Sporca di piacere 2. la versione di Alf

di
genere
etero

Alf era, in un certo senso, una delle risorse del locale. Con il suo fascino da playboy, contribuiva al successo e alla fama del posto. Le sue conquiste erano varie e onnivore: matrone in decadenza, ragazzine esuberanti, single in cerca di avventure spensierate. Ma quella donna lo colpì.
Priscilla era nel pieno della sua bellezza, con un’eleganza che mescolava classe e sensualità. Non era una donna che avesse bisogno di implorare attenzioni, eppure si trovava lì, di fronte a lui, emanando un fascino naturale che lo lasciò senza parole. Le sue curve generose sembravano una provocazione: i seni pieni, appena trattenuti da un vestito leggero, il ventre piatto e i fianchi morbidi che promettevano calore e accoglienza. Alf la osservava, attento, ma furono i piedi di Priscilla, sensuali e perfetti, a catturare per primi il suo sguardo, accendendo un desiderio improvviso.
Non perse tempo: il suo approccio fu diretto, perfino sfacciato, come solito. Alf intuì che lei cercava qualcosa di più di una semplice conversazione, bensì una scossa, e non fu certo difficile condurla con sé nella sua garçonniere.
La spinse, vorace, contro il muro con forza, le mani che scivolavano lungo il suo corpo per abbassare lentamente la zip del vestito. Priscilla emise un gemito basso, un desiderio che non richiedeva parole.
Le sue labbra trovarono la pelle calda del collo di lei, lasciando baci e morsi leggeri che scendevano fino alla scollatura. Quando il vestito cadde, rivelando la sua pelle morbida, Alf si mosse impaziente. Una mano si chiuse su uno dei seni, soffermandosi sul capezzolo già teso, mentre l’altra scivolò tra le sue cosce, trovando Priscilla pronta, colma di un desiderio innegabile.
«Non sbagliavo a pensare che colassi come un frutto succoso», mormorò contro la sua pelle.
Priscilla lo guardò languidamente, lasciandosi guidare senza opporre resistenza.

Alf e Priscilla erano fusi in un intreccio primordiale. Alf agiva con energia brutale, incarnando la pura essenza della virilità.
Sotto di lui, Priscilla si offriva senza riserve, il suo corpo che rispondeva con passione selvaggia a ogni affondo. La pelle lucida di sudore brillava nella penombra, i capelli aderivano al viso e al collo, un chiaro segno dell’intensità del loro incontro. Ogni suo gemito sembrava un incitamento, un invito a spingersi oltre, a esplorare nuovi confini di piacere.
L’aria era densa di profumi che si fondevano in una miscela inebriante: l’aroma salmastro del sudore, il muschio maschile, la dolcezza pungente del desiderio femminile. Ogni respiro li avvolgeva, amplificando le sensazioni, cancellando ogni traccia di razionalità.
Alf con un ultimo, intenso affondo, raggiunse il culmine, il suo seme esplose dentro di lei, un'ondata calda riempì Priscilla, traboccando e fuoriuscendo a formare una macchia che si allargava sul lenzuolo. Priscilla col suo corpo che si inarcava alla ricerca di una penetrazione più profonda, lanciava gemiti che si trasformavano in un grido di sottomissione. Ogni pensiero dissolto in quel vortice di sensazioni.
Non era la fine, ma solo l’inizio. Alf, instancabile, continuò a muoversi, sentendo le contrazioni ritmiche che lo avvolgevano e lo incoraggiavano a proseguire. Priscilla, ormai priva di inibizioni, si aggrappava a lui, le unghie che lasciavano tracce sulla sua schiena, il corpo che cercava un contatto più profondo. Le sue parole fluivano come un torrente di oscenità
- Quel cazzo... è formidabile! È troppo... mi stai spaccando e non riesco a smettere di volerne ancora. Il tuo seme lo voglio sentire scivolarmi dentro.
Ogni nuovo orgasmo la portava oltre, in un crescendo che sembrava non conoscere fine. Il suo volto, trasfigurato dall’estasi, rifletteva una bellezza cruda, selvaggia, che Alf trovava irresistibile. Era una danza di piacere e trasgressioni.
Quando Alf, con un sussurro rauco, propose di esplorare un nuovo territorio, Priscilla sollevò lo sguardo, gli occhi socchiusi e velati da una complicità silenziosa. Il tremore del suo corpo non era paura, ma pura anticipazione.
Si affidò a lui, consapevole che Alf sapeva leggere ogni sfumatura delle sue reazioni. Con movimenti lenti e sicuri, Alf la preparò, guidandola verso un confine che non aveva mai varcato.
Quando infine, divaricate le natiche toniche affondò con decisione in quella meraviglia, un moto di sorpresa attraversò Priscilla, seguita da una sequenza di emozioni mozzafiato. Trattenne il respiro per un istante, uno strillo sfuggì dalle sue labbra, seguito da un suono grezzo e gutturale, mentre il viso affondava nel cuscino.
- Siii, il culo, aprimelo, fammi male, mi piace!
Il suo corpo rispondeva, muovendosi in modo frenetico e scomposto, inseguendo quel godimento bestiale e atavico, privo di romanticismi ma straordinariamente eccitante. Lui la osservava, incantato da ogni brivido della pelle di Priscilla, da ogni gemito gutturale che le sfuggiva dalle labbra: era per lui una conferma del suo potere, della sua superiorità di maschio su quella preda pregevole completamente soggiogata. Le sue mani sui suoi fianchi, il calore della pelle contro la sua, il corpo di lei che si contorceva con movimenti disordinati, inseguendo un piacere che sembrava senza fine.




- Questo buchetto mi fa impazzire…meglio di una figa, non riesco a fermarmi... sei così calda.
Alf provava un orgoglio unico nel percepire il suo pene che esplorava, dilatava quelle pareti calde e accoglienti che gli si stringevano addosso provocandogli un intenso piacere. Quando Alf si ritirò lentamente, Priscilla sentì una traccia liquida e calda fuoriuscire da lei e scivolare lungo la sua pelle, un rivolo che seguiva le curve morbide del suo corpo. Il seme di Alf tracciava una scia, un segno tangibile dell’intensità che avevano condiviso. Lei chiuse gli occhi, assaporando quella sensazione intima e cruda, un miscuglio di piacere e vulnerabilità che la lasciava senza fiato. Poi si lasciò cadere sul letto, esausta ma visibilmente appagata. Un sorriso languido affiorò sul suo volto mentre cercava il contatto di Alf, le dita che tracciavano linee leggere sulla sua pelle ancora calda.
- Non pensavo che essere inculata potesse essere così... intenso - mormorò Priscilla, la voce appena percettibile, quasi un sussurro. Alf la guardò, un sorriso di soddisfazione che rivelava il suo orgoglio, il piacere di aver avuto un dominio assoluto su di lei.
Eppure, quando Priscilla gli lanciò uno sguardo fugace, quasi distratto, prima di alzarsi e andare verso il bagno senza una parola, qualcosa si incrinò in quell’atmosfera trionfale. Alf rimase immobile, osservandola sparire dietro la porta, il suo cuore ancora martellante. Fu in quell’istante che intuì una verità amara: mentre per lui quella era stata una notte indimenticabile, per Priscilla non era stato altro che un gioco.
La notte trascorse insonne. Alf si rigirava nel letto, il suo corpo intrappolato nei ricordi vividi di Priscilla. Il suo odore, il sapore della sua pelle, i gemiti che gli rimbombavano nelle orecchie... tutto di lei lo aveva catturato, incatenandolo in un vortice di desiderio e insoddisfazione. Lei era stata perfetta, troppo perfetta, tanto da lasciargli un vuoto che nulla sembrava poter colmare.
L’indomani la cercò, come un uomo che insegue un sogno. La spiaggia si stava popolando, il sole del mattino accarezzava l’acqua e illuminava la figura sinuosa che si muoveva lentamente nell’acqua bassa. Ed eccola lì, Priscilla.
Indossava un bikini che metteva enfatizzava le sue curve generose e naturali: i seni pieni, appena contenuti dal tessuto, e i fianchi morbidi che si muovevano con grazia. L’acqua lambiva le sue gambe tornite, la pelle abbronzata brillava sotto i raggi del sole. I capelli raccolti, il volto nascosto da occhiali da sole, ma Alf non aveva bisogno di vederle gli occhi per sapere quanto fosse irresistibile.
Il suo cuore sobbalzò. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per rivivere ancora una volta quel fuoco che lo aveva consumato. Ma lo sguardo di Priscilla lo attraversò come se lui fosse trasparente: continuò a camminare, ignorandolo. Lui la osservò scomparire tra la folla, il cuore stretto in una morsa di desiderio e frustrazione. Alf, il conquistatore di innumerevoli donne, si sentì improvvisamente vuoto, come se lei avesse portato via qualcosa di più di una semplice notte di passione. Forse, per la prima volta, era lui quello conquistato.
Per Priscilla, la notte aveva un sapore dolce e liberatorio. Alf era stato il compagno perfetto per soddisfare una fame che si era accumulata nel tempo, un desiderio a lungo ignorato che l’aveva fatta finalmente sentire donna. Il suo corpo ancora vibrava al ricordo della forza con cui lui l'aveva dominata, della sua energia inesauribile e della sua determinazione a possederla in ogni modo possibile. Ma per lei, era stato tutto lì: un capitolo chiuso con l'alba, niente di più.
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2025-01-09
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