L'amica di mia zia
di
lp
genere
feticismo
Io e mia zia continuavamo a fare cose sconce con i suoi piedi.
L'odore inebriante e il modo in cui mi masturbava, per me era l'apice dell'apoteosi.
< Oddio zia. Spingimi più forte. Ti prego. >
Continuava a premermi mentre fiotti di sperma inondavano il suo piede.
Mi rendeva orgoglioso vederla in quello stato e il modo in cui godeva era eccitante.
Ma per rendere il tutto eccitante e farmi provare nuove emozioni, mia zia mi confessò di aver parlato del nostro rapporto alla sua migliore amica: Alessandra.
Una donna della stessa età di mia zia, divorziata e anche lei dei piedi che avrebbero fatto eccitare chiunque.
All'inizio ero un po' scettico e preoccupato di questa situazione, ma quando m'imbattei proprio in Alessandra, i miei timori si tranquillizzarono.
Fu molto curiosa di sapere di tutto ciò, provando subito a stuzzicarmi con le sue arti.
< Vedo che non perdi tempo, Ale > fece mia zia con tono malizioso.
< Vedi Moni, farei di tutto per eccitare un uomo. Sai quanto mi manca fare del sesso. E questa perversione fa davvero per me. >
Quella giornata calda di primavere, Alessandra indossava un paio di jeans che facevano risalire il suo bel culo, una maglietta e un paio di ballerine rosse.
< E poi Ale a Lorenzo piacciono molto le ballerine. >
< Ah, davvero? >
< Prova. Faglieli annusare. >
Rimanendo impietrito, Alessandra si tolse una ballerina portandola dritta sul mio naso.
Aveva un odore inebriante. Proprio la puzza di piedi che piaceva a me, anche se non pazzavano come quelle di mia zia.
Il mio membro cresceva e le mie fantasie erotiche stavano prendendo il sopravvento.
< Ti piace Lore? >
< Sì, moltissimo. >
Per portare a termine il mio eccitamento, Ale stava per tirarmi già i pantaloni per masturbarmi, ma a mia zia gli venne in mente un'idea tanto geniale quanto folle.
< Aspetta, Ale. >
< Cosa c'è? Lo vuoi tutto per te? >
< Oh no... Perchè non facciamo eccitare Lorenzo rimanendo impantanate? Sai quanto gli piace. >
< E' vero, me l'avevi raccontato > rispose la donna maliziosa < Allora andiamo con la mia macchina. >
Ed io, cercando di capire, voltai il mio sguardo verso mia zia.
< Vedrai adesso. Schizzerai come un pazzo. >
Raggiungendo un piccolo posto in collina, Ale guidava su per la collina dopo essersi tolta le ballerine per essersi messa un paio di zeppe aperte sul davanti dove si mostrava il colore del suo smalto viola.
Era davvero eccitante e mentre cercavo di masturbarmi sotto i miei jeans e con mia zia che ci guardava attentamente dai sedili posterioi, Ale mi stoppò.
< Voglio ogni singola goccia per me. >
Togliendo gli occhi dalla strada per pochi secondi, Ale passò la sua lingua sul mio cazzo, sbandando paurosamente e finendo in un fosso poco più in là.
Non andavamo molto veloci, ma non mi aspettai questa azione.
< Tutto bene? > ci domandò Ale.
< Più o meno > risposi.
< L'hai fatto apposta, vero Ale? > domandò mia zia Monica.
< Certo, tesoro > rispose sorridente la donna < Voglio far stridere queste gomme come una pazza. >
< Allora vai! Non aspettiamo altro. >
Mia zia intanto si ara calata le mutandine e cominciò a masturbarsi mentre Ale mi tirò giù i pantaloni.
< Ora sei tutto per me. >
E nel dire ciò, Ale mise la retromarcia per cercare di uscire con la sua auto.
La macchina era bloccata e faceva un gran casino.
Il mio membro cresceva sempre di più mentre Ale cercava di masturbarmi con la sua mano.
Ma io volevo altro: volevo i suoi piedini.
< Ti prego. Spingimi con i tuoi piedi. >
< Con piacere. >
Togliendo i suoi piedi dai pedali, Ale le appoggiò sul mio membro masturbandomi come uba forsennata.
Spingeva come non mai e per non perdersi una sola goccia del mio sperma che stava per fuoriuscire, lo prese in bocca facendomi esplodere in un apoteosi di piacere.
Ero venuto in pochi minuti, ma minuti straordinari che non dimenticherò mai.
Estasiata da quello che aveva fatto, Ale cercò di ricomporsi baciandomi subito dopo.
< Era da tanto tempo che volevo fare qualcosa di folle > fece la donna con tono sensuale < Peccato che sei già venuto. >
< Ciò non vuol dire che abbiamo finito > risposi io < Voglio godere. Ancora. >
< Bene. Volevo proprio sentirtelo dire. >
E nel dire ciò, Ale continuò con il suo operato, gettandomi in un sogno a cui non volevo risvegliarmi
L'odore inebriante e il modo in cui mi masturbava, per me era l'apice dell'apoteosi.
< Oddio zia. Spingimi più forte. Ti prego. >
Continuava a premermi mentre fiotti di sperma inondavano il suo piede.
Mi rendeva orgoglioso vederla in quello stato e il modo in cui godeva era eccitante.
Ma per rendere il tutto eccitante e farmi provare nuove emozioni, mia zia mi confessò di aver parlato del nostro rapporto alla sua migliore amica: Alessandra.
Una donna della stessa età di mia zia, divorziata e anche lei dei piedi che avrebbero fatto eccitare chiunque.
All'inizio ero un po' scettico e preoccupato di questa situazione, ma quando m'imbattei proprio in Alessandra, i miei timori si tranquillizzarono.
Fu molto curiosa di sapere di tutto ciò, provando subito a stuzzicarmi con le sue arti.
< Vedo che non perdi tempo, Ale > fece mia zia con tono malizioso.
< Vedi Moni, farei di tutto per eccitare un uomo. Sai quanto mi manca fare del sesso. E questa perversione fa davvero per me. >
Quella giornata calda di primavere, Alessandra indossava un paio di jeans che facevano risalire il suo bel culo, una maglietta e un paio di ballerine rosse.
< E poi Ale a Lorenzo piacciono molto le ballerine. >
< Ah, davvero? >
< Prova. Faglieli annusare. >
Rimanendo impietrito, Alessandra si tolse una ballerina portandola dritta sul mio naso.
Aveva un odore inebriante. Proprio la puzza di piedi che piaceva a me, anche se non pazzavano come quelle di mia zia.
Il mio membro cresceva e le mie fantasie erotiche stavano prendendo il sopravvento.
< Ti piace Lore? >
< Sì, moltissimo. >
Per portare a termine il mio eccitamento, Ale stava per tirarmi già i pantaloni per masturbarmi, ma a mia zia gli venne in mente un'idea tanto geniale quanto folle.
< Aspetta, Ale. >
< Cosa c'è? Lo vuoi tutto per te? >
< Oh no... Perchè non facciamo eccitare Lorenzo rimanendo impantanate? Sai quanto gli piace. >
< E' vero, me l'avevi raccontato > rispose la donna maliziosa < Allora andiamo con la mia macchina. >
Ed io, cercando di capire, voltai il mio sguardo verso mia zia.
< Vedrai adesso. Schizzerai come un pazzo. >
Raggiungendo un piccolo posto in collina, Ale guidava su per la collina dopo essersi tolta le ballerine per essersi messa un paio di zeppe aperte sul davanti dove si mostrava il colore del suo smalto viola.
Era davvero eccitante e mentre cercavo di masturbarmi sotto i miei jeans e con mia zia che ci guardava attentamente dai sedili posterioi, Ale mi stoppò.
< Voglio ogni singola goccia per me. >
Togliendo gli occhi dalla strada per pochi secondi, Ale passò la sua lingua sul mio cazzo, sbandando paurosamente e finendo in un fosso poco più in là.
Non andavamo molto veloci, ma non mi aspettai questa azione.
< Tutto bene? > ci domandò Ale.
< Più o meno > risposi.
< L'hai fatto apposta, vero Ale? > domandò mia zia Monica.
< Certo, tesoro > rispose sorridente la donna < Voglio far stridere queste gomme come una pazza. >
< Allora vai! Non aspettiamo altro. >
Mia zia intanto si ara calata le mutandine e cominciò a masturbarsi mentre Ale mi tirò giù i pantaloni.
< Ora sei tutto per me. >
E nel dire ciò, Ale mise la retromarcia per cercare di uscire con la sua auto.
La macchina era bloccata e faceva un gran casino.
Il mio membro cresceva sempre di più mentre Ale cercava di masturbarmi con la sua mano.
Ma io volevo altro: volevo i suoi piedini.
< Ti prego. Spingimi con i tuoi piedi. >
< Con piacere. >
Togliendo i suoi piedi dai pedali, Ale le appoggiò sul mio membro masturbandomi come uba forsennata.
Spingeva come non mai e per non perdersi una sola goccia del mio sperma che stava per fuoriuscire, lo prese in bocca facendomi esplodere in un apoteosi di piacere.
Ero venuto in pochi minuti, ma minuti straordinari che non dimenticherò mai.
Estasiata da quello che aveva fatto, Ale cercò di ricomporsi baciandomi subito dopo.
< Era da tanto tempo che volevo fare qualcosa di folle > fece la donna con tono sensuale < Peccato che sei già venuto. >
< Ciò non vuol dire che abbiamo finito > risposi io < Voglio godere. Ancora. >
< Bene. Volevo proprio sentirtelo dire. >
E nel dire ciò, Ale continuò con il suo operato, gettandomi in un sogno a cui non volevo risvegliarmi
2
3
voti
voti
valutazione
5
5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Le ballerine della mia compagna di scuola
Commenti dei lettori al racconto erotico