Sono la troia di Amhed
di
Alec
genere
dominazione
Lavoravo come manutentore impianti e spesso ero fuori in trasferta in coppia con il mio responsabile Amhed, un marrocchino di 45 anni, molte volte rimanevamo fuori per alcuni giorni o anche settimane. Era duro sul lavoro e autoritario, ma apprezzava la mia compagnia. Durante una trasferta, una sera in hotel, al suo rientro in camera condivisa, mi feci trovare che mi masturbavo e mi penetravo mentre guardavo un porno. Era una mossa azzardata, ma avevo capito che Amhed più di una volta mi aveva guardato con insistenza il culo e che spesso mi mostrava il suo cazzo con la scusa di andare a pisciare insieme in autogrill. Contavo sul fatto che da diversi mesi non vedeva sua moglie che viveva in Marocco e che non faceva sesso. Osservavo Amhed fermo sulla porta, mentre di sottofondo il porno continuava a riempire la stanza di gemiti, guardandolo ripresi a infilarmi il cazzo dentro il culo e a farlo uscire, poi me lo portai alla bocca succhiandolo avidamente. Amhed si toccava il cazzo e mi guardava, si avvicinò al letto e tirò fuori il cazzo “Succhia questo troia”, abbandonai il dildo e mi inginocchiai ai piedi di Amhed. Finalmente potevo godere di quel bel cazzo duro e venoso color nocciola che avevo sempre e solo guardato, lo presi in bocca gustandomi il calore della cappella e quel sapore intenso, lo succhiai e leccai mugolando e sbavando “brava troia succhialo tutto così, dai che ti riempio la bocca di sborra”, mugolavo di piacere e aumentai il ritmo, volevo sentire il suo sapore. Amhed guardava il porno mentre lo spompinavo, l’attrice veniva imbrattata di sborra dai tre attori, grossi schizzi le colpivano il viso e le riempivano la bocca, “apri bene la bocca che ti riempio di sborra come quella troia” disse sfilandomi il cazzo di bocca e menandoselo. Grossi schizzi di sborra mi colpirono in faccia ed in bocca, sembrava non finire mai. “Puliscilo e ingoia” mi ordinò spingendo il cazzo nella bocca, lo succhiai tutto fino all’ultima goccia mungendolo con cura, “Ti piace essere come quella puttana del video, ti piacerebbe avere un mare di cazzi che ti scopano? Guarda come gli piace a quella troia essere annaffiata da tutti quei cazzi!”. L’attrice era sempre in ginocchio coperta di sperma, si sditalinava mentre gli attori le pisciavano in bocca, mi stavo seghando eccitato, Amhed mi si piazzò di fronte con il cazzo in mano io aprì la bocca confermandogli la mia sottomissione. “Bevi!” fu il suo ordine lasciando partire il primo zampillo che mi colpì il corpo. Diressi la mia bocca verso il suo cazzo, il suo piscio caldo mi riempì la bocca, acre salato, deglutì ed ingoiai il più possibile, ma alla fine ne sputai fuori molta. “Ti avevo ordinato di bere, ora sei la mia puttana devi fare tutto quello che ti ordino” mi sibilò incazzato, “Va bene che mi piace essere troia, ma non esagerare” risposi. “No, forse non hai capito, se vuoi continuare a lavorare in questa ditta fai TUTTO e ripeto TUTTO, quello che ti dico, altrimenti ti faccio licenziare.” Sapevo che era un ottimo amico del titolare e sapevo che aveva già fatto licenziare alcune persone per cui non mi restò che annuire. “Non ho sentito?”, “Si, va bene”, “brava troia e ora mettiti a 4 zampe e lecca tutto il piscio che hai fatto cadere” “ Ma…” provai a protestare, “HO DETTO LECCA”. MI misi a 4 zampe e avvicinai il viso a terra, tirai fuori la lingua ed iniziai timidamente a leccare, “brava cagna” disse mentre con il piede mi spingeva la testa a terra, “ora per la tua disubbidienza devi essere punita”. Prese il dildo dal letto e si posizionò alle mie spalle, senza tante accortezze lo spinse dentro il culo provocandomi un leggero doloro “Ne ha presi di cazzi questo culo, ora vediamo quanto è largo, non ti azzardare a muoverti” sentì che infilava le sue dita appoggiarsi sul mio culo già occupato dal dildo, e mentre spingeva il dildo spinse dentro anche le dita forzandomi il culo “Piano mi fai male” protestai cercando di allontanarmi. Mi sentii strizzare le palle “Ho detto FERMO”, e riprese a spingere dita e dildo per un bel po' di cm, sentivo il culo cedere piano piano. “MMM ancora non basta” disse sfilando tutto dal culo “Proviamo così”, non sapevo cosa facesse fino a che non sentì il suo cazzo che entrava per diversi cm e subito dopo il dildo appoggiarsi sul culo, “NO, NO, NO” supplicai, “TI ho detto zitto” e mi infilò le sue mutande in bocca. Tornò ad appoggiare il dildo sul culo e spinse. Inizialmente non riusciva ad entrare, Amhed provava ad affondare il suo cazzo e spingere il dildo manovrandolo in diversi modi ma non entrava. “Tieni aperto questo culo, Troia” con il viso schiacciato a terra mi allargai le chiappe esponendo il culo, Amhed sfilò il cazzo, sputò dentro al culo e sul cazzo, entrambi le cappelle si appoggiarono sul mio buco e premevano , sentì lo sfintere tendersi e accogliere le punte dei due cazzi, la pressione aumentava e lo sfintere si tendette opponendo resistenza, poi con una spinta decisa le due cappelle entrarono, guaii dal dolore non potendo urlare con la bocca tappata “sanguini e mugoli come una verginella” mi schernì Amhed, “dai che te lo apro per bene così le prossime volte non avrai problemi” e con un'altra violenta spinta si fece strada nel mio culo fino alle palle. Un lungo grido soffocato accompagno quel trattamento, sentivo la pancia ed il cazzo pulsare, il culo era in fiamme dolorante, lo sentivo scoppiare riempito da quei due cazzi, poi uscirono lasciandomi con il culo aperto e vuoto, “MMM, si chiude ancora troppo” e fui penetrato nuovamente . Amhed usciva e rientrava dal mio culo, che opponeva sempre meno resistenza, sempre più slabbrato e lubrificato dal mio sangue e dai suoi sputi, dopo alcuni minuti sentivo solo la fitta alla punta del mio cazzo e dentro la pancia quando entrava fino alle palle, stava diventando una fitta di piacere, il culo mi bruciava, ma mi stava piacendo, inconsapevolmente presi a spingere il bacino verso il suo cazzo per farlo entrare più a fondo. “Che lurida cagna rotta in culo che sei” disse Amhed fottendomi più selvaggiamente. Per una buona mezz’ora mi inculò duramente insultandomi, mentre io mugolavo di piacere e gocciolavo sperma dal mio cazzo moscio. “Ora ti riempio di sborra” e dopo poche spinte grugnì schizzandomi la sua calda sborra nell’intestino. Amhed uscì dal mio culo distrutto, sangue e sborra colarono fuori gocciolando sul dildo caduto a terra, “pulisci questo schifo” disse dirigendosi verso il bagno, io mi accasciai a terra esausto e dolorante e persi i sensi.
Fui svegliato da Amhed che mi punzecchiava il viso con il piede “in ginocchio, forza cagna che devo pisciare, ieri non hai pulito e questo è quello che meriti”, lo guardai dal basso e con molta lentezza mi inginocchiai, il culo mi faceva malissimo e bruciava, “dai veloce apri la bocca che voglio andare a fare colazione, a te deve bastarti questo”. Con la bocca aperta aspettavo che espletasse i suoi bisogni, impugnò il suo cazzo con una mano e prese a riempirmi la bocca, “brava cagna fai vedere come ti piace il thè caldo a colazione” mi stava riprendendo con il telefono, finì facendoselo pulire per bene. “ora rimani qui e pulisci tutto per bene, perché se quelli dell’hotel si lamentano per te sono guai” e uscì dalla stanza. Ripulì tutto e poi andai in bagno per farmi una doccia e fare i miei bisogni. Defecare fu un tormento, sotto la doccia passai più volte acqua ghiaccia sul mio culo slabbrato, tanto era aperto l’acqua si insinuava anche dentro ma mi dava sollievo. Rientrò Amhed, “Sbrigati a vestirti che arriviamo tardi in cantiere, io ti aspetto giù al furgone, mi vestì e lo raggiunsi al furgone, diretto ad una lunga giornata di lavoro
Fui svegliato da Amhed che mi punzecchiava il viso con il piede “in ginocchio, forza cagna che devo pisciare, ieri non hai pulito e questo è quello che meriti”, lo guardai dal basso e con molta lentezza mi inginocchiai, il culo mi faceva malissimo e bruciava, “dai veloce apri la bocca che voglio andare a fare colazione, a te deve bastarti questo”. Con la bocca aperta aspettavo che espletasse i suoi bisogni, impugnò il suo cazzo con una mano e prese a riempirmi la bocca, “brava cagna fai vedere come ti piace il thè caldo a colazione” mi stava riprendendo con il telefono, finì facendoselo pulire per bene. “ora rimani qui e pulisci tutto per bene, perché se quelli dell’hotel si lamentano per te sono guai” e uscì dalla stanza. Ripulì tutto e poi andai in bagno per farmi una doccia e fare i miei bisogni. Defecare fu un tormento, sotto la doccia passai più volte acqua ghiaccia sul mio culo slabbrato, tanto era aperto l’acqua si insinuava anche dentro ma mi dava sollievo. Rientrò Amhed, “Sbrigati a vestirti che arriviamo tardi in cantiere, io ti aspetto giù al furgone, mi vestì e lo raggiunsi al furgone, diretto ad una lunga giornata di lavoro
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