Le mie perversioni

di
genere
pissing

Con il passare degli anni ho scoperto, ho ammesso, che mi piace essere umiliato e usato, non amo il dolore fisico almeno entro certi limiti. In questo racconto descrivo la mia prima esperienza di pissing e rapporto anale avute con un uomo.

Dopo l’esperienza al cinema porno, di tutti quei cazzi in bocca e il loro sapore, volevo provare il sesso anale. Mi penetravo abitualmente con vari oggetti, ero arrivato a infilarmi una grossa melanzana, ma volevo provare a sentirsi scopati da un vero cazzo caldo, duro e che ti imponeva il suo ritmo. Mi iscrissi a qualche sito gay, ma dopo qualche giorno in cui chattai con diversi utenti, vuoi per paura o perché non compatibili molti volevano farlo all’aperto e non mi piaceva l’idea, lasciai perdere. Una domenica decisi di tornare in un cinema porno per ripetere l’esperienza, ma non nella mia città dove avevo paura di incontrare qualcuno che mi conoscesse, così andai con il treno nella vicina città. Entrai nella sala buia, vidi solo due teste andai a sedermi alla persona più vicina, ma quello infastidito si alzò allontanandosi, rimasi solo ma per poco. L’altro spettatore si alzò e venne a sedersi accanto a me. Lo osservai era alto e ben piazzato vestito con una tuta, fece un’apprezzamento al cazzo dell’attore, di notevoli dimensioni, dicendo che anche lui non era messo male e mi chiese come fossi io. Non risposi ma mi chinai verso il suo cazzo e lo tastai, era discretamente grosso ma non duro, mi fermò e mi disse di seguirlo nel bagno. Rimasi per un attimo a guardarmi intorno poi andai verso il bagno, non so cosa mi aspettavo, il bagno aveva una serie di orinatoio e due cabine con la porta, puzzava di piscio, l’uomo mi aspettava appoggiato al muro, mi fece cenno di andare in una cabina. C’era un bagno alla turca con a lato una cannella con una canna attaccata, ero fermo sulla porta quando senti spingermi alle spalle verso l’interno e poi senti la porta chiudersi con il paletto.
Bravo frocetto ora ci divertiamo per bene, mi sussurrò all’orecchio, mi fece girare e mi spinse verso il basso; mi inginocchiai in quel bagno sudicio guardando dal basso quell’uomo che con una mano mi teneva giù e con l’altra si prendeva il cazzo in mano e me lo sbatteva in faccia. Aveva un bel cazzo grosso, largo e venoso, con una bella cappella larga e violacea con tracce di sperma secco. Me lo strusciava e sbatteva in faccia coprendomi con il suo forte odore, mi ricordava l’odore di pesce misto a piscio, io tiravo fuori la lingua e cercavo di leccarlo di prenderlo in bocca, mi diceva che dovevo meritarmelo, lo appoggiava e poi lo levava subito, mi lasciava con la voglia e deluso. Gli dissi di farmelo succhiare che lo volevo, ma continuò a non darmi soddisfazione, così lo supplicai e implorai avevo voglia di succhiare e bere. Mi disse di tenere la bocca aperta e mise il cazzo barzotto dentro, presi a leccarglielo ma mi disse di stare fermo, poco dopo sentì un fiotto caldo dal sapore acre in bocca, mi stava pisciando in bocca. Preso alla sprovvista mi staccai dal suo cazzo e qualche schizzo mi bagnò il viso e i vestiti, lo guardai e lui per tutta risposta mi disse che mi stava dissetando e riprese a pisciare sulla mia faccia, aprì la bocca e accolsi quel liquido caldo, dal sapore acre e salato, bevendolo come se fosse un nettare, mugolando di piacere per quel trattamento. Succhiai le ultime gocce da quella cappella violacea, la lappai pulendola tutta finchè non fu lucida e grondante di saliva, la sentivo crescere in bocca, l’uomo godeva e mi chiamava cesso succhiacazzi. Quando fu bello duro lo tolse dalla bocca e mi fece alzare, mi chiese se volevo godere, mugolai di si. Tolsi pantaloni e mutande e mi appoggiai al muro tenendo su il culo, offrendolo a quello sconosciuto, mi gustavo l’attesa di sentire quel cazzo entrare come avevo fatto tante volte con i miei oggetti, ma non ero pronto per un cazzo vero. L’uomo mi sputò sul culo e appoggiò la cappella sul mio sfintere e le sue mani mi serrarono i fianchi, mi aspettavo che forzasse piano piano il mio culo facendomi abituare e poi entrare tutto, invece lo spinse tutto dentro con una certa forza, senti lo sfintere opporre resistenza e poi cedere con un fitta di dolore, la sua cappella si fece strada nel mio culo allargandolo senza pietà, un rantolo mi si strozzò in gola, dolore e piacere mi mandavano fitte allo stomaco e al cervello. Senti le sue palle sul mio culo, era tutto dentro, neanche il tempo di realizzarlo e sentì che il cazzo che usciva con un flop, sentii il mio culo vuoto riempito nuovamente da quel cazzo ed un'altra scossa attraversarmi il corpo dritta al cervello. Entrava e usciva, sempre più forte, le sue palle mi sbattevano sul culo, il mio cazzo saltellava avanti e indietro ad ogni spinta gocciolando di piacere, mugolavo e ansimavo, posseduto in modo brutale, così diverso da come lo facevo masturbandomi da solo. Mi piaceva sentirmi usato in quel modo, sentirmi dare della troia, frocetto, culorotto; sentire quel cazzo duro caldo e violento che mi imponeva il suo piacere, non il mio, io ero lì per soddisfare le voglie di quel grosso cazzo, lo pregavo di sfondarmi, di rompermi ancora di più il culo, di spingerlo tutto dentro e riempirmi. Grugniti di piacere furono seguiti da un caldo che mi riempi il retto, dopo poco il cazzo dell’uomo si ammoscio scivolando fuori seguito da un filo di sperma misto alle mie feci, sentivo il culo aperto lo toccai e due dita mi scivolarono dentro con facilità. L’uomo non ancora soddisfatto mi ordinò di pulirlo, presi della carta, ma volle che usassi la bocca, così assaporai dal suo cazzo i suoi umori e le mie feci, succhiai e leccai ripulendolo; l’uomo uscì lasciandomi inginocchiato nel bagno. Mi portai la mano sotto al mio culo raccogliendo gli umori che ancora mi uscivano dal retto e li leccai e bevvi per il mio solo piacere.

Ciaccialessio06@gmail.com
di
scritto il
2025-02-28
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