La mamma della mia fidanzata
di
lp
genere
feticismo
Ero appena giunto a casa della mia compagna Erika.
Io e lei stiamo insieme da quasi due anni e da quel momento non ho mai conosciuto una come lei.
Una ragazza che sa esaudire ogni mio desiderio a cominciare dalle più grandi scopate e da come mi lecca il cazzo.
Una nuova pratica che abbiamo deciso di mettere in atto è il footjob, la sega con i piedi.
Non potevo mai immaginare con le sue estremità mi facessero godere in quel modo, soprattutto la sua puzza di piedi che emanava ogni volta che aveva il piedino in una scarpa chiusa.
Ma tornando al racconto, raggiunsi casa della mia fidanzata in leggero anticipo, visto che sua madre mi disse che era appena entrata nella doccia a lavarsi.
< Posso offrirti qualcosa, Enrico? >
< No grazie, Teresa. Sono apposto. >
In quel momento rimasi sul divano a maneggiare il mio telefono attendendo qual momento in cui mi sarei spupacchiato la mia compagna.
Ma non potevo credere come la mia voglia irrefrenabile di piedi potesse colpirmi anche in quel momento.
Infatti, non potei fare altro che sbirciare i piedi della mamma di Erika in un dangling pazzesco.
Stava agitando quel piede come segno di sfida e la mia voglia irrefrenabile di poterlo annusare ed essere masturbato da quella parte del corpo, era troppo grande.
Cosa ancor più sensazionale è il modo come quella donna mi fissava con sguardo malizioso, essendosi accorta di come la fissavo.
Fu in quel momento che la donna si avvicinò a me con fare mellifluo e seducente.
< Enrico, sei sicuro che non hai bisogno di niente? >
< Sicurissimo > risposi.
Ma lei, con fare invadente, fece uscire il suo piede smaltato di viola dalla sua ciabatta e iniziò a pigiarmi sul mio membro che intanto so era fatto duro.
Avrei potuto dire un sacco di cose come per esempio “Fermati” oppure “Cosa stai facendo?”, ma non feci niente di tutto ciò.
Quella donna si muoveva con tono energico, fino a farmi tirare giù i pantaloni e le mie mutande.
Spingeva come una forsennata, come se fossi un pedale che aveva bisogno di essere punito.
Gli chiesi con voce roca mentre mi stava facendo venire se potevo annusare i suoi piedi, cosa che da lì a poco, mi consentì.
Anche quella donna aveva una forte puzza di piedi che mi mandarono in estasi e che mi fecero venire con grandi schizzi mentre cercavo di strozzare il mio godimento per paura che Erika ci potesse sentire.
Non potevo credere a quello che avevo fatto.
La mia sborra schizzò sui piedi di quella donna con tutta l'energia che potevo avere dentro di me
Mi aveva segato come nessuna mi aveva mai fatto prima d'ora, e cosa ancor più sensazionale, era che pure lei era venuta nelle sue mutandine.
< Vorrei farti leccare il tuo sperma, ma ho paura che Erika ci possa scoprire. Questo sarà il nostro piccolo segreto, OK? >
Io mi limitai a fare un cenno di sì con la testa, rimanendo alcuni secondi imambolato prima di rivestirmi per tutta fretta.
Dopo aver salutato Erika e avermi detto che era pronta, sua madre mi disse che ci avrebbe accompagnati alla festa di fine scuola di quella sera.
Non eravamo ancora automuniti di patente e di macchina, con ciò non potevamo declinare un simile favore.
Durante il tragitto, Erika mi sussurrò che gli ero mancato molto e che avrebbe sperato che quella sera fossimo soli.
Ma per evitare di non lasciarmi in mezzo al mio solo pensiero di vederla nuda, Erika, tirò fuori il mio cazzo sul sedile posteriore dell'auto mentre sua madre ci stava portando.
Mi stava facendo una sega a ritmo sostenuto, per farmi assaporare quel momento puro di godimento.
Credendo che non fossimo visti (Cosa che non fu così), Teresa ci vide con la coda dell'occhio.
Non potendo nemmeno lei resistere al mio cazzo, Si tolse le ciabatte per rimanere a piedi nudi alla guida.
Io, con la coda dell'occhio, vidi che sul collo dei suoi piedi c'era ancora traccia della mia sborra, cosa che la donna non si era tolto.
Spingendo il pedale dell'auto per farmi provare ancor più eccitazione, si masturbò anche lei mentre i miei flebili lamenti venivano strozzati dai baci sotto al collo di Erika.
Ci misi pochi minuti nel venire, ma non per la sega di Erika, ma perchè mi immaginai ancora Teresa che mi stava segando.
Dopo aver fatto rombare il motore e aver fatto stridere le gomme senza che Erika si potesse accorgere di nulla, giungemmo alla nostra scuola.
Ci ricomponemmo in fretta ed Erika balzò subito fuori dall'auto a salutare le sue amiche.
Rimanendo solo alcuni secondi su quell'auto, Teresa mi chiese se mi era piaciuto.
< Avrei voluto sborrarti ancora sui piedi o in bocca. Spero vivamente che avremo altre occasioni. >
< Certo, tesoro. Voglio continuare a premere il tuo cazzo come ho fatto poco fa'. >
E nel sentire ciò, uscii di macchina salutando quella donna che se ne andò sotto i miei occhi.
Non vi dico che foto dei suoi piedi e delle sue frasi che mi scrisse sul cellulare quella sera.
Ad un certo punto della serata dovetti chiudermi in bagno per segarmi, troppo eccitante per un ragazzino adolescente come me.
Io e lei stiamo insieme da quasi due anni e da quel momento non ho mai conosciuto una come lei.
Una ragazza che sa esaudire ogni mio desiderio a cominciare dalle più grandi scopate e da come mi lecca il cazzo.
Una nuova pratica che abbiamo deciso di mettere in atto è il footjob, la sega con i piedi.
Non potevo mai immaginare con le sue estremità mi facessero godere in quel modo, soprattutto la sua puzza di piedi che emanava ogni volta che aveva il piedino in una scarpa chiusa.
Ma tornando al racconto, raggiunsi casa della mia fidanzata in leggero anticipo, visto che sua madre mi disse che era appena entrata nella doccia a lavarsi.
< Posso offrirti qualcosa, Enrico? >
< No grazie, Teresa. Sono apposto. >
In quel momento rimasi sul divano a maneggiare il mio telefono attendendo qual momento in cui mi sarei spupacchiato la mia compagna.
Ma non potevo credere come la mia voglia irrefrenabile di piedi potesse colpirmi anche in quel momento.
Infatti, non potei fare altro che sbirciare i piedi della mamma di Erika in un dangling pazzesco.
Stava agitando quel piede come segno di sfida e la mia voglia irrefrenabile di poterlo annusare ed essere masturbato da quella parte del corpo, era troppo grande.
Cosa ancor più sensazionale è il modo come quella donna mi fissava con sguardo malizioso, essendosi accorta di come la fissavo.
Fu in quel momento che la donna si avvicinò a me con fare mellifluo e seducente.
< Enrico, sei sicuro che non hai bisogno di niente? >
< Sicurissimo > risposi.
Ma lei, con fare invadente, fece uscire il suo piede smaltato di viola dalla sua ciabatta e iniziò a pigiarmi sul mio membro che intanto so era fatto duro.
Avrei potuto dire un sacco di cose come per esempio “Fermati” oppure “Cosa stai facendo?”, ma non feci niente di tutto ciò.
Quella donna si muoveva con tono energico, fino a farmi tirare giù i pantaloni e le mie mutande.
Spingeva come una forsennata, come se fossi un pedale che aveva bisogno di essere punito.
Gli chiesi con voce roca mentre mi stava facendo venire se potevo annusare i suoi piedi, cosa che da lì a poco, mi consentì.
Anche quella donna aveva una forte puzza di piedi che mi mandarono in estasi e che mi fecero venire con grandi schizzi mentre cercavo di strozzare il mio godimento per paura che Erika ci potesse sentire.
Non potevo credere a quello che avevo fatto.
La mia sborra schizzò sui piedi di quella donna con tutta l'energia che potevo avere dentro di me
Mi aveva segato come nessuna mi aveva mai fatto prima d'ora, e cosa ancor più sensazionale, era che pure lei era venuta nelle sue mutandine.
< Vorrei farti leccare il tuo sperma, ma ho paura che Erika ci possa scoprire. Questo sarà il nostro piccolo segreto, OK? >
Io mi limitai a fare un cenno di sì con la testa, rimanendo alcuni secondi imambolato prima di rivestirmi per tutta fretta.
Dopo aver salutato Erika e avermi detto che era pronta, sua madre mi disse che ci avrebbe accompagnati alla festa di fine scuola di quella sera.
Non eravamo ancora automuniti di patente e di macchina, con ciò non potevamo declinare un simile favore.
Durante il tragitto, Erika mi sussurrò che gli ero mancato molto e che avrebbe sperato che quella sera fossimo soli.
Ma per evitare di non lasciarmi in mezzo al mio solo pensiero di vederla nuda, Erika, tirò fuori il mio cazzo sul sedile posteriore dell'auto mentre sua madre ci stava portando.
Mi stava facendo una sega a ritmo sostenuto, per farmi assaporare quel momento puro di godimento.
Credendo che non fossimo visti (Cosa che non fu così), Teresa ci vide con la coda dell'occhio.
Non potendo nemmeno lei resistere al mio cazzo, Si tolse le ciabatte per rimanere a piedi nudi alla guida.
Io, con la coda dell'occhio, vidi che sul collo dei suoi piedi c'era ancora traccia della mia sborra, cosa che la donna non si era tolto.
Spingendo il pedale dell'auto per farmi provare ancor più eccitazione, si masturbò anche lei mentre i miei flebili lamenti venivano strozzati dai baci sotto al collo di Erika.
Ci misi pochi minuti nel venire, ma non per la sega di Erika, ma perchè mi immaginai ancora Teresa che mi stava segando.
Dopo aver fatto rombare il motore e aver fatto stridere le gomme senza che Erika si potesse accorgere di nulla, giungemmo alla nostra scuola.
Ci ricomponemmo in fretta ed Erika balzò subito fuori dall'auto a salutare le sue amiche.
Rimanendo solo alcuni secondi su quell'auto, Teresa mi chiese se mi era piaciuto.
< Avrei voluto sborrarti ancora sui piedi o in bocca. Spero vivamente che avremo altre occasioni. >
< Certo, tesoro. Voglio continuare a premere il tuo cazzo come ho fatto poco fa'. >
E nel sentire ciò, uscii di macchina salutando quella donna che se ne andò sotto i miei occhi.
Non vi dico che foto dei suoi piedi e delle sue frasi che mi scrisse sul cellulare quella sera.
Ad un certo punto della serata dovetti chiudermi in bagno per segarmi, troppo eccitante per un ragazzino adolescente come me.
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