Le cene del giovedì

di
genere
tradimenti

Ed è di nuovo giovedì.
Io e Fabrizio non abbiamo più smesso di scriverci dalla settimana scorsa... inaspettato. Quanto inaspettato è il fatto che in sette giorni non abbiamo mai menzionato la nostra cena bollente.
Ci scambiamo meme, battute, foto del suo gatto che non sta bene con annesse richieste di consigli.
Ho la sensazione che stiamo entrambi facendo apposta a non tirare in ballo neppure un secondo di quei momenti che ci hanno lasciato con la voglia di cenare ancora insieme. Un po' ci spero, che stasera me lo chieda. Ho passato il pomeriggio al lavoro pensando a cosa indossare e fantasticando sulla reazione di Fabri. Ho immaginato i suoi occhioni sgranati penetrarmi la pelle dall'eccitazione.
E invece... solo discorsi di crocchette per appetiti difficili.
Esco dall'ufficio e vado a fare la spesa, le idee su cosa fare per cena sono poche e molto confuse. Andrea, il mio compagno, stasera ha allenamento. Mi guarderò una serie tv sul divano, probabilmente crollerò a metà della seconda puntata.
Ed eccolo lì, mentre metto prodotti nel carrello guardando la mia striminzita lista salvata sulle note del telefono: IL messaggio. Fabrizio. Mi sento salire le farfalle, ero quasi certa che non sarebbe successo. E invece dall'anteprima leggo "Ci sei? È giovedì... cenetta stasera?"
Il mio dito eccitato avrebbe voluto rispondere subito "siiiii siiiiii siiiiii! Finalmente!", ma decido di darmi un contegno. Calma Giulia. È solo Fabrizio. Eppure mentre me lo dico, riaffiorano alla mente flash delle sue mani sul mio corpo, le sento come fossero proprio su di me, chiudo gli occhi.
Devo centrarmi un'attimo. Ora Giulia finisci di fare la spesa e poi quando arrivi a casa, con calma, rispondi.
Inutile dire che quasi corro tra le corsie, dimenticando metà delle cose cose segnate sulla lista. Chi la guarda più la lista?
Pago e salgo in macchina. Volevo calmarmi, ma corro come se stessi arrivando tardi ad un appuntamento di lavoro. Nel traffico delle 18 suona il telefono, "sicuramente è Andrea", mi dico portando il dito allo schermo dell'auto per rispondere. Mentre lo faccio leggo che invece è Fabrizio.
"Giuli! Allora? Tutto bene?"
"Fabri ciao! Si tutto a posto, sto tornando a casa dalla spesa. Che combini stasera?"
"Niente, volevo proprio proporti una cena, Marta è al corso, so che il giovedì e perfetto per dedicarci a ciò che sappiamo fare meglio: mangiare!" Sorride un po' imbarazzato.
"Si Fabri, ci sono. Mi passi a prendere verso le 9?"
"Affare fatto. A dopo".
Chiudiamo la chiamata. Mi sale un fuoco dentro che vorrei spingere l'acceleratore e correre a casa più veloce della luce a prepararmi, ma non faccio in tempo che arriva una nuova chiamata. È Andrea. Ci diciamo com'è andata la giornata, poi gli dico "amore, stasera ceno con Fabri" e lo congedo velocemente. Non dice nulla Andrea, di quella cena. Solo un sereno "ok", poi cambia discorso. Sa che siamo in un rapporto quasi fraterno e lo conosce, conosce Marta, si fida.
Arrivata a casa mi infilo sotto una doccia bollente, mi depilo velocemente.
Ripenso ai mille discorsi piccanti fatti in vent'anni di amicizia, Fabrizio mi ha sempre confidato che adora le donne con un po' di pelo davanti, così non depilo tutto come sono solita fare, lascio appositamente una striscia per lui. M'incremo, mi profumo, mi sento da mangiare.
Sono avvolta da quel genuino eccitamento che ti trasmette sentirti pronta per un uomo, ma ancor prima a posto con te stessa, desiderabile e in pole position per affrontare qualsiasi cosa accada. Sono davanti al mio cassetto della lingerie: ne ho da vendere, un mucchio di indumenti di pizzo che spaziano da completini classici da signorina per bene a certi pezzi di intimo da porca come mutandine aperte davanti, perizoma striminziti e reggiseni che più che reggere, mostrano. Adoro la lingerie, forse eccita più me che l'uomo per il quale la indosso, che come unico scopo solitamente ha quello di togliertela nel più breve tempo possibile. Eppure non posso rinunciare a sentirmi sexy nel mio pizzo.
C'è solo un problema: non posso osare troppo con vestiti e scollature, altrimenti Andrea si insospettisce. In fondo esco solo con il mio amicone di sempre. Rimango super basic, gonnellina di jeans, maglietta semplice, sandali bassi. Sotto però ho deciso per un reggiseno a balconcino con intrecci di corde che mi strizzano il seno nei punti giusti. E ancora più sotto... decido di osare: non metto nulla. Esco senza mutandine, è una decisione d'impeto, ed è inutile dire che nel momento in cui prendo tale decisione mi sento così porca che sono già eccitata. Eccitata di me stessa...
Sono le 9, sono come sempre in ritardo, Fabri mi telefona "Scendi? Sono qua sotto".
Corro giù e salgo in macchina, schioccandogli un bacio sulla guancia.
"Come siamo belle" mi dice. "Andiamo nel posto dell'altra volta?"
"Andiamo dove vuoi. Ho una gran fame!", rispondo.
Parte e parliamo del più e del meno, del gatto, della sua settimana, anche se sono tutte cose che già sappiamo, visto che ci siamo scritti senza sosta. Arriviamo velocemente nel parcheggio del ristorante. Si gira mentre mi slaccio la cintura, mi osserva.
"Fatti vedere" mi scruta da capo a piede. "Sai che questa settimana mi sono letteralmente ammazzato di seghe pensandoti? Non abbiamo più parlato di ciò che è successo giovedì scorso, ma io tutti i giorni ho ripercorso quella sera con la mente. Mamma mia quanto me lo fai venire duro Giulia, senti qua"
Mi prende la mano e se la porta sui pantaloni. Si sente che è già eccitato.
"E tu? Ci hai pensato?" Mi chiede.
Non lo so perché non ho semplicemente risposto che sì, anche io ci avevo pensato parecchio. Dev'essere quel parcheggio ad avere una strana influenza su di me. Oppure è il suo cazzo già duro solo ad avermi accanto... fatto sta che rispondo a quella domanda togliendomi la maglietta sotto il suo sguardo attento.
"Giulia, mi sa che stasera saltiamo la cena", mi dice un secondo prima di lanciarsi sul mio seno. Lo afferra, lo lecca, gioca con gli intrecci di tessuto. Gli esce un "mamma mia" mezzo soffocato. Poi di scatto scende dalla macchina e abbassa i sedili dietro, mettendosi comodo. Mi tira sul retro e mi sdraia.
Non dice nulla, è tutto così automatico. Continua a giocare con il mio seno mentre sento che si apre la cerniera dei pantaloni e li abbassa, se li sfila e si sdraia, prendendomi su di lui a cavalcioni. Mi bacia, mi tocca con foga, mi muove su di lui. La gonna sale inesorabilmente su, e lui toccandomi ha come un sussulto. Mi guarda dritto negli occhi: "ma sei senza mutandine"
Rispondo con aria maliziosa: "eh sì, ero troppo indecisa su quali scegliere".
Lo vedo eccitarsi come un toro. Mi dice solo "che gran porca" e poi mi sdraia. In un attimo è su di me, mi alza la gonna ed ha già due dita dentro di me. "Senti come sei bagnata" inizia a leccarmi con una foga animale. Gli tengo la testa, lo accarezzo, mi sta facendo godere e glielo dico. Si alza e mi sbatte il suo cazzo durissimo contro la figa, più volte. Lo struscia per bene, raccogliendo i miei copiosi umori.
"Lo desideri, eh" mi dice.
"Non immagini quanto" e con un colpo deciso affonda tutto il suo cazzo dentro di me. Ci baciamo appassionatamente mentre mi scopa, poi nell'orecchio mi sussurra "ti sei tenuta una striscia di pelo per me? È questa la tua lingerie di stasera?"
Non rispondo, ansimo mentre mi godo il momento. Sarebbe inutile confermare, ha già capito tutto.
Sfila il cazzo da dentro di me e si avvicina al mio viso. "Succhiamelo, troia"
Non mi ha mai chiamata così. Capisco che il suo livello di eccitamento ha raggiunto un livello di non ritorno. Lo succhio con passione, scendo fino alle palle, lecco tutta l'asta. Lo struscio sulle tette, lo infilo in mezzo e cerco di segarlo col seno. Lo sento durissimo. Con forza mi gira e mi piega, mi da un forte schiaffo sul culo, poi mi morde una natica. Le allarga, mi osserva. Sento che si massaggia il cazzo. Mi fa alzare il culo ed inizia a leccarmela da dietro, in quella posizione. Mi sento una vera troia, come mi ha chiamato lui poco prima, oscenamente aperta al suo cospetto. Mi lascio andare a quel pensiero, e poco dopo esplodo in un orgasmo potentissimo. Fabrizio mi lecca fino all'ultimo spasmo, poi tenendomi sempre in quella posizione, mi penetra e mi scopa con forza, aumentando la velocità dei suoi colpi, tenendosi ben saldo ai miei fianchi.
"Sto per venire, non resisto più" tira fuori il cazzo e viene copiosamente sul mio buco del culo. Lo sento schizzare mentre geme forte. Che bello sentirlo godere così.
"Mi passi la borsa?" Gli chiedo ancora in quella strana posizione... voglio pulirmi.
Ci puliamo e ci accoccoliamo lì, su quei sedili ribaltati, nel buio di quel parcheggio che anche questo giovedì ci vede preda dei nostri istinti più animali.
"Adesso ho fame, però" dice Fabrizio.
"La cucina sarà già chiusa" dico.
"Mc drive?"
"Se non c'è altra soluzione..."
Ci ricomponiamo, mi rimetto la maglietta e torniamo a sederci davanti.
Andiamo verso il fast food e mentre guida, Fabri ha la mano fissa sulle mie gambe.. le percorre, le palpa, cerca di salire più su che può.
"Questi giovedì stanno diventando impegnativi" sorride.
Ordiniamo qualcosa e ce lo mangiamo in macchina, fermi nel parcheggio di fronte. Ridiamo e parliamo delle solite nostre cavolate, sembriamo ora i soliti amici di sempre, disconnessi completamente da quella situazione che solo poco fa ci ha visti avvinghiati e presi dalla passione.
Poi dal nulla mi dice "comunque sei bella con il culo per aria".
Rido.
Le sue mani si infilano sotto la gonna, mi cercano ancora. Mi bacia, scende sul collo. È la mia parte più debole, mi ricopro di brividi. Mi tocca il clitoride mentre mi bacia, mi infila due dita dentro, non smette di leccarmi il collo. Ho pochissima resistenza, così... ansimo e mi contorco, venendo un'altra volta.
Mi guarda compiaciuto "mettile ancora queste mutandine, fanno un certo effetto".
Riaccende la macchina, io sono ancora stordita. Mi riaccompagna a casa, si è fatto tardi. Andrea è già tornato, vedo la sua macchina nel parcheggio. Appoggio un bacio veloce sulla guancia di Fabrizio e lo saluto mentre scendo dall'auto.
In ascensore ricevo un suo messaggio: "grazie per la cena, non smetterei mai di mangiarti".
Lo cancello subito, non si sa mai. Ma guardandomi allo specchio mentre salgo al quarto piano, sorrido a me stessa.
È oltre mezzanotte, è già venerdì. La distanza verso il prossimo giovedì si accorcia.
Chissà quale sarà il menù della prossima cena con Fabrizio... sorrido ancora, sperando di essere io.
scritto il
2024-11-06
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