Ghiaccio bollente
di
Venerdì
genere
tradimenti
Io e Fabrizio ci siamo trovati questa sera per una cenetta veloce, due chiacchiere ed un bicchiere di vino. Non ci vedevamo da un sacco, non ci sentivamo da altrettanto. Non so perché, ma tra noi e sempre stato così: o ci messaggiamo tutto il giorno per settimane, oppure non ci sentiamo per mesi e mesi. Eppure, quando ci risentiamo è come se il discorso tra noi due non avesse mai nè capo nè coda, un continuo filo che ci unisce da vent'anni.
Insieme abbiamo vissuto tante avventure, serate nei locali, pomeriggi di studio, pomeriggi fa adulti a fare spesa per le nostre relative famiglie e, talvolta, qualche fugace momento di passione. La costante però è sempre quella: il continuo filo che ci unisce, che qualsiasi cosa accada, continua sempre dritto per la sua strada, non si rovina mai.
Ed anche stasera siamo appunto qui, a cena. Io e lui. I nostri rispettivi compagni hanno impegni personali, il mio allenamento, la sua un corso serale di fotografia. La costante che sempre ci fa ridere è che a noi non appassiona nulla a parte il cibo, e quindi siamo qui insieme a mangiare. Fa abbastanza caldo questa sera, è fine agosto, il ristorante scelto all'ultimo ha i tavoli all'aperto ma in una veranda molto discreta. Le tovaglie bianche di seta, lunghe fino a terra, impreziosiscono quell'ambiente fatto di luci soffuse, piante pendenti, candele e cristalleria sofisticata. Il contrario esatto di noi due: Fabrizio in jeans e maglietta, io con un vestitino quasi da spiaggia e dei sandaletti bassi. Ordiniamo due primi e una bottiglia di vino. Mangiamo chiacchierando, in realtà parlo più io, lui lo vedo stanco. Mi dice che sta lavorando parecchio e non vede l'ora di andare in ferie. Per svegliarlo un po', prendo del ghiaccio dal secchiello del vino e lo appoggio sul suo collo, a tradimento. "Cazzo, Giulia!" Salta sul posto. Non mi aspettavo si arrabbiasse, e forse anche lui rimane sorpreso dalla sua reazione, quindi per sdrammatizzare si stampa un sorriso, prende del ghiaccio e fa finta di giocare a pallacanestro, cercando di fare centro nella mia scollatura... ci riesce! Esulta come un bambino. Onestamente, vista la serata calda, lo trovo gradevole. Raccolgo quel cubetto dal mio seno e me lo faccio scivolare su collo e décolleté mentre continuo a chiacchierare di cose che in men che non si dica, diventano per fabrizio solo un rumore di sottofondo. Lo noto distratto, guarda il movimento della mia mano con il cubetto di ghiaccio, segue le gocce che lascia sulla mia pelle sciogliendosi. Mi dice "parla parla, io ti aiuto a rinfrescarti" pesca un altro cubetto dal cestello ed inizia a passarmelo sulle braccia. Ridiamo del fatto che sono una piccola fornace. Proseguiamo a bere vino e non abbiamo voglia di una seconda portata, ma un dolce lo prendiamo volentieri. Decidiamo di dividercene uno che ispira entrambi, una botta di vita, un tortino caldo di cioccolato, ripieno di fondente al peperoncino, con granelli di sale sopra e panna montata come guarnizione. Una di quelle cose che devi per forza condividere o non ti alzi più dal tavolo. Fabrizio è talmente l'amico di sempre che mi viene automatico quasi trattarlo come faccio con il mio compagno, senza esitazione dopo aver assaggiato il primo cucchiaio ed aver capovolto la testa per il godimento puro di quel dessert, do un'altra cucchiaiata e imbocco Fabri. Ha la mia stessa reazione. Continuiamo a mangiare quel cibo degli Dei senza proferir parola se non piccoli gemiti di piacere mentre ci guardiamo negli occhi come a dire "so che anche tu stai pensando che è la cosa più buona mai provata!" Verso la fine del dolce Fabri mi dice "qua dopo questa bomba, altro che fornace!" E prende un altro cubetto di ghiaccio, passandomelo sul collo. Penso che questo gioco gli piaccia. Piace molto anche a me. Sicuramente lo ha svegliato, prima sembrava un bell'addormentato. Parlando del dolce, del cioccolato e del peperoncino che sono cibi afrodisiaci, complice il vino e forse anche un po' il gioco del ghiaccio, finiamo a parlare di argomenti più piccanti. Di fantasie assopite dalla routine, di quanto basti poco per accendersi a volte. "Ad esempio" dice "prendi questa location, queste belle tovagli luuuunghe luuuunghe.. ti viene proprio voglia di metterci le mani sotto e giocare" afferra la mia gamba, scorre verso il piede e mi toglie un sandaletto. Si porta il piede sulle sue gambe, ed inizia a massaggiarlo. "Oh Fabri! Ma io ti porto a cena qui anche domani sera se fai cosi!" . Fa lo stesso anche con l'altro piede. Conosco l'attenzione per i piedi di Fabrizio, siamo una di quelle coppie di amici che parlano liberamente di tutto. E infatti... tempo zero, lo vedo un attimo in imbarazzo, arrossito, più accaldato di quanto non fosse già. Muovo i piedi per conferma: ha un'erezione poderosa. Sorrido, questa cosa mi elettrizza un po'. Complice sicuramente anche il vino, mi sento incredibilmente sexy e rapita da quella situazione che mi vede in vantaggio sui suoi freni inibitori, mentre osservo con aria furbetta il viso di Fabrizio intento a massaggiarmi i piedini. Li allungo, cerco di toccare il suo pene attraverso i pantaloni, ci riesco, e lo accarezzo. "Giulia..." mi ammonisce con tono di rimprovero come a rimettermi sull'attenti visto il luogo in cui ci troviamo. Ma non ci crede nemmeno lui, non vuole che io smetta..ed io lo so. Arriva il cameriere, ci chiede se vogliamo altro o il conto. Abbasso i piedi e mi rimetto i sandali in un battibaleno. Fabri ordina 2 caffè e due Montenegro. Mentre li beviamo siamo in silenzio ma Fabrizio non smette di cercare le mie gambe. Lo vedo, è eccitato. Rompe il silenzio e con coraggio dice "senti, ti va di fare un giro in macchina?".
So cosa intende. So che l'ho svegliato, so che ora mi vuole. E se mi rovesciassero un secchiello di ghiaccio addosso in questo momento, probabilmente evaporerebbe all'istante. Paghiamo, usciamo ed entriamo in macchina. Mentre mi giro per mettermi la cintura, mi prende il polso e me lo porta sulla patta dei suoi pantaloni dicendomi "Giulia senti come me lo hai fatto diventare? Adesso bisogna rimediare". Per tutta risposta, gli massaggio il cazzo da sopra i pantaloni e lo bacio. Mi prende per le natiche e mi fa salire su di lui, è infuocato. Mi fa scendere le spalline del vestito, cerca il mio seno con la bocca. Non siamo ancora usciti dal parcheggio del ristorante, che però è almeno buio e semi-deserto, vista l'ora tarda e la giornata infrasettimanale. Mi guardo intorno per assicurarmi che non ci siano persone intorno. Lui sembra non accorgersi nemmeno di dove si trovi, mi lecca i capezzoli, ho le sue mani ovunque, mi stringe con forza entrambe le natiche per muovermi ritmicamente sul suo cazzo. "Fabri...siamo in un parcheggio" "Non mi interessa Giulia, mi hai fatto impazzire, ti voglio qui"
In men che non si dica si apre la cerniera dei pantaloni, accosta le mie mutandine, e sempre tenendomi per i glutei mi appoggia sul suo cazzo... mi guarda negli occhi e mi penetra. Li socchiude, si morde il labbro, capisco che aspettava quel momento da un po'. Mi morde il collo mentre mi scopa in quella posizione, con lentezza, per gustarsi ogni centrimetro. Io sono sopra, ma in realtà fa tutto lui... mi stringe così tanto il culo mentre lo alza e lo abbassa sul suo cazzo, che mi fa male. Guarda le mie tette che ballano al ritmo dei colpi che lui stesso da, sembra estasiato. Poi ad un tratto rallenta. Mi bacia. Mi prende e mi fa sedere nuovamente al lato passeggero. Tira giù il mio sedile ed anche il suo e mi apre le gambe. Mi lecca la figa, ma lo fa in modo strano: non si concentra sul clitoride ma cerca di infilarle la sua lingua dentro di me. Mentre lo fa mi tocca le cosce, ed il suo trattamento mi piace. Si sposta a leccarmi le tutte le gambe, poi passa ai piedini. Me li lecca, si inginocchia e se li porta al cazzo, strofinandoli contro. Poi mi viene sopra e continua a scoparmi, ma in modo ancora più passionale, mentre mi bacia e alterna baci a morsi sul collo e sul seno. "Giulia non ce la faccio più, sto per venire" mi siedo sul sedile facendogli capire che voglio bere tutto, lo prendo in bocca, mentre lui è così eccitato che mi spinge la testa sempre più verso di lui. Mi schizza in bocca mentre urla il mio nome.
Sono stanca e soprattutto accaldatissima, per non farci senrire abbiamo tenuto i finestrini chiusi e si muore. Vorrei tanto cospargermi con quei cubetti di ghiaccio ora.
Cerco di ricompormi al meglio, tiro su le spalline del vestito, ma mi blocca, ancora ansimante. "Non coprire quel ben di dio".. velocemente non solo tira nuovamente giù gli spallini, ma mi toglie direttamente tutto il vestito. Mi sfila le mutandine e mi lascia così, nuda sul sedile della sua macchina, mentre mi guarda compiaciuto. Si lancia sulla mia figa e letteralmente me la mangia falemico, sempre tenendosi ben saldo con entrambe le mani al mio culo (deve piacergli proprio tanto, non lo molla un attimo) e continua così fino a che non vengo, urlando di piacere, sudata fradicia. "Adesso si che puoi rivestirti".
Mi riaccompagna a casa, abbiamo i finestrini aperti per rinfrescarci, siamo ancora tutti accaldati. "Quel dolcino era proprio buono sai... ma tu molto di piu. Dobbiamo tornarci presto in quel ristorante", dice mentre guida con una mano appoggiata alla mia coscia.
"Fabri lo sai, il giovedì siamo sempre liberi..una cenetta ci sta sempre bene". Siamo arrivati sotto casa mia. Lo saluto con un bacio sulla guancia e una buonanotte, apro lo sportello ed esco.
Probabilmente passeranno altre settimane o mesi, prima di risentirci di nuovo, come al solito.. o forse no, giovedì saremo nuovamente in quel ristorante. Ma quel filo che si unisce da vent'anni, a volte fa dei giri inaspettati.
Insieme abbiamo vissuto tante avventure, serate nei locali, pomeriggi di studio, pomeriggi fa adulti a fare spesa per le nostre relative famiglie e, talvolta, qualche fugace momento di passione. La costante però è sempre quella: il continuo filo che ci unisce, che qualsiasi cosa accada, continua sempre dritto per la sua strada, non si rovina mai.
Ed anche stasera siamo appunto qui, a cena. Io e lui. I nostri rispettivi compagni hanno impegni personali, il mio allenamento, la sua un corso serale di fotografia. La costante che sempre ci fa ridere è che a noi non appassiona nulla a parte il cibo, e quindi siamo qui insieme a mangiare. Fa abbastanza caldo questa sera, è fine agosto, il ristorante scelto all'ultimo ha i tavoli all'aperto ma in una veranda molto discreta. Le tovaglie bianche di seta, lunghe fino a terra, impreziosiscono quell'ambiente fatto di luci soffuse, piante pendenti, candele e cristalleria sofisticata. Il contrario esatto di noi due: Fabrizio in jeans e maglietta, io con un vestitino quasi da spiaggia e dei sandaletti bassi. Ordiniamo due primi e una bottiglia di vino. Mangiamo chiacchierando, in realtà parlo più io, lui lo vedo stanco. Mi dice che sta lavorando parecchio e non vede l'ora di andare in ferie. Per svegliarlo un po', prendo del ghiaccio dal secchiello del vino e lo appoggio sul suo collo, a tradimento. "Cazzo, Giulia!" Salta sul posto. Non mi aspettavo si arrabbiasse, e forse anche lui rimane sorpreso dalla sua reazione, quindi per sdrammatizzare si stampa un sorriso, prende del ghiaccio e fa finta di giocare a pallacanestro, cercando di fare centro nella mia scollatura... ci riesce! Esulta come un bambino. Onestamente, vista la serata calda, lo trovo gradevole. Raccolgo quel cubetto dal mio seno e me lo faccio scivolare su collo e décolleté mentre continuo a chiacchierare di cose che in men che non si dica, diventano per fabrizio solo un rumore di sottofondo. Lo noto distratto, guarda il movimento della mia mano con il cubetto di ghiaccio, segue le gocce che lascia sulla mia pelle sciogliendosi. Mi dice "parla parla, io ti aiuto a rinfrescarti" pesca un altro cubetto dal cestello ed inizia a passarmelo sulle braccia. Ridiamo del fatto che sono una piccola fornace. Proseguiamo a bere vino e non abbiamo voglia di una seconda portata, ma un dolce lo prendiamo volentieri. Decidiamo di dividercene uno che ispira entrambi, una botta di vita, un tortino caldo di cioccolato, ripieno di fondente al peperoncino, con granelli di sale sopra e panna montata come guarnizione. Una di quelle cose che devi per forza condividere o non ti alzi più dal tavolo. Fabrizio è talmente l'amico di sempre che mi viene automatico quasi trattarlo come faccio con il mio compagno, senza esitazione dopo aver assaggiato il primo cucchiaio ed aver capovolto la testa per il godimento puro di quel dessert, do un'altra cucchiaiata e imbocco Fabri. Ha la mia stessa reazione. Continuiamo a mangiare quel cibo degli Dei senza proferir parola se non piccoli gemiti di piacere mentre ci guardiamo negli occhi come a dire "so che anche tu stai pensando che è la cosa più buona mai provata!" Verso la fine del dolce Fabri mi dice "qua dopo questa bomba, altro che fornace!" E prende un altro cubetto di ghiaccio, passandomelo sul collo. Penso che questo gioco gli piaccia. Piace molto anche a me. Sicuramente lo ha svegliato, prima sembrava un bell'addormentato. Parlando del dolce, del cioccolato e del peperoncino che sono cibi afrodisiaci, complice il vino e forse anche un po' il gioco del ghiaccio, finiamo a parlare di argomenti più piccanti. Di fantasie assopite dalla routine, di quanto basti poco per accendersi a volte. "Ad esempio" dice "prendi questa location, queste belle tovagli luuuunghe luuuunghe.. ti viene proprio voglia di metterci le mani sotto e giocare" afferra la mia gamba, scorre verso il piede e mi toglie un sandaletto. Si porta il piede sulle sue gambe, ed inizia a massaggiarlo. "Oh Fabri! Ma io ti porto a cena qui anche domani sera se fai cosi!" . Fa lo stesso anche con l'altro piede. Conosco l'attenzione per i piedi di Fabrizio, siamo una di quelle coppie di amici che parlano liberamente di tutto. E infatti... tempo zero, lo vedo un attimo in imbarazzo, arrossito, più accaldato di quanto non fosse già. Muovo i piedi per conferma: ha un'erezione poderosa. Sorrido, questa cosa mi elettrizza un po'. Complice sicuramente anche il vino, mi sento incredibilmente sexy e rapita da quella situazione che mi vede in vantaggio sui suoi freni inibitori, mentre osservo con aria furbetta il viso di Fabrizio intento a massaggiarmi i piedini. Li allungo, cerco di toccare il suo pene attraverso i pantaloni, ci riesco, e lo accarezzo. "Giulia..." mi ammonisce con tono di rimprovero come a rimettermi sull'attenti visto il luogo in cui ci troviamo. Ma non ci crede nemmeno lui, non vuole che io smetta..ed io lo so. Arriva il cameriere, ci chiede se vogliamo altro o il conto. Abbasso i piedi e mi rimetto i sandali in un battibaleno. Fabri ordina 2 caffè e due Montenegro. Mentre li beviamo siamo in silenzio ma Fabrizio non smette di cercare le mie gambe. Lo vedo, è eccitato. Rompe il silenzio e con coraggio dice "senti, ti va di fare un giro in macchina?".
So cosa intende. So che l'ho svegliato, so che ora mi vuole. E se mi rovesciassero un secchiello di ghiaccio addosso in questo momento, probabilmente evaporerebbe all'istante. Paghiamo, usciamo ed entriamo in macchina. Mentre mi giro per mettermi la cintura, mi prende il polso e me lo porta sulla patta dei suoi pantaloni dicendomi "Giulia senti come me lo hai fatto diventare? Adesso bisogna rimediare". Per tutta risposta, gli massaggio il cazzo da sopra i pantaloni e lo bacio. Mi prende per le natiche e mi fa salire su di lui, è infuocato. Mi fa scendere le spalline del vestito, cerca il mio seno con la bocca. Non siamo ancora usciti dal parcheggio del ristorante, che però è almeno buio e semi-deserto, vista l'ora tarda e la giornata infrasettimanale. Mi guardo intorno per assicurarmi che non ci siano persone intorno. Lui sembra non accorgersi nemmeno di dove si trovi, mi lecca i capezzoli, ho le sue mani ovunque, mi stringe con forza entrambe le natiche per muovermi ritmicamente sul suo cazzo. "Fabri...siamo in un parcheggio" "Non mi interessa Giulia, mi hai fatto impazzire, ti voglio qui"
In men che non si dica si apre la cerniera dei pantaloni, accosta le mie mutandine, e sempre tenendomi per i glutei mi appoggia sul suo cazzo... mi guarda negli occhi e mi penetra. Li socchiude, si morde il labbro, capisco che aspettava quel momento da un po'. Mi morde il collo mentre mi scopa in quella posizione, con lentezza, per gustarsi ogni centrimetro. Io sono sopra, ma in realtà fa tutto lui... mi stringe così tanto il culo mentre lo alza e lo abbassa sul suo cazzo, che mi fa male. Guarda le mie tette che ballano al ritmo dei colpi che lui stesso da, sembra estasiato. Poi ad un tratto rallenta. Mi bacia. Mi prende e mi fa sedere nuovamente al lato passeggero. Tira giù il mio sedile ed anche il suo e mi apre le gambe. Mi lecca la figa, ma lo fa in modo strano: non si concentra sul clitoride ma cerca di infilarle la sua lingua dentro di me. Mentre lo fa mi tocca le cosce, ed il suo trattamento mi piace. Si sposta a leccarmi le tutte le gambe, poi passa ai piedini. Me li lecca, si inginocchia e se li porta al cazzo, strofinandoli contro. Poi mi viene sopra e continua a scoparmi, ma in modo ancora più passionale, mentre mi bacia e alterna baci a morsi sul collo e sul seno. "Giulia non ce la faccio più, sto per venire" mi siedo sul sedile facendogli capire che voglio bere tutto, lo prendo in bocca, mentre lui è così eccitato che mi spinge la testa sempre più verso di lui. Mi schizza in bocca mentre urla il mio nome.
Sono stanca e soprattutto accaldatissima, per non farci senrire abbiamo tenuto i finestrini chiusi e si muore. Vorrei tanto cospargermi con quei cubetti di ghiaccio ora.
Cerco di ricompormi al meglio, tiro su le spalline del vestito, ma mi blocca, ancora ansimante. "Non coprire quel ben di dio".. velocemente non solo tira nuovamente giù gli spallini, ma mi toglie direttamente tutto il vestito. Mi sfila le mutandine e mi lascia così, nuda sul sedile della sua macchina, mentre mi guarda compiaciuto. Si lancia sulla mia figa e letteralmente me la mangia falemico, sempre tenendosi ben saldo con entrambe le mani al mio culo (deve piacergli proprio tanto, non lo molla un attimo) e continua così fino a che non vengo, urlando di piacere, sudata fradicia. "Adesso si che puoi rivestirti".
Mi riaccompagna a casa, abbiamo i finestrini aperti per rinfrescarci, siamo ancora tutti accaldati. "Quel dolcino era proprio buono sai... ma tu molto di piu. Dobbiamo tornarci presto in quel ristorante", dice mentre guida con una mano appoggiata alla mia coscia.
"Fabri lo sai, il giovedì siamo sempre liberi..una cenetta ci sta sempre bene". Siamo arrivati sotto casa mia. Lo saluto con un bacio sulla guancia e una buonanotte, apro lo sportello ed esco.
Probabilmente passeranno altre settimane o mesi, prima di risentirci di nuovo, come al solito.. o forse no, giovedì saremo nuovamente in quel ristorante. Ma quel filo che si unisce da vent'anni, a volte fa dei giri inaspettati.
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