai dire nulla se non col mio permesso, inoltre mi chiamerai sempre signora o padrona, dandomi del lei. Ti tratterò peggio d'una troia perchè come maschio non vali nulla, e potrai godere solo col mio permesso, e credimi te lo concederò raramente. Sono stata chiara ?"
"Sì zia, scusi sì signora." risposi con la testa sempre più bassa per poi eseguire i suoi due primi ordini.
Terrorizzato com'ero, non dissi nulla quando lei m'ammanettò le mani dietro la schiena, per avere campo libero suoi miei genitali, che iniziò a torturare miscelando dolci sfioramenti a sonori schiaffi. Quel misto di dolore e piacere mi mandò completamente fuori di testa, tanto che senza rendermene conto cercai di baciarla, ricevendo un paio di ceffoni che mi riportarono sulla terra.
"Che cazzo stavi provando a fare ?" mi disse togliendosi l'inutile copricostume "Adesso sono costretta a punirti, quindi gambe larghe e stai zitto."
Ubbidii ben sapendo che si sarebbe scagliata sui miei testicoli, che infatti colpì più volte, anche se ciò non ridusse la mia piccola erezione.
"Bene vedo che ti piace il dolore, il che per te è un vantaggio visto che so essere sadica come poche altre persone al mondo." mi disse stringendomi il pene con le dita.
Girandomi intorno apparentemente senza senso, ma in realtà con un disegno ben preciso, mia zia iniziò a colpirmi sia sui genitali che sulle chiappe, prima con le sole mani e poi con una sottile cinghia di pelle, che ben presto lasciò i primi segni sulla mia pelle.
Nonostante mi sentissi estremamente umiliato, ogni volta che lei poggiava in qualche modo la sua mano sul mio sedere, sentivo crescere in me una sempre più forte eccitazione, che divenne insostenibile quando iniziò a far passare le dita nel solco delle chiappe, solleticando così l'ano.
"Ora mettiti a pecora, così mi siedo su di te e non mi stanco troppo." mi disse togliendomi le manette.
Non feci quasi in tempo ad ubbidire, che lei si piazzò sulla mia schiena, per poi riprendere a colpirmi il sedere, per mia fortuna solo con le mani.
"Dimmi stronzetto, hai mai provato a usare quel brufolone con una donna ?" mi chiese girando intorno al mio ano con un dito.
Le raccontai la mia fallimentare esperienza con la prostituta, scatenando le sue risate, ma non paga di ciò andò avanti col suo interrogatorio.
"Sei mai stato con un uomo, intendo per prenderlo nel culo."
"Ma zia non sono gay !" le risposi pendendomi subito di quello che avevo appena detto.
La punizione fu una sequenza per me interminabile di forti schiaffi sul sedere, che alla fine mi bruciava tanto da aver paura a doverlo poggiare da qualche parte.
"Anche se sono sicura che sei un incapace, vieni qui e leccami la fica." mi disse mentre si spogliava per poi andarsi a sedere sulla poltroncina, dove poco prima mi aveva scoperto a masturbarmi.
Non avendo alcuna esperienza iniziai a passare la lingua un po' a caso, ma poi fu lei ad indirizzarmi pur non smettendo mai d'insultarmi per la mia quasi inesistente virilità. Io però provavo ben più che un sottile piacere nel vederla godere, e non cambiò nulla quando lei scivolò quel tanto che bastava perchè le potessi leccare anche il buchetto, anzi poggiare le labbra su quello che avevo considerato il frutto del peccato m'eccitò a dismisura.
"Vai al comò, apri il cassetto in basso e prendi un cazzo finto, anzi prendi quello nero che almeno è bello grosso." mi disse con una naturalezza che mi lasciò basito.
Camminando a quattro zampe arrivai al comò, per scoprire che il cassetto che m'aveva indicato era pieno di giocattoli sessuali, anche se di molti non ne comprendevo ancora l'uso non avendoli mai visti. Presi senza indugiare troppo un fallo realistico di poco più di venti centimetri, che le porsi tenendolo con entrambi i palmi delle mani in segno di rispetto.
"Vedo che inizia a capire come devi comportarti." mi disse afferrando il fallo "Ora torna a leccarmi il culo almeno servi a qualcosa."
Mia zia iniziò a masturbarsi con estrema calma, mentre io le leccavo con passione l'ano cercando di darle più piacere possibile, anche perchè speravo che una volta avuto l'orgasmo mi lasciasse libero.
Quello che ancora non sapevo, era che mia zia era una vera e propria maestra nel ritardare il proprio picco del piacere, rallentando la mano ogni volta che vi si avvicinava, per poi riprendere il suo consueto ritmo. Mi ritrovai così a leccarle il buchetto per un tempo che mi parve infinito, arrivando a provare un certo indolenzimento alle ginocchia che alla fine si tramutò in un vero e proprio dolore. Non osai però dire nulla per paura di una sua punizione, e solo quando la vidi raggiungere l'orgasmo, con una serie di urla che non avevo mai sentito neanche in un film porno, mi accasciai su un fianco piè esausto di lei.
"Vatti a mettere a pecora sul letto, è ora che anche tu abbia la tua dose di cazzo." mi disse alzandosi in piedi per poi dirigersi verso il comò.
"Signora la prego, non sono frocio e sono anche vergine !" le risposi non riuscendo a trattenere le lacrime,
"Che non sei gay non c'entra nulla, per il resto c'è sempre una prima volta e sono sicura che dentro di te c'è una troia che non aspetta altro che uscire fuori, quindi niente storie o prendo una frusta e ti riduco a brandelli." mi rispose indossando uno strano fallo, non molto grande ma con una punta a palla che mi fece paura, fissato ad una specie di mutandina.
Avendo oramai capito che non potevo fare nulla se non ubbidirle, mi sistemai al centro del letto come mi aveva ordinato, con l'aria di un agnello sacrificale pronto a ricevere il proprio uccisore.
Con non poca sorpresa sentii le sue dita ungermi il buchetto girandoci prima intorno, per poi entrarci dentro con un paio di falangi, e tutto ciò mi piacque tanto che presi a gemere senza rendermene conto.
"Vedi che sei solo una troietta in cerca di cazzo." mi disse infilandomi dentro un secondo dito "E del resto con quel moncherino che hai fra le gambe puoi solo prenderlo nel culo, e stai tranquillo che con me il cazzo vero o finto non ti mancherà mai."
Mia zia mi sverginò con grande maestria, facendomi godere di ogni singolo istante di quei momenti, come se volesse che li ricordassi per sempre. Dopo aver unto la punta del fallo, lo fece entrare lentamente per poi lasciarla dentro di me per far sì che mi abituassi a quella presenza. Quando si rese conto che ero pronto, iniziò a spingere, ma a quel punto con mio grande stupore, ero più io a cercare lei che il contrario.
"Allora mio bel nipote, vedo che prenderlo nel culo ti piace e anche tanto." mi disse mentre mi scopava senza più alcuna remora.
"Sì zia, mi piace tanto, non sai come sto godendo." le risposi non ricordando quale fossero le sue regole.
"Come mi hai chiamato lurida checca ?" finse di domandarmi dopo avermi dato due sonori schiaffi sul sedere.
"Mi scusi padrona, però la prego di non fermarsi."
"Va bene però tu non ti toccare, voglio che inizi a godere solo col culo."
Il suo incedere divenne ben presto un crescendo inarrestabile, tanto che fece quasi fatica a rimanermi perfettamente dietro, per potermi fottere senza sosta.
Preso dal piacere gemevo o urlavo senza più alcun pudore, anzi le sue promesse di farmi scopare da uomini dotatissimi m'eccitavano ancor di più, tanto da desiderare che divenissero realtà il prima possibile, e alla fine ebbi il mio primo orgasmo anale, con la fuoriuscita di una notevole quantità di sperma.
"E bravo il mio nipote senza cazzo !" mi disse sdraiandosi esausta "Ora pulisci tutto, poi esci e fai la spesa per la cena, così dopo inizio ad insegnarti a cucinare. Anzi vai a prendere un paio di pizze che per stasera sono stanca e non ho voglia di fare nulla."
Guardai l'orologio e vidi che erano quasi le sette di sera, e che di conseguenza ero stato succube di mia di zia per quasi tre ore senza però rendermene conto.
"Va bene signora, però non so qual è la sua pizza preferita." le chiesi mentre mi rivestivo
"La diavola è ovvio." mi rispose con un ghigno.
Dopo cena lei mi spiegò con dovizia di particolari quale sarebbe stata la mia vita come sua sissy, facendomi capire che era tutto tranne che una sadica, ma che non sopportava la disobbedienza. Furono le ore in cui imparai le basi del Bdsm forse nella sua forma più estrema, quella della femminilizzazione forzata, e ogni tanto ebbi dei momenti di paura comprendendo appieno quello che mi aspettava, D'altra parte non potevo togliermi dalla mente il piacere provato mentre lei mi sodomizzava con quel fallo, tanto che quando andai a dormire non potei che masturbarmi ripensando a quegli attimi
Non sapendo che quello che pensavo potesse essere stato un momento passeggero della mia vita, sarebbe stato solo l'inizio di un lungo cammino verso la totale sottomissione a mia zia Eleonora.


Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2024-10-16
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