Prima esperienza... ma che esperienza

di
genere
trans

Prima del mio fidanzamento con Giulia avevo studiato all'università di Parma. Avevo fatto giusto due anni con scarsissimi risultati, mi piaceva la vita notturna e la mattina anziché studiare marketing alimentare, dormivo. Ed è in quel periodo che conobbi Laura, quella del racconto dello scambio di coppia, ma questa è un'altra storia.
Avevo a disposizione una camera proprio a Parma, caruccia niente di che e mi pagavo gli affitti con il lavoro estivo al mulino dei miei. I miei coinquilini, con cui avevo stretto amicizia, erano dei freakettoni, studiavano come pazzi per gli esami e si spaccavano di canne per il resto della giornata; non era proprio il mio mondo ma con loro ho avuto sempre un buonissimo rapporto, soprattutto quando facevamo serata in casa.
Mi piaceva uscire, anche da solo, che male c'è pensavo, tanto posso conoscere nuove persone e qui posso svagarmi un pochino.
E proprio una sera, un giovedì che l'andazzo nei locali era scarso forse a causa del freddo di febbraio, conobbi Serena. Ma partiamo dall'inizio.
Quel giovedì mi ficcai in un bar trendy, forse anche troppo per me e per il mio abbigliamento da universitario malconcio.
Notai la clientela, era vestita bene con un certo savoir-faire pacchiano, maschi adulti col mocassino marron roba da fare accapponare la pelle. Io avevo delle all stars giallo pagliericcio e un maglione color minestrone; ero inadeguato per quel posto? Sì, probabilmente sì.
Mi diressi verso il bancone del bar, cosa avrei potuto prendere da bere in un posto simile? Una birra ovviamente, con tanto di sguardo disgustato del barman.
Mentre mi gustavo la birra e studiavo il locale, mi maledicevo del perché fossi entrato lì, notai una ragazza ad un tavolino. Capelli castani con la frangia, maglioncino nero, jeans neri e una scarpa con tacco normale.
Mugugnai qualche pensiero positivo su di lei e dopo aver tracannato la mia birra - che aiuta un po' a essere disinibiti - mi diressi verso di lei. Era sola, strano, vabbè al massimo mi prendo picche, torno a casa, canna coi freaks e dormo.
Mi metto fronte a lei e spavaldamente dico "ciao, posso sedermi qui con te? Sembra che tutti abbiano la puzza sotto il naso", lei mi fece un sorriso e mi disse "certo, ma è il tuo abbigliamento che non aiuta" e ridacchiò. Beh, aveva ragione.
Dopo le presentazioni di rito, le chiesi: "ma com'è che sei sola qui?", lei mi rispose altrettanto "lo stesso che ci fai tu qui, mi annoiavo". Notai che le spalle erano ben definite e larghe, magari faceva piscina ma non glielo chiesi, non mi sembrava un argomento interessante anche perché io praticavo lo sport del pelandrone.
Domanda di rito: "Nella vita che fai? Oltre ad annoiarti qui", mi rispose che faceva la modella, o almeno ci provava. Mi raccontò del mondo difficile della moda, delle ostilità verso chi non porta una taglia 38. Le risposi in modo sornione dicendole: "Si vede che sei una modella e secondo il mio modesto parere stai bene, cioè sei proprio bellissima". Mi sorrise, aveva un bellissimo sorriso.
Dopo la seconda birra, offerta da lei, mi disse: "Senti, facciamo una passeggiata, io non abito lontano da qui", non mi feci scappare l'occasione e dissi immediatamente sì. Tra me e me pensavo che avrei svoltato quel giovedì pallosissimo con una bella scopata.
In strada faceva freddino, febbraio a Parma è un pugno in faccia quando si mette.
Arrivammo al portone di casa e ovviamente l'invito a salire non si fece attendere.
Entrai a casa sua, viveva sola, pensai che guadagnasse abbastanza per potersi permettere un appartamentino del genere. "Mi metto comoda, quelle scarpe mi distruggono i piedi". Quando tornò la trovai in tuta, ma che me frega pensai, va bene lo stesso.
Ci accomodammo nel divano e con molta nonchalance mi disse "ora ti bacio". Sentì la sua lingua, calda, ci avvinghiammo l'uno all'altra. È fatta è fatta, ero al settimo cielo.
Nel momento propizio dello strip, notai che aveva un corpo e un seno perfetto, anche troppo perfetto e un rigonfiamento nelle mutande, piccolo ma c'era. Avete presente quando sembra che tutto scorra velocemente e invece sei lì e devi prendere una decisione last minute? Ecco, quel momento l'ho vissuto così. Serena si accorse del mio tentennamento. "Avrei dovuto dirtelo, per questo motivo ero sola al tavolo". E in quel momento, quell'esatto momento dissi: "valà, dai". Allora strinsi Serena a me. Il mio membro che era più grosso del suo, si appoggiò sopra. Ci baciammo, tanto, intensamente. "Paolo, sicuro?" "Sì".
Glielo toccai, strofinai quel piccolo membro con la mano sinistra, a parte il mio non avevo toccato mai un altro pisello, divenne un po' più grande e lei gemette tantissimo. Allora ingenuamente glielo succhiai, ma che sapore ha un pisello? Non era malvagio, era ben pulito e non puzzava. Mi accarezzava i capelli e la schiena mentre ero intento nel lavoro e quando sentii che stava per succedere qualcosa mi staccai e lei venne, poco ma venne. Iniziò poi lei a succhiarmelo, era come una professionista, come quelle che si vedevano nei siti. Però mica male Serena eh. "Paolo ti va di fare l'amore?" Subito dopo quella domanda, la girai, un po' disorientato ma alla fine iniziai a stantuffarla. Pensavo di dover dare il meglio di me, quindi ci diedi dentro con tutta la mia forza, era più tutto più stretto e a lei piaceva ed anche a me. Lei gemeva e stringeva e io, come un principiante, venni in pochissimo tempo copiosamente nel suo culo, ne prese un po' con due dita e se lo portò alla bocca. "Uff, che scarso" dissi, lei mi baciò e mi disse "è stato bellissimo perché sincero".
Arrossì, è vero, Serena era bella, mi piaceva, non m'importava di quella "diversità" tanto odiata in tv.
Passai la notte da lei, sul suo divano, abbracciati. La mattina seguente, dopo un caffè bollente mi disse con tutta onestà: "Paolo, io e te non possiamo frequentarci e tu lo sai... puoi venire qui ogni tanto, quando il giovedì ti senti solo".
Annuì e non risposi neanche, forse non ero pronto ad affrontare una avventura così, nessuno mi avrebbe capito ed uscì da quella casa un po' affranto ma col suo odore che mi accompagnò per qualche giorno ancora finché non misi questa esperienza tra i miei ricordi.
Ed ovviamente, Giulia tutto questo non lo sa.
scritto il
2024-11-19
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